Benvenuti in Italia! - 4
Unità 3 - Livello A1
SKETCH A - UNA VALIGIA IN PIÙ
SKETCH B - IL BIGLIETTAIO PUNTIGLIOSO
SKETCH C - GRANDE COME LA CINA
SKETCH D - UNA LETTERA FA LA DIFFERENZA
BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH A UNA VALIGIA IN PIÙ
PERSONAGGI:
MARITO ANGEL
MOGLIE PAULINE
UOMO PAVEL
Esterno giorno – strada davanti a portone
Macchina parcheggiata davanti a portone con sportelli e bagagliaio aperti. In terra valigie di diversa misura, ceste, pacchi regalo, borse
Vicino all’auto un uomo e una donna trafficano coi bagagli. Sono troppi e in auto non ci stanno
Il marito mette su una borsa, si china per prenderne un’altra e mentre è chinato la moglie toglie la borsa appena messa su per sostituirla con un’altra… il marito fa per sistemate un’altra borsa, s’accorge che quella grande che aveva appena messo su non c’è… si guarda intorno perplesso… vede la valigia a terra, la riprende e fa per metterla su…
La moglie lo interrompe alzando un pacco gigantesco
MOGLIE
No prima questo
Il marito fa per sostituire la valigia col nuovo pacco che la moglie gli sta dando
MOGLIE
No, aspetta. Questo dopo. Prendi questo
Il marito pazientemente cerca di star dietro alle indicazioni della moglie. Tira giù quello che aveva appena messo su per sostituirlo con il nuovo pacco che la moglie gli sta porgendo
MOGLIE
No. Non così. Attento.
Così non va bene…
Prima mettiamo la valigia grande, dopo mettiamo il pacco marrone....
Il marito è rimasto con un gigantesco pacco a mezz’aria, la moglie parlando mette sul pacco la valigia
MOGLIE
No aspetta, prima questo… (è un pacco lunghissimo)
MARITO
Questo è più lungo della macchina. E’ pericoloso….Bisogna mettere un segnale di carico sporgente: così gli altri automobilisti capiscono che non devono avvicinarsi troppo…. Eccolo qua….(tira fuori il segnale a strisce bianche e rosse diagonali)
A quel punto la moglie aggiunge un altro pacco gigantesco in braccio al marito. Il marito scompare dietro valigie e pacchi. È in equilibrio precario
Intanto arriva un uomo. Si avvicina
UOMO
Buongiorno.
Cambiate casa?
Il marito nascosto da valigie e pacchi che ha in mano non riesce a vedere chi parla
MARITO
Come, scusi?
L’uomo si avvicina di più e tende la mano al marito che ovviamente continua a non vedere niente. Tenta disperatamente di vedere chi parla senza far cadere niente
UOMO
Mi scusi. Buongiorno.
Mi chiamo Pavel Ionut
Il marito fa una torsione per vedere chi parla, mentre la moglie arriva con un altro pacco che aggiunge alla pila che ha già sulle braccia…
MOGLIE
Attento!
L’uomo è ancora lì con la mano tesa. Il marito a quel punto spazientito passa tutti i pacchi sulle braccia della moglie
Finalmente libero riesce a guardare il nuovo arrivato. Gli tende a sua volta la mano. Mentre si stringono la mano, il marito
MARITO
Scusi… io…
L’uomo fraintende le scuse, pensa che il marito non abbia capito il nome e ripete, stavolta scandendo bene le parole e facendo lo spelling
UOMO
Pavel Ionut…
Mi chiamo Pavel Ionut.
P-A-V-E-L:
P come Palermo,
A come Ancona,
V come Verona,
E come Empoli,
L come Livorno.
I-O-N-U-T:
I come Imola,
O come Otranto,
N come Napoli,
U come Udine,
T come Torino
I due si stringono la mano. Il marito è un po’ perplesso
MARITO
Buongiorno, io sono…
Mentre il marito tenta di presentarsi a sua volta, la moglie barcolla carica di pacchi. Il marito però non riesce a presentarsi perché la moglie gli molla di nuovo tutto interrompendolo
UOMO
Aspetti, l’aiuto
E anche lui raccoglie borse e pacchi e le mette sulle braccia del marito. Il marito è di nuovo sommerso di pacchi, valigie borse… prova a muoversi ma è impossibile. L’uomo prova ad aiutarlo ma finisce per peggiorare solo le cose
MOGLIE
Grazie. Siamo in ritardo.
