Benvenuti in casa Ba - Fela rapper

Unità 5 - Livello A1

La passione di Fela per la musica rap è irresistibile: a Cuneo ha perfino deciso di comporre una canzone. Mentre la sua famiglia conosce tanti stranieri che vivono e lavorano in Italia, come Nasiha, che lavora al Centro Migranti del Comune, e Arthur e Xhulia, che raccontano la loro storia di ricongiungimento familiare, Fela pensa un testo che parla dell’Italia, il Paese in cui ha scelto di vivere e che ormai sente come una seconda patria. Al Centro Giovanile Raptus, Fela coinvolge tutti con la sua perfomance.

SCENA 1 – FOSSANO – CENTRO GIOVANILE RAPTUS FELA: Sentite qui! Ho scritto una canzone! In Italia c’è già una patria per te. Ogni nostra città è una casa perché qui c’è curiosità e bellezza, si sa, sentimento e una storia che ti piacerà. Siamo gente in cammino anche noi come te, e con Dante vicino a ogni nostra realtà, una lingua parliamo all’umanità… alcuni giorni prima…
SCENA 2 - TORRE CIVICA SALIF: Che panorama! Pensa che questa torre è del Trecento. Celebra la pace dopo la guerra tra Cuneo e Mondovì, una città vicina. OLGA: Quando finisce una guerra, ogni città ritrova la sua bellezza! ANNA: Quelle sono le Langhe! Che belle colline! FELA: Nelle Langhe sono ambientati molti romanzi di Cesare Pavese! Tu ancora non lo conosci! ANNA: E chi è, un tuo amico? FELA: Ma no! Era un grande poeta e scrittore del Novecento! Lo studierai l’anno prossimo! OLGA: Sapete che i vini del Piemonte, come il Barolo e il Barbera, sono molto famosi? SALIF: Olga! Ultimamente sei esperta di gastronomia! OLGA: Mi piace scoprire i gusti e i sapori italiani… poi è divertente unirli con i sapori della mia terra! ANNA: Sapete che qui è nata una crema al cioccolato famosissima, fatta con il cacao e le nocciole… SALIF: Le nocciole sono un prodotto molto abbondante qui… FELA: Se a Cuneo la gente mangia bene e beve buon vino, allora piace anche la musica! Andiamo al mercato di piazza Galimberti a comprare qualche cd hip hop? SALIF: Fela, non pensare di trovare cd hip hop o rap al mercato! FELA: Che ne sai? Sbrighiamoci che poi finiscono… ANNA: Fela, sono troppo recenti… OLGA: Andiamo lo stesso! Mi hanno detto che è un mercato bellissimo! SALIF: Bene! ANNA: Andiamo! OLGA: Andiamo!
SCENA 3 – MERCATO PIAZZA GALIMBERTI ANNA: Guarda che carino! Quanto costa? OLGA: Ma dai, Anna, è troppo corto… SALIF: E allora, hai trovato qualcosa? FELA: No, niente. SALIF: Hai visto? La tua musica non si trova al mercato! E poi hai tanti cd! Se continui così, finisci senza soldi! FELA: Eppure vorrei qualcosa di nuovo, un rap veramente forte… SALIF: Dai, vieni! Andiamo a bere qualcosa al bar! FELA: No, voglio cercare ancora… SALIF: E va bene! Ciao! FELA: Ciao!
SCENA 4 – BAR SALIF: Scusi! Vorrei ordinare! Può portarmi un caffè? CAMERIERA: Certo! SALIF: Senta, c’è un dolce tipico di Cuneo? CAMERIERA: Sì, il cuneese. SALIF: Cosa sono? CAMERIERA: All’interno è composto da una crema al cioccolato, rinchiuso in due cialde di meringa e ricoperto con cioccolato fondente. SALIF: Bene! Me ne porta qualcuno? CAMERIERA: Certo! SALIF: Grazie! CAMERIERE: Signore, il caffè! I dolci li offre la casa. SALIF: Grazie! Buoni! Ora li finisco tutti! CAMERIERA: Grazie! SALIF: Senta, le posso chiedere un’informazione? CAMERIERA: Sì. SALIF: C’è un Centro informazioni per stranieri qui a Cuneo? CAMERIERE: Sì, in una traversa in via Roma, si chiama via Santa Maria. SALIF: Grazie! Ci vado oggi pomeriggio con mia moglie! CAMERIERA: Prego!
