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Praga. Il cuore Barocco della Boemia

Festa barocca, 1980-1982

Il breve filmato estratto della terza puntata della serie televisiva Festa Barocca (1981-'82) di Folco Quilici e Jean Antoine (Il lungo confine del Nord di Folco Quilici), introduce la cultura architettonica seicentesca a Praga, perla della Repubblica Ceca il cui aspetto più caratteristico è la connivenza dello stile Gotico con il Barocco. È il caso dell'architetto praghese Jan Blažej Santini-Aichel (1677–1723), chiamato Giovanni Biagio Santini per le sue origini italiane, attivo soprattutto in Boemia.
L’architettura Barocca di Praga si sviluppa nel Sei e Settecento in Boemia, Moravia e Slesia, regioni che oggi costituiscono la Repubblica Ceca.

La Boemia ha un cuore Barocco che risale agli inizi del Seicento, quando lo stile dilagò dall’Italia cattolica, fortemente sostenuto dalla ricca aristocrazia e dalla chiesa romana, divenendo l’unico credo legale dopo il 1627, durante la Guerra dei Trent'anni

Gli Asburgo avevano imposto con violenza al popolo ceco la religione cattolica portata in Boemia dai Gesuiti che, oltre al verbo, innestarono qui il fiorente Barocco italiano. Architetto importante per le prime espressioni del nuovo stile che a Praga s'innestò nell'architettura Manierista, fu Carlo Lurago (1615-1684) che arrivò in città dalla provincia di Como per lavorare proprio con i Gesuiti. 
Le espressioni fastose e ridondanti del Barocco boemo sparso ovunque per chiese, case, palazzi e castelli, diventarono per gli Asburgo uno strumento di propaganda: un cattolicesimo dorato, stuccato e sfarzoso si innestava nel mezzo di una città di cultura protestante, sobria e austera, per mano di architetti giunti da fuori, Baviera, Austria e Francia, ma principalmente Italia. 


Cupola e Torre campanaria della Chiesa di San Nicola in Malá Strana, Praga

A Praga, nel cuore Barocco della città, Malá Strana, il Piccolo Quartiere, si erge la splendida "Chiesa di San Nicola" (1673-1761), da non confondere con l'altra chiesa omonima, posta nella città vecchia. Nata in piena Controriforma, su progetto dell'architetto bavarese Christoph Dientzenhofer (1655–1722) e del figlio Kilian Ignaz (1689–1751), che si susseguirono negli anni, l'edificio restituisce le forme di un Barocco maturo, quasi Rococò nelle linee sinuose e arrotondate della facciata. 
I due Dientzenhofer, sono conosciuti per il loro stile detto “Radical Baroque”, ispirato da esempi del nord Italia, in particolare da Guarino Guarini (1624-1683; Torino. Dai Castellamonte a Guarini), che lavorò molto nella curvatura delle pareti e nell’intersezione degli spazi ovali.
Già nelle opere di Christoph, è evidente l'assimilazione di Guarini assieme alla grammatica di Francesco Borromini (1599-1667; Borromini: eleganza, rigore e tormento), pertanto, malgrado le notizie sulla sua formazione siano scarse, è probabile un suo viaggio in Italia. 
La cupola e la torre campanaria di "San Nicola" che dominano l’intero quartiere di Malá Strana, furono erette da Kilián; la prima ha un diametro di venti metri, mentre l'altezza interna fino al culmine della lanterna tocca quasi i cinquanta, costituendo, all'epoca, la vetta più alta di Praga, nonché un esemplare monumentale di Barocco boemo.


Interno della Chiesa di San Nicola in Malá Strana, Praga

La decorazione interna del complesso con gli affreschi del pittore viennese Jan Lukáš Kracker (1717-1779), eseguiti tra il 1760 e il '61, mostrano "l’Apoteosi di San Nicola tra i Padri della Chiesa e gli adoratori" in uno stile Tardo Barocco contaminato dai modelli italiani, in particolare dai contemporanei veneziani come Giambattista Tiepolo (1696–1770). 


Chiesa di San Nicola nella città vecchia, Praga

L'altra "Chiesa di San Nicola", situata nella Città Vecchia, fu eretta da Kilian Dientzenhofer e terminata nel 1735. La chiesa, originariamente rivolta verso una piccola piazza chiamata "mercato dei polli", era circondata da edifici poi demoliti nel tempo, pertanto l'attuale collocazione non rende l'effetto visivo finale voluto dall'architetto che non l'aveva progettata per essere vista a distanza. Infatti, dovendo lavorare in uno spazio ristretto, Kilián, concepiva la chiesa come il corpo centrale allungato in una pianta a croce, sormontato da una cupola poggiante su un tamburo ottagonale. Iniziata nel 1727 e terminata nel '35, la chiesa fu spogliata dai suoi decori nel 1781, quando Giuseppe II fece chiudere tutti i monasteri che non svolgevano attività socialmente utili. 


Il Ponte San Carlo, Praga

Il "Ponte San Carlo" sul fiume Moldava, eretto nel Trecento a collegamento tra la Città Vecchia il quartiere di Malá Strana, nel Seicento venne decorato da trenta statue barocche che lo rendono tutt'oggi un gioiello di attrazione turistica. Se lo stesso fenomeno succedeva a "Ponte Sant'Angelo" di Roma con Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), a rendere noto questo ponte fu la figura di un Santo, Giovanni Nepomuceno, ovvero Nepomuk (1349–1393). Canonico nella cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, Nepomuk fu fatto uccidere per annegamento perché scomodo alla corona. 
Proclamato Santo da Benedetto XIII (1729), Nepomuk è divenuto patrono della Boemia e Santo dei Ponti. Ancora oggi, il 16 maggio, ricorre la sua festa, una festa Barocca dilagata nel nord Europa che non dimentica le sue origini.


Matthias Rauchmüller, Statua di San Giovanni Nepomuceno, 1683, Praga

Nel 1683, la prima statua a cappeggiare su ponte San Carlo, fu proprio quella di "San Giovanni Nepomuceno", opera dello scultore tedesco Matthias Rauchmüller (1645-1686). È credenza diffusa che la statua porti fortuna toccando la lapide alla sua base, che ricorda il punto esatto dell'esecuzione del Santo. Nelle credenze popolari, il tocco miracoloso assicura la buona sorte per i successivi dieci anni e promette il ritorno a Praga.
Anche a Roma, di fronte a Ponte Milvio, da fine Settecento  campeggia la statua di San Giovanni Nepomuceno.

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FOTO DI COPERTINA
Vista di Praga