Ma lui (indicando il marito) non ascolta mai.
La moglie lascia il marito a fare l’equilibrista con tutti i pacchi in braccio e si presenta a sua volta all’uomo stringendogli la mano
MOGLIE
Buongiorno. Io sono Pauline
La moglie si sposta a raccogliere altre cose e a metterle in auto
L’uomo anche lui pianta lì il marito e si mette ad aiutare la moglie a raccogliere valigie e pacchi e a sistemarle sull’auto
UOMO
Fate un trasloco?
MOGLIE
Trasloco?
UOMO
Sì, cambiate casa
MOGLIE
Cambiamo casa?
A quel punto il marito sommerso dai pacchi, muovendosi come un funambolo riesce ad avvicinarsi alla moglie… esasperato le molla tutto e risponde all’uomo un po’ seccato
MARITO
No. Non è un trasloco. Andiamo a Bari
UOMO
Al mare?
MARITO
No. Non al mare. A Bari
UOMO
A Trani?
Mentre adesso è la donna a barcollare carica di pacchi, il marito scandendo le parole e facendo lo spelling come aveva fatto l’uomo prima, quasi a voler fare il verso all’uomo
MARITO
No. Non Trani. Bari
B-A-R-I.
B come Bari,
A come Ancona,
R come Roma
I come Imola.
BARI
UOMO
Ah, capisco. BARI!
L’uomo guarda sempre più perplesso tutta la roba sparsa intorno alla macchina e la moglie che continua a barcollare carica di pacchi e valigie… la moglie da dietro la montagna di roba che ha sulle braccia
MOGLIE
È il matrimonio di un nostro amico italiano, sono curiosa di vedere come festeggiano due sposi italiani
L’uomo sempre più perplesso guarda interrogativo il marito
Il marito alza le spalle
Si sente squillare un telefonino. L’uomo cerca nelle tasche, prende il suo telefonino, lo guarda, ma non è quello che sta squillando
Il marito anche lui si cerca nelle tasche, anche lui tira fuori il suo telefonino ma non è neanche il suo
I due uomini guardano la donna che comincia ad agitarsi sempre di più con tutti i suoi pacchi perché vuole rispondere al suo telefono. Barcollando riesce ad avvicinarsi ai due uomini. Molla tutto in braccio all’uomo.
Adesso tocca all’uomo barcollare sotto pacchi e valigie.
La donna intanto cerca il telefono intasca, ma non c’è. Nelle borse sparpagliate in giro , ma non c’è… alla fine si avvicina all’uomo. Guarda la borsa alla base della pila che l’uomo ha in mano e comincia trafficare per tirar fuori il telefono senza far cadere niente.
Intanto dice al marito
MOGLIE
Cosa fai? Aiutami per favore
Il marito si avvicina a sua volta. I due cominciano a trafficare sui pacchi che l’uomo ha addosso. L’uomo tenta disperatamente di non far cadere niente… il telefono continua a squillare
Alla fine la moglie
MOGLIE
Attento. Non far cadere niente. Attento. Ecco ecco è qua. L’ho trovato. Scusi. Fermo. Ecco ecco…
Mentre tira fuori il telefono l’uomo perde l’equilibrio e cade tutto. I pacchi si aprono, si sparpaglia tutto per terra
Il telefono ha smesso di squillare
MOGLIE seccata
Attento! Ma non può stare più attento?
BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH B IL BIGLIETTAIO PUNTIGLIOSO
PERSONAGGI:
KEVIN KEVIN
GIUSEPPE bigliettaio GIUSEPPE
Interno notte - stazione metropolitana. Biglietteria. Il bigliettaio – con occhiali da presbite che sposta sul naso ogni volta che deve guarda da vicino o da lontano - dietro il vetro sistema in maniera maniacale le locandine appese al vetro, gli opuscoli sul banco, ogni tanto controlla l’orologio che ha al polso, poi guarda alle sue spalle l’enorme orologio appeso al muro. Le enormi lancette dell’orologio segnano le 11.58 (23.58). L’uomo torna a guardare il suo orologio, scuote la testa e rimette l’ora. Poi torna a ripetere le azioni già fatte nello stesso ordine di prima. Quindi sistema le locandine appese al vetro, gli opuscoli sul banco, torna a controllare l’orologio al polso, poi si volta di nuovo a guardare l’orologio al muro. Le lancette segnano sempre 11.58 (23.58). L’uomo allora guarda di nuovo l’orologio al polso, scuote la testa e di nuovo rimette l’ora.
Arriva correndo Kevin. Si para davanti al vetro ansimando, non riesce a parlare tanto ha corso
KEVIN
Scusi… scusi.. buonasera…
la metro… il biglietto
ma la parola biglietto si capisce male. Il bigliettaio alza lo sguardo sopra gli occhiali per guardare Kevin
BIGLIETTAIO
Piano piano… Buonasera.
Non ho capito. Può ripetere? Vuole un biglietto per la metro?
KEVIN
Sì, grazie un biglietto, non posso viaggiare senza… anzi no scusi… un abbonamento mensile. E’ più conveniente, vero, io la prendo tutti i giorni la metro…..
BIGLIETTAIO
Certo, l’abbonamento mensile è più economico nel suo caso
KEVIN
In fretta, per favore. Perdo l’ultima corsa della metro
Mentre parla, Kevin guarda ora il bigliettaio ora l’orologio sopra il muro alle spalle del bigliettaio
Il bigliettaio quando Kevin guarda l’orologio sul muro si gira a sua volta e poi in più butta l’occhio anche al suo orologio da polso, scuotendo la testa. Continua il gioco degli occhiali
BIGLIETTAIO un po’ brusco
Signore! Allora vuole un biglietto o un abbonamento?
KEVIN intimidito
Mi scusi. Un abbonamento.
BIGLIETTAIO rabbonito
Bene. Un abbonamento. Mensile o settimanale?
Kevin continua a guardare ora il bigliettaio ora l’orologio sopra il muro alle spalle del bigliettaio
Il bigliettaio quando Kevin guarda l’orologio sul muro si gira a sua volta e poi in più butta l’occhio anche al suo orologio da polso, scuotendo la testa
KEVIN sempre più intimidito
Mensile per favore.
BIGLIETTAIO trafficando in un cassetto
Ottimo.
Il bigliettaio tira fuori un abbonamento e lo mette sul banco davanti a Kevin, ma non molla la presa
BIGLIETTAIO con una mano sull’abbonamento
Aspetti giovanotto. Bisogna compilarlo.
Kevin sempre più preoccupato continua a guardare ora il bigliettaio ora l’orologio sopra il muro alle spalle del bigliettaio
Il bigliettaio prende una penna e la porge a Kevin
BIGLIETTAIO
Ecco guardi. Deve scrivere qua nome e cognome. Poi qui sotto data di nascita
Kevin però continua a guardare l’orologio al muro e si distrae
KEVIN
Come scusi?
Il bigliettaio riprende la penna dalla mano dell’esterrefatto Kevin
BIGLIETTAIO indicando con la penna le righe sull’abbonamento
Signore, attenzione per favore. Nome e cognome. Qui! E qui data di nascita
Poi guarda Kevin che lo guarda sempre più allibito. Interpreta male l’espressione di Kevin, pensa che il ragazzo non abbia capito come si compila l’abbonamento e decide di aiutarlo, di compilare lui per Kevin l’abbonamento
BIGLIETTAIO preparandosi a scrivere
Guardi, faccio io. Mi dica: come si chiama? Nome e cognome per favore
KEVIN sempre più allibito, quasi in un sussurro
Kevin Bajraktari
BIGLIETTAIO
Come scusi? Può ripetere?
KEVIN scandendo bene le sillabe e alzando un po’ la voce
Ke-vin Baj-ra-kta-ri
BIGLIETTAIO
Signore! Prima il nome e poi il cognome. Nome?
KEVIN scandendo bene le sillabe e alzando un po’ la voce
Ke-vin, signore. Il nome è Kevin
BIGLIETTAIO guardandolo lui stavolta allibito
E come si scrive, scusi?
