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Benvenuti in casa Ba - L'uguaglianza
Unità 3 - Livello B1
Mentre prepara un’intervista alla scrittrice albanese Anilda Ibrahimi, Olga riceve una visita di Salif in redazione: il marito, consapevole dei tanti impegni della donna, le ha portato una piccola sorpresa. Anna cerca nella memoria il suo passato in Croazia, ricordando le donne della sua infanzia insieme alla madre. A Olga viene una delle sue idee: creare per la figlia una specie di puzzle con le foto di tutte le donne della loro famiglia. E, a proposito di donne, sulla cartina d’Italia decide di inserire una grande donna del Risorgimento italiano. Anita Garibaldi. Karim sta per affrontare un colloquio di lavoro e Salif lo aiuta a prepararsi ma purtroppo l’incontro non ha un esito positivo. Salif, però, ha sul ragazzo grandi progetti…
SCENA 0
OLGA: Ed ecco qua… finalmente completo! Ci sono proprio tutte…
ANNA: Mamma! Ma che cosa è?
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
KARIM: Che belle foto che hai fatto in viaggio, Anna!
ANNA: E’ stata un’esperienza bellissima questo viaggio in Italia…
KARIM: Non posso dimenticare la faccia di tua madre quando sono arrivato a Napoli…
ANNA: E nemmeno il nostro bellissimo viaggio a Roma…
KARIM: Purtroppo adesso dobbiamo pensare al lavoro…
ANNA: Sei preoccupato?
KARIM: No, però voglio fare un altro colloquio di lavoro. Lo faccio soprattutto per i miei che hanno passato tanti guai…
ANNA: Fino ad ora non l'hai mai fatto... raccontami della tua famiglia...
KARIM: Per parlare di loro devo parlare del mio paese: in Algeria si è combattuta una delle guerre di liberazione più cruente che si concluse solo nel 1962...
ANNA: Allora i tuoi genitori erano giovani...
KARIM: Si, giovani studenti pieni di speranza... ma l'entusiasmo durò poco, iniziò un periodo di forte contrapposizione politica e di violenze... io ero piccolo e così i miei genitori hanno deciso di venire in Italia...
ANNA: Ora tua madre lavora come medico in un ospedale italiano...
KARIM: Si, ma non è stato facile... una volta in Italia per prima cosa ha frequentato dei corsi di lingua italiana, poi si è iscritta a Medicina e infine si è laureata…
ANNA: Tua madre è stata una donna molto forte. Adesso vivete meglio e tu le dai tante soddisfazioni…
KARIM: Tu, invece, cosa pensi di fare adesso?
ANNA: Voglio trovare anch’io un buon lavoro. Dopo l’esperienza in Svizzera pensavo sarebbe stato più facile…
KARIM: E ci riusciremo. Tutti e due, insieme!
ANNA: Ne sono sicurissima, Karim!
Più tardi…
SCENA 2
SALIF: Buongiorno, amore
OLGA: Buongiorno, caro, come mai qui?
SALIF: Sono venuto a farti una sorpresa…
OLGA: Ma certo e… che cosa nascondi dietro la schiena?
SALIF: La tua sorpresa… Una busta di cornetti appena sfornati.
OLGA: Ah che bella sorpresa! Ci voleva proprio!
SALIF: Lavori sempre molto e ti sei meritata un premio…
OLGA: Grazie, amore!
Nel pomeriggio…
SCENA 3
KARIM: Pronto? Buongiorno… chiamo per quell’inserzione… sì… sono disponibile per un colloquio quando volete. Okay… Volevo sapere… quale sarebbe l’orario di lavoro? Va bene. Ho capito. Allora a domani? A che ora? alle 16. Va bene. Mi segno l’indirizzo. Va bene. A domani. Grazie, arrivederci!
Poco dopo…
SCENA 4
OLGA: Anna! Come al solito in ritardo…
ANNA: Scusami… cercavo una cosa su internet e ho fatto tardi…
OLGA: Dove andiamo? In centro?
ANNA: Oh sì, ho proprio voglia di passeggiare un po’.
OLGA: Ricordi quando eri piccola? Ti piaceva tantissimo camminare. A volte andavamo da casa nostra fino alla cattedrale a piedi…
ANNA: Amavo la cattedrale di Zagabria… mi sembrava così maestosa quando ero piccola…
OLGA: Ricordi la zia Dranka che abitava proprio lì vicino?
ANNA: No…
OLGA: Che peccato! Ti voleva tanto bene… il problema è che tu hai vissuto in campagna con la nonna e non hai più frequentato la nostra famiglia a Zagabria…
ANNA: È vero. Stavo bene dalla nonna ma non frequentavamo nessuno…
OLGA: La zia Dranka e sua sorella Aleksandra… che donne eccezionali…
ANNA: In famiglia siamo quasi tutte donne… la nonna ha tre sorelle e io ho tante cugine….
OLGA: È vero. Un giorno mi piacerebbe riunire tutte le donne della nostra famiglia…
ANNA: Sarebbe bellissimo… passa il tempo e rischio di dimenticare tante cose della nostra terra ..
OLGA: Quest’estate vorrei portare Mansur a conoscere sua nonna…
ANNA: Adesso conosce tutti i suoi parenti senegalesi… è ora di portarlo in Croazia!
OLGA: Lo faremo! E ora forza! Andiamo a cercare i tuoi jeans!
Nel frattempo…
SCENA 5
SALIF: Quindi domani avrai il colloquio?
KARIM: Sì, ma sono molto preoccupato. È la prima volta che ho un colloquio di lavoro e non so cosa mi chiederanno…
SALIF: Di solito vogliono capire chi sei, se hai esperienze lavorative… forse ti chiederanno il permesso di soggiorno…
KARIM: Sì ma… non lo so… in questo periodo non mi sento in grado di affrontare un colloquio…
SALIF: Ma certo che sì! Si tratta di domande semplicissime… facciamo una prova…
KARIM: Una prova?
SALIF: Già! Immagina che domani sia al colloquio. Le domande te le faccio io…
KARIM: Tu?
SALIF: In fondo sono il tuo attuale datore di lavoro, anche se non hai dovuto sostenere un colloquio…
KARIM: Va bene… magari è un’idea… così mi passa l’agitazione…
SALIF: Allora… Lei come si chiama?
KARIM: Karim Djebar.
SALIF: Quando è nato?
KARIM: Il 13 settembre 1987
SALIF: Ah, quindi lei ha 24 anni….
KARIM: Sì.
SALIF: Attualmente ha un’occupazione?
KARIM: Sì. collaboro con il signor Salif Ba, nel suo negozio di commercio equo e solidale
SALIF: Altre esperienze lavorative?
KARIM: No, questa è l’unica.
SALIF: Ha il permesso di soggiorno?
KARIM: Certo….
SALIF: Che studi ha fatto?