SCENA 5 – CENTRO MIGRANTI DEL COMUNE SALIF: Scusi? NASIHA SLAICH: Prego! SALIF: Salve! NASIHA: Buongiorno! OLGA: Buongiorno! SALIF: Io sono Salif. NASIHA: Nasiha. Piacere. SALIF: Lei è mia moglie, Olga. OLGA: Olga. Piacere. NASIHA: Nasiha. Piacere. SALIF: Stamattina mi hanno detto che qui c’è il Centro Migranti del Comune. NASIHA: Sì. È proprio qua, il Centro Migranti del Comune. SALIF: Cosa fate esattamente? NASIHA: Il Centro Migranti fa tante cose per gli stranieri. Tra l’altro, proprio in questi giorni, stiamo preparando una manifestazione che si chiama “Isola di mondo”. OLGA: E chi sono le persone che si rivolgono maggiormente a voi? NASIHA: Si rivolgono tantissime persone… sia straniere sia cuneesi. OLGA: E quali sono queste attività che fate? NASIHA: Uno straniero, secondo noi, non ha solo bisogno di trovare lavoro, casa, sistemare i figli a scuola… e vivere così… sistemato, diciamo… quando queste esigenze sono a posto, gli vengono proposte anche altre esigenze, di tipo culturale, che comunque uno straniero in una realtà non riesce sempre a trovare. Perciò il Centro è promotore di varie iniziative di tipo culturale per aiutare l’integrazione. Attraverso questa manifestazione noi, infatti, stiamo dando un esempio ai nostri figli che la convivenza, l’integrazione, è una cosa che avviene col tempo, lavorando, che non è una cosa automatica, che deve essere fatta appena uno trova lavoro, casa e tutte queste cose… è un processo molto lungo, con tanto lavoro dietro… OLGA: Io credo che non solamente date l’esempio ai vostri figli ma anche a tutti gli altri concittadini, no? NASIHA: Infatti. La finalità dell’ “Isola di mondo” è una conoscenza reciproca, perché l’integrazione è una cosa reciproca. OLGA: Ma lei… i suoi figli sono cresciuti qui, in Italia, o… NASIHA: Nella mia patria, nel ’92 è cominciata la guerra. Sono venuta come profuga di guerra. Mio figlio aveva tre anni quando sono venuta qua e mio marito è rimasto in guerra per quattro anni. All’inizio uno dice: “mah… quando finisce la guerra torno nel mio paese”, invece le cose vanno diversamente e uno deve anche adeguarsi alla vita, alle cose che la vita ci porta… OLGA: Allora suo marito l’ha raggiunta dopo, no? NASIHA: Sì. Dopo quattro anni. Nel ’96. OLGA: Qual è la difficoltà iniziale? NASIHA: La più grande difficoltà di sicuro è la lingua. È la lingua italiana che comunque è molto difficile, è molto ricca. Non sapendo la lingua, uno non poteva neanche esprimersi. SALIF: Lei conosce un caso di ricongiungimento familiare? NASIHA: Sì, certo. Entra nella pratica del Centro Migranti fare anche queste cose. Proprio tempo fa una famiglia albanese ha fatto ricongiungimento. Se volete, vi posso dare l’indirizzo. SALIF: Certo. OLGA: Grazie! SALIF: Grazie!
SCENA 6 – ABITAZIONE DI ARTUR E XHULIA DHIMO SALIF: È stato difficile far venire Hulia in Italia? ARTUR: No, non è stato difficile. A settembre 2005 io, avendo un contratto indeterminato della fabbrica, ho portato i documenti in questura e praticamente ho fatto tutto, ho fatto anche l’idoneità della casa… che la casa è idonea per ospitare mia moglie. Poi, per un mese, ho preso il nullaosta e l’ho mandato in Albania. SALIF: Ma vuoi parlare dell’idoneità alloggiativa? ARTUR. Abbiamo preso un tecnico che ha guardato tutto, anche per il riscaldamento, anche l’igiene della casa, se era a posto. Poi sono andato in Comune, ho preso l’idoneità di questa casa. Poi con un certo reddito, non inferiore agli 8.000 euro l’anno, è stato possibile, e lei è venuta. OLGA: Il bimbo quanto ha adesso? XHULIA: Quindici giorni, sai. È piccolino. OLGA: Tu in questo momento non lavori, giustamente. XHULIA: No, adesso no. OLGA: Senti, ma c’è qualcuno che ti aiuterà? XHULIA: Eh no. Perché adesso, ti diciamo la verità, aspettiamo la sua mamma, con il ricongiungimento. Speriamo che viene più presto possibile. ARTUR: Siccome la casa… XHULIA: Per tre persone… ARTUR: Ha una certa metratura… non ci permette… SALIF: … di ospitare tutti. ARTUR: … di fare un ricongiungimento per tutti i miei genitori. XHULIA: I due genitori. ARTUR: Allora, per mia madre lo fa mia sorella, io lo faccio per mio padre. OLGA: Senti, ma che ninna nanna gli canti? XHULIA: Eh… abbiamo le nostre, va beh, però ti dico la verità, gli canto nel mio modo… OLGA: Gli canti in albanese? XHULIA: Sì, in albanese, in albanese… va beh, io scelgo qualcosa anche in italiano, per forza… OLGA: Senti ma ci fai… mi fai sentire… XHULIA: Eh eh… però non suono, eh? Dico in albanese… vuol dire “tesoro”, “amore”, queste cose così… poi piano piano, eh… anch’io non ero preparata… imparerò anch’io qualcosa di più…
