Rai Scuola

Il tuo browser non supporta video HTML5

Il Mangiafagioli di Annibale Carracci

Naturalismo bolognese

Il Mangiafagioli, di Annibale Carracci, capolavoro giovanile del pittore bolognese, è un importante esempio ante litteram di quel fertile filone di pittura di genere che caratterizza il Seicento 

Nel filmato (Porta segreta, 2020), il presentatore entra a Palazzo Colonna dove, nella preziosa collezione, è custodita l'opera, una tela ad olio mediamente grande che inquadra il primo piano di un uomo a tavola davanti ad un piatto di fagioli.


Annibale Carracci, Il Mangiafagioli, 1584 – 1585 ca., olio su tela, 57x68cm, Galleria Colonna, Roma

Il contadino con cappello di paglia, camicia e gilet, copia dal vero dal giovane Annibale, è un'immagine che coglie come un'istantanea il momento in cui l'uomo solleva il cucchiaio colmo di legumi. L'espressione di sorpresa per la comparsa di un osservatore inaspettato, lo lascia a bocca aperta e con il braccio sollevato, mentre dal cucchiaio cadono alcune gocce di brodo. Con la mano sinistra l'uomo copre la pagnotta di pane, un gesto istintivo per difendere il suo cibo.
Sulla tovaglia immacolata sono disposti, ordinatamente, la ciotola di fagioli, alcuni cipollotti, la pagnotta, un piatto con della focaccia, un coltello, un boccale e un calice di vino. A sinistra, una finestra illumina la scena.
Nel Novecento, molti storici dell’arte attribuirono Il Mangiafagioli ad artisti diversi, fra cui Bartolomeo Passarotti maestro di Annibale (L'Enigma di Omero di Bartolomeo Passerotti), ma dagli anni Cinquanta del secolo scorso, la tela è considerata all'unanimità del Carracci. 
Il Mangiafagioli, nel 1679, risultava essere stato in mano al cardinale Lazzaro Pallavicini che soggiornò a Bologna dal 1670 al 1673, in qualità di legato pontificio. In seguito, l'opera fu ceduta dalla famiglia ai Colonna.


Annibale Carracci, Ragazzo che beve, 1598-1599, olio su tela, 55,8X43,7cm, Cleveland Museum of Art, Cleveland

Il Mangiafagioli, non è la sola scena di genere dedicata al quotidiano e dipinta da Annibale in gioventù; a Bologna infatti, il Carracci frequentò molto la pittura di genere, si pensi alla Grande macelleria (1585; Christ Church Gallery, Oxford), o a Bambini che giocano con il gatto (1588-90; Metropolitan Museum, New York), o ancora, alle molte versioni di Ragazzo che beve.


Annibale Carracci, Bambini che giocano con il gatto, 1588-90, Metropolitan Museum, New York

Nel Mangiafagioli, molte sono le affinità stilistiche riscontrabili in opere di altri pittori a lui contemporanei, in primis quelle del maestro bolognese Passarotti e del cremonese Vincenzo Campi.
Nel Mangiafagioli di Annibale, tuttavia, a differenze delle scenette ancora manieriste e descrittive di Campi e Passarotti, l’uomo esprime la consapevolezza di essere osservato con la piena sorpresa. 

Il Mangiafagioli presenta una cromia di colori terrosi e tendenti al grigio molto equilibrata. La luce provenire da una finestra a sinistra e poggia sugli oggetti creando ombre proiettate sul tavolo

Il piano del tavolo, frontale quello del dipinto e parallelo al bordo inferiore, crea immediatamente un senso geometrico dello spazio, un dimensionamento costruito anche dalla fuga prospettica della finestra della parete di sinistra con la forte ortogonale delle sbarre di legno incrociate.
Nonostante il naturalismo della scena, la disposizione degli oggetti sul piano è attentamente studiata e la raffigurazione dei singoli oggetti, evita accuratamente la sovrapposizione delle forme per sfruttare il contrasto con la tovaglia bianca. Il bicchiere di vino, inoltre, è collocato in una posizione scomoda per l’uomo, davanti al boccale, verso il fronte del dipinto. Forse, una collocazione più a sinistra avrebbe determinato una composizione troppo rigida e ordinata.

APPROFONDIMENTI
Galleria Colonna di Roma