KEVIN che comincia a dare qualche segno di nervosismo
KE-VIN! (scandito)
Kappa (PRONUNCIARE CAPPA)
E come Empoli
V come Venezia
I come Imola
N come Napoli
BIGLIETTAIO come a dire: e me lo potevi dire subito
Ah, KE-VIN! (scandito)
E questo è il nome.
E il cognome?
Kevin butta l’occhio all’orologio sul muro. Poi ormai rassegnato al bigliettaio
KEVIN
BAJ-RA-KTA-RI
B come Bari
A come Ancona
J (PRONUNCIARE I LUNGA)
R come Roma
A come Ancona
K (PRONUNCIARE CAPPA)
T come Torino
A come Ancona
R come Roma
I come Imola
Su Imola il bigliettaio lo interrompe e completa lui, come se fosse il nome più frequente del mondo
BIGLIETTAIO un po’ saccente
BAJ-RA-KTA-RI. Certo. Poi qui sotto aggiunge la data di nascita
Bigliettaio porge finalmente l’abbonamento al povero Kevin. Mentre Kevin prende abbonamento, l’altoparlante annuncia che la metro sta chiudendo. È passata l’ultima corsa. Kevin l’ha persa. Kevin guarda allibito il suo abbonamento a questo punto inutile…
BIGLIETTAIO un po’ seccato
Signore, devo chiudere. Sono trenta euro
BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH C GRANDE COME LA CINA
PERSONAGGI:
INSEGNANTE GIUSEPPE
ZOU ZOU
MARCIA MARCIA
KHADIJA KHADIJA
Interno giorno- classe.
Due banchi a sinistra di noi che guardiamo. Dietro, l’immagine nello schermo è una grande foto cartina politica Europa Asia. Frontale rispetto alla porta – telecamera la lavagna (vera). Non è la prima lezione ma sono arrivati studenti nuovi. Siamo alle presentazioni.
L’insegnante è alla lavagna.
Adesso dà le spalle alla lavagna ed è rivolto ai banchi di fronte
INSEGNANTE
Buongiorno. Prima di cominciare la lezione, voglio presentare la nostra nuova compagna di viaggio.
L’insegnante si rivolge direttamente a Khadija seduta al banco accanto a Marcia
INSEGNANTE
Come ti chiami?
Khadija si alza in piedi
KHADIJA
Buongiorno. Sono KHADIJA.
INSEGNANTE
Benvenuta Khadija. Come si scrive il tuo nome?
L’insegnante si volta verso la lavagna e scrive il nome di Khadija mentre Khadija detta e fa lo spelling
KHADIJA
Kappa
H come Hotel
A come Ancona
D come Domodossola
I come Imola
J come Jolly
A come Ancona
INSEGNANTE
E questo è il nome. Poi, dopo il nome, c’è il cognome…
L’insegnante viene interrotto da qualcuno che bussa alla porta. Noi non vediamo la porta, che idealmente è alla destra di noi che guardiamo, sentiamo solo il rumore dei colpi sulla porta
INSEGNANTE
Avanti
Non entra nessuno. Si sente di nuovo bussare
INSEGNANTE a voce un po’ più alta
Avanti
Zou da destra fa un paio di passi, poi resta incerto a destra della scena, come fosse rimasto sulla porta
INSEGNANTE ripete
Avanti. Vieni avanti
Zou s’avvicina alla lavagna
INSEGNANTE
Ciao Zou, sei in ritardo.
ZOU
Mi scusi. Prima ho sbagliato classe.
INSEGNANTE rivolto a Zou tendendogli la mano
Va bene. Non ti preoccupare. Non c’è problema.
(Poi rivolto alle ragazze ai banchi)
Loro si chiamano Marcia e Khadija.
ZOU
Marcia la conosco.
INSEGNANTE
(di nuovo rivolto a Zou)
E tu? Come ti chiami? Così ti presenti a Khadija.
ZOU
Buongiorno. Io mi chiamo Zou
INSEGNANTE
Allora… vediamo come si scrive il tuo nome…
ZOU
Z come Zara
O come Otranto
U come Umbria
INSEGNANTE
U come Umbria?
