Il tuo browser non supporta video HTML5
Europa dell'est. Italiani in Polonia e Lituania
Festa Barocca, 1981-1982
Il breve filmato estratto della quinta puntata della serie televisiva Festa Barocca (1981-'82) di Folco Quilici e Jean Antoine (Barocco e brume di Jean Antoine), introduce il Barocco dell’Europa dell’est, tra Polonia e Lituania, fiorito tra Sei e Settecento grazie all’opera dei gesuiti italiani.
Sulle colline di Wawel a Cracovia, antica capitale della Polonia prima di Varsavia, sorge la Cattedrale omonima, nota anche come Basilica dei Santi Stanislao e Venceslao, patroni del paese.
Vista della Cattedrale di Wawel, Cracovia, Polonia
Eretta intorno al Mille, rimaneggiata in forma Romanica e in seguito ad un incendio modificata con tre navate e transetto in stile Gotico, la Cattedrale di Wawel assume l’aspetto attuale tra Cinque e Seicento.
Oggi conserva al suo interno ben diciannove cappelle importanti, per lo più cinquecentesche, forgiate da artisti italiani, tra cui, l’architetto e scultore fiorentino Bartolomeo Berrecci (1480-1537) che impresse una vera svolta con l’ideazione della Cappella Reale, o di Sigismondo, voluta da re Sigismondo I il Vecchio (1467-1548) e realizzata da un gruppo di artisti italiani.
Kacper Bażanka, elmo della Torre dell’Orologio, Cattedrale di Wawel, 1718, Cracovia, Polonia
Ancora una volta, l'interno Barocco della Cattedrale di Wawel fu per lo più opera di architetti italiani o formati in Italia. Degne di menzione, la progettazione della Tomba di San Stanislao (1629) di Giovanni Trevano, l’Altare della Cattedrale (1650) di Giovanni Battista Gisleni (1600-1672) e il completamento della torre, con elmo, ad opera del borrominiano Kacper Bażanka (1680-1726), anche lui formato in Italia all’Accademia di San Luca (Roma).
Peter von der Rennen, Reliquario di San Stanislao, 1669-’71, Cattedrale di Wawel, 1718, Cracovia, Polonia
Al centro della Cattedrale, sotto un baldacchino con cupola dorata, il reliquario d’argento di San Stanislao, realizzato tra il 1669 e il ‘71 da Peter von der Rennen (1607-1671), un talentuoso orafo di Danzica che seppe interpretare la plastica del Barocco negli espressivi angeli inginocchiati a reggere la tomba e nei dodici rilievi dedicati alla vita e ai miracoli del Santo.
Particolarità tipicamente Barocca del luogo, una serie di cappelle volute dai monaci di San Bernardino e collocate nell’ampio parco del Monastero, lungo un percorso di circa sei chilometri, a riproporre le Stazioni della Via Crucis che si susseguono nel magnifico paesaggio naturale.
Dal 1999 il Santuario è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
Jan Zaore, Facciata della Chiesa di san Pietro e Paolo, 1668-‘76, Vilnius, Lituania
A Vilnius, capitale e città più popolosa della Lituania, sorge la Chiesa di San Pietro e Paolo, gioiello del Barocco di controriforma, voluta dal nobile polacco-lituano e capo di armata, Hetman Mykolas Kazimieras Pacas (1624-1683), qui sepolto.
Sorta sulle fondamenta dell'ex monastero del Canonici Regolari Lateranensi, i lavori di costruzione della Chiesa iniziarono il 29 giugno 1668, giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, sotto la direzione dell'architetto di Cracovia Jan Zaore, e dell’ingegnere lucchese Giovanni Battista Frediani, dei quali si hanno poche notizie.
Terminata nel 1676, la chiesa con pianta tradizionale a croce latina e cupola ribassata visibile solo da lontano, culmina con una lanterna che illumina l’interno.
La facciata, di proporzioni pesanti, è divisa da un cornicione con un balcone prominente in alto e colonne autoportanti. Incorniciano il tutto, due campanili circolari in basso e ottagonali in contralto.
Interno della Chiesa di San Pietro e Paolo, 1668-‘76, Vilnius, Lituania
San Pietro e Paolo è una delle chiese barocche più studiate della Lituania per le sue oltre duemila decorazioni interne che la rendono un capolavoro nazionale. Probabilmente fu lo stesso Kazimieras Pacas a portare a Vilnius gli scultori italiani Giovanni Pietro Perti (1648-1714) e Giovanni Maria Galli (1625-1665) autori di una grandiosa decorazione simbolica, a stucco, che infonde all'ambiente un biancore quasi accecante.
I complessi ornamenti di angeli, soldati, draghi, centauri, girasoli, raffigurazioni di San Cristoforo, del Bambino Gesù, della Morte e del Giudizio universale, testimoniano a San Pietro e Paolo l’eredità architettonica italiana più importante di Vilnius.
FOTO DI COPERTINA
Vista delle cupole della Cattedrale di Wawel, Cracovia, Polonia
Sulle colline di Wawel a Cracovia, antica capitale della Polonia prima di Varsavia, sorge la Cattedrale omonima, nota anche come Basilica dei Santi Stanislao e Venceslao, patroni del paese.
