Alloctono

La parole del nuovo millennio

Una specie alloctona, detta anche aliena o esotica o introdotta, è una specie trasportata al di fuori della sua capacità di distribuzione per l’azione diretta o indiretta dell’uomo.  Si distingue da una specie invasiva, che è una specie alloctona che ha trovato condizioni di vita particolarmente favorevole alla sua biologia, tanto da raggiungere densità molto alte e diventare dannosa per l’ambiente e per le altre specie che vi si trovano, che sono definite in contrasto autoctone.

Perché le specie alloctone sono pericolose per le altre specie?  Tanto per cominciare, possono portare parassiti o malattie per i quali le altre specie non sono adattate, non hanno un sistema immunitario pronto.  E poi le specie alloctone possono essere dei predatori o dei competitori che possono quindi cacciare fino all’estinzione le specie autoctone.

Per questo motivo, le specie alloctone richiedono interventi di controllo e di eradicazione, che sono interventi che creano spesso dei contrasti con gli animalisti.  Gli interventi di eradicazione richiedono che gli individui delle specie alloctone siano in qualche modo eliminati dall’ambiente. 

Da sempre l’uomo ha introdotto specie alloctone in giro per il mondo. I ratti hanno invaso tutto quanto il pianeta, originandosi dall’Asia, seguendo le immigrazioni dell’uomo e delle coltivazioni.  Con l’aumento dei commerci e degli scambi attraverso i trasporti navali, tantissime specie sono state portate anche su isole remote.  Sempre i ratti, i topi e anche i gatti hanno raggiunto isole dove erano presenti specie autoctone che erano assolutamente incapaci di rispondere adeguatamente alla presenza di questi nuovi invasori.  E per questo motivo le specie alloctone hanno fatto estinguere tantissime specie sulle piccole isole.

Un esempio classico invece su una grande isola è quello dell’Australia.  In Australia i colonizzatori occidentali hanno portato, anche deliberatamente, una grande quantità di specie, causando danni considerevoli. Prima di tutto furono importati i conigli, come animali da carne, da cacciare.  Ma i conigli hanno una proverbiale capacità riproduttiva, molto più alta di quella dei marsupiali australiani autoctoni, e quindi hanno avuto un’esplosione di popolazione e sono diventati dei competitori imbattibili per diverse specie di marsupiali australiani della stessa taglia, che si sono quindi estinte.

Per cercare di controllare i conigli, furono allora importate le volpi.  Le volpi predarono, sì, alcuni conigli, ma trovarono i piccoli marsupiali australiani più lenti estremamente più semplici da catturare e portarono all’estinzione altre specie.

Alla fine, piuttosto fortunosamente, il controllo dei conigli è stato ottenuto attraverso l’introduzione della mixomatosi, che è una malattia specifica dei conigli che fortunatamente non ha contagiato altre specie e mantiene ora sotto controllo queste popolazioni.

In Italia abbiamo problemi non dissimili.  Alcuni decenni fa furono importati nei parchi urbani gli scoiattoli dal Nord America.  Gli scoiattoli nordamericani sono molto confidenti con l’uomo e per questa ragione sono considerati animali esteticamente piacevoli, ma sono notoriamente una specie in grado di fare estinguere gli scoiattoli autoctoni, che sono gli scoiattoli neri.  Le popolazioni di scoiattolo grigio si stanno adesso espandendo in Italia, a partire dal Piemonte, dalla Liguria e dal Perugino.  Queste popolazioni sono ormai fuori controllo perché hanno raggiunto numeri tali per cui è impossibile eradicarle completamente e sarà anche molto difficile il controllo.  Possiamo aspettarci quindi che nei prossimi decenni questa specie farà sparire, lentamente, gradatamente, lo scoiattolo nero dal suo territorio originale.