Benvenuti in casa Ba - La comunicazione

Unità 14 - Livello A2

Olga è partita per un convegno: il suo lavoro di giornalista la impegna sempre di più. In assenza di Salif, Anna e Fela si occupano della casa e ne approfittano per consolidare il loro rapporto ‘fraterno’. Vanno spesso a trovarli i loro amici, in particolare Lucia, amica del cuore di Anna, con l’eterno fidanzato Lorenzo. Appassionato di giochi, Lorenzo mette alla prova i giovani Ba con un puzzle. Giulio, in assenza di Olga, si occupa personalmente di un servizio sui problemi legati all’etica dei giornalisti in particolare quando scrivono di temi legati all’immigrazione e incontra il giornalista e scrittore iraniano Bijian Zarmandili. Fela spera sempre che Meryem torni presto in Italia e intanto fa una sorpresa a Olga: le attacca sulla cartina d’Italia un’immagine di Alessandro Manzoni, uno dei padri della lingua italiana.

Le parole dell’italiano: Corri subito alla posta! Hai già preso i bollettini?

Piccola storia dell’italiano: Per fare l’Unità d’Italia la lingua è stata più importante della politica e delle guerre

La bussola: I nuovi strumenti della comunicazione: dalla stampa ad internet

Ospite: Bijan Zarmandili, scrittore e giornalista



 

SCENA 0
ANNA: Tieni Fela, metti l’ultimo pezzo tu…
LORENZO: Aspetta, manca anche questo…
LUCIA: Che bello questo puzzle!
ANNA: Ecco, abbiamo già finito!
ANNA: Fela! Noooo….
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
FELA: Anna! Buongiorno!
ANNA: Buongiorno! Che buon odore! Hai fatto il caffè?
FELA: Sì.
ANNA: Bravo! Mamma ti ha fatto lavorare senza me e Salif?
FELA: Beh… diciamo che ho imparato a cucinare qualcosina…
ANNA: Peccato che sia a un convegno proprio in questi giorni in cui sono qui…
FELA: Hai ragione… mi ha detto anche che era un convegno molto importante sull’etica dei giornalisti…
ANNA: Beh, la vedrò presto comunque!Tu hai già fatto colazione?
FELA: Ho appena finito
ANNA: Peccato… allora fammi compagnia!
FELA: Volentieri…
ANNA: Che fai oggi?
FELA: Devo studiare un po’, però ci sono anche alcune cose da fare per la casa…
ANNA: Senti, Karim lavora, quindi approfitta pure di me per qualche incarico!
FELA: Approfitto subito allora!
ANNA: Dimmi…
FELA: Andresti tu alla posta?… Bisogna pagare un bollettino del riscaldamento e uno della luce... e non ho ancora avuto tempo…
ANNA: Non c’è problema. Hai già preso i bollettini?
FELA: Sì, sono qui, sul tavolo…
ANNA: Hai già scritto la cifra da pagare?
FELA: No, non l’ho ancora scritta… allora scrivi tu… 80 euro…., prima in cifre e poi in lettere.
ANNA: Ecco… qui cosa scrivo?
FELA: Il nome di chi paga il riscaldamento. Quello di Olga. Il condominio è a suo nome.
ANNA: Qui va la data, vero?
FELA: Sì. Ecco. Fatto.
ANNA: Okay, ci penso io.
FELA. Ah, Anna…
ANNA: Dimmi.
FELA: Mi puoi fare anche una raccomandata per l’università?
ANNA: Certo!
FELA: Ecco, è pronta, però è una raccomandata con ricevuta di ritorno, quindi devi compilare il modulo che ti danno alle poste.
ANNA: Bene. Io devo mandare una lettera in Svizzera. Prendo il francobollo in tabaccheria… devo vedere Lucia, mi faccio accompagnare da lei… un’occasione per fare due chiacchiere…
FELA: Dai! Allora sbrigati con la colazione!
ANNA: Subito!
Più tardi…
SCENA 2
ANNA: Lucia?
LUCIA: Ciao Anna! Sei tornata?
ANNA: Sì. sono a casa. Senti, ho tanta voglia di vederti. Che fai oggi pomeriggio?
LUCIA: Nulla di urgente. Dai, ti aspetto all’angolo sotto casa mia alle quattro … ok?
ANNA: Ok. A dopo!
LUCIA: A dopo!
SCENA 3
FELA: Ecco, ho quasi fatto… ora sono tutti pronti...
ANNA: Fela! Cosa stai facendo?
FELA: Preparo alcuni regalini per Meryem…
ANNA: Accidenti! Quanti sono?
FELA: Dieci, uno per ciascun mese in cui non ci siamo visti!
ANNA: Fela, come sei romantico!
FELA: Speriamo che le piacciano…
ANNA: Come potrebbero non piacerle?
FELA: Non lo so… mi sembra così distaccata…
ANNA: Fela… penso che Meryem ti voglia molto bene… ma non pensare solo a lei… voglio dire, non puntare tutto su di lei…
FELA: Hai ragione… ah, è vero che i telegrammi si possono dettare al telefono?
ANNA: Certo! Trovi il numero sull’elenco telefonico…
FELA: Ah, bene… voglio mandarle un telegramma… è più originale di un’e-mail…
ANNA: Fela, Fela… come sei romantico!
FELA: Ecco… Sì? Pronto? Vorrei dettare un telegramma… Sì... il destinatario è Meryem Mernissi... e l’indirizzo è: Marocco... Rabat Avenue Mohammed V numero 192 Allora… il testo è… “Meryem, mi manchi. Le ore non passano mai. Ti aspetto, Fela”.
Nel pomeriggio…