La Cattedrale ha accolto incoronazioni e sepolture di vescovi e sovrani di diverse dinastie reali, assieme a uomini illustri ed eroi nazionali polacchi.La storia ultra-millenaria della Cattedrale di Wawel è legata alla venerazione di San Stanislao, vescovo di Cracovia assassinato nel 1079 per ordine del re Boleslao il Temerario
Eretta intorno al Mille, rimaneggiata in forma Romanica e in seguito ad un incendio modificata con tre navate e transetto in stile Gotico, la Cattedrale di Wawel assume l’aspetto attuale tra Cinque e Seicento.
Oggi conserva al suo interno ben diciannove cappelle importanti, per lo più cinquecentesche, forgiate da artisti italiani, tra cui, l’architetto e scultore fiorentino Bartolomeo Berrecci (1480-1537) che impresse una vera svolta con l’ideazione della Cappella Reale, o di Sigismondo, voluta da re Sigismondo I il Vecchio (1467-1548) e realizzata da un gruppo di artisti italiani.
I materiali caratteristici del Barocco di Cracovia, il marmo nero di Dębnik e quello rosa di Paczółtowice, entrarono nell'arredo interno della Cattedrale assieme a decorazioni d’oro e argento.Nel Sei Settecento, in epoca Barocca, grazie a generose donazioni di re, vescovi, magnati e canonici, nella Cattedrale di Wawel furono introdotti nuove cappelle, altari, torri, lapidi e dipinti
Kacper Bażanka, elmo della Torre dell’Orologio, Cattedrale di Wawel, 1718, Cracovia, Polonia
Ancora una volta, l'interno Barocco della Cattedrale di Wawel fu per lo più opera di architetti italiani o formati in Italia. Degne di menzione, la progettazione della Tomba di San Stanislao (1629) di Giovanni Trevano, l’Altare della Cattedrale (1650) di Giovanni Battista Gisleni (1600-1672) e il completamento della torre, con elmo, ad opera del borrominiano Kacper Bażanka (1680-1726), anche lui formato in Italia all’Accademia di San Luca (Roma).
Peter von der Rennen, Reliquario di San Stanislao, 1669-’71, Cattedrale di Wawel, 1718, Cracovia, Polonia
Al centro della Cattedrale, sotto un baldacchino con cupola dorata, il reliquario d’argento di San Stanislao, realizzato tra il 1669 e il ‘71 da Peter von der Rennen (1607-1671), un talentuoso orafo di Danzica che seppe interpretare la plastica del Barocco negli espressivi angeli inginocchiati a reggere la tomba e nei dodici rilievi dedicati alla vita e ai miracoli del Santo.
A circa trentatré chilometri a sud di Cracovia, sorge il Santuario della Passione della Madonna del Calvario, concepito da due gesuiti, un italiano e in polacco e realizzato dall'architetto fiammingo Paul Baudarth a inizi Seicento. Il Santuario ospita un complesso di edifici di culto, tra cui la Basilica dedicata alla Madonna degli Angeli in stile Tardobarocco con elementi Rococò e il Convento dei frati minori francescani.Il Barocco della Cattedrale di Wawel, si innesta felicemente nelle forme orientali, gotiche e rinascimentali restituendo un gioiello unico frutto di sintesi tra le diverse arti
Particolarità tipicamente Barocca del luogo, una serie di cappelle volute dai monaci di San Bernardino e collocate nell’ampio parco del Monastero, lungo un percorso di circa sei chilometri, a riproporre le Stazioni della Via Crucis che si susseguono nel magnifico paesaggio naturale.
Dal 1999 il Santuario è stato inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
A Vilnius, capitale e città più popolosa della Lituania, sorge la Chiesa di San Pietro e Paolo, gioiello del Barocco di controriforma, voluta dal nobile polacco-lituano e capo di armata, Hetman Mykolas Kazimieras Pacas (1624-1683), qui sepolto.
Sorta sulle fondamenta dell'ex monastero del Canonici Regolari Lateranensi, i lavori di costruzione della Chiesa iniziarono il 29 giugno 1668, giorno della festa dei Santi Pietro e Paolo, sotto la direzione dell'architetto di Cracovia Jan Zaore, e dell’ingegnere lucchese Giovanni Battista Frediani, dei quali si hanno poche notizie.
Terminata nel 1676, la chiesa con pianta tradizionale a croce latina e cupola ribassata visibile solo da lontano, culmina con una lanterna che illumina l’interno.
La facciata, di proporzioni pesanti, è divisa da un cornicione con un balcone prominente in alto e colonne autoportanti. Incorniciano il tutto, due campanili circolari in basso e ottagonali in contralto.
San Pietro e Paolo è una delle chiese barocche più studiate della Lituania per le sue oltre duemila decorazioni interne che la rendono un capolavoro nazionale. Probabilmente fu lo stesso Kazimieras Pacas a portare a Vilnius gli scultori italiani Giovanni Pietro Perti (1648-1714) e Giovanni Maria Galli (1625-1665) autori di una grandiosa decorazione simbolica, a stucco, che infonde all'ambiente un biancore quasi accecante.
I complessi ornamenti di angeli, soldati, draghi, centauri, girasoli, raffigurazioni di San Cristoforo, del Bambino Gesù, della Morte e del Giudizio universale, testimoniano a San Pietro e Paolo l’eredità architettonica italiana più importante di Vilnius.
FOTO DI COPERTINA
Vista delle cupole della Cattedrale di Wawel, Cracovia, Polonia