KARIM: Sono laureato in Economia e Commercio…
Intanto Anna…
SCENA 6
ANNA: Dunque… voglio riprendere i contatti con mia cugina Helena…
Cara Helena, ti ricordi di me? Da bambine giocavamo sempre insieme nel cortile della nonna… io ormai vivo in Italia con mia mamma. Mi sono laureata qui, in Architettura. Mia mamma si è sposata con Salif, una persona eccezionale. Quest’estate io e mia madre torneremo sicuramente in Croazia… che ne dici di tenerci in contatto? Con affetto, Anna
Poco dopo…
SCENA 7
ANNA: Mamma! Mi presti il vocabolario?
OLGA. Certo. È lì. Cosa cerchi?
ANNA: Ho un dubbio su un plurale. Si dice ‘psicologi’ o ‘psicologhi’?
OLGA: Psicologi.
ANNA: Ecco. Tu sai l’italiano veramente meglio di tutti noi… però è strano, non trovi? Il plurale di cuoco è cuochi e invece il plurale di medico è medici… E perché il plurale di fungo è funghi e invece il plurale di psicologo è psicologi? Al singolare finiscono allo stesso modo…”
OLGA: Sinceramente non so spiegarti il perché, però è così!
ANNA: Mi fido.
OLGA: Però cerca sul vocabolario. È uno strumento prezioso e i dubbi sulla grammatica sono sempre tanti….
ANNA: Va bene. E tu cosa fai?
OLGA. Preparo l’intervista ad Anilda Ibrahimi, e una scrittrice molto interessante…
ANNA: Mi piacciono le donne eccezionali, come te, mamma!
OLGA. Grazie! A proposito di donne eccezionali… finalmente ho aggiunto una donna sulla mia Italia unita!
ANNA: Fammi vedere… chi è?
OLGA. È Anita Garibaldi, la compagna dell’Eroe dei due Mondi…
ANNA: Com’era bella!
OLGA: Era anche molto coraggiosa… ha avuto una vita avventurosa, accompagnava sempre Garibaldi, ha combattuto insieme agli uomini, ma ha avuto anche tanti figli… ed era una cavallerizza incredibile…
ANNA: Accidenti, che donna!
OLGA. Ma non è stata la sola eroina del Risorgimento... c’era una donna che ha fatto da infermiera nelle spedizioni garibaldine... si chiamava Jessi White Mario ma la chiamavano Miss Uragano.... poi si è dedicata a fare ricerche sulle condizioni di vita dei poveri napoletani e dei minatori delle solfatare siciliane... ed è diventata una bravissima giornalista!
ANNA. Come te, mamma!
OLGA: Non esageriamo... è che spesso queste donne restano in ombra…
ANNA: A proposito di donne… ho scritto a mia cugina Helena… voglio ritrovare le donne della nostra famiglia… non voglio perdere i contatti…
OLGA: Brava, Anna!
Nel frattempo…
SCENA 8
SALIF: Quali lingue straniere conosce?
KARIM: Conosco la mia lingua madre, l’arabo, e il francese, che è molto diffuso in Algeria, e poi ho una buona conoscenza dell’inglese.
SALIF: A che livello?
KARIM: Ho una certificazione di livello B1, e parlo italiano, naturalmente.
SALIF: A questo punto fai qualche domanda anche tu… chiedi l’orario… per esempio…
KARIM: Giusto! Quale sarà eventualmente l’orario di lavoro?
SALIF: Dalle 9 alle 17 con un’ora di pausa pranzo.
KARIM: Il contratto è a tempo determinato o indeterminato?
SALIF: È a tempo indeterminato.
KARIM: E qual è la retribuzione mensile?
SALIF: Karim! Quante domande! Sono io l’intervistatore, eh!!!
Il giorno dopo…
SCENA 9
ANNA: Ecco qua… tutto pronto!
OLGA: Buongiorno, amore! Cosa fai?
ANNA: Preparo una maschera di bellezza!
OLGA: Da sola?
ANNA: Sì, con ingredienti genuini.
OLGA: Anna! Hai un’idea dietro l’altra! Cosa serve?
ANNA: La camomilla… che ho già messo in infusione… la farina di orzo, si mescola bene tutto… dovrebbe venire fuori una crema
OLGA: Magnifico! Anche se non hai bisogno di maschere di bellezza… sei già talmente bella!
ANNA: Grazie, mammina! Ah, tranquilla, Mansur lo prendo io!
OLGA: Grazie! A stasera!
Nel pomeriggio…
SCENA 10
OLGA: Anilda Ibrahimi, lei vive in Italia ormai da molti anni e ha già scritto due libri in lingua italiana. Ma quali sono state le prime situazioni che lei ha affrontato in Italia?
ANILDA IBRAHIMI: Io arrivai in Italia nel 1997 dopo una prima migrazione in Svizzera, dove ero rimasta per più di tre anni; ero tornata in Albania, perché volevo fare la giornalista, avevo cominciato a lavorare, sono rimasta pochissimi mesi. Mi trovai in Italia con tanti altri giornalisti evacuati e avevo pensato di fermarmi pochissimo, finché la situazione non si fosse calmata e poi sarei rientrata, e poi - come si dice a Roma - che a me piace tantissimo quell’espressione, mi sono fermata “un attimino”, un attimino che dura fino ai giorni d’oggi.
OLGA: Per un periodo ha collaborato con il Consiglio Italiano per i Rifugiati. Ci può parlare di questa esperienza?
ANILDA IBRAHIMI: Io arrivai al Consiglio Italiano per i Rifugiati in un momento che si lavorava con un pezzo di legge Martelli. Non c’era ancora in Italia una legge sull’asilo politico e questa esperienza mi è molto, molto cara.
OLGA: Cosa conosceva dell’Italia quando ancora viveva in Albania?
ANILDA IBRAHIMI: Quando vivevo in Albania conoscevo la letteratura, tanto è vero che in Italia ho scoperto il piacere di leggere il mio scrittore preferito, Italo Calvino, in originale. Conoscevo l’arte, conoscevo tante altre cose belle…
OLGA: Quando ha cominciato a scrivere in italiano?
ANILDA IBRAHIMI: Io ho cominciato a scrivere in italiano dopo dieci anni che vivevo in Italia, ho impiegato dieci lunghissimi anni, che mi sono serviti per imparare benissimo la lingua. La lingua, poi, è (fatta di) tante cose, la lingua è fatta anche di sottintesi, di sfumature, di tante, tante, tante cose. Quindi, quando mi sono sentita pronta, ho scritto questo primo libro, “Rosso come una sposa” nel 2007, quindi dopo dieci anni. È uscito nel 2008, ecco.
OLGA: Signora Ibrahimi, grazie per la sua disponibilità.
ANILDA IBRAHIMI: Grazie a voi.
