Rai Scuola

Il tuo browser non supporta video HTML5

Robotica marina per ambienti estremi

Il CNR in Antartide

Da più di vent'anni il gruppo attualmente composto da Angelo Odetti, Ingegnere Navale, e dai tecnici Giorgio Bruzzone ed Edoardo Spirandelli progetta,  costruisce ed impiega sul campo veicoli marini autonomi e strumentazione scientifica. In sostanza, macchine che aiutano/sostituiscono l'uomo per operare in ambienti critici o estremi in cui è difficile, pericoloso o impossibile operare: profondità marine, aree inquinate da sversamenti petroliferi o contaminazioni radioattive, zone vulcaniche, regioni polari.
Questi robot dell’Istituto di Ingegneria del Mare CNR sono unici al mondo per leggerezza e ridotte dimensioni, sono trasportabili, trasformabili e modulari in base alle esigenze dei ricercatori o di chi deve raccogliere dati in ambienti critici o estremi: la tecnologia ideale quindi da montare, ad esempio, su un elicottero o un’imbarcazione in Artide e Antartide. Dal punto di vista hardware e software i robot montano strumentazione come sonar, LIDAR, sonde multi-parametriche, campionatori, telecamere termiche e la presenza di sofisticati algoritmi di controllo consente di assicurare grande precisione e autonomia, semplicità ed efficienza nelle acquisizioni di dati. Le macchine progettate e costruite dal gruppo di robotica marina e per ambienti estremi del CNR sono fortemente innovative e in continua evoluzione, essendo ogni volta adattate alle esigenze delle diverse campagne scientifiche. I poli sono i motori climatici del pianeta.

Le variazioni dei fenomeni che avvengono in Artico si ripercuotono sul clima globale con un effetto di Amplificazione e sono particolarmente visibili alle Isole Svalbard. L'aumento della piovosità legato all'innalzamento delle temperature e all'aumento della quantità di acqua dolce che finisce in mare a causa dello scioglimento dei ghiacciai, per esempio, rende importante acquisire dati scientifici nei pressi dei ghiacciai marini, zone però interdette alla navigazione per ragioni di sicurezza. Gabriele Bruzzone è responsabile del progetto scientifico UVASS (Unmanned Vehicles for Autonomous Sensing and Sampling - Veicoli senza equipaggio per il rilevamento e il campionamento autonomo), dello Svalbard Science Forum, che ha l’obiettivo di acquisire dati relativi ad aria, acqua e ghiaccio mediante l'utilizzo di UMV (Unmanned Marine Vehicles - veicoli marini autonomi).

Nel corso degli ultimi quasi 25 anni il gruppo di ricerca ha sviluppato una piccola flotta di UMV utilizzati in molteplici aree del pianeta e sin dal 2015 nel Kongsfjorden, nell’arcipelago delle Svalbard.