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Benvenuti in casa Ba - La mediazione culturale
Unità 12 - Livello B1
Salif è felice di vivere in Italia ma è sempre pieno di amore per il suo Paese e lo ha trasmesso a suo nipote e a suo figlio: Fela prepara la tesi su Léopold Sédar Senghor e studia il concetto di ‘negritudine’ mentre Mansur, nei suoi disegni, rivive la sua bellissima esperienza in Africa. Vuole anche mantenere i contatti con la sua famiglia senegalese e la sorella lo mette in contatto con i suoi grazie a Internet. Per comprendere meglio il bambino, Salif decide di incontrare prima i suoi insegnanti, nella scuola il Celio azzurro, e poi una scrittrice e psicoterapeuta esperta di disegni infantili: Masal Pas Bagdadi. Anna si dedica all’Italia unita della madre e inserisce sulla mappa una foto di Napoli, importante tappa del viaggio dei Ba e della storia d’Italia.
SCENA 0
SALIF: Allora vediamo un po’ cosa hai disegnato…
ANNA: Ci abbiamo lavorato un sacco, Salif… vedrai che bravo…
SALIF: E fammelo vedere Mansur…
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
FELA: “Il concetto di negritudine, che indica l’insieme dei valori e delle strutture della civiltà africana, ha provocato a livello mondiale il risveglio nero: cioè l’affermazione dell’esistenza dell’Africa sullo scenario delle civiltà. In questo senso l’opera di Senghor è stata fondamentale”.
SALIF: Fela? Buongiorno!
FELA: Buongiorno, zio!
SALIF: Che librone! Di che si tratta?
FELA: “L’opera politica di Léopold Sedar Senghor”. Molto interessante. Tutto bene?
SALIF: Sì. ho lasciato Olga alla stazione. È partita prestissimo. Ha l’intervista domattina.
FELA: Una bella occasione per lei. Ormai Giulio le fa fare anche l’inviata! Olga diventerà una fantastica giornalista!
SALIF: Già. Però la sua assenza si sente…
FELA: Eccome! Hai bisogno di qualcosa?
SALIF: Io porto Mansur a scuola, poi vado al lavoro. Anna si è offerta per fare le pulizie… e aspetterà lei l’idraulico che deve fare una riparazione… tu dovresti fare la spesa… puoi?
FELA: Sì, studio ancora un po’ e poi vado al supermercato.
SALIF: Ottimo! Devi prendere il latte, un po’ di pasta, il pane per stasera e poi vedi tu… un po’ di verdura per Anna, i cereali per Mansur…
FELA: Tranquillo. Mi organizzo io.
SALIF: Bravo, nipote! Ciao, a dopo!
FELA: A dopo!
Più tardi…
SCENA 2
TERESA: Ciao, Salif! Ciao, Mansur!
SALIF: Teresa! Buongiorno! Come stai? Sono andati via gli imbianchini?
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro. Ora vado a scuola. Oggi ho quattro ore di lezione.In classe ho tutti bravi ragazzi: per fortuna non sono ragazzacci....E voi state senza Olga?
SALIF: Senza di lei siamo persi!
TERESA: Olga è una donna unica!
SALIF: Eh, già… Mansur… vai a prendere lo zaino, te lo sei scordato sul letto…
TERESA: Come sta Mansur? Ha nostalgia dell’Africa?
SALIF: Apparentemente no. Ma ogni tanto noto nei suoi disegni un albero strano… o l’isola che ha visitato…
TERESA: Questo è normale… i bambini elaborano così i ricordi e i pensieri… attraverso i disegni…
SALIF: Sarebbe interessante capire cosa pensa… lui è ancora piccolo… per lui è difficile spiegare le cose a parole…
TERESA: Prova a parlarne con le sue maestre… avranno sicuramente osservato Mansur…
SALIF: Sentirò cosa ne pensano…
TERESA: A proposito… se vuoi, domani vado a prendere io Mansur, così tu lavorerai tranquillamente… lo porterò qui e faremo qualche disegno insieme…
SALIF: Grazie, Teresa. Mi faresti un grande piacere.
TERESA: Figurati! Però ricordati però di scrivermi una delega per prendere Mansur!
SALIF: Bene! A proposito dov’è andato Mansur? Mansur!
Nel pomeriggio…
SCENA 3
ANNA. Pronto? Karim? No, no… sto facendo le pulizie… io? Certo che le sto facendo! Sono bravissima, sai? Prodotti ecologici e via! (ride) Eh, eh… non ti fidi di me! Sì, dopo devo incontrare Maria, la nipote di Tania. Farà l’interprete e ha iniziato un corso di informatica… prenderemo un caffè insieme… okay… ci sentiamo dopo! Ciao!
Il giorno dopo…
SCENA 4
SALIF: Forza! Vai a mettere a posto lo zaino! Ci vediamo più tardi!
MAESTRO: Ciao carissimo come stai?
SALIF: Bene grazie, tu come stai?
MAESTRO: Tutto a posto, ti ringrazio!
SALIF: Senti ti volevo chiedere una cosa: hai notato qualcosa di strano nei disegni di Mansur? Mi sembra che mi stia dicendo qualcosa ma non capisco cosa…
MAESTRO: Guarda, onestamente niente di particolare… nel senso che nei disegni i bambini ci mettono tutto: ci mettono la fantasia, ci mettono le favole che hanno ascoltato, ci mettono i sogni che fanno di notte, è molto difficile leggere un disegno di un bambino, soprattutto in un tempo breve… dovremmo osservarli per lungo tempo… però non mi sembra niente di particolare…
SALIF: Ah… in un suo disegno, e e l’ho qui, ha raffigurato due uomini, un bianco e un nero uno accanto all'altro... vorrà dire qualcosa?
MAESTRO: Beh, penso che voglia dire che è stato nel suo Paese e quindi, in qualche modo, mette insieme, unisce, le due esperienze che vive: quella che vive qui in Italia, quotidianamente, e quella che ha vissuto in questo viaggio… sono anche sullo stesso piano, io la vedrei come una cosa positiva al limite questa cosa…
SALIF: Grazie!
MAESTRO: Prego, figurati…
SALIF: Comunque Mansur sta veramente bene qui…
MAESTRO: E noi stiamo veramente bene con Mansur!
SALIF: Sono contento!
MAESTRO: Ciao, buona giornata!
SALIF: Altrettanto!
Nel pomeriggio…
SCENA 5
SALIF: Fela! Mi passi le Pagine Gialle?
FELA: Sì, zio, sono qui sotto?
SALIF: Sì. Devo cercare il numero di telefono di una ditta che mi vende i saponi naturalii… non lo trovo più.
FELA: Eccole…
SALIF: Allora… andiamo alla voce ‘cosmetici’… vediamo un po’… C… caloriferi, cancelli, ceramiche… ecco: cosmetici! La ditta si chiama Fragranze naturali… ecco qui! Copia il numero!
FELA: Va bene. Vai tu a scuola da Mansur?
SALIF: No, lo prenderà Teresa. È stata molto gentile.
FELA: È un’ottima vicina di casa!
SALIF: È anche un’amicona per Olga!
FELA: È vero.
