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Le parole dell'Italiano: consigli, richieste e desideri, tutto al condizionale
Unità 6 - Livello B1
Consigli, richieste e desideri, tutto al condizionale
Come si fa a dare un consiglio a qualcuno in modo gentile, senza esagerare, senza essere invadenti? Ascoltiamo i nostri amici e lo sapremo:
FELA: Sai che ti consiglio, Olga? Potresti intervistare loro! OLGA: Tu che ne dici, Luis? LUIS: Beh... al tuo posto, intervisterei il dirigente scolastico [professore??] della mia scuola ANNA: Secondo te devo andare a parlare con il professore? KARIM: Io aspetterei ancora un po’ Potresti intervistare, io intervisterei, io aspetterei.
Per dare consigli in modo gentile, dobbiamo adoperare una forma verbale che non abbiamo ancora studiato: il condizionale. Per fare il condizionale dei verbi in -are, quelli del primo gruppo come aspettare, dobbiamo togliere la parte finale -are e aggiungere le desinenze -erei, -eresti, -erebbe, -eremmo, -ereste, -erebbero: e così, da aspettare abbiamo io aspetterei, tu aspetteresti, lui o lei aspetterebbe, noi aspetteremmo, voi aspettereste, loro aspetterebbero. Per fare il condizionale dei verbi del secondo e del terzo gruppo, quelli che finiscono in -ere, come scrivere e quelli che finiscono in -ire, come gradire, dobbiamo togliere solo -re, e aggiungere queste desinenze: -rei, -resti, -rebbe, -remmo, -reste, -rebbero: e così, da scrivere abbiamo scriverei, scriveresti, scriverebbe, scriveremmo scrivereste, scriverebbero; e da gradire abbiamo gradirei, gradiresti, gradirebbe, gradiremmo, gradireste, gradirebbero.
Fra l'altro, scriveresti e gradirebbe li adoperano Luìs e Salif. Ci avete fatto caso?
LUIS e tu scriveresti una bella storia... SALIF: Gradirebbe un tè preparato come facciamo noi in Senegal? Però, quando Luìs dice “scriveresti una bella storia” , e quando Salif dice “Gradirebbe un tè” non danno un consiglio in modo gentile. Adoperano il condizionale con due obiettivi, con due scopi completamente diversi. Luis adopera il condizionale (ti racconterebbe, tu scriveresti) per esprimere una possibilità: LUIS: È informato su tante situazioni, ti racconterebbe tante cose sugli stranieri… e tu scriveresti una bella storia... Salif, invece, adopera il condizionale gradirebbe per offrire qualcosa in modo gentile: SALIF: Gradirebbe un tè preparato come facciamo noi in Senegal? Il condizionale, infatti, è il modo verbale della gentilezza. È la forma che dobbiamo adoperare quando vogliamo chiedere qualcosa in modo cortese, senza obbligare l'altra persona a fare quello che diciamo noi. Sentiamo: SALIF: Scusa, mi passeresti quella scatola lì? KARIM: Salif, mi insegneresti a prepararlo? Sentito? Salif non dice: “Karim, passami quella scatola”, non ordina una cosa a Karim ma la chiede con cortesia. Karim non dice: “Salif, insegnami a prepararlo”; anche lui non dà un ordine, ma fa una richiesta gentile. Sentite la differenza. Se diciamo: “Mettiamo in ordine la casa” oppure “Dobbiamo mettere in ordine la casa”, per chi ci ascolta non ci sono dubbi: stiamo dando un ordine. Se invece diciamo: “Dovremmo mettere in ordine la casa”, usando il condizionale, in fondo diciamo la stessa cosa, ma la diciamo in un modo più gentile, meno forte. Probabilmente otterremo lo stesso risultato (alla fine la casa sarà in ordine), ma lo avremo fatto con un po' di cortesia in più. Olga lo ha capito benissimo: OLGA: Dovremmo mettere in ordine la casa… Chissà se quella di Olga è una richiesta o un desiderio... Il condizionale, infatti, lo adoperiamo anche quando vogliamo esprimere un desiderio. Proprio come fanno i nostri amici: OLGA: mi piacerebbe fare bella figura… KARIM: Sai, un giorno mi piacerebbe portarti alla Moschea… Sarebbe bello conoscere ognuno la religione dell’altro... KARIM: Mi piacerebbe spiegarlo ad Anna… KARIM: Stavo dicendo a Salif che sarebbe bello parlare più spesso con te delle nostre culture e delle nostre religioni Sentito? mi piacerebbe fare bella figura, sarebbe bello parlare più spesso con te: questi sono desideri di Olga e Karim.
Fra l'altro, piacerebbe (che è la terza persona del condizionale del verbo piacere) e sarebbe (che è la terza persona del condizionale del verbo essere) sono i due condizionali che si adoperano più spesso per esprimere un desiderio. A proposito. Il condizionale di essere è irregolare, perciò vi presenterò tutte le sue forme: io sarei, tu saresti, lui o lei sarebbe; noi saremmo, voi sareste, loro sarebbero. Quello di essere non è l'unico condizionale irregolare; ce ne sono molti altri. Ma li vedremo nella prossima puntata. Arrivederci.
In questa puntata abbiamo imparato: - a chiedere e dare consigli, fare richieste in modo gentile ed esprimere desideri con il condizionale presente: – Che cosa faresti al mio posto? – Io aspetterei ancora un po’; Mi passeresti quella scatola?; Mi piacerebbe fare bella figura... - il condizionale presente dei verbi regolari e di essere: io sarei, tu saresti, lui/lei sarebbe, noi saremmo, voi sareste, loro sarebbero.