ZOU un po’ sorpreso
Sì, U come Umbria
INSEGNANTE
Ma Umbria non è una città.
U come Udine. Udine è una città, Umbria è una Regione
ZOU illuminato
Ah. Ho capito. Come da noi in Cina Guanxi
INSEGNANTE guardando cartina
Beh, non proprio
Qua si potrebbe aggiungere in post produzione su metà schermo le cartine a confronto di Umbria e Guanxi con evidenziati in grafica il numero di abitanti, Umbria 900mila circa, Guanxi oltre 47 milioni
Zou un po’ mortificato guarda l’insegnante, poi si gira verso la cartina e s’illumina di nuovo
ZOU
Sì. Ho capito. Come da noi in Cina le province! Hebei!
Qua si potrebbe aggiungere in post produzione su metà schermo le cartine a confronto di Umbria e Hebei, con evidenziati in grafica il numero di abitanti, Umbria 900mila circa, Hebei oltre 66 milioni
INSEGNANTE imbarazzato
Ehmm, sì, ecco… l’Umbria è un po’ più piccola.
BENVENUTI IN ITALIA!
SKETCH D UNA LETTERA FA LA DIFFERENZA
PERSONAGGI:
JULIA JULIA
GIULIA MARCIA
RAGAZZO PONY GIUSEPPE
ANGEL ANGEL
Interno pomeriggio verso sera. Agenzia di viaggio.
Di fronte alla porta Italia due scrivanie una accanto all’altra. Due impiegate lavorano ognuna alla sua scrivania. Sulla scrivania di Julia ci sono, oltre agli oggetti tipici da ufficio (carte, depliant, telefono, computer… portapenne ecc…), ci sono anche un grande vaso con un solo fiore dentro, e una ciotola colorata piena di caramelle. Sulla scrivania di Giulia solo quello che serve a lavorare.
Entra un pony express con tanto di borsa a tracollo e grandissimo mazzo di fiori in mano. Nell’altra mano ha il casco
RAGAZZO PONY
Permesso? Buongiorno, anzi Buonasera, o Buon pomeriggio?
Le due ragazze alzano la testa sorprese e all’unisono, Julia però più vivace, l’altra distrattamente, quasi un po’ infastidita dall’interruzione
JULIA sorridendo cordiale
Buongiorno
GIULIA contemporaneamente in modo molto professionale, quasi freddo
Buonasera
Ragazzo pony poggia il casco sulla scrivania di Julia e con la mano libera tira fuori un biglietto dalla borsa
RAGAZZO PONY leggendo biglietto
Chi è Giulia?
JULIA
Giulia?
Il ragazzo un po’ perplesso rilegge di nuovo il biglietto quasi ad accertarsi di non aver commesso errori
RAGAZZO PONY un po’ incerto
Sì, Giulia
Intanto si avvicina a Julia e le mostra il biglietto.
Giulia ha ripreso il suo lavoro e sembra determinata a ignorare i due. Julia legge il biglietto visibilmente delusa
JULIA delusa
Eh sì. Proprio Giulia. È lei
Julia indica la collega, che continua imperterrita a lavorare come se intorno non succedesse niente.
Il ragazzo guarda sorpreso Giulia che non batte ciglio
JULIA a GIULIA quasi stizzita
Giulia? Giulia! È per te.
Finalmente Giulia si decide, alza la testa dal suo lavoro e si degna di prestare attenzione ai due
GIULIA sorpresa scatta in piedi
Eh? Cosa?
A questo punto il ragazzo si sposta verso Giulia e le porge il gigantesco mazzo di fiori
RAGAZZO PONY a GIULIA
Ecco, questi sono per lei
Consegnato l’enorme mazzo di fiori a Giulia, il ragazzo tira fuori dalla borsa una ricevuta da firmare e una penna e le porge a Giulia
RAGAZZO PONY a GIULIA
Una firma per favore
Giulia, barcamendosi goffamente riesce maldestramente a firmare tenendo i fiori con la sinistra. Julia osserva delusa la scena
RAGAZZO PONY con fare ammiccante a GIULIA
Un ammiratore segreto, eh?
