Martin Luther King
L'impegno per i diritti civili
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio degli anni '60, Martin Luther King diventa il capo del Congresso dei leader cristiani degli Stati del Sud e leader indiscusso del movimento per i diritti civili. Un impegno che lo porta ad appoggiare pubblicamente il partito democratico e - il 2 luglio 1964 - a vedere la firma del presidente Johnson sul Civil Right Act: la segregazione nelle scuole, sul posto di lavoro e nelle strutture pubbliche viene dichiarata illegale. E il 14 ottobre 1964, il parlamento norvegese (Storting) dichiarò Martin Luther King vincitore del Premio Nobel per la pace che il reverendo ritira a Oslo il 10 dicembre dello stesso anno, diventando il più giovane vincitore del prestigioso riconoscimento.
Quattro anni dopo, il 4 aprile 1968, il reverendo esce sul balcone del Lorraine Hotel di Memphis dove alloggia e un proiettile sparato da un fucile di precisione lo colpisce alla testa. Tappe di una vita che Paolo Mieli approfondisce con il professor Umberto Gentiloni. Il delitto di Martin Luther King suscita l'indignazione di tutte le coscienze civili del mondo. Particolarmente toccanti le parole di Bob Kennedy, che annuncia la morte di King davanti a una folla sgomenta.
Così come quelle di Paolo VI proferite il 7 aprile 1968 durante la celebrazione della "Domenica in Palmis", tre giorni dopo la morte del reverendo. Le sue idee però non muoiono con lui, ma proseguono grazie all'attività per i diritti civili promossa dalla moglie Coretta Scott King. Tutti e quattro i figli seguirono le orme dei genitori come attivisti per la lotta per i diritti civili. In particolar modo la figlia Bernice King, intervistata da "Passato e Presente" in occasione del ritiro del "Premio Internazionale per la pace e la non violenza" a Monteleone di Puglia, il 10 marzo 2018.
Quattro anni dopo, il 4 aprile 1968, il reverendo esce sul balcone del Lorraine Hotel di Memphis dove alloggia e un proiettile sparato da un fucile di precisione lo colpisce alla testa. Tappe di una vita che Paolo Mieli approfondisce con il professor Umberto Gentiloni. Il delitto di Martin Luther King suscita l'indignazione di tutte le coscienze civili del mondo. Particolarmente toccanti le parole di Bob Kennedy, che annuncia la morte di King davanti a una folla sgomenta.
Così come quelle di Paolo VI proferite il 7 aprile 1968 durante la celebrazione della "Domenica in Palmis", tre giorni dopo la morte del reverendo. Le sue idee però non muoiono con lui, ma proseguono grazie all'attività per i diritti civili promossa dalla moglie Coretta Scott King. Tutti e quattro i figli seguirono le orme dei genitori come attivisti per la lotta per i diritti civili. In particolar modo la figlia Bernice King, intervistata da "Passato e Presente" in occasione del ritiro del "Premio Internazionale per la pace e la non violenza" a Monteleone di Puglia, il 10 marzo 2018.