SCENA 4
ANNA: Buongiorno. Vorrei un francobollo
TABACCAIO: Per l’Italia o per l’estero? Il costo è diverso a seconda delle zone...
ANNA: Per la Svizzera, grazie. Quant’è?
TABACCAIO: La Svizzera è nella zona 1... per una lettera lei paga 75 centesimi.
ANNA: Ecco, grazie e buongiorno!
TABACCAIO: Buona giornata!

Nel frattempo…
SCENA 5
GIULIO: Pronto? Olga? No, tranquilla. Tutto a posto. Il convegno? Benissimo. Sì. Nel prossimo numero, parleremo dei problemi legati all’etica dei giornalisti soprattutto quando scrivono di temi legati all’immigrazione… sì, sì, va bene, ci sentiamo domani! Ciao!
GIULIO: Allora… dal 2007 l'Ordine Nazionale dei giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa, su indicazione dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite (UNHCR), hanno scritto un Protocollo deontologico, un elenco di regole, che i giornalisti devono osservare quando parlano di temi delicati come l’immigrazione e l’asilo politico… Si chiama la “Carta di Roma”!
Più tardi…
SCENA 6
FELA: Ecco… Alessandro Manzoni… lo metto qui… a Milano… voglio fare una sorpresa a Olga.
Nel frattempo…
SCENA 7
LUCIA: Certo che il tempo è proprio strano… prima c’è il sole e adesso sta quasi per piovere!
ANNA: Eh già… comunque il discorso dell’ecologia e della sostenibilità mi piace tantissimo… voglio fare questo nella vita, lo so…
LUCIA: Lo so. Mi piacciono le tue idee così determinate…
ANNA: Anche Karim ha già capito che è la mia strada e mi sostiene…
LUCIA: Karim è un ragazzo d’oro.
ANNA: E anche Lorenzo lo è… guarda, eccolo!
Arriva Lorenzo
LORENZO: Ciao, ragazze!
LUCIA: Ciao, amore!
ANNA: Ciao, Lorenzo! Che bello rivederti!
LORENZO: Anna! Finalmente a casa! Karim sarà contento…
ANNA: Lo è.
LORENZO: Dov’è? Non è venuto con voi?
ANNA: Non ha ancora finito di lavorare e poi questa sera e domani è impegnato con la madre: devono fare un trasloco, aiuta a fare i pacchi. Ci passo più tardi.
LORENZO: Salutamelo tanto!
ANNA: Lo farò. Allora, promessi sposi, volete venire a cena?
LORENZO: C’è anche Fela?
ANNA: Sì sì.
LORENZO: Che dici, Lucia, andiamo?
LUCIA: Con molto piacere!
Quella sera…
SCENA 8
ANNA: Ragazzi! Abbiamo fatto la pizza!
FELA: Fantastico! Ah… Anna… quando chiama tua madre devi darle un messaggio da parte di Giulio.
ANNA: Di che si tratta?
FELA: Ha detto che andrà lui a intervistare uno scrittore e giornalista iraniano di cui avevano parlato: Bijan Zarmandili... ricordati di dirglielo!
ANNA: Va bene. Ah, senti Fela, se Meryem dovrà dormire nella mia stanza devi comprare una lampadina per il comodino… lei ama leggere la sera…
FELA: Va bene.
LUCIA: Allora… Fela… Meryem ha ottenuto il nulla osta?
FELA: Sì. Arriva la prossima settimana.
ANNA: Ah, quando tornano Salif e Mansour!
FELA: Eh sì… ma sentite… secondo voi… io sono giusto per Meryem?
LUCIA: Fela! Tu sei un ragazzo meraviglioso…
LORENZO: Guarda che sono geloso eh?
ANNA: Sai come si dice in Italia, Fela? “chi vivrà vedrà”… vuol dire “aspetta e qualcosa succederà”…
LORENZO: Ah ragazzi, dimenticavo.. ho portato un regalino…
ANNA: Un regalo? Ma dai!
LUCIA: Lorenzo ha voluto portare un passatempo…
FELA: E cos’è?
LORENZO: Beh… un puzzle…
ANNA: Un puzzle!! Magnifico! Dopo cena voglio cominciarlo subito!
LORENZO: Sono tanti pezzi, non credo che riusciremo a finirlo!
FELA: Vuol dire che verrete a cena anche domani sera!
Il giorno dopo…
SCENA 9
GIULIO: Lei è nato in Iran ma ha lasciato presto il suo paese..Ci può raccontare la sua storia?
