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Pietro Greco. Guglielmo Marconi sfida la teoria
Il coraggio di uno sperimentatore
«No, questo non può avere successo», lo avverte Augusto Righi, il grande fisico pioniere nello studio delle onde elettromagnetiche. Ma lui piazza la trasmittente sotto casa, nel piazzale di Villa Griffone, a Pontecchio, alle porte di Bologna, e la ricevente lì, a un paio di chilometri di distanza, dietro la collina dei Celestini. Poi prega il fratello di sparare un colpo di fucile se il segnale arriva.
Poche battute su una tastiera. Un attimo. Un colpo di fucile. Il segnale ha scavallato la collina ed è arrivato. Evidentemente il grande fisico, Augusto Righi, aveva avuto torto.
Il ragazzo ha appena realizzato la prima comunicazione radio a distanza che ha superato un ostacolo fisico.
Dicembre 1901. «Ho fatto i calcoli in maniera accurata – sostiene il francese Henri Poincaré, il più grande matematico al mondo – le onde elettromagnetiche viaggiano in linea retta e dunque non possono essere ricevute a più di 300 chilometri di distanza».
Il ragazzo, che ha ormai 26 anni, installa una trasmittente a Poldhu, Cornovaglia. E un ricevitore a St. John’s di Terranova, sulla costa occidentale del Canada, a 3.600 chilometri di distanza..
Il 12 dicembre la trasmittente dalla Cornovaglia lancia i suoi impulsi: tre punti, ovvero una “S”, in codice Morse. Immediatamente il ricevitore raccoglie il segnale. Il ragazzo, superando la curvatura della Terra, un’imponente massa di acqua oceanica e lo scetticismo di chi sa di fisica, ha appena realizzato la prima trasmissione radio transatlantica.
Marzo 1930. Tutti gli dicono: «È impossibile. Tutte le leggi della fisica lo impediscono». Ma lui a bordo del suo yacht Elettra nel porto di Genova manda lo stesso il segnale. E le luci di Sidney, all’altro capo dl mondo, si accendono.
Lui è Guglielmo Marconi. Nel corso della sua vita ha sfidato costantemente le conosce fisiche consolidate. Ha avuto coraggio. E una gran fortuna. Nessuno, neppure lui, poteva immaginare che lassù, in nell’alta atmosfera c’è una fascia di gas ionizzati che riflettono le onde radio e consentono loro di correre da una parte all’altra del pianeta.
Se oggi la radio e la televisione esistono lo dobbiamo al coraggio e alla determinazione di quest’uomo che ha sfidato oltre ogni ragionevolezza la teoria fisica.