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Liutai
Costruttori di emozioni
La liuteria, ossia l’arte di progettare, costruire e restaurare strumenti a corda ad arco e a pizzico, è una tecnica artigianale rimasta quasi immutata dalla sua epoca d’oro (secoli XVI - XVIII).
Andrea Amati fu capostipite di una famiglia di famosissimi artigiani di Cremona alla cui scuola si formò il liutaio più celebre della storia: Antonio Stradivario (1644 - 1737), che, a partire dal 1672, aprì una propria bottega. Oltre a costruire violini ineguagliabili, pur non essendo istruito fu in grado di risolvere dei complessi problemi di acustica e di ottenere sorprendenti combinazioni chimiche nella realizzazione delle vernici.
Benché nessuno si sia più mostrato all’altezza dei livelli di eccellenza dei costruttori del Sei-Settecento, l’arte della liuteria annovera, ancora oggi, validissimi e attenti artigiani. E scuole, concorsi e premî cercano di mantenere viva questa gloriosa tradizione.
Sembra che nel Tirolo ci siano stati tra i più antichi liutai. In particolare, la città di Füssen sarebbe stata la culla di quest’arte, presumibilmente insegnata dai benedettini della vicina Abbazia di San Manlio. Infatti, tra i più antichi documenti che accennano a strumenti a corda ricorrono di frequente nomi di artigiani d’origine tedesca. Quando, però, si diffuse il violino, la supremazia divenne italiana. Nel Cinquecento, fu Brescia la città più fiorente per la costruzione e il commercio degli strumenti a corda.Si fece un violino di vetro perché voleva vedere la musica
Wislawa Szymborska
Andrea Amati fu capostipite di una famiglia di famosissimi artigiani di Cremona alla cui scuola si formò il liutaio più celebre della storia: Antonio Stradivario (1644 - 1737), che, a partire dal 1672, aprì una propria bottega. Oltre a costruire violini ineguagliabili, pur non essendo istruito fu in grado di risolvere dei complessi problemi di acustica e di ottenere sorprendenti combinazioni chimiche nella realizzazione delle vernici.
Un’altra famiglia cremonese, i Guarneri, diede vita a una stirpe di importantissimi liutai. Giuseppe Guarneri detto “del Gesù” (1686-1748) per la sigla eucaristica che apponeva accanto al suo nome nelle etichette dei suoi strumenti, ne fu l’esponente più famoso e può essere considerato l’ultimo dei massimi artefici della classica liuteria italiana. I suoi violini sono sempre stati tra i più ricercati dai migliori concertisti a cominciare da Niccolò Paganini, fino a Uto Ughi (che ne possiede uno del 1744), passando per il belga Eugène Ysaÿe.Un liutaio, fabbricando un violino, permette la nascita dei più bei suoni di miele e d’oro che l’orecchio umano possa intendere
Yehudi Menuhin, violinista (1916-1999)
Con la scuola cremonese ha molte attinenze quella tedesca, mentre tra i francesi, pur sensibili agli insegnamenti italiani, è prevaloe un approccio più industriale e commerciale.Il violino è la vera voce femminile dell’orchestra, voce passionale e casta allo stesso tempo, straziante e dolce, che piange e grida e si lamenta, o canta e prega e sogna, o esplode in accenti di gioia, come nessuno altro potrebbe fare
Hector Berlioz
Benché nessuno si sia più mostrato all’altezza dei livelli di eccellenza dei costruttori del Sei-Settecento, l’arte della liuteria annovera, ancora oggi, validissimi e attenti artigiani. E scuole, concorsi e premî cercano di mantenere viva questa gloriosa tradizione.