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Tiepolo a Villa Baglioni e Palazzo Sandi

I diritti della fantasia, 1° puntata, seconda parte

Gli abissi di Tiepolo (2020), serie ideata e condotta dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, con la collaudata regia di Luca Criscenti, celebra l’ultimo grande pittore italiano dell’età moderna in occasione dei 250 anni dalla morte. 
Le quattro puntate di un’ora circa l’una, trasmesse in prima serata da Rai 5, sono qui presentate integralmente da Rai Scuola in forma di brevi brani consecutivi.
“I diritti della fantasia” del giovane Giambattista Tiepolo (1696-1770) emergono fin dalle primissime opere ad affresco, tecnica che fu il suo cavallo di battaglia e che già da adesso, elabora in stretta collaborazione con il quadraturista Gerolamo Mengozzi, detto il Colonna (1686-1774). 

Montanari, sulle tracce dei primi passi del pittore, chiarisce fin d’ora la particolarissima concezione della sua arte, per nulla naturalistica, ma tutta giocata su un universo onirico dove realtà e sogno si confondono

I sogni dipinti da Tiepolo sono fatti di angeli, figure seminude, nuvole rosa e magnifici cavalli bianchi che già appaiono a Villa Baglioni di Massanzago (Padova), prima grande opera a carattere mitologico eseguita dal giovane pittore intorno al 1718. Sul soffitto del piano nobile, Giovanni Battista Baglioni aveva commissionato a Tieplo un “Trionfo dell’Aurora” e alle pareti, la “Caduta di Fetonte nell'Eridano”; “Le Eliadi si trasformano in pioppi”; “Fetonte chiede il carro del Sole ad Apollo”.

Memore del suo Veronese, Tiepolo dipinge, tra  figure d’invenzione, gli abitanti della villa suoi contemporanei e fa dissolvere i corpi nella luce reale che entra nella stanza

Nel 1724 il conte Tommaso Sandi, erede di una importante famiglia di avvocati e recenti membri del patriziato veneziano, in occasione delle nozze del figlio Vettor, commissionava a Tiepolo un ciclo decorativo per celebrare le nobili virtù della famiglia. 
Nel soffitto del Salone del piano nobile di Palazzo Sandi, Tiepolo affrescò “Il Trionfo dell’Eloquenza”, incorniciato da un fregio monocromo del pittore veneziano Nicolò Bambini (1651-1736), un insieme oggi ritenuto unico e indivisibile.

Infatti, per comprendere pienamente le ragioni e il significato dell’intero schema decorativo del salone, le opere dei due artisti non sono separabili

La committenza aspirava a un programma iconografico che, sebbene disposto su superfici differenti, riunificasse la narrazione pittorica di due concetti opposti, ma connessi. Il soggetto principale del soffitto, “Il Trionfo dell’Eloquenza”, si contrappone all’’’Allegoria della lascivia” o “Umanità primitiva”, del fregio sottostante. 
Se il soffitto di Tiepolo celebra il potere della parola, espressione di un’umanità evoluta e illuminata da virtù, quali saggezza ed eloquenza associate alla professione di avvocatura, il fregio sottostante di Bambini mostra l’esistenza primordiale in un mondo ancora primitivo.

Centauri, satiri, pegasi e fauni popolano il fregio alle pareti: esseri nudi ed errabondi in lotta tra loro, la cui crudeltà è sottolineata dall’assonanza con i combattimenti feroci tra tori, leoni, ippogrifi e unicorni

Recentemente restaurato, l’affresco di Tiepolo è stato foriero di importanti scoperte. Pulendo le molte tracce di interventi successivi, l’opera ddell'artista ha rivelato dettagli prima sconosciuti, come il ritratto del committente Tomaso Sandi, l’unico personaggio del dipinto in abiti settecenteschi. Inserire nel dipinto l’immagine della persona che ha reso possibile l’opera, da ora in poi diverrà un elemento ricorrente negli affreschi di Tiepolo.

Gli abissi di Tiepolo, di Tomaso Montanari; regia: Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Emanuele Redondi; produzione: Land Comunicazioni; 4 puntate x 60min., 2020

FOTO DI COPERTINA 
Giambattista Tiepolo, Il Trionfo dell'Eloquenza, dettaglio, 1724, Palazzo Sandi