Nel frattempo…
SCENA 11
.SALIF: Ehi, Karim! Allora?
KARIM: Ciao, Salif… purtroppo non bene…
SALIF: Già te lo hanno detto?
KARIM: Sì, cercano una persona con molta esperienza in uno studio di un commercialista…
SALIF: Accidenti! Mi dispiace ma… in un certo senso… no…
KARIM: No?
SALIF: Aspetta, aspetta… mi dispiace … so che Karim vorrebbe mettere in pratica quello che ha studiato, però…
KARIM: Cosa?
SALIF: Adesso che sto cercando di realizzare il mio progetto di turismo responsabile mi serve un collaboratore attivo, con idee originali... dobbiamo far capire che oltre a una vacanza un viaggio può essere anche un'esperienza di solidarietà...
KARIM Hai ragione! Guarda cosa mi ha dato Anna…
SALIF: Cos’è?
KARIM Una maschera di bellezza… una sua invenzione
SALIF: Ma dai!
KARIM: Sostiene che rende liscia la pelle!
SALIF: Però… fammi vedere… che profumo… che bella consistenza… ho trovato una nuova linea di prodotti… ecologici!
Quella sera…
SCENA 12
OLGA: Ed ecco qua… finalmente completo! Ci sono proprio tutte…
ANNA: Mamma! Ma che cosa è?
OLGA: Le donne della nostra famiglia! Ci sono proprio tutte… in versione puzzle!
ANNA: Mamma! Ma non è possibile!
OLGA: La zia Dranka e Aleksandra, tua cugina Helena e la sorella Sofia, la nonna, io e te… la mamma di tuo padre… e poi la mia nonna, sua sorella….
ANNA: Mamma… è un lavoro bellissimo…
OLGA. Così non potremo mai dimenticarci delle nostre donne…
ANNA: Sono tanto contenta che tu l’abbia fatto… viva le donne!
OLGA. Viva le donne!
Continua….
LE PAROLE DELL’ITALIANO
Nella puntata di oggi Anna ha avuto un bel dubbio su una regola dell’italiano:
ANNA: .........però è strano, non trovi? Il plurale di cuoco è cuochi e invece il plurale di medico è medici… E perché il plurale di fungo è funghi e invece il plurale di psicologo è psicologi? Al singolare finiscono allo stesso modo…
Il dubbio di Anna è giusto: per il plurale dei nomi che finiscono in –co e in –go, non abbiamo una regola certa. Alcuni finiscono in -chi e in -ghi, altri in -ci e in –gi. A questo punto, posso solo dirvi il plurale dei nomi in -co e in -go che si usano di più. Cominciamo dai nomi in –co. Cuoco, fuoco, buco, banco e tacco fanno cuochi, fuochi, buchi, banchi e tacchi. Invece amico, nemico, attico, medico e manico fanno amici, nemici, attici, medici e manici. Allo stesso modo ago, fungo, obbligo e profugo fanno aghi, funghi, obblighi e profughi; invece, psicologo fa psicologi.
Passiamo a un altro argomento. Karim ha affrontato un’esperienza importante: un colloquio di lavoro.
SALIF: Quindi domani avrai il colloquio?
KARIM: Sì ma sono molto preoccupato. È la prima volta che ho un colloquio di lavoro e non so cosa mi chiederanno…
Sostenere un colloquio di lavoro non è facile. La persona che ci intervista vuole sapere molte cose. Le più importanti sono la nostra età, la nostra occupazione attuale (cioè il lavoro che facciamo adesso, naturalmente se stiamo lavorando), le nostre esperienze lavorative precedenti (cioè che lavori abbiamo fatto in passato, naturalmente se abbiamo lavorato). Ci chiederà anche se abbiamo il permesso di soggiorno. Sentiamo Salif che finge di essere l’intervistatore di Karim in un finto colloquio di lavoro:
SALIF: Allora… Lei come si chiama?
KARIM: Karim Djebar.
SALIF: Quando è nato?
KARIM: Il 13 settembre 1986
SALIF: Ah, quindi lei ha 25 anni….
KARIM: Sì.
SALIF: Attualmente ha un’occupazione?
KARIM: Sì. Collaboro con il signor Salif Ba, nella sua bottega di commercio equo e solidale.
SALIF: Altre esperienze lavorative?
KARIM: No, questa è l’unica.
SALIF: Ha il permesso di soggiorno?
KARIM: Certo…
L’intervistatore vorrà conoscere anche il nostro titolo di studio, cioè quali scuole abbiamo frequentato; se abbiamo un attestato, un diploma, una laurea; ancora, per certi lavori, potrà chiederci se conosciamo lingue straniere o se sappiamo usare il computer.
SALIF: Che studi ha fatto?
KARIM: Sono laureato in Economia e Commercio….........
SALIF: Quali lingue straniere conosce?
KARIM: Conosco la mia lingua madre, l’arabo, e il francese, che è molto diffuso in Algeria, e poi ho una buona conoscenza dell’inglese
SALIF: A che livello?
KARIM: Ho una certificazione di livello B1, e parlo italiano, naturalmente.
Abbiamo il diritto di fare qualche domanda anche noi: chiederemo se il contratto è a tempo determinato (cioè, per esempio, se finisce dopo 6 mesi o un anno) oppure se è a tempo indeterminato (cioè non ha una scadenza), se è a tempo pieno (di solito 40 ore a settimana) o a tempo parziale (cioè di 20 o 30 ore) e quale sarà il nostro orario di lavoro, come fa Karim:
KARIM: Giusto! Quale sarà eventualmente l’orario di lavoro?
SALIF: Dalle 9 alle 17 con un’ora di pausa pranzo.
Possiamo chiedere quale sarà la retribuzione mensile, cioè quanto guadagneremo al mese. La cifra di solito è al netto dei contributi, cioè indica quanto il lavoratore riceve direttamente ogni mese, ma non comprende i soldi che il datore di lavoro spende in più per i contributi INPS, INAIL ecc. Infine possiamo chiedere quanti giorni di ferie, cioè di riposo pagato, avremo in un anno.
Vi ricordate? Ci sono molte altre parole che riguardano il lavoro: sono quelle che troviamo sui giornali o in internet negli annunci di lavoro. Olga ce le ha fatte sentire nella puntata 8 della II serie, quando era a Trieste. Ve ne ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano II, 8 le seguenti battute:
OLGA: Cercasi elettricista automunito per villaggio turistico. Contratto di 6 mesi con possibile assunzione a tempo indeterminato.
OLGA: “Società cerca diplomati ambosessi per vendite telefoniche assunzione a tempo indeterminato.