Zarmandili: Io sono venuto in Italia perché mio padre aveva sale cinematografiche in Iran.Mio padre aveva una società di import export di film,credo che negli anni 50 ha portato tutto il cinema italiano in Iran. Io avevo finito il liceo,avevo quasi diciassette anni,venne il socio italiano di mio padre a Teheran e mi portò con se a Roma. Sono passati 50 anni. Eccomi qua. Pochissimo tempo dopo il mio arrivo in Italia ho cominciato a fare politica .Fare politica allora voleva dire entrare nelle fila dell’opposizione del regime dello Scià,regime precedente a quello attuale, quello di Khomeyni. Questi venti anni che io ho militato nelle fila della sinistra, dell’opposizione iraniana di allora,credo che abbia segnato la mia vita, in qualche modo ha indirizzato la mia educazione culturale ,la mia educazione politica ma anche professionale in un certo senso ..Io faccio il giornalista in realtàà perché allora facevo il giornale clandestino dell’opposizione iraniana…
GIULIO: quindi lei ha studiato architettura ma poi ha come ci ha detto ha deciso di diventare giornalista,cosa l’ha spinta a questa decisione?
Zarmandili: Ma era una conseguenza quasi naturale direi, io ho continuato ad avere una sorta di permanenza all’estero come esiliato, in un certo senso lontano.. senza la possibilità di poter tornare nel mio paese, però erano appunto gli anni della rivoluzione in Iran…,la stampa era molto interessata a capire che cosa sta accadendo in quella parte del mondo,in quel paese… io ora mai a quel punto erano tanti anni che ero in Italia, nel frattempo mi ero sposato,avevo un figlio…e ho cominciato l’attività di giornalista non dico per caso ma legato a questi avvenimenti
GIULIO: quali sono secondo lei i legami che uno straniero mantiene con la sua terra?
Zarmandili: Io vivevo una realtà diversa, un luogo diverso, uno spazio diverso, tuttavia sempre in contatto con il mondo precedente,di provenienza, cioè del mio paese,essere esuli, essere in esilio,stare fuori e continuare ad essere un militante in qualche modo per il proprio paese,determina non solo una doppia cittadinanza,diciamo lo status giuridico, diventa anche un fatto psicologico,diventa condizione di…quindi certo è parte di me, è dentro di me,io sono in qualche modo ancora legato ai luoghi di provenienza, quindi è naturale che io mi occupi ancora del medio oriente, mi occupi dell’Iran, e racconti anche nei miei romanzi le storie che non sono immediatamente legate alla realtàà d’Italia,anche se in qualche romanzo c’è Roma,c’è questa città materna di quegli anni molto belli
GIULIO: grazie…
Zarmandili: grazie a lei
GIULIO: grazie per la sua esperienza di giornalista che per me è molto interessante..
Zarmandili: molto gentile..
Nel frattempo…
SCENA 10
FELA: “I filosofi africani si sono espressi prevalentemente in lingua francese…”
ANNA: Fela? Posso?
FELA: Certo Anna.
ANNA: Volevo fare due chiacchiere con te. Dopodomani riparto… e… non ci crederai… ma in Svizzera quello che mi manca di più, a parte la mamma, sei tu!
FELA: Ma va, non ci credo…
ANNA: È vero. quante ne abbiamo passate insieme… in viaggio… dopo il matrimonio di mamma e Salif in poi…
FELA: Quante litigate…
ANNA: È vero… ma tra fratelli si litiga…
FELA: Come fratelli non ci somigliamo molto…
ANNA: Direi di no… cosa studi oggi?
FELA: Ho cominciato a lavorare alla tesi… sto leggendo un saggio sull’opera politica di Leopold Sedar Senghor…
ANNA: Come pensavi di scrivere la tesi?
FELA: Beh… vorrei occuparmi di Senghor come politico… e come filosofo che riflette sull’orgoglio di essere africani, in un momento difficile…
ANNA: È una grande impresa, Fela.
FELA: Sai cosa mi colpisce di Senghor?
ANNA: Dimmi.
FELA: Il fatto che usi la lingua francese.
ANNA: In Senegal è normale, no?
FELA: Beh sì… è la lingua ufficiale… però si parlano molte altre lingue… la nostra costituzione le chiama lingue ‘nazionali’: il wolof, naturalmente, e poi il mandinka, il serere, il soninke e il diola…
ANNA: In Italia non si parlavano tante lingue…
FELA: E invece sì.. si parlavano tante lingue, ma dopo Dante, Petrarca e Boccaccio, gli scrittori hanno scritto tutti in fiorentino…