Giulia lo guarda male. Il ragazzo riprende la ricevuta firmata da Giulia, poi il casco lasciato sulla scrivania di Julia
RAGAZZO PONY
Bene. Grazie. Buona giornata e arrivederci
Il ragazzo fa per andarsene ma poi, mentre sta per infilarsi il casco, si blocca e torna indietro
RAGAZZO PONY
No. Che sbadato. C’è anche questo
Il ragazzo tira fuori dalla borsa a tracolla un enorme pacco di cioccolatini e un nuovo biglietto
Guarda il biglietto e poi un po’ dispiaciuto guarda Julia
RAGAZZO PONY dispiaciuto a Julia
Anche questo è per Giulia
Il ragazzo si avvicina a Giulia, che è rimasta in piedi perché non sa come sistemare i fiori e le consegna i cioccolatini. Giulia li prende con la mano libera, ma poi quando il ragazzo tira fuori una nuova ricevuta da firmare non sa che fare. Allora Julia prende il suo vaso, toglie l’unico fiore, lo poggia sulla scrivania, si avvicina a Giulia, la libera dai fiori che sistema nel suo vaso e mette il vaso col gigantesco mazzo di fiori sulla scrivania di Giulia.
JULIA quasi tra sé
Ecco, questi qui.
Giulia firma la nuova ricevuta. Julia, sistemati i fiori, torna alla sua scrivania.
Il ragazzo lascia un biglietto sul tavolo di Giulia, si sistema la borsa per andarsene
RAGAZZO PONY
Bene. Questo è tutto. Arrivederci
Il ragazzo guarda ancora una volta prima Giulia e poi Julia, poi scuotendo la testa perplesso si infila il casco e se ne va.
Giulia s’è già rimessa al lavoro, incurante dell’enorme vaso di fiori che ormai la nasconde e dei cioccolatini lasciati sul tavolo.
Julia la osserva un momento, poi scuote la testa, sistema il suo unico fiore nel portapenne e fa per rimettersi anche lei al lavoro
Rumore di porta che si apre
Timidamente s’affaccia un ragazzo (sempre dalla destra di chi guarda). È Angel
ANGEL
Buonasera
Giulia al solito quasi mugugna un buonasera.
JULIA visibilmente contenta
Ciao Angel, come stai?
ANGEL
Bene grazie, e tu?
JULIA visibilmente contenta
Bene grazie.
Intanto Angel guarda la scrivania di Julia un po’ smarrito
JULIA
Cerchi qualcosa?
ANGEL esitante
No… sì… ma è arrivato niente oggi?
JULIA indicando Giulia
Oh sì. Fiori, cioccolatini… tutto per lei
Angel guarda la scrivania di Giulia, riconosce i suoi fiori, i suoi cioccolatini
ANGEL dispiaciuto e confuso
Ma… i fiori, i cioccolatini sono per te!
JULIA sorpresa e anche leggermente infastidita
Per me? No. Sono per Giulia.
ANGEL sempre più confuso
Ma… il biglietto… ho scritto il tuo nome
Giulia finalmente si interessa alla scena e prende il biglietto cui fa riferimento Angel, lo legge, scuote la testa e glielo porge. Poi continua a osservarli incuriosita. Angel lo guarda e lo porge a Julia
ANGEL a JULIA porgendole biglietto
Ecco vedi: c’è il tuo nome.
Julia prende il biglietto, lo legge, capisce, sorride e restituisce il biglietto a Angel. Giulia intanto osserva la scena attenta
JULIA finto arrabbiata
Il mio nome eh? E come si scrive il mio nome?
ANGEL mortificato e confuso
Come si scrive il tuo nome?
G come Genova
I come Imola
U come Udine
L come Livorno
I come Imola
A come Ancona
Lo so come si scrive il tuo nome
JULIA ridendo indicando Giulia
Eh, bravo! Tu sai come si scrive il SUO nome. Noi ci chiamiamo Giulia tutte e due, ma con una grafia diversa: il mio nome si scrive
I lunga
U come Udine
L come Livorno
I come Imola
A come Ancona
GIULIA alzando le spalle
Dettagli
Julia ride, Angel è allibito. Giulia prende un cioccolatino e lo mangia.
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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale