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Per usare l'italiano: a tavola!
Unità 12 - Livello A2
Siamo pronti per andare a mangiare in un buon ristorante. Sappiamo già come si ordina: con le parole gentili come vorrei e volevo, oppure possiamo dire per me.... e il nome del piatto che vogliamo.
KEVIN: Cosa desiderate?
GIUSEPPE: Volevo del vino bianco…
PAVEL: Per me la pasta, ma prima vorrei un antipasto…
Abbiamo imparato delle parole nuove. L’antipasto è qualcosa che mangiamo all’inizio del pasto, cioè all’inizio del pranzo o della cena. Di solito, in famiglia non mangiamo l’antipasto tutti i giorni, ma cominciamo subito con il primo (o primo piatto), per esempio un piatto di pasta o di riso o di gnocchi:
ZOU: Pauline… Per me un po’ di risotto.
PAVEL: E gli gnocchi?
ZOU: Ottimi! Sono fatti con le patate...
Poi c’è il secondo (il secondo piatto), che è un piatto di carne o di pesce:
GIUSEPPE: ..........ci porta anche due fritture di pesce come secondo?
GIOVANNA (anziana): Ho l’arrosto e le polpette sul fuoco...
KHADIJA: Ci sono due secondi?
Il contorno è la verdura che accompagna il secondo piatto. Possono essere un contorno anche le patate, i pomodori, i peperoni e così via.
Se non sappiamo com’è fatto un antipasto, un primo o un secondo, possiamo chiedere informazioni al cameriere o a un’altra persona: Ad esempio chiediamo: “che cos’è il merluzzo alla livornese?”, oppure: “come sono fatti i canederli”?
PAULINE: Merluzzo alla livornese?
ZOU: Che cos’è?
PAULINE: È un pesce dell’Oceano Atlantico, cucinato come fanno a Livorno: con le olive nere, i pomodori e il vino...
PAVEL: Conosci anche i canederli?
ZOU: Certo, certo…
PAVEL: Ah sì? E come sono fatti?
Alla fine del pranzo o della cena, chiediamo il conto. Già sappiamo come si chiede al bar, ma al ristorante è un po’ diverso. Dobbiamo dire al cameriere di fare il conto, o di portare il conto a tavola:
GIUSEPPE: ....molto bene, grazie, ci fa il conto, per favore?
I nostri amici non hanno ordinato solo da mangiare, ma anche da bere:
KEVIN: Cosa desiderate?
GIUSEPPE: Volevo un bicchiere di vino bianco…
ANGEL: Beh sì… ne porti uno anche a me!
Avete sentito? “Ne porti uno anche a me”. Vuol dire “porti un bicchiere di vino anche a me. Quel ne è un pronome: indica qualcuno o qualcosa che abbiamo nominato prima. Anche se non cambia, ne può significare tante cose: di lui, di lei, di loro, di questa cosa, di queste cose.
JULIA: I Giuliani litigano sempre e gridano…Non ne voglio parlare male
“Non ne voglio parlare” significa “non voglio parlare DI LORO”, “dei Giuliani”.
PAVEL: Questa bella pasta… ne voglio un bel piatto!
“Ne voglio un bel piatto” vuol dire “voglio un bel piatto DI PASTA”.
JULIA: ...............Pauline, sai… i problemi di coppia… non ne parliamo…
“Non ne parliamo” significa “non parliamo DEI PROBLEMI di coppia”.
KHADIJA: Le sue lasagne sono ottime! I suoi nipoti ne prendono sempre due piatti!!
“Ne prendono due piatti” significa “prendono due piatti DI LASAGNE”.
I nostri amici usano spesso anche la parola ci, che ha tanti significati. Significa noi e a noi. Per esempio: Ci sta guardando vuol dire Sta guardando noi; Ci sta parlando significa Sta parlando a noi. Usiamo ci anche nelle espressioni c’è e ci sono. In queste espressioni, ci vuol dire qui, in questo posto; lì, in quel posto. Anche in altre frasi ci indica un posto:
KHADIJA: I nipoti della signora Giovanna stanno venendo a pranzo qui. Ci vengono volentieri...
“Ci vengono” significa “Vengono qui”, cioè nel posto che abbiamo nominato prima.
JULIA: ........allora vado a casa… a presto!
PAULINE: Ci vado anch’io. Voglio fare il dolce
“Ci vado”, significa “vado a casa”, come ha detto poco prima Julia.
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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale