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Nascita dell'Encyclopédie
"Il sogno di D'Alembert", una docufiction RAI
“Il sogno di D’Alembert” (1977), è la prima di cinque docufiction in costume realizzate dalla Rai per la serie “Uomini della scienza”.
Curate dal matematico ed animatore culturale Lucio Lombardo Radice e dal regista Ansano Giannarelli, l’ambiziosa serie voleva introdurre in complesso rapporto tra scienza e società in prima serata per una platea eterogenea.
Lo stile didattico della docufiction ricorda vagamente le biografie televisive firmate per la Rai da Roberto Rossellini (Blaise Pascal, 1972; L'età di Cosimo de' Medici, 1972-73; Cartesius, 1974), ma la grande novità era il periodo storico preso in esame. Dopo gli sceneggiati di tradizione umanistica italiana, che sul piccolo schermo avevano dato vita alle figura di Michelangelo (1964), Caravaggio (1967) e non ultimo Leonardo da Vinci (1971) diretto da Renato Castellani, Lombardo Radice sceglieva di raccontare le vicende di personaggi vissuti tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, un periodo dirompente che, della Rivoluzione francese in poi, aveva visto un riassetto senza precedenti di equilibri politici, culturali e anche scientifici.
“Il sogno di D’Alembert”, che prendeva spunto dall’omonimo scritto di Denis Diderot (1713–1784), intendeva scandagliare il rapporto tra scienza e tecnica al tempo dei philosophes. Infatti, dopo una breve presentazione dei diversi personaggi, una scena è dedicata ad un'anatra meccanica azionata dal suo inventore, Jacques de Vaucanson (1709–1782), celebre per le sue costruzioni di complessi automi.
La docufiction narra la straordinaria realizzazione dell'Encyclopédie, ad opera degli Illuministi, maturata nell'ambito dell'amicizia tra i filosofi Jean Baptiste D'Alembert (1717–1783), matematico e Denis Diderot, scrittore e saggista spregiudicato, due personalità di spicco nel contesto della rivoluzione settecentesca dei Lumi.
La nascita dell’”Enciclopedia” incontrava molte difficoltà, fino all’ostracismo da parte di poteri forti della chiesa come i gesuiti, qui rappresentati in maniera un po’ macchiettistica.
La serata televisiva arrivò a trattare questioni scottanti del momento, spesso travisate da ideologie irremovibili che si sarebbero chiarite nei decenni successivi.
La televisione non era ancora pronta alla sfida di dar sostanza alla “storicità della scienza e della filosofia” e soprattutto, di tenere la discussione dentro ambiti che, all’epoca, non riguardassero la realtà delle forze produttive.
Il sogno di d’Alembert (1977), regia di Antonio Vergine, sceneggiatura di Aldo e Antonio Vergine, consulenza scientifica di Giorgio Israel e Piero Negrini. Prima messa in onda, su Rete 2, giovedì 13 ottobre 1977, durata 65min.
Dibattito sui problemi della divulgazione scientifica, svoltosi con la moderazione di Lucio Lombardo Radice e interventi di Vincenzo Cappelletti, Laura Conti, Luigi Firpo e Ruggiero Romano
Altri episodi della serie
La ballata dell’abate Spallanzani
Ipotesi sulla condanna dello scienziato Antoine Laurent Lavoisier
La luminosa carriera del Prof. Volta
Elogio di Gaspard Monge fatto da lui stesso
FOTO DI COPERTINA
L'incontro degli enciclopedisti in casa Diderot, 1859, stampa della collezione del Museo Statale di Storia Religiosa, San Pietroburgo
Curate dal matematico ed animatore culturale Lucio Lombardo Radice e dal regista Ansano Giannarelli, l’ambiziosa serie voleva introdurre in complesso rapporto tra scienza e società in prima serata per una platea eterogenea.