SALIF: Allora tu puoi andare… io finisco, chiudo e vi raggiungo a casa…
FELA: Agli ordini, capo!
SALIF: E fai poco lo spiritoso!
Poco dopo…
SCENA 6 – EST GIORNO
TERESA: Sono venuta a prendere Mansur e con l’occasione volevo chiedere un'informazione per una mia amica… per le iscrizioni alla scuola materna... entro che data i bambini devono aver compiuto tre anni ?
MAESTRO: Entro il 31 dicembre dell'anno scolastico che si vuole frequentare, ma si possono iscrivere anche quelli che compiono tre anni entro il mese di aprile dell'anno successivo ... l'inserimento però avviene solo se ci sono posti disponibili
TERESA: Grazie... riferirò alla mia amica... Ma il vostro asilo ha delle caratteristiche particolari...
MAESTRO: Noi siamo un centro didattico interculturale voluto dalla Caritas e dall'Ufficio Immigrazione del Comune di Roma, che accoglie ormai da venti anni i bambini provenienti da tutti i paesi del mondo, Italia compresa.
TERESA: Davvero una bella esperienza, Olga me ne parla tanto... Beh grazie, arrivederci...
MAESTRO: Arrivederci!
Più tardi...
SCENA 7
TERESA: Allora, Mansur, adesso vediamo se indovino tutti gli animali che hai disegnato…
ANNA: Accidenti! Ne ha disegnati proprio tanti!
TERESA: Mansur è molto bravo. Allora, vediamo… il leone… il cavallo… il maiale… l’orso, il cane, il gatto, la mucca...
ANNA: Bravo, Mansur!
TERESA: E questo cos’è? Un bambino?
ANNA: Deve essere suo cugino Ousmane... so che hanno giocato tanto insieme…
TERESA: Probabilmente gli manca… si sarà divertito tanto in Senegal... vero, Mansur?
MANSUR: Sì.
TERESA: Ma lo sai che potresti vedere il tuo cuginetto al computer, Mansur?
ANNA: È vero. Sai che facciamo? Domani chiamiamo Ousmane al computer così vi potete salutare… grazie, Teresa!
TERESA: E di che? Piuttosto… hai messo in forno gli anellini?
ANNA: Sì, sì, devi darmi la ricetta.
TERESA: Provala e poi mi dirai che cosa ne pensi!
Quella sera…
SCENA 8
ANNA: Teresa! Questa cena è stata meravigliosa!
TERESA: Grazie!
FELA: Davvero buona… come si chiamano?
TERESA: Anellini!
SALIF: Dovrai rifarli però… così li conoscerà anche Olga!
TERESA: Senz’altro!
FELA: Cosa ci fa lì il mio libro dei Promessi Sposi?
SALIF: L’avrà portato Mansur…
TERESA: Studi Manzoni, Fela?
FELA: L’ho studiato per un esame…
TERESA: Mi piace molto Manzoni… cosa ti è piaciuto del suo romanzo?
FELA: Soprattutto il fatto che ha cercato di scrivere in una lingua comprensibile a tutti…
ANNA: Fela, perché non portiamo Mansur a vedere un dvd?
FELA: Agli ordini!
ANNA: Andiamo, Mansur!
Poco dopo…
SCENA 9
TERESA: Salif, oggi ho disegnato molto con Mansur. Non credo abbia grandi probemi sai…
SALIF: Dici?
TERESA: No. Però ha sicuramente un po’ di nostalgia dei suoi parenti senegalesi…
SALIF: Comunque voglio parlarne con uno specialista.
TERESA: Fai bene, così dormirai tranquillo... I piccoli disagi dei bambini non vanno mai trascurati!
Il giorno dopo…
SCENA 10
SALIF: Eppure me lo ricordo… c’era un bellissimo libro sui disegni dei bambini… ah, eccolo! Chi sono io? Di Masal Pas Bagdadi (legge la quarta di copertina) “Una raccolta di disegni infantili eccezionale e unica nel suo genere: un ‘io’ in crescita che esprime sensazioni affettive di rabbia, tristezza, amore e solitudine”. Interessante! E' una scrittrice siriana di origini ebraiche... voglio proprio trovare il suo numero e contattarla...
Nel frattempo…
SCENA 11
FELA: Ehi Anna! Che fai?
ANNA: Stavo cercando una foto di Napoli… del nostro viaggio…
FELA: Come mai?
ANNA: Stavo leggendo su questo sito… www.150anni.it alcune notizie sull’Unità d’Italia… Napoli è stata una tappa importante…
FELA: Cosa è successo?
ANNA: Dopo essersi incontrato con il re Vittorio Emanuele a Teano, Garibaldi è arrivato a Napoli insieme al re e, dal balcone del Palazzo Doria, ha annunciato al popolo che anche Napoli faceva parte del Regno d’Italia…
FELA: E perché vuoi proprio una foto del nostro viaggio?
ANNA: Per ricordare a mamma Napoli, una tappa importante per noi e per la storia d’Italia…
FELA: Ecco! Le foto sono in questa cartella del pc… aspetta… Ecco… stampiamola!
ANNA: Grazie!
Nel pomeriggio…
Poco dopo…
SCENA 12
SALIF: Signora Bagdadi, grazie di avermi ricevuto. Da quando ho scoperto i suoi libri che parlano del mondo dei bambini, è come se avessi riscoperto mio figlio Mansur attraverso i suoi disegni. Ma che cos’è l’identità di un bambino, come si costruisce?
Masal Pas Bagdadi: L’identità della persona, non solo di un bambino, si costruisce con l’esperienza di vita che uno vive da quando nasce - e forse anche prima che nasce - finché si struttura un io abbastanza complesso, e questo diventa la sua identità per il resto della vita. Ma l’identità anche si forma continuamente con altre aggiunte, mentre uno vive, viaggia, parte, si relaziona, studia…penso che il libro che ti ha colpito è proprio quello sui disegni, perché attraverso i disegni i bambini esprimono se stessi in poche righe, cioè in poche righe uno può dire il bambino quanto è profondamente triste e quanto è profondamente allegro.
SALIF: La sua attenzione verso il mondo dei bambini nasce da una esperienza personale?
Masal Pas Bagdadi: Assolutamente sì. Io sono nata a Damasco, sono cresciuta in un ghetto dove gli Ebrei erano costretti a vivere per via delle persecuzioni in quel momento in Siria, e a cinque anni e mezzo sono scappata dalla Siria con un gruppo di ragazzi, insieme a mia sorella, e sono entrata illegalmente in Israele. In Israele - allora la Palestina - mi hanno messo in un kibbutz, che è un villaggio collettivo, dove sono cresciuta fino a vent’anni, ho fatto il servizio militare, e poi sposata con un italiano - come capita spesso che uno segue il marito - sono arrivata in Italia, e dal ’60 sono in Italia.
SALIF: Nata in un paese arabo, ma di cultura ebraica, poi dal 1960 di nuovo straniera in Italia. Che cosa hanno significato per lei questi passaggi della sua vita?
Masal Pas Bagdadi: Tutte queste traversie, che ho dovuto passare, mi hanno portato ad essere particolarmente sensibile al mondo dell’infanzia, e mentre superavo i miei problemi a cinque anni e mezzo, in kibbutz, dal distacco profondo che ho avuto dalla mia famiglia, dalle mie radici, dalla mia lingua, questa parte di sofferenza così atroce aveva molto rischio per la mia vita. Io per fortuna sono riuscita a superare i miei problemi per tantissimi motivi che racconto nella mia autobiografia, però mi ha lasciato un segno profondo a capire le sofferenze che i bambini hanno. I bambini si fanno molte domande sulla vita e sul perché delle cose…
SALIF: E i genitori non riescono alcune volte ad afferrare il senso del problema…
Masal Pas Bagdadi: E i genitori non riescono ad afferrare…e i genitori pensano che i bambini hanno una vita semplice. Invece chi scopre i miei libri, il mio lavoro, si rende conto che la vita dei bambini è molto complessa.
SALIF: Io la ringrazio molto signora Bagdadi e la vorrei salutare con Shalom, che in ebraico vuol dire “pace”, ossia unione e armonia di due entità diverse.
Masal Pas Bagdadi: Shalom a tutti.
SALIF: Shalom.
Il giorno dopo…
SCENA 13
SALIF: Allora vediamo un po’ cosa hai disegnato…
ANNA: Ci abbiamo lavorato un sacco, Salif… vedrai che bravo…
SALIF: E fammelo vedere Mansur…
SALIF: Ma è bellissimo… ci sono tutti… zio Tamsir… la cugina Salimata… il nonno Moussa e i cuginetti… bravo, Mansur! Non devi mai dimenticarli! E presto andremo a trovarli tutti con la mamma, sai?
Continua…
LE PAROLE DELL’ITALIANO
Oggi, grazie ai nostri amici, possiamo giocare con l’italiano, e far diventare le parole più grandi o più brutte. Come? Se cambiamo la parte finale di un nome o di un aggettivo, e gli aggiungiamo –one o –ona, lo facciamo diventare più grande. Un libro è un libro; un librone è un libro grande. Un’amica è un’amica, ma se è una grande amica è un’amicona. E Anna non è semplicemente pigra ma, come dice Salif, una pigrona.
SALIF: Che librone! Di che si tratta?
FELA: È un’ottima vicina di casa!
SALIF: È anche un’amicona per Olga!
SALIF: ............... Anna, quella pigrona, si è offerta per fare le pulizie…
Se invece di –one e –ona usiamo un’altra finale: -accio o –accia, il significato delle parole cambia in un altro modo. Sentiamo.
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro. Ora vado a scuola. Oggi ho quattro ore di lezione.In classe ho tutti bravi ragazzi: per fortuna non sono ragazzacci....E voi state senza Olga?
SALIF: ..............E non passare per via Como… è una stradaccia,
Avete sentito? Dei ragazzacci sono dei ragazzi cattivi; una stradaccia è una strada brutta, piena di buche e magari senza illuminazione, oppure è una strada pericolosa, dove si incontrano persone cattive.
Passiamo ora a un altro argomento. Chi di noi non ha desideri, speranze, ambizioni e progetti per il futuro? Tutti ne abbiamo, specialmente i ragazzi (naturalmente non i ragazzacci); ma non solo i ragazzi. Maria vuole fare l’interprete, Olga, lo sappiamo, la giornalista, Gianni il ricercatore. Ascoltiamo i nostri amici:
ANNA: ..........Sì, dopo devo incontrare Maria, la nipote di Tania. Farà l’interprete
FELA: Olga diventerà una fantastica giornalista!
ANNA: .....Dopo la laurea farà il ricercatore in biotecnologie, ma per ora si paga gli studi con il lavoro di elettricista.
Maria farà l’interprete, Olga diventerà giornalista, Gianni fa l’elettricista. Notate che questi nomi di professione in –ista (giornalista, elettricista, antennista, stilista, dentista ecc.) possono essere sia maschili sia femminili: Olga è una donna, mentre Gianni è un uomo. Ma diremo che Olga fa la giornalista, mentre ad esempio, Giorgio fa il giornalista. In questa puntata abbiamo sentito anche altri nomi di professione. Ad esempio, l’idraulico, che ripara i tubi dei bagni e delle cucine, oppure l’imbianchino, che dipinge i muri; la maestra, che insegna ai bambini; e il muratore, che costruisce i muri, le case:
SALIF: ........aspetterà lei l’idraulico che deve fare una riparazione
SALIF: .............Sono andati via gli imbianchini?
TERESA: Prova a parlarne con le sue maestre...
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro
Naturalmente, per descrivere desideri e progetti bisogna usare il futuro. Noi il futuro lo conosciamo già, ma sarà bene riprenderlo un po’. Il futuro dei verbi in –are finisce in erò, come in parlerò, parlerai, parlerà, parleremo, parlerete, parleranno:
SALIF: Ci parlerò oggi stesso.
TERESA: .........così tu lavorerai tranquillamente… lo porterò qui e faremo qualche disegno insieme…
Il futuro dei verbi in –ere finisce allo stesso modo, come in leggerò, leggerai, leggerà, leggeremo, leggerete, leggeranno:
SALIF: No, lo prenderà Teresa.
SALIF: .............così li conoscerà anche Olga!
ANNA: ..............prenderemo un caffè insieme
Invece, il futuro dei verbi in –ire finisce in –irò, come in sentirò, sentirai, sentirà, sentiremo, sentirete, sentiranno.
SALIF: ..............Sentirò cosa ne pensano
TERESA: Provala e poi mi dirai che cosa ne pensi!
TERESA: ............così dormirai tranquillo
Vi ricordate? Il futuro non serve solo per parlare di progetti, di quello che faremo o di quello che succederà. Soprattutto il futuro di essere si può usare anche per esprimere dubbi e incertezze. I nostri amici lo hanno usato in questo modo nella puntata 20 della seconda serie, quando erano a Roma. Ve lo ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano II, 20 le seguenti battute:
SALIF: Ma cosa avrà Olga? Starà progettando qualcosa
OLGA: Che ora sarà?
MASSIMO: Ma, non so… saranno le quindici.
FELA: Ma niente, zio… sarà felice di essere a Roma!
SALIF: Sarà…
PICCOLA STORIA DELL’ITALIANO
Un milanese a Firenze: A. Manzoni
Oggi, i nostri amici hanno parlato di Alessadro Manzoni, un grande scrittore milanese vissuto nel secolo dell’Unità d’Italia, e del suo romanzo: I promessi sposi. Agli inizi del XIX secolo, la lingua degli scrittori e la lingua della gente comune erano molto lontane: gli scrittori scrivevano nell’italiano letterario, la gente comune parlava in dialetto.
E in Italia esistevano e ancora esistono centinaia di dialetti. Manzoni era uno scrittore democratico: voleva scrivere le sue opere in una lingua comprensibile a tutti. Nel 1823 Manzoni ha scritto una prima volta il suo romanzo. Ma lo ha scritto nel fiorentino antico di Dante, Petrarca e Boccaccio: una lingua bella, ma morta, che nessuno usava per parlare. Manzoni aveva a disposizione anche una lingua viva: il suo dialetto milanese, ma fuori di Milano e della Lombardia nessuno capiva il milanese.