PICCOLA STORIA DELL’ITALIANO
15. Torino, capitale dei vocabolari
Oggi Anna e Olga hanno parlato del vocabolario. Sapete qual è la capitale dei vocabolari? È Torino. Nello stesso anno dell'Unità d’Italia (il 1861), proprio a Torino è cominciata la pubblicazione del più importante vocabolario italiano del XIX secolo, cioè il Dizionario della lingua italiana di Niccolò Tommaseo, che comprendeva 9 volumi, pubblicati in 18 anni. Torino continua a essere la capitale dei vocabolari italiani ancora oggi. Qui, fra il 1961 e il 2002, è stato pubblicato il Grande Dizionario della Lingua Italiana, in 22 grandi volumi, che ricostruisce la storia di tutte le parole dell’italiano. Ancora a Torino, nel 1999, è stato pubblicato il Grande dizionario italiano dell’uso, che invece raccoglie le parole dell’italiano di oggi ed è diretto da uno dei più grandi linguisti italiani: Tullio De Mauro. Vi saluto con una piccola curiosità sul nome della città di Torino. In latino questo nome faceva riferimento ai Taurini, il popolo che anticamente abitava nella valle del fiume Po, al centro dell’attuale regione del Piemonte, di cui Torino è il capoluogo.
LA BUSSOLA
Il principio di uguaglianza e la parità tra uomo e donna
In questa puntata abbiamo visto che Salif ammira Olga perché è una grande lavoratrice. Ascoltiamoli.
Un grande contributo all’emancipazione delle donne (cioè alla loro autonomia) lo ha dato anche la Costituzione Italiana del 1948 che, per la prima volta, ha sancito come principio fondamentale dell’ordinamento democratico italiano l’uguaglianza tra l’uomo e la donna.
L’art. 3 della Costituzione, infatti, sancisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 Costituzione).
Prima, lo Statuto Albertino, Carta Fondamentale del Regno di Italia, non prevedeva la parità tra uomini e donne. Infatti, queste avevano una limitata capacità di agire. Pensate che per vendere o comprare beni e per donarli avevano bisogno dell’autorizzazione del marito. Questa limitazione è stata abrogata, cioè soppressa, solo nel 1919 (Legge 17 luglio 1919). Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 il salario delle donne lavoratrici era in genere poco più della metà di quello degli uomini, a parità di lavoro. Soltanto nel 1874 le donne hanno avuto accesso all’istruzione e hanno potuto iscriversi ai licei e alle università.
E solo nel 1945 hanno avuto il diritto di voto (decreto legislativo luogotenenziale 1 febbraio 1945 n. 23) e nel 1946 la possibilità di essere elette (Decreto n. 74 del 10 marzo 1946, "Norme per l'elezione dei deputati all'Assemblea Costituente").
Nonostante queste discriminazioni, tante sono state le donne eccezionali che hanno contribuito alla storia dell’Italia. Pensiamo, ad esempio, a Cecchina Menotti, a Cristina di Belgioioso, a Enrichetta Pisacane, a Rosa Montmasson Crispi, a Colomba Antonietti, e ad Anita Garibaldi di cui parlano Olga ed Anna. Ascoltiamole.
Col passare degli anni, la donna ha ottenuto, con dure battaglie, il riconoscimento del diritto di uguaglianza e con l’ingresso nel mondo del lavoro è riuscita ad ottenere anche l’autonomia economica.
Molteplici sono gli articoli della Costituzione Italiana nei quali troviamo affermato il principio di uguaglianza tra uomo e donna. Ad esempio nell’articolo 3 (art. 3 Costituzione), si afferma che tutti sono uguali davanti alla legge “senza distinzione di sesso”; nell’articolo 29 (art. 29 Costituzione) si afferma che “il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”. Nell’art 37 (art. 37 Costituzione) si prevede che la donna lavoratrice abbia gli stessi diritti e, a parità di lavoro, la stessa retribuzione che spetta al lavoratore di sesso maschile.
La Costituzione italiana afferma anche che tutti i cittadini, uomini e donne, hanno il diritto di votare (art. 48 Costituzione) e che tutti i cittadini, dell’uno o dell’altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive (art. 51 Costituzione).
La parità tra uomo e donna costituisce anche un diritto fondamentale e un valore comune all'Unione Europea. Numerose sono le norme comunitarie e i progetti europei volti ad attuare questo principio, attraverso la promozione dell’accesso delle donne all'occupazione, della parità retributiva, della protezione della maternità, del congedo parentale, della sicurezza sociale, specie in ambito lavorativo. Non mancano gli strumenti finanziari – come ad esempio il Fondo Sociale Europeo – messi a disposizione dall’Unione Europea in favore degli Stati membri per attuare concretamente, tra l’altro, le politiche volte anche alla promozione della parità tra uomo e donna. Anche in Italia, nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è istituito dal 1997 un Dipartimento per le Pari Opportunità che propone e coordina le iniziative normative e amministrative e le attività di verifica, di controllo, di formazione e informazione anche in materia di parità tra uomo e donna.
Sempre in tal senso, la legge italiana (decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151) protegge la maternità e la donna madre che lavora.
La donna lavoratrice che aspetta un bambino ha diritto al “congedo di maternità”, cioè ha diritto ad assentarsi dal luogo di lavoro per cinque mesi (cioè nei due mesi precedenti alla data presunta del parto e nei tre mesi successivi o, con certificato medico, nel mese precedente e nei quattro mesi successivi) (art. 16 e seguenti decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 15).
La donna lavoratrice, inoltre, nel primo anno di vita del figlio, ha diritto a chiedere al datore di lavoro il permesso retribuito di assentarsi dal luogo di lavoro (il cosiddetto “riposo giornaliero”) per due ore, o per un’ora se l’orario di lavoro è inferiore a sei ore (art. 39 del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Sia il congedo che il permesso di assentarsi dal lavoro possono essere richiesti anche dal padre lavoratore, al posto della madre, se la mamma non utilizza i permessi o perché non lavora, o perché è gravemente malata o perché svolge un lavoro non subordinato, ma autonomo (art. 28 e seguenti e art. 40 del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Fino a quando il bambino non ha compiuto 8 anni, se si ammala, il padre o la madre hanno il diritto di assentarsi dal lavoro per curarlo (art. 32 e seguenti del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Infine, la legge italiana prevede che le donne lavoratrici non possono essere licenziate nel periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il primo anno di età del figlio (art. 54 D. lgs 26 marzo 2001 n. 151). Inoltre, per i sette mesi successivi all’inizio della gravidanza, la donna non può essere obbligata a fare lavori faticosi e pericolosi. Dopo il periodo di maternità, al rientro sul luogo di lavoro, la donna ha diritto a svolgere la stessa attività lavorativa che svolgeva prima.