SCENA 7 – CENTRO DI CUNEO SALIF: Ehi ragazzi! Veniamo dalla famiglia Dhimo! Sono stati molto carini! Fela, ti ho telefonato prima! Perché non rispondi? Hai un cellulare e non lo usi? FELA: Il cellulare era spento, zio. Quando non ho credito lo spengo così non rispondo agli sms. Non finiscono mai! Ora è acceso. SALIF: Ora sei qui! Non serve! ANNA: Dai, Salif, non ti arrabbiare! SALIF: I giovani fanno quello che vogliono! ANNA: A proposito di giovani, lo sapete che a Fossano, qui vicino, c’è un centro giovanile molto bello? Ci vanno sia stranieri che italiani. Si chiama Raptus. FELA: Raptus? Forte! Deriva sicuramente da ‘rap’… ANNA: Fela! FELA: Voglio andarci, ci sono i giovani, c’è anche la musica! SALIF: È proprio fissato! OLGA: Lo accontentiamo stavolta? SALIF: E va bene. Andiamoci domani. FELA: Grazie! il giorno dopo…
SCENA 8 – FOSSANO - CENTRO GIOVANILE RAPTUS OLGA: Laura, questo è il Centro Giovani, no? Qual è l’attività che si svolge qui presso il vostro Centro? LAURA BOLLATI: È un centro per il tempo libero, per cui giochiamo. Giochiamo per la maggior parte del tempo, chiacchieriamo, ci conosciamo, ci incontriamo… è un posto tranquillo dove noi non obblighiamo nessuno a fare niente… OLGA: Chi frequenta il vostro Centro maggiormente? LAURA: Dei ragazzi dai quattordici anni in su. Anche i fratellini, le sorelline, i bambini più piccoli… però… è uno spazio apposito per gli adolescenti e anche per i ragazzini… OLGA: Sia italiani che stranieri immagino, perché vedo… LAURA: Sì, sì. No, non ci sono assolutamente distinzioni! ANNA: Tu di dove sei? RAGAZZO: Albania! SALIF: Ma com’è nato questo Centro, Laura? LAURA: È partito con un progetto di prevenzione finanziato dalla legge 285 come progetto del Consorzio Monviso Solidale… FELA: Voglio fare una bella sorpresa allo zio! Allora… “Siamo gente in cammino anche noi come te e con Dante vicino…” ANNA: Ma voi quando venite qua, cosa fate di preciso? RAGAZZO: Mah… giochiamo, parliamo… ANNA: Al computer, ho visto i biliardini, ci sono… RAGAZZO: C’è di tutto… siamo accessoriati… OLGA: Ma, a parte il gioco, c’è un altro motivo per cui frequenti questo Centro? RAGAZZO: No… cioè… la gente che conosco… perché vengono i miei amici e tutto… OLGA: Senti, settimanalmente c’è un programma di attività o si improvvisa? LAURA: No. La scelta del Raptus è di non fare attività. Forse gli adolescenti sono un po’ stufi di avere gli adulti che gli vogliono organizzare la giornata e i movimenti e presentare laboratori e attività diverse per cui cerchiamo di star dietro loro se hanno voglia e piacere. Hanno fatto dei balletti, hanno organizzato delle feste… noi andiamo dietro loro… ANNA: Ma perché si chiama Raptus questo Centro? RAGAZZO: Perché Raptus sta per… è questo topo un po’… schizzato! OLGA: Tu, come l’hai saputo che questo Centro… RAGAZZO: Eh… Dagli amici! SALIF: Ma ci sono problemi particolari, che emergono con l’incontro di diverse culture? LAURA: Per l’incontro di diverse culture direi di no qua… perché non sento dai loro discorsi, dal loro modo di comportarsi che facciano differenza per il paese di provenienza o per la diversità… forse noi siamo tutti talmente diversi uno dall’altro che non facciamo tanto caso a… SALIF: Quindi si può dire che questa è la città del futuro… come esempio… LAURA: Mah… penso di sì… che sia poi in mano loro, qui sono loro che hanno creato questa magia, per cui… non è mai successo assolutamente nulla… come avete visto nel nostro Centro Giovani convivono ragazzi sia italiani che stranieri, serenamente, senza che si noti poi così tanto la differenza… OLGA: Sai come dicono da noi? Che gli immigrati di seconda generazione sono diversamente uguali e ugualmente italiani… ANNA: Allora io e Fela siamo diversamente italiani? FELA: Sentite qui! Ho scritto una canzone! In Italia c’è già una patria per te. Ogni nostra città è una casa perché qui c’è curiosità e bellezza, si sa, sentimento e una storia che ti piacerà. Siamo gente in cammino anche noi come te, e con Dante vicino a ogni nostra realtà, una lingua parliamo all’umanità… ANNA: Fela! La canzone che hai scritto è bellissima! continua…