Ecco allora la sua idea: riscrivere il suo romanzo in fiorentino sì, ma nel fiorentino parlato ai suoi tempi, dunque in una lingua viva, non morta. Per fare questo, Manzoni è andato a Firenze, ha studiato il fiorentino parlato e ha riscritto il suo romanzo nella lingua parlata a Firenze dalle persone colte, una lingua molto simile all’italiano di oggi. Un’ultima cosa. Visto che ho nominato spesso Firenze, voglio raccontarvi da dove viene il nome di questa città. Viene dalla parola latina Florentia, da un verbo che in latino significava ‘fiorire’. Ed è ancora così: in fondo, i bellissimi monumenti di Firenze sono come i fiori di questa grande città.
LA BUSSOLA
L’integrazione scolastica degli alunni e degli adulti stranieri nel sistema di istruzione.
Avete visto Mansour che muove i suoi primi passi da studente in una colorata scuola dell’infanzia.
L’accoglienza e l’integrazione scolastica degli alunni stranieri nel nostro paese si colloca, infatti, nell’orizzonte più ampio dell’educazione interculturale.
La presenza nelle nostre scuole di alunni di provenienza sociale, culturale ed geografica diversa “costituisce, ormai, nella società plurale e globalizzata in cui viviamo, un dato strutturale in continuo aumento”. Particolare attenzione va, dunque, prestata “all’inclusione e alla integrazione degli alunni stranieri al fine di predisporre condizioni paritarie che possano prevenire situazioni di disagio e di difficoltà derivanti dai nuovi contesti di vita e di studio” (Circolare Ministeriale n.2/8.1.2010).
Già nel corso degli anni precedenti, tutta una serie di norme aveva regolato l’accoglienza nelle istituzioni scolastiche dei minori stranieri, le procedure di iscrizione, la programmazione educativa e didattica.
Pensiamo ad esempio al Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, o al Decreto del Presidente della Repubblica 394/1999 che riconosce ai minori stranieri il diritto all’istruzione a prescindere dalla regolarità della posizione di soggiorno, o alla Legge Bossi/Fini 189/2002 o alla Circolare del Ministero dell’Istruzione 24/2006 che detta le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri. (1)
Per quanto riguarda, infatti, l’iscrizione degli alunni stranieri, la mancanza del permesso di soggiorno non pregiudica la frequenza scolastica e per i documenti anagrafici è consentita l’autocertificazione in attesa di acquisire i documenti originali.
In merito all’individuazione della classe alla quale iscrivere gli alunni, il primo passo è l'accertamento del livello di conoscenza della lingua italiana, per costruire un percorso formativo e didattico mirato ai bisogni dello studente. In linea di principio, l’iscrizione viene disposta sulla base del percorso scolastico seguito nel paese d'origine.
Riguardo, infine, alla distribuzione degli alunni stranieri nelle classi, la Circolare del Ministero dell’Istruzione del gennaio 2010 stabilisce che il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non potrà superare di norma il 30% del totale degli iscritti, per una equilibrata distribuzione degli allievi con cittadinanza non italiana tra istituti che insistono sullo stesso territorio. (2)
Per l’alfabetizzazione linguistica, la circolare suggerisce una serie di iniziative, come l’attivazione di moduli didattici intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana, sia in orario scolastico, sia in corsi pomeridiani realizzati grazie all’arricchimento dell’offerta formativa.
Si prevede inoltre la possibilità di partecipare a progetti mirati all’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, utilizzando risorse professionali interne alla scuola o presenti sul territorio e, infine, la possibilità per gli allievi stranieri arrivati in corso d’anno scolastico di essere inseriti nella scuola anche in una classe non corrispondente all’età anagrafica per un primo approccio alla lingua italiana o di frequentare un corso intensivo che permetta l’ingresso nella classe di pertinenza. (3)
Come avete già visto nella puntata 4, la giovane cinese Yan frequenta un corso pomeridiano di potenziamento della lingua italiana organizzato dalla sua stessa scuola.
Anche l’integrazione linguistica e sociale degli adulti stranieri rappresenta una priorità del sistema di istruzione italiano.
Da anni le istituzioni scolastiche, erogano corsi nei Centri Territoriali Permanenti (CTP) e nei Corsi serali destinati agli adulti stranieri per favorirne l’integrazione linguistica e sociale. Nel 2010 sono stati erogati quasi 4000 (3965) corsi di integrazione linguistica e sociale, frequentati da più di 60mila (61538) stranieri. Da questo punto di vista il sistema di istruzione degli adulti ha svolto e continua a svolgere un ruolo strategico nel sostegno e nel potenziamento delle politiche nazionali di integrazione degli stranieri.
La riorganizzazione del sistema di istruzione degli adulti (4) ha come finalità quella di “far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata, con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana”
E' poi intervenuto un Accordo tra il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e il Ministero dell’Interno, l’Accordo Quadro dell’11 novembre 2010, per sostenere e valorizzare il ruolo dei CTP nel processo di integrazione degli stranieri. In particolare, i CTP vengono riconosciuti come i luoghi istituzionali ai quali gli stranieri possono rivolgersi o per conseguire un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana di livello almeno A2 o - se sprovvisti del titolo - per svolgere il test di lingua italiana, così come afferma il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 giugno 2010.
www.miur.it
www.istruzione.it
NOTE:
(1) - La Legge 6 marzo 1998, n. 40, nota come Legge sull’immigrazione e il Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive modifiche e integrazioni (Legge 94/2009 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, tutelano il diritto di accesso del minore straniero a scuola e pongono particolare attenzione all’accoglienza e all’integrazione;
- Il D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, articolo 45, riconosce ai minori stranieri il diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione di soggiorno;
- La Legge 30 luglio 2002, n. 189, nota come Legge Bossi/Fini, conferma le tutele previste dai citati riferimenti normativi;
- La Circolare n. 24 del 1 marzo 2006 del MPI reca le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.
(2)
Il limite del 30% è entrato in vigore dall’anno scolastico 2010-2011 in modo graduale: è stato introdotto, infatti, a partire dal primo anno della scuola dell’infanzia e dalle classi prime sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di I e II grado. Il limite del 30% può essere innalzato – con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale – a fronte della presenza di alunni stranieri già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Il limite del 30% può venire ridotto, sempre con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, “a fronte della presenza di alunni stranieri per i quali risulti all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata a una compiuta partecipazione all’attività didattica e comunque a fronte di particolari e documentate necessità”.
(3)
Per l’alfabetizzazione linguistica si prevede, inoltre, l’utilizzo della quota di flessibilità del 20 per cento, destinato per corsi di lingua italiana di diverso livello (di progressiva alfabetizzazione per gli allievi stranieri privi delle necessarie competenze di base; di recupero, mantenimento e potenziamento per tutti gli altri, stranieri e non).
Si ricorda, altresì, come il DPR 20 marzo 2009, n. 89 preveda che le due ore settimanali destinate all’insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possano essere “utilizzate anche per potenziare l’insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana.”