Infine, lo Stato Italiano promuove l'uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne anche nell'attività economica e imprenditoriale. Inizialmente con la legge 215 del 1992, successivamente con il D.pr. 28 luglio 2000 n. 314 e da ultimo con il Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (contenente l’importante Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), sono previste agevolazioni in favore dell’imprenditoria femminile in molti settori come quello del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura e dei servizi attraverso l’erogazione di un contributo, in parte a fondo perduto (cioè senza obbligo restituzione) in parte con obbligo di restituzione a un tasso di interesse agevolato.
SCENA 0
OLGA: Ed ecco qua… finalmente completo! Ci sono proprio tutte…
ANNA: Mamma! Ma che cosa è?
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
KARIM: Che belle foto che hai fatto in viaggio, Anna!
ANNA: E’ stata un’esperienza bellissima questo viaggio in Italia…
KARIM: Non posso dimenticare la faccia di tua madre quando sono arrivato a Napoli…
ANNA: E nemmeno il nostro bellissimo viaggio a Roma…
KARIM: Purtroppo adesso dobbiamo pensare al lavoro…
ANNA: Sei preoccupato?
KARIM: No, però voglio fare un altro colloquio di lavoro. Lo faccio soprattutto per i miei che hanno passato tanti guai…
ANNA: Fino ad ora non l'hai mai fatto... raccontami della tua famiglia...
KARIM: Per parlare di loro devo parlare del mio paese: in Algeria si è combattuta una delle guerre di liberazione più cruente che si concluse solo nel 1962...
ANNA: Allora i tuoi genitori erano giovani...
KARIM: Si, giovani studenti pieni di speranza... ma l'entusiasmo durò poco, iniziò un periodo di forte contrapposizione politica e di violenze... io ero piccolo e così i miei genitori hanno deciso di venire in Italia...
ANNA: Ora tua madre lavora come medico in un ospedale italiano...
KARIM: Si, ma non è stato facile... una volta in Italia per prima cosa ha frequentato dei corsi di lingua italiana, poi si è iscritta a Medicina e infine si è laureata…
ANNA: Tua madre è stata una donna molto forte. Adesso vivete meglio e tu le dai tante soddisfazioni…
KARIM: Tu, invece, cosa pensi di fare adesso?
ANNA: Voglio trovare anch’io un buon lavoro. Dopo l’esperienza in Svizzera pensavo sarebbe stato più facile…
KARIM: E ci riusciremo. Tutti e due, insieme!
ANNA: Ne sono sicurissima, Karim!
Più tardi…
SCENA 2
SALIF: Buongiorno, amore
OLGA: Buongiorno, caro, come mai qui?
SALIF: Sono venuto a farti una sorpresa…
OLGA: Ma certo e… che cosa nascondi dietro la schiena?
SALIF: La tua sorpresa… Una busta di cornetti appena sfornati.
OLGA: Ah che bella sorpresa! Ci voleva proprio!
SALIF: Lavori sempre molto e ti sei meritata un premio…
OLGA: Grazie, amore!
Nel pomeriggio…
SCENA 3
KARIM: Pronto? Buongiorno… chiamo per quell’inserzione… sì… sono disponibile per un colloquio quando volete. Okay… Volevo sapere… quale sarebbe l’orario di lavoro? Va bene. Ho capito. Allora a domani? A che ora? alle 16. Va bene. Mi segno l’indirizzo. Va bene. A domani. Grazie, arrivederci!
Poco dopo…
SCENA 4
OLGA: Anna! Come al solito in ritardo…
ANNA: Scusami… cercavo una cosa su internet e ho fatto tardi…
OLGA: Dove andiamo? In centro?
ANNA: Oh sì, ho proprio voglia di passeggiare un po’.
OLGA: Ricordi quando eri piccola? Ti piaceva tantissimo camminare. A volte andavamo da casa nostra fino alla cattedrale a piedi…
ANNA: Amavo la cattedrale di Zagabria… mi sembrava così maestosa quando ero piccola…
OLGA: Ricordi la zia Dranka che abitava proprio lì vicino?
ANNA: No…
OLGA: Che peccato! Ti voleva tanto bene… il problema è che tu hai vissuto in campagna con la nonna e non hai più frequentato la nostra famiglia a Zagabria…
ANNA: È vero. Stavo bene dalla nonna ma non frequentavamo nessuno…
OLGA: La zia Dranka e sua sorella Aleksandra… che donne eccezionali…
ANNA: In famiglia siamo quasi tutte donne… la nonna ha tre sorelle e io ho tante cugine….
OLGA: È vero. Un giorno mi piacerebbe riunire tutte le donne della nostra famiglia…
ANNA: Sarebbe bellissimo… passa il tempo e rischio di dimenticare tante cose della nostra terra ..
OLGA: Quest’estate vorrei portare Mansur a conoscere sua nonna…
ANNA: Adesso conosce tutti i suoi parenti senegalesi… è ora di portarlo in Croazia!
OLGA: Lo faremo! E ora forza! Andiamo a cercare i tuoi jeans!
Nel frattempo…
SCENA 5
SALIF: Quindi domani avrai il colloquio?
KARIM: Sì, ma sono molto preoccupato. È la prima volta che ho un colloquio di lavoro e non so cosa mi chiederanno…
SALIF: Di solito vogliono capire chi sei, se hai esperienze lavorative… forse ti chiederanno il permesso di soggiorno…
KARIM: Sì ma… non lo so… in questo periodo non mi sento in grado di affrontare un colloquio…
SALIF: Ma certo che sì! Si tratta di domande semplicissime… facciamo una prova…
KARIM: Una prova?
SALIF: Già! Immagina che domani sia al colloquio. Le domande te le faccio io…
KARIM: Tu?
SALIF: In fondo sono il tuo attuale datore di lavoro, anche se non hai dovuto sostenere un colloquio…
KARIM: Va bene… magari è un’idea… così mi passa l’agitazione…
SALIF: Allora… Lei come si chiama?
KARIM: Karim Djebar.
SALIF: Quando è nato?
KARIM: Il 13 settembre 1987
SALIF: Ah, quindi lei ha 24 anni….
KARIM: Sì.
SALIF: Attualmente ha un’occupazione?
KARIM: Sì. collaboro con il signor Salif Ba, nel suo negozio di commercio equo e solidale
SALIF: Altre esperienze lavorative?
KARIM: No, questa è l’unica.
SALIF: Ha il permesso di soggiorno?
KARIM: Certo….
SALIF: Che studi ha fatto?
KARIM: Sono laureato in Economia e Commercio…
Intanto Anna…
SCENA 6
ANNA: Dunque… voglio riprendere i contatti con mia cugina Helena…
Cara Helena, ti ricordi di me? Da bambine giocavamo sempre insieme nel cortile della nonna… io ormai vivo in Italia con mia mamma. Mi sono laureata qui, in Architettura. Mia mamma si è sposata con Salif, una persona eccezionale. Quest’estate io e mia madre torneremo sicuramente in Croazia… che ne dici di tenerci in contatto? Con affetto, Anna
Poco dopo…
SCENA 7
ANNA: Mamma! Mi presti il vocabolario?