Gli episodi, girati a colori per la durata di un’ora circa, erano preceduti da una breve introduzione in bianco e nero dello stesso Lombardo Radice e al termine, seguiva un dibattito di esperti, girato in diretta in diversi luoghi; per questa occasione, la discussione avvenne all’Accademia delle Scienze di Torino.La serie inaugura un new deal della divulgazione della tivù pubblica, finalmente aperta ad argomenti di carattere scientifico
Lo stile didattico della docufiction ricorda vagamente le biografie televisive firmate per la Rai da Roberto Rossellini (Blaise Pascal, 1972; L'età di Cosimo de' Medici, 1972-73; Cartesius, 1974), ma la grande novità era il periodo storico preso in esame. Dopo gli sceneggiati di tradizione umanistica italiana, che sul piccolo schermo avevano dato vita alle figura di Michelangelo (1964), Caravaggio (1967) e non ultimo Leonardo da Vinci (1971) diretto da Renato Castellani, Lombardo Radice sceglieva di raccontare le vicende di personaggi vissuti tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, un periodo dirompente che, della Rivoluzione francese in poi, aveva visto un riassetto senza precedenti di equilibri politici, culturali e anche scientifici.
“Il sogno di D’Alembert”, che prendeva spunto dall’omonimo scritto di Denis Diderot (1713–1784), intendeva scandagliare il rapporto tra scienza e tecnica al tempo dei philosophes. Infatti, dopo una breve presentazione dei diversi personaggi, una scena è dedicata ad un'anatra meccanica azionata dal suo inventore, Jacques de Vaucanson (1709–1782), celebre per le sue costruzioni di complessi automi.
La docufiction narra la straordinaria realizzazione dell'Encyclopédie, ad opera degli Illuministi, maturata nell'ambito dell'amicizia tra i filosofi Jean Baptiste D'Alembert (1717–1783), matematico e Denis Diderot, scrittore e saggista spregiudicato, due personalità di spicco nel contesto della rivoluzione settecentesca dei Lumi.
La nascita dell’”Enciclopedia” incontrava molte difficoltà, fino all’ostracismo da parte di poteri forti della chiesa come i gesuiti, qui rappresentati in maniera un po’ macchiettistica.
Nel contesto storico di fine anni Settanta, quando in Italia il Partito Comunista dei lavoratori raccoglieva consensi mai visti prima, il sindacato faceva intervenire nello studio del dibattito di Torino un gruppo di operai della Mirafiori: l'idea fu devastante.La serata dedicata alla storia della scienza e della tecnica suscitò un ampio dibattito sulle pagine dei quotidiani da parte di intellettuali di destra e sinistra, nonché di liberi pensatori
La serata televisiva arrivò a trattare questioni scottanti del momento, spesso travisate da ideologie irremovibili che si sarebbero chiarite nei decenni successivi.
La televisione non era ancora pronta alla sfida di dar sostanza alla “storicità della scienza e della filosofia” e soprattutto, di tenere la discussione dentro ambiti che, all’epoca, non riguardassero la realtà delle forze produttive.
Il sogno di d’Alembert (1977), regia di Antonio Vergine, sceneggiatura di Aldo e Antonio Vergine, consulenza scientifica di Giorgio Israel e Piero Negrini. Prima messa in onda, su Rete 2, giovedì 13 ottobre 1977, durata 65min.
Dibattito sui problemi della divulgazione scientifica, svoltosi con la moderazione di Lucio Lombardo Radice e interventi di Vincenzo Cappelletti, Laura Conti, Luigi Firpo e Ruggiero Romano
Altri episodi della serie
La ballata dell’abate Spallanzani
Ipotesi sulla condanna dello scienziato Antoine Laurent Lavoisier
La luminosa carriera del Prof. Volta
Elogio di Gaspard Monge fatto da lui stesso
FOTO DI COPERTINA
L'incontro degli enciclopedisti in casa Diderot, 1859, stampa della collezione del Museo Statale di Storia Religiosa, San Pietroburgo