ANNA: In realtà la lingua italiana è il fiorentino?
FELA: Eh sì… almeno come base…
ANNA: Quante cose hai imparato, fratellone!
Più tardi…
SCENA 11
ANNA: Ma no, amore, non ti preoccupare… è giusto che aiuti tua madre, dai… noi ci vediamo domani e stiamo insieme tutto il giorno… sì, stasera tornano Lorenzo e Lucia… hanno portato un puzzle bellissimo e stasera lo finiamo… ti chiamo quando vanno via, d’accordo? Okay… ciao, ciao
Poco dopo…
SCENA 14
ANNA: Ecco, ragazzi… non ho toccato nulla, mangiamo sul divano perché dobbiamo assolutamente finire questo bellissimo puzzle!
LORENZO: Sono contento che vi sia piaciuto.
LUCIA: Forza! Mettiamoci al lavoro!
ANNA: Ho chiamato anche Fela… così ci viene a dare una mano…
LUCIA: Bene!
ANNA: Ecco qua ci sono dei pezzi buoni!
LORENZO: Qui ho fatto un bel pezzo dello stivale…
ANNA: È l’Italia! Bellissimo…
LUCIA: Sono contenta che ti sia piaciuto Anna!
Entra Fela
FELA: Eccomi! È arrivato l’abilissimo costruttore di puzzle!
ANNA: Ecco, arrivi quando abbiamo quasi finito…
FELA: Il tocco del maestro… vediamo un po’…
LORENZO: Fela… mancano questi pezzi qui…
ANNA: Ecco, Fela, vai, metti l’ultimo pezzo tu…
LORENZO: Aspetta, manca anche questo…
LUCIA: Che bello questo puzzle!
ANNA: Ecco, abbiamo già finito!
ANNA: Fela! Noooo….
FELA: Scusate… mi sono un po’ distratto…
LUCIA: Tutto il nostro lavoro…
LORENZO: Su su, i puzzle sono fatti apposta…
ANNA: Fela, sei tremendo!
LUCIA: Lorenzo ha ragione … sapete che vi dico, anzi!? Rifacciamo l'Italia unita!!!
Continua…
LE PAROLE DELL’ITALIANO 8
Se dobbiamo spedire una lettera scritta su carta, oppure un documento, oppure un pacco, internet e il telefono non ci aiutano. Per spedire una lettera, dobbiamo andare dal tabaccaio e comprare i francobolli, come fa Anna:
ANNA: Buongiorno. Vorrei un francobollo
TABACCAIO: Buongiorno , per l’Italia o per l’estero? Il costo è diverso a seconda delle zone...
ANNA: Per la Svizzera, grazie. Quant’è?
TABACCAIO: La Svizzera è nella zona 1... per una lettera lei paga 75 centesimi.
I francobolli possiamo comprarli anche all’ufficio postale, dove possiamo fare molte altre cose: per esempio,possiamo spedire una raccomandata, che costa un po’ di più ma è più sicura di una lettera normale. Se vogliamo poi, possiamo anche fare una raccomandata con ricevuta di ritorno; in questo caso, quando la raccomandata arriverà al destinatario, cioè a chi la deve ricevere, il postino lascia nella nostra cassetta delle lettere un avviso che la raccomandata è arrivata a destinazione.
OLGA: Mi puoi fare anche una raccomandata per il giornale?
ANNA: Certo!
OLGA: Ecco, è pronta, però è una raccomandata con ricevuta di ritorno, quindi devi compilare il modulo che ti danno alle Poste.
Dall’ufficio postale possiamo anche spedire soldi a amici o a parenti o a chiunque con un vaglia: andiamo alla posta, riempiamo il modulo, diamo i soldi all’impiegato e la posta spedirà al nostro amico o parente il vaglia. Lui (o lei) va in un ufficio postale, consegna il vaglia all’impiegato e ritira i soldi. Alla posta, poi, possiamo anche spedire un pacco o mandare un telegramma, cioè un messaggio breve, che arriva molto velocemente, molto prima della lettera. Il telegramma lo possiamo anche spedire per telefono, chiamando le poste, proprio come fa Fela:
FELA ....... Pronto? Vorrei dettare un telegramma… Sì... il destinatario è Meryem Mernissi .. L’indirizzo è: Marocco, Rabat , Avenue Mohammed V n.192 . Allora… il testo è… “Meryem, mi manchi......
Alla posta possiamo anche pagare le bollette, ad esempio quelle del gas, della luce, del telefono, e tutti i tipi di bollettini postali.
ANNA: ............. Hai già preso i bollettini?
OLGA: Sì, sono qui sul tavolo...

