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Sandro Carniel. Come si muovono gli oceani
I principali motori sono le correnti
Gli oceani sono i principali regolatori del clima del pianeta. E lo strumento principale che utilizzano sono le correnti oceaniche.
Ma come funzionano, come si attivano queste correnti? Contrariamente a quanto potrebbe pensarsi venti e maree non sono i motori principali delle correnti oceaniche.Raramente si ricorda infatti che il grande sistema di circolazione che mantiene stabili le più grandi e lente correnti attorno al Pianeta si basa sul fatto che l’acqua ha un proprio “peso”. Il peso delle acque marine dipende da due fattori: dalla loro temperatura e dalla loro salinità. Acque calde e poco salate sono più leggere, quindi meno dense e stanno in superficie.
Al contrario, acque più fredde e salate sono più dense e quindi tendono a sprofondare.Quando questo avviene si generano dei moti verticali, che aiutano a trasportare verso il basso ossigeno e nutrienti, e contemporaneamente generano anche dei moti orizzontali, delle correnti dette “termoaline”, in quanto appunto funzione della temperatura e della salinità.
La nota corrente del Golfo altro non è che un tratto di una di queste correnti, che dall’equatore sale verso il polo Nord, trasportando enormi volumi di acqua.Attorno al globo queste correnti formano una sorta di “nastro trasportatore”, che percorre un giro completo in circa 1000 anni.(Britannici e Caribù) Come è noto la corrente del Golfo consente al nord Europa e chi ci vive di beneficiare di temperature medie decisamente più miti rispetto a quelle di territori posti alle stesse latitudini nei continenti americano o asiatico
Lo stesso meccanismo tiene in moto anche le correnti del Mediterraneo, dove sono solo 3 le aree in cui le acque dense tendono a sprofondare, alimentando le varie celle termoaline.
Sono aree dove venti particolarmente intensi e freddi rendono l’acqua superficiale più salata e più fredda, e quindi più densa.
Qualcuno li ha ribattezzati appunto “motori freddi”, e si trovano nel golfo del Leone, nelle acque greche del mare Egeo e nel nord Adriatico. Nel nord Adriatico, durante il periodo freddo invernale, i venti freddi e secchi di Bora producono un’acqua particolarmente densa che così sprofonda, iniziando un viaggio che la porta dapprima verso il centro del bacino adriatico, dove riempie alcune fosse relativamente profonde e poi, tracimando da esse, nelle zone meridionali al largo della Puglia, dove si incanala in una fitta serie di canyon sottomarini.
Scorrendo più o meno in prossimità della costa italiana, questa acqua densa impiega circa un paio di mesi per compiere il suo percorso. E finalmente poi si mescola con acque più tiepide e meno salate del Mediterraneo orientale, che nel frattempo risalgono attraverso Otranto. Durante questo viaggio verso sud, l’acqua densa si porta dietro quello che di buono è possibile, come preziosissimo ossigeno fresco e nutrienti che trova in abbondanza a nord del Po.
Per questo i tre motori freddi, come fossero tre “Re Magi”, svolgono anche un ruolo fondamentale nell’ecologia dei loro bacini e in cascata di tutto il Mar Mediterraneo, garantendo la presenza di condizioni migliori per la vita animale e vegetale.