La DaD è vera didattica?
Scuola News - 15 dicembre 2020
Siamo prossimi alle vacanze natalizie e verso la fine di una prima parte di anno scolastico che certo è stata molto faticosa, in cui si è dovuto lavorare solo o prevalentemente a distanza. In tale contesto si è ripresentato un tema già molto discusso durante il primo lockdown: la didattica a distanza è veramente didattica? In questi giorni si sono sentiti molto spesso slogan come “La scuola è solo scuola in presenza” o “La didattica a distanza non è didattica”.
La didattica a distanza di emergenza, che certo ha avuto forme non ottimali sia per il fatto di dover essere spesso sostitutiva e non integrativa, sia per il fatto di essere spesso non progettata, tuttavia è stata, in Italia e nel resto del mondo, lo strumento per continuare un dialogo didattico che altrimenti sarebbe stato completamente interrotto.
Se in futuro la didattica a distanza verrà utilizzata non più in forma in emergenziale, ma in forma progettata, consapevole e integrativa, potrà rivelarsi uno strumento prezioso per migliorare la qualità complessiva della nostra offerta didattica e formativa.
Altra considerazione è che non possiamo continuare a nasconderci solo dietro l'emergenza della situazione, perché se è vero che la didattica distanza sostitutiva è una modalità innaturale di lavoro per la scuola, è anche vero che la componente di improvvisazione, di assenza di previsione, di programmazione che ci poteva essere stata nelle prime fasi nel primo lockdown, ormai dovrebbe essere superata.
Dovremmo esserci abituati alle caratteristiche e anche ai limiti degli strumenti che utilizziamo ma anche alle loro potenzialità, e cominciare a progettare in modo più efficace la didattica on-line; purtroppo, in molti casi ancora non è così.
La didattica digitale è didattica, ma è diversa da quella tradizionale in presenza: il tentativo di ripetere a distanza le stesse forme, gli stessi riti, gli stessi modelli di interazione didattica e formativa che utilizziamo in presenza, è sbagliato.
Altro punto importate riguarda il fatto che oggi la didattica digitale in alcune situazioni non è inclusiva: c'è una difficoltà nel far partecipare al lavoro on-line studentesse e studenti che non abbiano attrezzature adeguate, che non abbiano banda sufficiente, che magari lavorino da case affollate con fratelli, sorelle che devono anche loro collegarsi, genitori che devono in certi casi lavorare in smart working.
Alcuni di questi limiti sono legati all'emergenza, altri sono strutturali, ma sono dei limiti, delle forme di esclusione che devono e possono essere superate.
Su questi temi, in particolare sul rapporto tra didattica digitale didattica on-line e didattica in presenza, abbiamo chiesto qualche considerazione all’esperto Francesco Leonetti.
Infine, abbiamo chiesto il parere di Roberto Maragliano, uno dei maestri della nostra pedagogia, che da tanti anni lavora proprio per cercare di svecchiare le metodologie e gli strumenti della didattica.
La didattica a distanza di emergenza, che certo ha avuto forme non ottimali sia per il fatto di dover essere spesso sostitutiva e non integrativa, sia per il fatto di essere spesso non progettata, tuttavia è stata, in Italia e nel resto del mondo, lo strumento per continuare un dialogo didattico che altrimenti sarebbe stato completamente interrotto.
Se in futuro la didattica a distanza verrà utilizzata non più in forma in emergenziale, ma in forma progettata, consapevole e integrativa, potrà rivelarsi uno strumento prezioso per migliorare la qualità complessiva della nostra offerta didattica e formativa.
Altra considerazione è che non possiamo continuare a nasconderci solo dietro l'emergenza della situazione, perché se è vero che la didattica distanza sostitutiva è una modalità innaturale di lavoro per la scuola, è anche vero che la componente di improvvisazione, di assenza di previsione, di programmazione che ci poteva essere stata nelle prime fasi nel primo lockdown, ormai dovrebbe essere superata.
Dovremmo esserci abituati alle caratteristiche e anche ai limiti degli strumenti che utilizziamo ma anche alle loro potenzialità, e cominciare a progettare in modo più efficace la didattica on-line; purtroppo, in molti casi ancora non è così.
La didattica digitale è didattica, ma è diversa da quella tradizionale in presenza: il tentativo di ripetere a distanza le stesse forme, gli stessi riti, gli stessi modelli di interazione didattica e formativa che utilizziamo in presenza, è sbagliato.
Altro punto importate riguarda il fatto che oggi la didattica digitale in alcune situazioni non è inclusiva: c'è una difficoltà nel far partecipare al lavoro on-line studentesse e studenti che non abbiano attrezzature adeguate, che non abbiano banda sufficiente, che magari lavorino da case affollate con fratelli, sorelle che devono anche loro collegarsi, genitori che devono in certi casi lavorare in smart working.
Alcuni di questi limiti sono legati all'emergenza, altri sono strutturali, ma sono dei limiti, delle forme di esclusione che devono e possono essere superate.
Su questi temi, in particolare sul rapporto tra didattica digitale didattica on-line e didattica in presenza, abbiamo chiesto qualche considerazione all’esperto Francesco Leonetti.
Infine, abbiamo chiesto il parere di Roberto Maragliano, uno dei maestri della nostra pedagogia, che da tanti anni lavora proprio per cercare di svecchiare le metodologie e gli strumenti della didattica.