OLGA. Certo. È lì. Cosa cerchi?
ANNA: Ho un dubbio su un plurale. Si dice ‘psicologi’ o ‘psicologhi’?
OLGA: Psicologi.
ANNA: Ecco. Tu sai l’italiano veramente meglio di tutti noi… però è strano, non trovi? Il plurale di cuoco è cuochi e invece il plurale di medico è medici… E perché il plurale di fungo è funghi e invece il plurale di psicologo è psicologi? Al singolare finiscono allo stesso modo…”
OLGA: Sinceramente non so spiegarti il perché, però è così!
ANNA: Mi fido.
OLGA: Però cerca sul vocabolario. È uno strumento prezioso e i dubbi sulla grammatica sono sempre tanti….
ANNA: Va bene. E tu cosa fai?
OLGA. Preparo l’intervista ad Anilda Ibrahimi, e una scrittrice molto interessante…
ANNA: Mi piacciono le donne eccezionali, come te, mamma!
OLGA. Grazie! A proposito di donne eccezionali… finalmente ho aggiunto una donna sulla mia Italia unita!
ANNA: Fammi vedere… chi è?
OLGA. È Anita Garibaldi, la compagna dell’Eroe dei due Mondi…
ANNA: Com’era bella!
OLGA: Era anche molto coraggiosa… ha avuto una vita avventurosa, accompagnava sempre Garibaldi, ha combattuto insieme agli uomini, ma ha avuto anche tanti figli… ed era una cavallerizza incredibile…
ANNA: Accidenti, che donna!
OLGA. Ma non è stata la sola eroina del Risorgimento... c’era una donna che ha fatto da infermiera nelle spedizioni garibaldine... si chiamava Jessi White Mario ma la chiamavano Miss Uragano.... poi si è dedicata a fare ricerche sulle condizioni di vita dei poveri napoletani e dei minatori delle solfatare siciliane... ed è diventata una bravissima giornalista!
ANNA. Come te, mamma!
OLGA: Non esageriamo... è che spesso queste donne restano in ombra…
ANNA: A proposito di donne… ho scritto a mia cugina Helena… voglio ritrovare le donne della nostra famiglia… non voglio perdere i contatti…
OLGA: Brava, Anna!
Nel frattempo…
SCENA 8
SALIF: Quali lingue straniere conosce?
KARIM: Conosco la mia lingua madre, l’arabo, e il francese, che è molto diffuso in Algeria, e poi ho una buona conoscenza dell’inglese.
SALIF: A che livello?
KARIM: Ho una certificazione di livello B1, e parlo italiano, naturalmente.
SALIF: A questo punto fai qualche domanda anche tu… chiedi l’orario… per esempio…
KARIM: Giusto! Quale sarà eventualmente l’orario di lavoro?
SALIF: Dalle 9 alle 17 con un’ora di pausa pranzo.
KARIM: Il contratto è a tempo determinato o indeterminato?
SALIF: È a tempo indeterminato.
KARIM: E qual è la retribuzione mensile?
SALIF: Karim! Quante domande! Sono io l’intervistatore, eh!!!
Il giorno dopo…
SCENA 9
ANNA: Ecco qua… tutto pronto!
OLGA: Buongiorno, amore! Cosa fai?
ANNA: Preparo una maschera di bellezza!
OLGA: Da sola?
ANNA: Sì, con ingredienti genuini.
OLGA: Anna! Hai un’idea dietro l’altra! Cosa serve?
ANNA: La camomilla… che ho già messo in infusione… la farina di orzo, si mescola bene tutto… dovrebbe venire fuori una crema
OLGA: Magnifico! Anche se non hai bisogno di maschere di bellezza… sei già talmente bella!
ANNA: Grazie, mammina! Ah, tranquilla, Mansur lo prendo io!
OLGA: Grazie! A stasera!
Nel pomeriggio…
SCENA 10
OLGA: Anilda Ibrahimi, lei vive in Italia ormai da molti anni e ha già scritto due libri in lingua italiana. Ma quali sono state le prime situazioni che lei ha affrontato in Italia?
ANILDA IBRAHIMI: Io arrivai in Italia nel 1997 dopo una prima migrazione in Svizzera, dove ero rimasta per più di tre anni; ero tornata in Albania, perché volevo fare la giornalista, avevo cominciato a lavorare, sono rimasta pochissimi mesi. Mi trovai in Italia con tanti altri giornalisti evacuati e avevo pensato di fermarmi pochissimo, finché la situazione non si fosse calmata e poi sarei rientrata, e poi - come si dice a Roma - che a me piace tantissimo quell’espressione, mi sono fermata “un attimino”, un attimino che dura fino ai giorni d’oggi.
OLGA: Per un periodo ha collaborato con il Consiglio Italiano per i Rifugiati. Ci può parlare di questa esperienza?
ANILDA IBRAHIMI: Io arrivai al Consiglio Italiano per i Rifugiati in un momento che si lavorava con un pezzo di legge Martelli. Non c’era ancora in Italia una legge sull’asilo politico e questa esperienza mi è molto, molto cara.
OLGA: Cosa conosceva dell’Italia quando ancora viveva in Albania?
ANILDA IBRAHIMI: Quando vivevo in Albania conoscevo la letteratura, tanto è vero che in Italia ho scoperto il piacere di leggere il mio scrittore preferito, Italo Calvino, in originale. Conoscevo l’arte, conoscevo tante altre cose belle…
OLGA: Quando ha cominciato a scrivere in italiano?
ANILDA IBRAHIMI: Io ho cominciato a scrivere in italiano dopo dieci anni che vivevo in Italia, ho impiegato dieci lunghissimi anni, che mi sono serviti per imparare benissimo la lingua. La lingua, poi, è (fatta di) tante cose, la lingua è fatta anche di sottintesi, di sfumature, di tante, tante, tante cose. Quindi, quando mi sono sentita pronta, ho scritto questo primo libro, “Rosso come una sposa” nel 2007, quindi dopo dieci anni. È uscito nel 2008, ecco.
OLGA: Signora Ibrahimi, grazie per la sua disponibilità.
ANILDA IBRAHIMI: Grazie a voi.
Nel frattempo…
SCENA 11
.SALIF: Ehi, Karim! Allora?
KARIM: Ciao, Salif… purtroppo non bene…
SALIF: Già te lo hanno detto?
KARIM: Sì, cercano una persona con molta esperienza in uno studio di un commercialista…
SALIF: Accidenti! Mi dispiace ma… in un certo senso… no…
KARIM: No?
SALIF: Aspetta, aspetta… mi dispiace … so che Karim vorrebbe mettere in pratica quello che ha studiato, però…
KARIM: Cosa?
