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Tiepolo come Veronese a Udine

La storia è resurrezione, 2° puntata, prima parte

Gli abissi di Tiepolo (2020), serie ideata e condotta dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, con la collaudata regia di Luca Criscenti, celebra l’ultimo grande pittore italiano dell’età moderna in occasione dei 250 anni dalla morte. 
Le quattro puntate di un’ora circa l’una, trasmesse in prima serata da Rai 5, sono qui presentate integralmente da Rai Scuola in forma di brevi brani consecutivi.
Nella prima parte della seconda puntata “La storia è resurrezione”, il giovane Giambattista Tiepolo (1696-1770) erompe nella scena dell’entroterra veneto a Udine, vivace ed elegante cittadina friulana, fin dal primo Quattrocento, territorio veneziano e antica sede del Patriarcato di Aquileia (Udine, città dei Tiepolo).

Con questa commissione, Tiepolo sanciva l’inizio di una carriera da grande frescante che, dal territorio veneto, arriverà nelle corti europee 

La nobiltà del posto già da tempo coltivava un gusto raffinato e moderno in materia d’arte, grazie ai duraturi e vivaci contatti con la Serenissima
Nel 1726, il giovane pittore veniva chiamato da Dionisio Dolfin, Patriarca di Udine che, a coronamento della complessa riqualificazione architettonica dell’antico Palazzo dei Patriarchi, gli commissiona la decorazione interna. 
La “Caduta degli Angeli ribelli” (1726), situato a coronamento dello scalone centrale del palazzo, mostra un Tiepolo in completa autonomia e libertà di linguaggio, capace di valorizzare l’altezza della struttura in un ardito gioco prospettico di luce (Il giovane Tiepolo e il Patriarca di Udine). 

C’è una linea di continuità che attraversa la storia dell’arte. Se Caravaggio era stato celebrato come il nuovo Giorgione, Tiepolo si presenta come il nuovo Veronese
Tomaso Montanari

Lo storico dell’arte, che ci conduce attraverso diversi luoghi del Palazzo affrescati dall’artista, mette in luce lo stretto legame che univa Tiepolo a Paolo Veronese (1528-1588), un pittore che con Giorgione, Tiziano e poi Tintoretto, fu maestro indiscusso della grande stagione pittorica del Cinquecento veneziano. 
Già i contemporanei di Tiepolo, fa noare Montanari, si erano accorti della cifra del “nuovo Veronese”, capace di grandi composizioni architettoniche e di figure.
Tra 1727 e ‘29, in collaborazione con il quadraturista Gerolamo Mengozzi Colonna (1686–1774), Tiepolo affrescava soffitto e pareti della “Galleria degli ospiti”, uno spazio lungo e stretto nel quale Dolfin sceglie un altro tema biblico: le “storie dei patriarchi” Abramo, Isacco e Giacobbe. 
Personaggi mitici e reali, in abiti cinquecenteschi ricamati con il colore e le forme di Veronese, ricoprono le pareti, mentre sul soffitto, il “Sacrificio di Isacco”, è anocra memore della pittura scura e drammatica del veneziano Piazzetta (1683-1754). Inserita dentro ricche cornici, la scena si staglia nel cielo cangiante di rosa e azzurro, una luce che presto farà smaterializzare anche questi ultimi corpi più veri.  

Gli abissi di Tiepolo di Tomaso Montanari; regia: Luca Criscenti; fotografia: Francesco Lo Gullo; montaggio: Emanuele Redondi; produzione: Land Comunicazioni; 4 puntate x 60min., 2020

FOTO DI COPERTINA
Tomaso Montanari nella Galleria degli ospiti durante le riprese, 2020