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Capacità portante

Le parole del nuovo millennio

La capacità portante è il numero massimo di individui di una specie che un ambiente può contenere in funzione della disponibilità di risorse.  La capacità portante esiste perché alcuni dei meccanismi di accrescimento e regolazione delle popolazioni sono dipendenti dalla densità degli individui.  In particolare, i tassi di natalità e i tassi di mortalità cambiano in funzione della densità di individui in un’area perché esiste una quantità limitata di risorse che possono essere consumate.

Quindi quando abbiamo pochi individui il tasso di natalità è tendenzialmente alto perché tutti questi individui hanno una quantità apparentemente illimitata di risorse e cibo a disposizione.  E per lo stesso motivo il tasso di mortalità è molto basso perché tutti quanti si sfamano e quindi sono più resistenti per esempio alle malattie, riescono a sfuggire più facilmente ai predatori

Man mano che aumenta la densità della popolazione, la quantità di risorse disponibili pro capite diminuisce e quindi questo impedisce che ci sia una crescita illimitata di una qualsiasi popolazione animale in un determinato ambiente. 

Il valore massimo di individui supportato dall’ambiente è, appunto, la capacità portante.  Esempi classici delle ecologie animali che ci vengono da studi nordamericani mostrano come funziona la capacità portante.  Ad esempio, alcune isole del Lago Superiore, dei Grandi Laghi degli Stati Uniti e del Canada possono essere in alcune stagioni invernali particolarmente fredde, raggiungibili attraverso ponti di ghiaccio.  Queste isole vengono popolate da cervidi in queste situazioni, quindi questi animali si trovano in un ambiente estremamente favorevole perché ricchissimo di risorse per i pochi individui che hanno raggiunto l’isola, le loro popolazioni crescono, dopodiché ad un certo punto questa crescita rallenta fino a raggiungere un valore massimo.

In alcune situazioni però la dipendenza dalla densità, dalla natalità e dalla mortalità funziona con un meccanismo ritardato.  Il ritardo della densità-dipendenza fa sì che la popolazione continui a crescere al di sopra della capacità portante dell’ambiente a tal punto che per un piccolo periodo questa popolazione non risente della limitazione delle risorse.  Quando questo succede (e anche questo è stato dimostrato diverse volte in queste isole dei laghi americani) la popolazione a un certo punto ha un crollo perché da una grande quantità di individui si ritrova con una scarsissima quantità di risorse a disposizione. 

Ed è anche quello che succede, per esempio, con i lemming.  I lemming hanno in alcuni periodi delle esplosioni delle popolazioni che sono seguite da una grande carenza di cibo disponibile e quindi i lemming si disperdono in ogni direzione, cercando disperatamente delle risorse alimentari.

La popolazione umana ha avuto una crescita non dissimile negli ultimi trecento anni.  Fino ad allora il numero di individui nella popolazione umana sul pianeta non ha mai superato i cinquecentomilioni.  E dalla rivoluzione industriale la crescita è stata esponenziale.  Negli ultimi cinquant’anni la popolazione è raddoppiata da tre a sei miliardi di persone.  E’ stato dimostrato che ogni anno noi consumiamo delle risorse non rinnovabili:  è come se consumassimo le risorse dell’anno successivo.  E il giorno in cui finiamo le risorse rinnovabili e iniziamo a consumare le risorse successive si sposta sempre più indietro nel corso dell’anno.

Quindi è evidente in una situazione simile l’importanza di raggiungere una stabilizzazione della popolazione, in modo che ognuno riesca ad avere una quantità di risorse disponibili sufficienti.