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L'assassinio di Libero Grassi
Intervista a Giovanni Falcone
Libero Grassi, imprenditore siciliano in lotta contro il pizzo imposto dalla malavita organizzata, viene assassinato il 29 agosto del 1991.
In questa breve intervista realizzata a pochi giorni dalla morte di Grassi, il giornalista Gianfranco Danna a TG2 Pegaso chiede al giudice Giovanni Falcone se non siano state sottovalutate le denunce dell’uomo, che parlava di soldi "estorti e riciclati". Secondo il giudice non si è tenuto conto del fatto che Cosa Nostra ben difficilmente avrebbe trascurato di dare una lezione a chi metteva in discussione tutto il sistema del racket mafioso. In questa intervista, la celebre frase di Falcone: "la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine".
Libero Grassi in Sicilia era diventato un uomo simbolo, in una realtà in cui gli atti di coraggio erano scoraggiati da ritorsioni e minacce da parte delle organizzazioni mafiose. La mattina del 29 agosto 1991, come tutte le mattine, si stava recando da solo nella sua fabbrica tessile sotto Monte Pellegrino. I sicari, forse due, lo hanno colto alle spalle, sparandogli prima al torace poi due colpi alla testa. Aveva 67 anni ed era impegnato in politica. L'anno prima era stato protagonista di un gesto controcorrente: aveva denunciato alla magistratura un tentativo di estorsione, rifiutando di pagare il pizzo. Qualche giorno dopo aveva subito una rapina che equivaleva ad un messaggio esplicito: senza protezione ti può accadere di tutto. La denuncia pubblica di Grassi aveva sollevato molti commenti positivi e consensi nel Paese di fronte ai quali lui si era mostrato schivo: non amava il protagonismo.
In questa breve intervista realizzata a pochi giorni dalla morte di Grassi, il giornalista Gianfranco Danna a TG2 Pegaso chiede al giudice Giovanni Falcone se non siano state sottovalutate le denunce dell’uomo, che parlava di soldi "estorti e riciclati". Secondo il giudice non si è tenuto conto del fatto che Cosa Nostra ben difficilmente avrebbe trascurato di dare una lezione a chi metteva in discussione tutto il sistema del racket mafioso. In questa intervista, la celebre frase di Falcone: "la mafia è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine".
Libero Grassi in Sicilia era diventato un uomo simbolo, in una realtà in cui gli atti di coraggio erano scoraggiati da ritorsioni e minacce da parte delle organizzazioni mafiose. La mattina del 29 agosto 1991, come tutte le mattine, si stava recando da solo nella sua fabbrica tessile sotto Monte Pellegrino. I sicari, forse due, lo hanno colto alle spalle, sparandogli prima al torace poi due colpi alla testa. Aveva 67 anni ed era impegnato in politica. L'anno prima era stato protagonista di un gesto controcorrente: aveva denunciato alla magistratura un tentativo di estorsione, rifiutando di pagare il pizzo. Qualche giorno dopo aveva subito una rapina che equivaleva ad un messaggio esplicito: senza protezione ti può accadere di tutto. La denuncia pubblica di Grassi aveva sollevato molti commenti positivi e consensi nel Paese di fronte ai quali lui si era mostrato schivo: non amava il protagonismo.
Nella mia azione io ritengo di aver fatto ancora e semplicemente il mestiere di mercante. Vivo sul mercato da 40 anni. Non posso cedere le mie decisioni imprenditoriali alla criminalità
Libero Grassi
Nella foto di copertina i funerali dell'imprenditore siciliano. Il figlio Davide fa il segno di vittoria con la mano: nessuna resa alla criminalità
Per approfondire guarda anche:
Percorso didattico di Rai Scuola In ricordo delle vittime innocenti delle mafie
La mafia uccide Libero Grassi