(4)
La riorganizzazione del sistema di istruzione degli adulti ha preso avvio con la Legge 296/06 (art.1, comma 632) ed è stata rilanciata dalla Legge 133/08 (art.64, comma 4, lett.f)).
SCENA 0
SALIF: Allora vediamo un po’ cosa hai disegnato…
ANNA: Ci abbiamo lavorato un sacco, Salif… vedrai che bravo…
SALIF: E fammelo vedere Mansur…
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
FELA: “Il concetto di negritudine, che indica l’insieme dei valori e delle strutture della civiltà africana, ha provocato a livello mondiale il risveglio nero: cioè l’affermazione dell’esistenza dell’Africa sullo scenario delle civiltà. In questo senso l’opera di Senghor è stata fondamentale”.
SALIF: Fela? Buongiorno!
FELA: Buongiorno, zio!
SALIF: Che librone! Di che si tratta?
FELA: “L’opera politica di Léopold Sedar Senghor”. Molto interessante. Tutto bene?
SALIF: Sì. ho lasciato Olga alla stazione. È partita prestissimo. Ha l’intervista domattina.
FELA: Una bella occasione per lei. Ormai Giulio le fa fare anche l’inviata! Olga diventerà una fantastica giornalista!
SALIF: Già. Però la sua assenza si sente…
FELA: Eccome! Hai bisogno di qualcosa?
SALIF: Io porto Mansur a scuola, poi vado al lavoro. Anna si è offerta per fare le pulizie… e aspetterà lei l’idraulico che deve fare una riparazione… tu dovresti fare la spesa… puoi?
FELA: Sì, studio ancora un po’ e poi vado al supermercato.
SALIF: Ottimo! Devi prendere il latte, un po’ di pasta, il pane per stasera e poi vedi tu… un po’ di verdura per Anna, i cereali per Mansur…
FELA: Tranquillo. Mi organizzo io.
SALIF: Bravo, nipote! Ciao, a dopo!
FELA: A dopo!
Più tardi…
SCENA 2
TERESA: Ciao, Salif! Ciao, Mansur!
SALIF: Teresa! Buongiorno! Come stai? Sono andati via gli imbianchini?
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro. Ora vado a scuola. Oggi ho quattro ore di lezione.In classe ho tutti bravi ragazzi: per fortuna non sono ragazzacci....E voi state senza Olga?
SALIF: Senza di lei siamo persi!
TERESA: Olga è una donna unica!
SALIF: Eh, già… Mansur… vai a prendere lo zaino, te lo sei scordato sul letto…
TERESA: Come sta Mansur? Ha nostalgia dell’Africa?
SALIF: Apparentemente no. Ma ogni tanto noto nei suoi disegni un albero strano… o l’isola che ha visitato…
TERESA: Questo è normale… i bambini elaborano così i ricordi e i pensieri… attraverso i disegni…
SALIF: Sarebbe interessante capire cosa pensa… lui è ancora piccolo… per lui è difficile spiegare le cose a parole…
TERESA: Prova a parlarne con le sue maestre… avranno sicuramente osservato Mansur…
SALIF: Sentirò cosa ne pensano…
TERESA: A proposito… se vuoi, domani vado a prendere io Mansur, così tu lavorerai tranquillamente… lo porterò qui e faremo qualche disegno insieme…
SALIF: Grazie, Teresa. Mi faresti un grande piacere.
TERESA: Figurati! Però ricordati però di scrivermi una delega per prendere Mansur!
SALIF: Bene! A proposito dov’è andato Mansur? Mansur!
Nel pomeriggio…
SCENA 3
ANNA. Pronto? Karim? No, no… sto facendo le pulizie… io? Certo che le sto facendo! Sono bravissima, sai? Prodotti ecologici e via! (ride) Eh, eh… non ti fidi di me! Sì, dopo devo incontrare Maria, la nipote di Tania. Farà l’interprete e ha iniziato un corso di informatica… prenderemo un caffè insieme… okay… ci sentiamo dopo! Ciao!
Il giorno dopo…
SCENA 4
SALIF: Forza! Vai a mettere a posto lo zaino! Ci vediamo più tardi!
MAESTRO: Ciao carissimo come stai?
SALIF: Bene grazie, tu come stai?
MAESTRO: Tutto a posto, ti ringrazio!
SALIF: Senti ti volevo chiedere una cosa: hai notato qualcosa di strano nei disegni di Mansur? Mi sembra che mi stia dicendo qualcosa ma non capisco cosa…
MAESTRO: Guarda, onestamente niente di particolare… nel senso che nei disegni i bambini ci mettono tutto: ci mettono la fantasia, ci mettono le favole che hanno ascoltato, ci mettono i sogni che fanno di notte, è molto difficile leggere un disegno di un bambino, soprattutto in un tempo breve… dovremmo osservarli per lungo tempo… però non mi sembra niente di particolare…
SALIF: Ah… in un suo disegno, e e l’ho qui, ha raffigurato due uomini, un bianco e un nero uno accanto all'altro... vorrà dire qualcosa?
MAESTRO: Beh, penso che voglia dire che è stato nel suo Paese e quindi, in qualche modo, mette insieme, unisce, le due esperienze che vive: quella che vive qui in Italia, quotidianamente, e quella che ha vissuto in questo viaggio… sono anche sullo stesso piano, io la vedrei come una cosa positiva al limite questa cosa…
SALIF: Grazie!
MAESTRO: Prego, figurati…
SALIF: Comunque Mansur sta veramente bene qui…
MAESTRO: E noi stiamo veramente bene con Mansur!
SALIF: Sono contento!
MAESTRO: Ciao, buona giornata!
SALIF: Altrettanto!
Nel pomeriggio…
SCENA 5
SALIF: Fela! Mi passi le Pagine Gialle?
FELA: Sì, zio, sono qui sotto?
SALIF: Sì. Devo cercare il numero di telefono di una ditta che mi vende i saponi naturalii… non lo trovo più.
FELA: Eccole…
SALIF: Allora… andiamo alla voce ‘cosmetici’… vediamo un po’… C… caloriferi, cancelli, ceramiche… ecco: cosmetici! La ditta si chiama Fragranze naturali… ecco qui! Copia il numero!
FELA: Va bene. Vai tu a scuola da Mansur?
SALIF: No, lo prenderà Teresa. È stata molto gentile.
FELA: È un’ottima vicina di casa!
SALIF: È anche un’amicona per Olga!
FELA: È vero.
SALIF: Allora tu puoi andare… io finisco, chiudo e vi raggiungo a casa…
FELA: Agli ordini, capo!
SALIF: E fai poco lo spiritoso!
Poco dopo…
SCENA 6 – EST GIORNO
TERESA: Sono venuta a prendere Mansur e con l’occasione volevo chiedere un'informazione per una mia amica… per le iscrizioni alla scuola materna... entro che data i bambini devono aver compiuto tre anni ?
MAESTRO: Entro il 31 dicembre dell'anno scolastico che si vuole frequentare, ma si possono iscrivere anche quelli che compiono tre anni entro il mese di aprile dell'anno successivo ... l'inserimento però avviene solo se ci sono posti disponibili
TERESA: Grazie... riferirò alla mia amica... Ma il vostro asilo ha delle caratteristiche particolari...
