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Due esperienze verso il futuro
Scuola News - 27 aprile 2021
Guardando verso il futuro, nei prossimi anni ci sarà bisogno di lavorare per recuperare quegli elementi di dispersione che in questo periodo, soprattutto in alcune aree geografiche del paese, indubbiamente ci sono stati; bisognerà recuperare partecipazione, motivazione e ripensare all'esperienza fatta in questi mesi, all'uso degli strumenti digitali, in una luce appunto diversa, proiettata verso la scuola di domani.
Sappiamo che la didattica digitale fatta in questo periodo è stata emergenziale, condizionata, poco programmata, in molti casi sostitutiva anziché integrativa, però sappiamo anche che questo periodo è servito per toccare con mano molte potenzialità degli strumenti di didattica on-line. È servito probabilmente anche a migliorare alcuni livelli di competenze, a capire che tipo di interventi servono per garantire la massima inclusione anche delle attività fatte in rete.
In questa puntata partiamo da due esperienze diverse, ma tutte e due proiettate anche verso il futuro; due esperienze che collegano l’uso degli strumenti digitali anche alle possibilità e alle potenzialità che si aprono nella prospettiva di una ripresa piena anche delle attività in presenza.
La prima di queste esperienze è quella di Scholas Occurrentes, un’organizzazione Internazionale di diritto pontificio che è stata creata da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires e che oggi è presente in 190 Paesi, con una rete che comprende scuole e realtà educative di tutte le confessioni religiose, sia pubbliche sia private. Il suo obiettivo è promuovere la cultura dell’incontro per la Pace attraverso l'educazione.
Un anno fa, di fronte ad una scuola totalmente sconvolta a causa della pandemia di Covid-19, Scholas intuisce l'importanza del creare un luogo d'ascolto dedicato agli studenti, agli insegnanti e ai dirigenti scolastici italiani. In collaborazione con il Ministero dell'Istruzione sono nati due progetti educativi "Piazzetta Digitale" (a.s. 2019/2020) e "Emozioni digitali" (a.s. 2020/2021). Luoghi di ascolto e confronto sui sentimenti, desideri e sogni della comunità scolastica italiana.
La seconda esperienza riguarda il debate, un dibattito regolato tra due squadre composte da studentesse e studenti, in cui si discute una tesi: una delle due squadre deve difendere gli argomenti a favore e l'altra portare degli argomenti contro la tesi in discussione. Il debate ha un rischio: nel momento in cui ci viene chiesto di difendere una certa tesi, abbiamo poi la tendenza a identificarci in essa E quindi a convincerci che è giusta. Per evitare questo rischio, le due squadre si devono preparare sui pro e i contro prima di sapere quale squadra dovrà difendere una tesi e quale squadra dovrà invece criticarla. La pratica del debate può essere inserita anche in contesti più ampi, per esempio essere accompagnata da una sorta di terzo tempo di negoziazione in cui le due squadre cercano di trovare accordi o compromessi in modo da vedere se sia possibile, al di là della contrapposizione tra le due tesi, trovare una posizione negoziale comune.
In questo periodo di pandemia il debate si è dovuto svolgere necessariamente a distanza; si sono appena svolte le finali delle Olimpiadi italiane di debate: cosa succede quando una pratica di questo tipo, che sembra molto legata al confronto in presenza, si trasferisce a distanza? Abbiamo raccolto le testimonianze degli organizzatori e anche di due partecipanti alle Olimpiadi di debate, proprio per cercare di capire se c'è qualcosa dell'esperienza fatta in questo periodo che può essere utile recuperare anche in futuro.
Sappiamo che la didattica digitale fatta in questo periodo è stata emergenziale, condizionata, poco programmata, in molti casi sostitutiva anziché integrativa, però sappiamo anche che questo periodo è servito per toccare con mano molte potenzialità degli strumenti di didattica on-line. È servito probabilmente anche a migliorare alcuni livelli di competenze, a capire che tipo di interventi servono per garantire la massima inclusione anche delle attività fatte in rete.
In questa puntata partiamo da due esperienze diverse, ma tutte e due proiettate anche verso il futuro; due esperienze che collegano l’uso degli strumenti digitali anche alle possibilità e alle potenzialità che si aprono nella prospettiva di una ripresa piena anche delle attività in presenza.
La prima di queste esperienze è quella di Scholas Occurrentes, un’organizzazione Internazionale di diritto pontificio che è stata creata da Papa Francesco quando era arcivescovo di Buenos Aires e che oggi è presente in 190 Paesi, con una rete che comprende scuole e realtà educative di tutte le confessioni religiose, sia pubbliche sia private. Il suo obiettivo è promuovere la cultura dell’incontro per la Pace attraverso l'educazione.
Un anno fa, di fronte ad una scuola totalmente sconvolta a causa della pandemia di Covid-19, Scholas intuisce l'importanza del creare un luogo d'ascolto dedicato agli studenti, agli insegnanti e ai dirigenti scolastici italiani. In collaborazione con il Ministero dell'Istruzione sono nati due progetti educativi "Piazzetta Digitale" (a.s. 2019/2020) e "Emozioni digitali" (a.s. 2020/2021). Luoghi di ascolto e confronto sui sentimenti, desideri e sogni della comunità scolastica italiana.
La seconda esperienza riguarda il debate, un dibattito regolato tra due squadre composte da studentesse e studenti, in cui si discute una tesi: una delle due squadre deve difendere gli argomenti a favore e l'altra portare degli argomenti contro la tesi in discussione. Il debate ha un rischio: nel momento in cui ci viene chiesto di difendere una certa tesi, abbiamo poi la tendenza a identificarci in essa E quindi a convincerci che è giusta. Per evitare questo rischio, le due squadre si devono preparare sui pro e i contro prima di sapere quale squadra dovrà difendere una tesi e quale squadra dovrà invece criticarla. La pratica del debate può essere inserita anche in contesti più ampi, per esempio essere accompagnata da una sorta di terzo tempo di negoziazione in cui le due squadre cercano di trovare accordi o compromessi in modo da vedere se sia possibile, al di là della contrapposizione tra le due tesi, trovare una posizione negoziale comune.
In questo periodo di pandemia il debate si è dovuto svolgere necessariamente a distanza; si sono appena svolte le finali delle Olimpiadi italiane di debate: cosa succede quando una pratica di questo tipo, che sembra molto legata al confronto in presenza, si trasferisce a distanza? Abbiamo raccolto le testimonianze degli organizzatori e anche di due partecipanti alle Olimpiadi di debate, proprio per cercare di capire se c'è qualcosa dell'esperienza fatta in questo periodo che può essere utile recuperare anche in futuro.