SALIF: Adesso che sto cercando di realizzare il mio progetto di turismo responsabile mi serve un collaboratore attivo, con idee originali... dobbiamo far capire che oltre a una vacanza un viaggio può essere anche un'esperienza di solidarietà...
KARIM Hai ragione! Guarda cosa mi ha dato Anna…
SALIF: Cos’è?
KARIM Una maschera di bellezza… una sua invenzione
SALIF: Ma dai!
KARIM: Sostiene che rende liscia la pelle!
SALIF: Però… fammi vedere… che profumo… che bella consistenza… ho trovato una nuova linea di prodotti… ecologici!
Quella sera…
SCENA 12
OLGA: Ed ecco qua… finalmente completo! Ci sono proprio tutte…
ANNA: Mamma! Ma che cosa è?
OLGA: Le donne della nostra famiglia! Ci sono proprio tutte… in versione puzzle!
ANNA: Mamma! Ma non è possibile!
OLGA: La zia Dranka e Aleksandra, tua cugina Helena e la sorella Sofia, la nonna, io e te… la mamma di tuo padre… e poi la mia nonna, sua sorella….
ANNA: Mamma… è un lavoro bellissimo…
OLGA. Così non potremo mai dimenticarci delle nostre donne…
ANNA: Sono tanto contenta che tu l’abbia fatto… viva le donne!
OLGA. Viva le donne!
Continua….
LE PAROLE DELL’ITALIANO
Nella puntata di oggi Anna ha avuto un bel dubbio su una regola dell’italiano:
ANNA: .........però è strano, non trovi? Il plurale di cuoco è cuochi e invece il plurale di medico è medici… E perché il plurale di fungo è funghi e invece il plurale di psicologo è psicologi? Al singolare finiscono allo stesso modo…
Il dubbio di Anna è giusto: per il plurale dei nomi che finiscono in –co e in –go, non abbiamo una regola certa. Alcuni finiscono in -chi e in -ghi, altri in -ci e in –gi. A questo punto, posso solo dirvi il plurale dei nomi in -co e in -go che si usano di più. Cominciamo dai nomi in –co. Cuoco, fuoco, buco, banco e tacco fanno cuochi, fuochi, buchi, banchi e tacchi. Invece amico, nemico, attico, medico e manico fanno amici, nemici, attici, medici e manici. Allo stesso modo ago, fungo, obbligo e profugo fanno aghi, funghi, obblighi e profughi; invece, psicologo fa psicologi.
Passiamo a un altro argomento. Karim ha affrontato un’esperienza importante: un colloquio di lavoro.
SALIF: Quindi domani avrai il colloquio?
KARIM: Sì ma sono molto preoccupato. È la prima volta che ho un colloquio di lavoro e non so cosa mi chiederanno…
Sostenere un colloquio di lavoro non è facile. La persona che ci intervista vuole sapere molte cose. Le più importanti sono la nostra età, la nostra occupazione attuale (cioè il lavoro che facciamo adesso, naturalmente se stiamo lavorando), le nostre esperienze lavorative precedenti (cioè che lavori abbiamo fatto in passato, naturalmente se abbiamo lavorato). Ci chiederà anche se abbiamo il permesso di soggiorno. Sentiamo Salif che finge di essere l’intervistatore di Karim in un finto colloquio di lavoro:
SALIF: Allora… Lei come si chiama?
KARIM: Karim Djebar.
SALIF: Quando è nato?
KARIM: Il 13 settembre 1986
SALIF: Ah, quindi lei ha 25 anni….
KARIM: Sì.
SALIF: Attualmente ha un’occupazione?
KARIM: Sì. Collaboro con il signor Salif Ba, nella sua bottega di commercio equo e solidale.
SALIF: Altre esperienze lavorative?
KARIM: No, questa è l’unica.
SALIF: Ha il permesso di soggiorno?
KARIM: Certo…
L’intervistatore vorrà conoscere anche il nostro titolo di studio, cioè quali scuole abbiamo frequentato; se abbiamo un attestato, un diploma, una laurea; ancora, per certi lavori, potrà chiederci se conosciamo lingue straniere o se sappiamo usare il computer.
SALIF: Che studi ha fatto?
KARIM: Sono laureato in Economia e Commercio….........
SALIF: Quali lingue straniere conosce?
KARIM: Conosco la mia lingua madre, l’arabo, e il francese, che è molto diffuso in Algeria, e poi ho una buona conoscenza dell’inglese
SALIF: A che livello?
KARIM: Ho una certificazione di livello B1, e parlo italiano, naturalmente.
Abbiamo il diritto di fare qualche domanda anche noi: chiederemo se il contratto è a tempo determinato (cioè, per esempio, se finisce dopo 6 mesi o un anno) oppure se è a tempo indeterminato (cioè non ha una scadenza), se è a tempo pieno (di solito 40 ore a settimana) o a tempo parziale (cioè di 20 o 30 ore) e quale sarà il nostro orario di lavoro, come fa Karim:
KARIM: Giusto! Quale sarà eventualmente l’orario di lavoro?
SALIF: Dalle 9 alle 17 con un’ora di pausa pranzo.
Possiamo chiedere quale sarà la retribuzione mensile, cioè quanto guadagneremo al mese. La cifra di solito è al netto dei contributi, cioè indica quanto il lavoratore riceve direttamente ogni mese, ma non comprende i soldi che il datore di lavoro spende in più per i contributi INPS, INAIL ecc. Infine possiamo chiedere quanti giorni di ferie, cioè di riposo pagato, avremo in un anno.
Vi ricordate? Ci sono molte altre parole che riguardano il lavoro: sono quelle che troviamo sui giornali o in internet negli annunci di lavoro. Olga ce le ha fatte sentire nella puntata 8 della II serie, quando era a Trieste. Ve ne ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano II, 8 le seguenti battute:
OLGA: Cercasi elettricista automunito per villaggio turistico. Contratto di 6 mesi con possibile assunzione a tempo indeterminato.
OLGA: “Società cerca diplomati ambosessi per vendite telefoniche assunzione a tempo indeterminato.
PICCOLA STORIA DELL’ITALIANO
15. Torino, capitale dei vocabolari
Oggi Anna e Olga hanno parlato del vocabolario. Sapete qual è la capitale dei vocabolari? È Torino. Nello stesso anno dell'Unità d’Italia (il 1861), proprio a Torino è cominciata la pubblicazione del più importante vocabolario italiano del XIX secolo, cioè il Dizionario della lingua italiana di Niccolò Tommaseo, che comprendeva 9 volumi, pubblicati in 18 anni. Torino continua a essere la capitale dei vocabolari italiani ancora oggi. Qui, fra il 1961 e il 2002, è stato pubblicato il Grande Dizionario della Lingua Italiana, in 22 grandi volumi, che ricostruisce la storia di tutte le parole dell’italiano. Ancora a Torino, nel 1999, è stato pubblicato il Grande dizionario italiano dell’uso, che invece raccoglie le parole dell’italiano di oggi ed è diretto da uno dei più grandi linguisti italiani: Tullio De Mauro. Vi saluto con una piccola curiosità sul nome della città di Torino. In latino questo nome faceva riferimento ai Taurini, il popolo che anticamente abitava nella valle del fiume Po, al centro dell’attuale regione del Piemonte, di cui Torino è il capoluogo.