MAESTRO: Noi siamo un centro didattico interculturale voluto dalla Caritas e dall'Ufficio Immigrazione del Comune di Roma, che accoglie ormai da venti anni i bambini provenienti da tutti i paesi del mondo, Italia compresa.
TERESA: Davvero una bella esperienza, Olga me ne parla tanto... Beh grazie, arrivederci...
MAESTRO: Arrivederci!
Più tardi...
SCENA 7
TERESA: Allora, Mansur, adesso vediamo se indovino tutti gli animali che hai disegnato…
ANNA: Accidenti! Ne ha disegnati proprio tanti!
TERESA: Mansur è molto bravo. Allora, vediamo… il leone… il cavallo… il maiale… l’orso, il cane, il gatto, la mucca...
ANNA: Bravo, Mansur!
TERESA: E questo cos’è? Un bambino?
ANNA: Deve essere suo cugino Ousmane... so che hanno giocato tanto insieme…
TERESA: Probabilmente gli manca… si sarà divertito tanto in Senegal... vero, Mansur?
MANSUR: Sì.
TERESA: Ma lo sai che potresti vedere il tuo cuginetto al computer, Mansur?
ANNA: È vero. Sai che facciamo? Domani chiamiamo Ousmane al computer così vi potete salutare… grazie, Teresa!
TERESA: E di che? Piuttosto… hai messo in forno gli anellini?
ANNA: Sì, sì, devi darmi la ricetta.
TERESA: Provala e poi mi dirai che cosa ne pensi!
Quella sera…
SCENA 8
ANNA: Teresa! Questa cena è stata meravigliosa!
TERESA: Grazie!
FELA: Davvero buona… come si chiamano?
TERESA: Anellini!
SALIF: Dovrai rifarli però… così li conoscerà anche Olga!
TERESA: Senz’altro!
FELA: Cosa ci fa lì il mio libro dei Promessi Sposi?
SALIF: L’avrà portato Mansur…
TERESA: Studi Manzoni, Fela?
FELA: L’ho studiato per un esame…
TERESA: Mi piace molto Manzoni… cosa ti è piaciuto del suo romanzo?
FELA: Soprattutto il fatto che ha cercato di scrivere in una lingua comprensibile a tutti…
ANNA: Fela, perché non portiamo Mansur a vedere un dvd?
FELA: Agli ordini!
ANNA: Andiamo, Mansur!
Poco dopo…
SCENA 9
TERESA: Salif, oggi ho disegnato molto con Mansur. Non credo abbia grandi probemi sai…
SALIF: Dici?
TERESA: No. Però ha sicuramente un po’ di nostalgia dei suoi parenti senegalesi…
SALIF: Comunque voglio parlarne con uno specialista.
TERESA: Fai bene, così dormirai tranquillo... I piccoli disagi dei bambini non vanno mai trascurati!
Il giorno dopo…
SCENA 10
SALIF: Eppure me lo ricordo… c’era un bellissimo libro sui disegni dei bambini… ah, eccolo! Chi sono io? Di Masal Pas Bagdadi (legge la quarta di copertina) “Una raccolta di disegni infantili eccezionale e unica nel suo genere: un ‘io’ in crescita che esprime sensazioni affettive di rabbia, tristezza, amore e solitudine”. Interessante! E' una scrittrice siriana di origini ebraiche... voglio proprio trovare il suo numero e contattarla...
Nel frattempo…
SCENA 11
FELA: Ehi Anna! Che fai?
ANNA: Stavo cercando una foto di Napoli… del nostro viaggio…
FELA: Come mai?
ANNA: Stavo leggendo su questo sito… www.150anni.it alcune notizie sull’Unità d’Italia… Napoli è stata una tappa importante…
FELA: Cosa è successo?
ANNA: Dopo essersi incontrato con il re Vittorio Emanuele a Teano, Garibaldi è arrivato a Napoli insieme al re e, dal balcone del Palazzo Doria, ha annunciato al popolo che anche Napoli faceva parte del Regno d’Italia…
FELA: E perché vuoi proprio una foto del nostro viaggio?
ANNA: Per ricordare a mamma Napoli, una tappa importante per noi e per la storia d’Italia…
FELA: Ecco! Le foto sono in questa cartella del pc… aspetta… Ecco… stampiamola!
ANNA: Grazie!
Nel pomeriggio…
Poco dopo…
SCENA 12
SALIF: Signora Bagdadi, grazie di avermi ricevuto. Da quando ho scoperto i suoi libri che parlano del mondo dei bambini, è come se avessi riscoperto mio figlio Mansur attraverso i suoi disegni. Ma che cos’è l’identità di un bambino, come si costruisce?
Masal Pas Bagdadi: L’identità della persona, non solo di un bambino, si costruisce con l’esperienza di vita che uno vive da quando nasce - e forse anche prima che nasce - finché si struttura un io abbastanza complesso, e questo diventa la sua identità per il resto della vita. Ma l’identità anche si forma continuamente con altre aggiunte, mentre uno vive, viaggia, parte, si relaziona, studia…penso che il libro che ti ha colpito è proprio quello sui disegni, perché attraverso i disegni i bambini esprimono se stessi in poche righe, cioè in poche righe uno può dire il bambino quanto è profondamente triste e quanto è profondamente allegro.
SALIF: La sua attenzione verso il mondo dei bambini nasce da una esperienza personale?
Masal Pas Bagdadi: Assolutamente sì. Io sono nata a Damasco, sono cresciuta in un ghetto dove gli Ebrei erano costretti a vivere per via delle persecuzioni in quel momento in Siria, e a cinque anni e mezzo sono scappata dalla Siria con un gruppo di ragazzi, insieme a mia sorella, e sono entrata illegalmente in Israele. In Israele - allora la Palestina - mi hanno messo in un kibbutz, che è un villaggio collettivo, dove sono cresciuta fino a vent’anni, ho fatto il servizio militare, e poi sposata con un italiano - come capita spesso che uno segue il marito - sono arrivata in Italia, e dal ’60 sono in Italia.
SALIF: Nata in un paese arabo, ma di cultura ebraica, poi dal 1960 di nuovo straniera in Italia. Che cosa hanno significato per lei questi passaggi della sua vita?
Masal Pas Bagdadi: Tutte queste traversie, che ho dovuto passare, mi hanno portato ad essere particolarmente sensibile al mondo dell’infanzia, e mentre superavo i miei problemi a cinque anni e mezzo, in kibbutz, dal distacco profondo che ho avuto dalla mia famiglia, dalle mie radici, dalla mia lingua, questa parte di sofferenza così atroce aveva molto rischio per la mia vita. Io per fortuna sono riuscita a superare i miei problemi per tantissimi motivi che racconto nella mia autobiografia, però mi ha lasciato un segno profondo a capire le sofferenze che i bambini hanno. I bambini si fanno molte domande sulla vita e sul perché delle cose…
SALIF: E i genitori non riescono alcune volte ad afferrare il senso del problema…
Masal Pas Bagdadi: E i genitori non riescono ad afferrare…e i genitori pensano che i bambini hanno una vita semplice. Invece chi scopre i miei libri, il mio lavoro, si rende conto che la vita dei bambini è molto complessa.