Avete sentito? Anna e Olga hanno usato il passato prossimo, e hanno detto: Hai già preso i bollettini? Cioè: “Hai preso i bollettini prima?”; “Hai già scritto la cifra?” (cioè: “Hai scritto la cifra prima?”), e poi “No, non l’ho ancora scritta” (cioè “Fino a questo momento non l’ho scritta). Quando col passato prossimo adoperiamo queste parole: ancora, già e anche appena (cioè ‘poco tempo fa’) e quasi (cioè ‘non completamente’), dobbiamo metterle in mezzo al passato prossimo, proprio come fanno i nostri amici:
ANNA: .................Tu hai già fatto colazione?
OLGA: Ho appena finito...
OLGA: ...............non ho ancora avuto tempo…
FELA: Ecco, ho quasi fatto
ANNA: Anche Karim ha già capito che è la mia strada
ANNA: Ecco, arrivi quando abbiamo quasi finito…
Vi ricordate?
Noi il passato prossimo lo abbiamo già studiato. È il tempo del verbo formato dal presente di avere o di essere seguito dal participio passato: ho telefonato, abbiamo deciso, siete arrivati. I nostri amici lo hanno usato spesso nelle puntate 11 e 12 della prima serie, quando sono stati a Brescia e a Treviso. Ve ne ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano I, 11 le seguenti battute:
ANNA: Per questo vi ho telefonato!
ANNA: Abbiamo deciso che dovete raccontarci tutto!
SALIF: Beh, Il Barone rampante ci ha colpito…
Riprendere da Le parole dell’italiano I, 12 le seguenti battute:
ANNA: Finalmente siete arrivati!
OLGA: Allora, cosa è successo?
ANNA: Ecco il mio annuncio! Mi sono innamorata di un ragazzo…

