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L'italiano lingua della scienza
Piccola storia dell'italiano
La scienza oggi parla inglese. Fino a qualche secolo fa parlava latino, che era un po’ come l’inglese di allora. Nel XVII secolo, però, come ha detto Fela, il grande scienziato italiano Galileo Galilei ha raccontato al mondo le sue scoperte in italiano. Anche Galileo, all'inizio della sua carriera di professore all'Università di Padova, ha usato il latino per parlare ai suoi studenti, come facevano i suoi colleghi. Poi, però, per comunicare le sue scoperte e le sue idee a più persone, ha cominciato a insegnare e anche a scrivere i suoi trattati scientifici in italiano. In più, quando aveva bisogno di parole nuove per indicare oggetti, fenomeni naturali, strumenti o invenzioni, Galileo non prendeva parole greche o latine, come facevano i suoi colleghi scienziati, ma usava parole italiane semplici e comuni. Il pendolo, che in fisica indica un oggetto solido che appeso a un filo o a un’asta, oscilla a sinistra e a destra se è mosso dall’alto, Galilei lo chiamò così perché è un oggetto che pende; e le macchie solari, quelle zone scure che si vedono se uno prova a guardare il sole, Galileo le chiamò così perché sembrano proprio delle macchie. Una delle sue invenzioni più importanti è lo strumento per osservare le stelle e i pianeti: Galileo non lo ha chiamato con la parola di origine greca telescopio, ma ha preferito la parola cannocchiale, che metteva insieme due parole italiane: canna (cioè 'tubo') e occhiale, che significava 'lente'.