SALIF: Io la ringrazio molto signora Bagdadi e la vorrei salutare con Shalom, che in ebraico vuol dire “pace”, ossia unione e armonia di due entità diverse.
Masal Pas Bagdadi: Shalom a tutti.
SALIF: Shalom.
Il giorno dopo…
SCENA 13
SALIF: Allora vediamo un po’ cosa hai disegnato…
ANNA: Ci abbiamo lavorato un sacco, Salif… vedrai che bravo…
SALIF: E fammelo vedere Mansur…
SALIF: Ma è bellissimo… ci sono tutti… zio Tamsir… la cugina Salimata… il nonno Moussa e i cuginetti… bravo, Mansur! Non devi mai dimenticarli! E presto andremo a trovarli tutti con la mamma, sai?
Continua…
LE PAROLE DELL’ITALIANO
Oggi, grazie ai nostri amici, possiamo giocare con l’italiano, e far diventare le parole più grandi o più brutte. Come? Se cambiamo la parte finale di un nome o di un aggettivo, e gli aggiungiamo –one o –ona, lo facciamo diventare più grande. Un libro è un libro; un librone è un libro grande. Un’amica è un’amica, ma se è una grande amica è un’amicona. E Anna non è semplicemente pigra ma, come dice Salif, una pigrona.
SALIF: Che librone! Di che si tratta?
FELA: È un’ottima vicina di casa!
SALIF: È anche un’amicona per Olga!
SALIF: ............... Anna, quella pigrona, si è offerta per fare le pulizie…
Se invece di –one e –ona usiamo un’altra finale: -accio o –accia, il significato delle parole cambia in un altro modo. Sentiamo.
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro. Ora vado a scuola. Oggi ho quattro ore di lezione.In classe ho tutti bravi ragazzi: per fortuna non sono ragazzacci....E voi state senza Olga?
SALIF: ..............E non passare per via Como… è una stradaccia,
Avete sentito? Dei ragazzacci sono dei ragazzi cattivi; una stradaccia è una strada brutta, piena di buche e magari senza illuminazione, oppure è una strada pericolosa, dove si incontrano persone cattive.
Passiamo ora a un altro argomento. Chi di noi non ha desideri, speranze, ambizioni e progetti per il futuro? Tutti ne abbiamo, specialmente i ragazzi (naturalmente non i ragazzacci); ma non solo i ragazzi. Maria vuole fare l’interprete, Olga, lo sappiamo, la giornalista, Gianni il ricercatore. Ascoltiamo i nostri amici:
ANNA: ..........Sì, dopo devo incontrare Maria, la nipote di Tania. Farà l’interprete
FELA: Olga diventerà una fantastica giornalista!
ANNA: .....Dopo la laurea farà il ricercatore in biotecnologie, ma per ora si paga gli studi con il lavoro di elettricista.
Maria farà l’interprete, Olga diventerà giornalista, Gianni fa l’elettricista. Notate che questi nomi di professione in –ista (giornalista, elettricista, antennista, stilista, dentista ecc.) possono essere sia maschili sia femminili: Olga è una donna, mentre Gianni è un uomo. Ma diremo che Olga fa la giornalista, mentre ad esempio, Giorgio fa il giornalista. In questa puntata abbiamo sentito anche altri nomi di professione. Ad esempio, l’idraulico, che ripara i tubi dei bagni e delle cucine, oppure l’imbianchino, che dipinge i muri; la maestra, che insegna ai bambini; e il muratore, che costruisce i muri, le case:
SALIF: ........aspetterà lei l’idraulico che deve fare una riparazione
SALIF: .............Sono andati via gli imbianchini?
TERESA: Prova a parlarne con le sue maestre...
TERESA: Sì, e anche il muratore ha finito il suo lavoro
Naturalmente, per descrivere desideri e progetti bisogna usare il futuro. Noi il futuro lo conosciamo già, ma sarà bene riprenderlo un po’. Il futuro dei verbi in –are finisce in erò, come in parlerò, parlerai, parlerà, parleremo, parlerete, parleranno:
SALIF: Ci parlerò oggi stesso.
TERESA: .........così tu lavorerai tranquillamente… lo porterò qui e faremo qualche disegno insieme…
Il futuro dei verbi in –ere finisce allo stesso modo, come in leggerò, leggerai, leggerà, leggeremo, leggerete, leggeranno:
SALIF: No, lo prenderà Teresa.
SALIF: .............così li conoscerà anche Olga!
ANNA: ..............prenderemo un caffè insieme
Invece, il futuro dei verbi in –ire finisce in –irò, come in sentirò, sentirai, sentirà, sentiremo, sentirete, sentiranno.
SALIF: ..............Sentirò cosa ne pensano
TERESA: Provala e poi mi dirai che cosa ne pensi!
TERESA: ............così dormirai tranquillo
Vi ricordate? Il futuro non serve solo per parlare di progetti, di quello che faremo o di quello che succederà. Soprattutto il futuro di essere si può usare anche per esprimere dubbi e incertezze. I nostri amici lo hanno usato in questo modo nella puntata 20 della seconda serie, quando erano a Roma. Ve lo ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano II, 20 le seguenti battute:
SALIF: Ma cosa avrà Olga? Starà progettando qualcosa
OLGA: Che ora sarà?
MASSIMO: Ma, non so… saranno le quindici.
FELA: Ma niente, zio… sarà felice di essere a Roma!
SALIF: Sarà…
PICCOLA STORIA DELL’ITALIANO
Un milanese a Firenze: A. Manzoni
Oggi, i nostri amici hanno parlato di Alessadro Manzoni, un grande scrittore milanese vissuto nel secolo dell’Unità d’Italia, e del suo romanzo: I promessi sposi. Agli inizi del XIX secolo, la lingua degli scrittori e la lingua della gente comune erano molto lontane: gli scrittori scrivevano nell’italiano letterario, la gente comune parlava in dialetto.
E in Italia esistevano e ancora esistono centinaia di dialetti. Manzoni era uno scrittore democratico: voleva scrivere le sue opere in una lingua comprensibile a tutti. Nel 1823 Manzoni ha scritto una prima volta il suo romanzo. Ma lo ha scritto nel fiorentino antico di Dante, Petrarca e Boccaccio: una lingua bella, ma morta, che nessuno usava per parlare. Manzoni aveva a disposizione anche una lingua viva: il suo dialetto milanese, ma fuori di Milano e della Lombardia nessuno capiva il milanese.
Ecco allora la sua idea: riscrivere il suo romanzo in fiorentino sì, ma nel fiorentino parlato ai suoi tempi, dunque in una lingua viva, non morta. Per fare questo, Manzoni è andato a Firenze, ha studiato il fiorentino parlato e ha riscritto il suo romanzo nella lingua parlata a Firenze dalle persone colte, una lingua molto simile all’italiano di oggi. Un’ultima cosa. Visto che ho nominato spesso Firenze, voglio raccontarvi da dove viene il nome di questa città. Viene dalla parola latina Florentia, da un verbo che in latino significava ‘fiorire’. Ed è ancora così: in fondo, i bellissimi monumenti di Firenze sono come i fiori di questa grande città.