LA BUSSOLA
Il principio di uguaglianza e la parità tra uomo e donna
In questa puntata abbiamo visto che Salif ammira Olga perché è una grande lavoratrice. Ascoltiamoli.
Un grande contributo all’emancipazione delle donne (cioè alla loro autonomia) lo ha dato anche la Costituzione Italiana del 1948 che, per la prima volta, ha sancito come principio fondamentale dell’ordinamento democratico italiano l’uguaglianza tra l’uomo e la donna.
L’art. 3 della Costituzione, infatti, sancisce che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 3 Costituzione).
Prima, lo Statuto Albertino, Carta Fondamentale del Regno di Italia, non prevedeva la parità tra uomini e donne. Infatti, queste avevano una limitata capacità di agire. Pensate che per vendere o comprare beni e per donarli avevano bisogno dell’autorizzazione del marito. Questa limitazione è stata abrogata, cioè soppressa, solo nel 1919 (Legge 17 luglio 1919). Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 il salario delle donne lavoratrici era in genere poco più della metà di quello degli uomini, a parità di lavoro. Soltanto nel 1874 le donne hanno avuto accesso all’istruzione e hanno potuto iscriversi ai licei e alle università.
E solo nel 1945 hanno avuto il diritto di voto (decreto legislativo luogotenenziale 1 febbraio 1945 n. 23) e nel 1946 la possibilità di essere elette (Decreto n. 74 del 10 marzo 1946, "Norme per l'elezione dei deputati all'Assemblea Costituente").
Nonostante queste discriminazioni, tante sono state le donne eccezionali che hanno contribuito alla storia dell’Italia. Pensiamo, ad esempio, a Cecchina Menotti, a Cristina di Belgioioso, a Enrichetta Pisacane, a Rosa Montmasson Crispi, a Colomba Antonietti, e ad Anita Garibaldi di cui parlano Olga ed Anna. Ascoltiamole.
Col passare degli anni, la donna ha ottenuto, con dure battaglie, il riconoscimento del diritto di uguaglianza e con l’ingresso nel mondo del lavoro è riuscita ad ottenere anche l’autonomia economica.
Molteplici sono gli articoli della Costituzione Italiana nei quali troviamo affermato il principio di uguaglianza tra uomo e donna. Ad esempio nell’articolo 3 (art. 3 Costituzione), si afferma che tutti sono uguali davanti alla legge “senza distinzione di sesso”; nell’articolo 29 (art. 29 Costituzione) si afferma che “il matrimonio è ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”. Nell’art 37 (art. 37 Costituzione) si prevede che la donna lavoratrice abbia gli stessi diritti e, a parità di lavoro, la stessa retribuzione che spetta al lavoratore di sesso maschile.
La Costituzione italiana afferma anche che tutti i cittadini, uomini e donne, hanno il diritto di votare (art. 48 Costituzione) e che tutti i cittadini, dell’uno o dell’altro sesso, possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive (art. 51 Costituzione).
La parità tra uomo e donna costituisce anche un diritto fondamentale e un valore comune all'Unione Europea. Numerose sono le norme comunitarie e i progetti europei volti ad attuare questo principio, attraverso la promozione dell’accesso delle donne all'occupazione, della parità retributiva, della protezione della maternità, del congedo parentale, della sicurezza sociale, specie in ambito lavorativo. Non mancano gli strumenti finanziari – come ad esempio il Fondo Sociale Europeo – messi a disposizione dall’Unione Europea in favore degli Stati membri per attuare concretamente, tra l’altro, le politiche volte anche alla promozione della parità tra uomo e donna. Anche in Italia, nell'ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri, è istituito dal 1997 un Dipartimento per le Pari Opportunità che propone e coordina le iniziative normative e amministrative e le attività di verifica, di controllo, di formazione e informazione anche in materia di parità tra uomo e donna.
Sempre in tal senso, la legge italiana (decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 151) protegge la maternità e la donna madre che lavora.
La donna lavoratrice che aspetta un bambino ha diritto al “congedo di maternità”, cioè ha diritto ad assentarsi dal luogo di lavoro per cinque mesi (cioè nei due mesi precedenti alla data presunta del parto e nei tre mesi successivi o, con certificato medico, nel mese precedente e nei quattro mesi successivi) (art. 16 e seguenti decreto legislativo 26 marzo 2001 n. 15).
La donna lavoratrice, inoltre, nel primo anno di vita del figlio, ha diritto a chiedere al datore di lavoro il permesso retribuito di assentarsi dal luogo di lavoro (il cosiddetto “riposo giornaliero”) per due ore, o per un’ora se l’orario di lavoro è inferiore a sei ore (art. 39 del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Sia il congedo che il permesso di assentarsi dal lavoro possono essere richiesti anche dal padre lavoratore, al posto della madre, se la mamma non utilizza i permessi o perché non lavora, o perché è gravemente malata o perché svolge un lavoro non subordinato, ma autonomo (art. 28 e seguenti e art. 40 del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Fino a quando il bambino non ha compiuto 8 anni, se si ammala, il padre o la madre hanno il diritto di assentarsi dal lavoro per curarlo (art. 32 e seguenti del D.lgs. 26 marzo 2001 n. 151).
Infine, la legge italiana prevede che le donne lavoratrici non possono essere licenziate nel periodo compreso tra l’inizio della gravidanza e il primo anno di età del figlio (art. 54 D. lgs 26 marzo 2001 n. 151). Inoltre, per i sette mesi successivi all’inizio della gravidanza, la donna non può essere obbligata a fare lavori faticosi e pericolosi. Dopo il periodo di maternità, al rientro sul luogo di lavoro, la donna ha diritto a svolgere la stessa attività lavorativa che svolgeva prima.
Infine, lo Stato Italiano promuove l'uguaglianza sostanziale e le pari opportunità per uomini e donne anche nell'attività economica e imprenditoriale. Inizialmente con la legge 215 del 1992, successivamente con il D.pr. 28 luglio 2000 n. 314 e da ultimo con il Decreto Legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (contenente l’importante Codice delle pari opportunità tra uomo e donna), sono previste agevolazioni in favore dell’imprenditoria femminile in molti settori come quello del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura e dei servizi attraverso l’erogazione di un contributo, in parte a fondo perduto (cioè senza obbligo restituzione) in parte con obbligo di restituzione a un tasso di interesse agevolato.