Come si fa a dare un consiglio a qualcuno in modo gentile, senza esagerare, senza essere invadenti? Ascoltiamo i nostri amici e lo sapremo:
FELA: Sai che ti consiglio, Olga? Potresti intervistare loro! OLGA: Tu che ne dici, Luis? LUIS: Beh... al tuo posto, intervisterei il dirigente scolastico [professore??] della mia scuola ANNA: Secondo te devo andare a parlare con il professore? KARIM: Io aspetterei ancora un po’ Potresti intervistare, io intervisterei, io aspetterei.
Per dare consigli in modo gentile, dobbiamo adoperare una forma verbale che non abbiamo ancora studiato: il condizionale. Per fare il condizionale dei verbi in -are, quelli del primo gruppo come aspettare, dobbiamo togliere la parte finale -are e aggiungere le desinenze -erei, -eresti, -erebbe, -eremmo, -ereste, -erebbero: e così, da aspettare abbiamo io aspetterei, tu aspetteresti, lui o lei aspetterebbe, noi aspetteremmo, voi aspettereste, loro aspetterebbero. Per fare il condizionale dei verbi del secondo e del terzo gruppo, quelli che finiscono in -ere, come scrivere e quelli che finiscono in -ire, come gradire, dobbiamo togliere solo -re, e aggiungere queste desinenze: -rei, -resti, -rebbe, -remmo, -reste, -rebbero: e così, da scrivere abbiamo scriverei, scriveresti, scriverebbe, scriveremmo scrivereste, scriverebbero; e da gradire abbiamo gradirei, gradiresti, gradirebbe, gradiremmo, gradireste, gradirebbero.
Fra l'altro, scriveresti e gradirebbe li adoperano Luìs e Salif. Ci avete fatto caso?
LUIS e tu scriveresti una bella storia... SALIF: Gradirebbe un tè preparato come facciamo noi in Senegal? Però, quando Luìs dice “scriveresti una bella storia” , e quando Salif dice “Gradirebbe un tè” non danno un consiglio in modo gentile. Adoperano il condizionale con due obiettivi, con due scopi completamente diversi. Luis adopera il condizionale (ti racconterebbe, tu scriveresti) per esprimere una possibilità: LUIS: È informato su tante situazioni, ti racconterebbe tante cose sugli stranieri… e tu scriveresti una bella storia... Salif, invece, adopera il condizionale gradirebbe per offrire qualcosa in modo gentile: SALIF: Gradirebbe un tè preparato come facciamo noi in Senegal? Il condizionale, infatti, è il modo verbale della gentilezza. È la forma che dobbiamo adoperare quando vogliamo chiedere qualcosa in modo cortese, senza obbligare l'altra persona a fare quello che diciamo noi. Sentiamo: SALIF: Scusa, mi passeresti quella scatola lì? KARIM: Salif, mi insegneresti a prepararlo? Sentito? Salif non dice: “Karim, passami quella scatola”, non ordina una cosa a Karim ma la chiede con cortesia. Karim non dice: “Salif, insegnami a prepararlo”; anche lui non dà un ordine, ma fa una richiesta gentile. Sentite la differenza. Se diciamo: “Mettiamo in ordine la casa” oppure “Dobbiamo mettere in ordine la casa”, per chi ci ascolta non ci sono dubbi: stiamo dando un ordine. Se invece diciamo: “Dovremmo mettere in ordine la casa”, usando il condizionale, in fondo diciamo la stessa cosa, ma la diciamo in un modo più gentile, meno forte. Probabilmente otterremo lo stesso risultato (alla fine la casa sarà in ordine), ma lo avremo fatto con un po' di cortesia in più. Olga lo ha capito benissimo: OLGA: Dovremmo mettere in ordine la casa… Chissà se quella di Olga è una richiesta o un desiderio... Il condizionale, infatti, lo adoperiamo anche quando vogliamo esprimere un desiderio. Proprio come fanno i nostri amici: OLGA: mi piacerebbe fare bella figura… KARIM: Sai, un giorno mi piacerebbe portarti alla Moschea… Sarebbe bello conoscere ognuno la religione dell’altro... KARIM: Mi piacerebbe spiegarlo ad Anna… KARIM: Stavo dicendo a Salif che sarebbe bello parlare più spesso con te delle nostre culture e delle nostre religioni Sentito? mi piacerebbe fare bella figura, sarebbe bello parlare più spesso con te: questi sono desideri di Olga e Karim.
Fra l'altro, piacerebbe (che è la terza persona del condizionale del verbo piacere) e sarebbe (che è la terza persona del condizionale del verbo essere) sono i due condizionali che si adoperano più spesso per esprimere un desiderio. A proposito. Il condizionale di essere è irregolare, perciò vi presenterò tutte le sue forme: io sarei, tu saresti, lui o lei sarebbe; noi saremmo, voi sareste, loro sarebbero. Quello di essere non è l'unico condizionale irregolare; ce ne sono molti altri. Ma li vedremo nella prossima puntata. Arrivederci.
In questa puntata abbiamo imparato: - a chiedere e dare consigli, fare richieste in modo gentile ed esprimere desideri con il condizionale presente: – Che cosa faresti al mio posto? – Io aspetterei ancora un po’; Mi passeresti quella scatola?; Mi piacerebbe fare bella figura... - il condizionale presente dei verbi regolari e di essere: io sarei, tu saresti, lui/lei sarebbe, noi saremmo, voi sareste, loro sarebbero.