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Giambattista e Giandomenico Tiepolo a Villa Pisani
I diritti della fantasia, 1° puntata, terza parte
Gli abissi di Tiepolo (2020), serie ideata e condotta dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, con la collaudata regia di Luca Criscenti, celebra l’ultimo grande pittore italiano dell’età moderna in occasione dei 250 anni dalla morte.
Le quattro puntate di un’ora circa l’una, trasmesse in prima serata da Rai 5, sono qui presentate integralmente da Rai Scuola in forma di brevi brani consecutivi.
In quest’ultima parte della prima puntata, oggetto del racconto di Montanari è un’opera emblematica di Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Una tipica villa veneta tardo cinquecentesca, già riammodernata nel Seicento, nel 1720 veniva completamente ristrutturata per volere dei nobili Alvise e Almorò Pisani, un'antica famiglia del patriziato veneziano.
Desiderosi di pareggiare la reggia di Versailles, il progetto molto ambizioso dei Pisani iniziava con l’acquisto dei terreni adiacenti e la creazione di un parco giardino, con terrazze, labirinti e serre. Al primo architetto, Gerolamo Frigimelica (già progettista di Palazzo Pisani a Venezia), succedeva Francesco Maria Preti, che completava l’opera nel 1756, su un impianto architettonico di rigore palladiano.
Al figlio Giandomenico e a Jacopo Guarana, Tiepolo affidò le figurazioni pittoriche delle pareti.
La complessa composizione del soffitto, riunisce assieme, tra le varie allegorie e apparizioni celesti, anche i membri della famiglia.
Il significato globale dell'Apoteosi dei Pisani è qui riassunto nell'esaltazione dell'esercizio delle “Virtù” e delle “Arti” in tempo di pace, di cui la “Fama” dà notizia alle quattro parti del mondo mettendo in fuga la “Guerra” e il “Vizio”.
Con la Rivoluzione francese, la fine dell’importanza economica e politica di Venezia determinava anche l'impoverimento delle casse dei Pisani che ebbero un temporaneo sollievo dal ricavato della vendita della villa, comperata nel luglio del 1807, da Napoleone Bonaparte.
Nel corso dei secoli, altri personaggi abitarono e soggiornarono nelle stanze di villa Pisani e dopo Napoleone, anche Francesco I d'Austria.
Nel 1866, la villa diviene proprietà dei Savoia, re d'Italia e vent'anni dopo, fu ceduta alla Stato.
Gli abissi di Tiepolo di Tomaso Montanari; regia: Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Emanuele Redondi; produzione: Land Comunicazioni; 4 puntate x 60min., 2020
FOTO DI COPERTINA
Giambattista Tiepolo, Apoteosi della famiglia Pisani, affresco, cm 2335x1350 ca., 1760-62, Villa Pisani, Strà, Venezia
Le quattro puntate di un’ora circa l’una, trasmesse in prima serata da Rai 5, sono qui presentate integralmente da Rai Scuola in forma di brevi brani consecutivi.
In quest’ultima parte della prima puntata, oggetto del racconto di Montanari è un’opera emblematica di Giambattista Tiepolo (1696-1770).
Tra il 1760 e ’62, all’età di sessantaquattro anni, Tiepolo e il figlio Giandomenico (1727-1804) affrescano Villa Pisani, situata sulla riva sinistra del fiume Brenta di fronte a San Pietro di Strà (Venezia).Si tratta del suo ultimo grande affresco italiano, prima della partenza, senza ritorno, verso Madrid
Una tipica villa veneta tardo cinquecentesca, già riammodernata nel Seicento, nel 1720 veniva completamente ristrutturata per volere dei nobili Alvise e Almorò Pisani, un'antica famiglia del patriziato veneziano.
Desiderosi di pareggiare la reggia di Versailles, il progetto molto ambizioso dei Pisani iniziava con l’acquisto dei terreni adiacenti e la creazione di un parco giardino, con terrazze, labirinti e serre. Al primo architetto, Gerolamo Frigimelica (già progettista di Palazzo Pisani a Venezia), succedeva Francesco Maria Preti, che completava l’opera nel 1756, su un impianto architettonico di rigore palladiano.
Tiepolo eseguiva gli affreschi del Salone da ballo con una grandiosa scena del soffitto che dava immagine alla nobile casata: il “Trionfo della famiglia Pisani”, fu realizzato in collaborazione con un altro quadraturista, Pietro Visconti, ideatore di architetture dipinte già concepite con uno spirito un po’ neoclassico, fa notare Montanari.I Pisani amavano la vita gioiosa, la villeggiatura, le feste e il lusso, ma pareggiavano tutto questo con l’amore per le arti espresso in generose iniziative
Al figlio Giandomenico e a Jacopo Guarana, Tiepolo affidò le figurazioni pittoriche delle pareti.
La complessa composizione del soffitto, riunisce assieme, tra le varie allegorie e apparizioni celesti, anche i membri della famiglia.
Il significato globale dell'Apoteosi dei Pisani è qui riassunto nell'esaltazione dell'esercizio delle “Virtù” e delle “Arti” in tempo di pace, di cui la “Fama” dà notizia alle quattro parti del mondo mettendo in fuga la “Guerra” e il “Vizio”.
Grazie alle notevoli dimensioni del soffitto, Tiepolo può riunire è disporre in modo vario, nella spaziosità del cielo luminoso, tutto il repertorio della sua pittura: dalle suntuose figure femminili, alle scene di battaglia, dall'armonia dell'idillio campestre, fino all'acutezza e immediatezza dei ritratti.L'opera, sintesi di tutta la capacità creativa del vecchio artista, mostra elementi compositivi, cromatici e illusionistici unificati nell'apparente facilità e naturalezza dell'esito pittorico dell'affresco
Con la Rivoluzione francese, la fine dell’importanza economica e politica di Venezia determinava anche l'impoverimento delle casse dei Pisani che ebbero un temporaneo sollievo dal ricavato della vendita della villa, comperata nel luglio del 1807, da Napoleone Bonaparte.
Nel corso dei secoli, altri personaggi abitarono e soggiornarono nelle stanze di villa Pisani e dopo Napoleone, anche Francesco I d'Austria.
Nel 1866, la villa diviene proprietà dei Savoia, re d'Italia e vent'anni dopo, fu ceduta alla Stato.
Gli abissi di Tiepolo di Tomaso Montanari; regia: Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Emanuele Redondi; produzione: Land Comunicazioni; 4 puntate x 60min., 2020
FOTO DI COPERTINA
Giambattista Tiepolo, Apoteosi della famiglia Pisani, affresco, cm 2335x1350 ca., 1760-62, Villa Pisani, Strà, Venezia