LA BUSSOLA
L’integrazione scolastica degli alunni e degli adulti stranieri nel sistema di istruzione.
Avete visto Mansour che muove i suoi primi passi da studente in una colorata scuola dell’infanzia.
L’accoglienza e l’integrazione scolastica degli alunni stranieri nel nostro paese si colloca, infatti, nell’orizzonte più ampio dell’educazione interculturale.
La presenza nelle nostre scuole di alunni di provenienza sociale, culturale ed geografica diversa “costituisce, ormai, nella società plurale e globalizzata in cui viviamo, un dato strutturale in continuo aumento”. Particolare attenzione va, dunque, prestata “all’inclusione e alla integrazione degli alunni stranieri al fine di predisporre condizioni paritarie che possano prevenire situazioni di disagio e di difficoltà derivanti dai nuovi contesti di vita e di studio” (Circolare Ministeriale n.2/8.1.2010).
Già nel corso degli anni precedenti, tutta una serie di norme aveva regolato l’accoglienza nelle istituzioni scolastiche dei minori stranieri, le procedure di iscrizione, la programmazione educativa e didattica.
Pensiamo ad esempio al Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, o al Decreto del Presidente della Repubblica 394/1999 che riconosce ai minori stranieri il diritto all’istruzione a prescindere dalla regolarità della posizione di soggiorno, o alla Legge Bossi/Fini 189/2002 o alla Circolare del Ministero dell’Istruzione 24/2006 che detta le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri. (1)
Per quanto riguarda, infatti, l’iscrizione degli alunni stranieri, la mancanza del permesso di soggiorno non pregiudica la frequenza scolastica e per i documenti anagrafici è consentita l’autocertificazione in attesa di acquisire i documenti originali.
In merito all’individuazione della classe alla quale iscrivere gli alunni, il primo passo è l'accertamento del livello di conoscenza della lingua italiana, per costruire un percorso formativo e didattico mirato ai bisogni dello studente. In linea di principio, l’iscrizione viene disposta sulla base del percorso scolastico seguito nel paese d'origine.
Riguardo, infine, alla distribuzione degli alunni stranieri nelle classi, la Circolare del Ministero dell’Istruzione del gennaio 2010 stabilisce che il numero degli alunni con cittadinanza non italiana presenti in ciascuna classe non potrà superare di norma il 30% del totale degli iscritti, per una equilibrata distribuzione degli allievi con cittadinanza non italiana tra istituti che insistono sullo stesso territorio. (2)
Per l’alfabetizzazione linguistica, la circolare suggerisce una serie di iniziative, come l’attivazione di moduli didattici intensivi, laboratori linguistici, percorsi personalizzati di lingua italiana, sia in orario scolastico, sia in corsi pomeridiani realizzati grazie all’arricchimento dell’offerta formativa.
Si prevede inoltre la possibilità di partecipare a progetti mirati all’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda, utilizzando risorse professionali interne alla scuola o presenti sul territorio e, infine, la possibilità per gli allievi stranieri arrivati in corso d’anno scolastico di essere inseriti nella scuola anche in una classe non corrispondente all’età anagrafica per un primo approccio alla lingua italiana o di frequentare un corso intensivo che permetta l’ingresso nella classe di pertinenza. (3)
Come avete già visto nella puntata 4, la giovane cinese Yan frequenta un corso pomeridiano di potenziamento della lingua italiana organizzato dalla sua stessa scuola.
Anche l’integrazione linguistica e sociale degli adulti stranieri rappresenta una priorità del sistema di istruzione italiano.
Da anni le istituzioni scolastiche, erogano corsi nei Centri Territoriali Permanenti (CTP) e nei Corsi serali destinati agli adulti stranieri per favorirne l’integrazione linguistica e sociale. Nel 2010 sono stati erogati quasi 4000 (3965) corsi di integrazione linguistica e sociale, frequentati da più di 60mila (61538) stranieri. Da questo punto di vista il sistema di istruzione degli adulti ha svolto e continua a svolgere un ruolo strategico nel sostegno e nel potenziamento delle politiche nazionali di integrazione degli stranieri.
La riorganizzazione del sistema di istruzione degli adulti (4) ha come finalità quella di “far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata, con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana”
E' poi intervenuto un Accordo tra il Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca e il Ministero dell’Interno, l’Accordo Quadro dell’11 novembre 2010, per sostenere e valorizzare il ruolo dei CTP nel processo di integrazione degli stranieri. In particolare, i CTP vengono riconosciuti come i luoghi istituzionali ai quali gli stranieri possono rivolgersi o per conseguire un titolo che attesti la conoscenza della lingua italiana di livello almeno A2 o - se sprovvisti del titolo - per svolgere il test di lingua italiana, così come afferma il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 giugno 2010.
www.miur.it
www.istruzione.it
NOTE:
(1) - La Legge 6 marzo 1998, n. 40, nota come Legge sull’immigrazione e il Decreto Legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e successive modifiche e integrazioni (Legge 94/2009 Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, tutelano il diritto di accesso del minore straniero a scuola e pongono particolare attenzione all’accoglienza e all’integrazione;
- Il D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394, articolo 45, riconosce ai minori stranieri il diritto all’istruzione indipendentemente dalla regolarità della posizione di soggiorno;
- La Legge 30 luglio 2002, n. 189, nota come Legge Bossi/Fini, conferma le tutele previste dai citati riferimenti normativi;
- La Circolare n. 24 del 1 marzo 2006 del MPI reca le Linee guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.
(2)
Il limite del 30% è entrato in vigore dall’anno scolastico 2010-2011 in modo graduale: è stato introdotto, infatti, a partire dal primo anno della scuola dell’infanzia e dalle classi prime sia della scuola primaria, sia della scuola secondaria di I e II grado. Il limite del 30% può essere innalzato – con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale – a fronte della presenza di alunni stranieri già in possesso delle adeguate competenze linguistiche. Il limite del 30% può venire ridotto, sempre con determinazione del Direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale, “a fronte della presenza di alunni stranieri per i quali risulti all’atto dell’iscrizione una padronanza della lingua italiana ancora inadeguata a una compiuta partecipazione all’attività didattica e comunque a fronte di particolari e documentate necessità”.
(3)
Per l’alfabetizzazione linguistica si prevede, inoltre, l’utilizzo della quota di flessibilità del 20 per cento, destinato per corsi di lingua italiana di diverso livello (di progressiva alfabetizzazione per gli allievi stranieri privi delle necessarie competenze di base; di recupero, mantenimento e potenziamento per tutti gli altri, stranieri e non).
Si ricorda, altresì, come il DPR 20 marzo 2009, n. 89 preveda che le due ore settimanali destinate all’insegnamento della seconda lingua comunitaria nella scuola secondaria di primo grado possano essere “utilizzate anche per potenziare l’insegnamento della lingua italiana per gli alunni stranieri non in possesso delle necessarie conoscenze e competenze nella medesima lingua italiana.”
(4)
La riorganizzazione del sistema di istruzione degli adulti ha preso avvio con la Legge 296/06 (art.1, comma 632) ed è stata rilanciata dalla Legge 133/08 (art.64, comma 4, lett.f)).