 

 

 

 

 

Piccola storia dell’italiano

 

Per fare l’Unità d’Italia la lingua è stata più importante della politica e delle guerre

Come ci ha fatto capire Fela, tra i tanti dialetti che ci sono in Italia, il fiorentino ha avuto un’importanza enorme, perché è stato non solo la lingua di Dante, ma anche la lingua di Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. Francesco Petrarca usò il fiorentino per scrivere le poesie eleganti e raffinate del suo Canzoniere, mentre Giovanni Boccaccio lo usò per scrivere il Decameron, una raccolta di cento bellissime novelle. Decameron è una parola curiosa: viene dal greco antico, e significa dieci giorni. Questo perché queste cento novelle le raccontano dieci ragazzi in dieci giorni: dieci novelle al giorno. Gli scrittori italiani venuti dopo Dante, Petrarca e Boccaccio li hanno ammirati tantissimo, e hanno imitato la loro lingua, anche se magari, per parlare usavano la lingua del paese o della città in cui erano nati ( per esempio il napoletano, il milanese, il veneziano e così via). Dai tempi di Dante, per più di cinquecento anni, l’Italia è stata divisa in tanti piccoli stati, ma gli scrittori italiani hanno usato un’unica lingua: il fiorentino letterario del 1300 di Dante, Petrarca e Boccaccio, che per tutti è diventato la lingua italiana. Ecco perché per fare l’unità d’Italia la lingua, la letteratura e la cultura sono state più importanti della politica e delle guerre.


LA BUSSOLA
I nuovi strumenti della comunicazione: dalla stampa ad internet.
La comunicazione è, dunque, il modo più diretto e immediato che abbiamo per collegarci con la società e con il mondo.
Il primo riconoscimento costituzionale della libertà di comunicazione si è avuto con la Rivoluzione Francese, quando l’Assemblea Nazionale nel 1790 proclama l’inviolabilità della libertà di corrispondenza.
In Italia, invece, questo riconoscimento lo si è avuto solo con la Costituzione italiana del 1948. Prima, lo Statuto Albertino, Carta Fondamentale del Regno d’ Italia, non prevedeva espressamente la libertà di comunicazione.
La Costituzione italiana, quindi, garantisce a tutti la piena libertà di comunicare con gli altri e la segretezza della corrispondenza (art. 15 Costituzione), considerata inviolabile, come la libertà della persona (art. 13 Costituzione) e come la libertà di manifestare il proprio pensiero (art. 21 Costituzione).
Esistono diversi modi di comunicare. Il più tradizionale è la comunicazione tramite lettera.

SCENA 1
FELA: Mi puoi fare anche una raccomandata per l’Università?
ANNA: Certo!
FELA: Ecco, è pronta, però è una raccomandata con ricevuta di ritorno
Una lettera, infatti, può essere spedita con raccomandata con ricevuta di ritorno, quando vogliamo essere certi che il destinatario la riceva. La raccomandata con ricevuta di ritorno ha valore legale. Infatti, normalmente si utilizza nel mondo del lavoro o quando dobbiamo trasmettere domande o richieste agli uffici pubblici.
Una lettera può essere anche semplicemente spedita applicando sulla busta un francobollo, come quella che vuole spedire Anna in Svizzera.
SCENA 5
TABACCAIO: La Svizzera è nella zona 1... per una lettera lei paga 75 centesimi.
ANNA: Ecco, grazie e buongiorno!
Ora, però, con Internet, abbiamo tanti altri modi per comunicare, molto più veloci e immediati rispetto alla corrispondenza postale.
Pensiamo ad esempio alla posta elettronica. Per poterla usare, dobbiamo avere il collegamento ad internet, offerto in abbonamento dai gestori della telefonia, e aprire un indirizzo di posta elettronica, che di solito è gratuito.
Da poco abbiamo anche la posta elettronica “certificata” (o PEC) (DPR 11 febbraio 2005 n. 68), che dà la possibilità di inviare email “certificate”, cioè messaggi che consentono a chi li invia di avere la certezza che arrivino a destinazione. L’email certificata ha valore legale come la raccomandata con ricevuta di ritorno.
Internet dà anche la possibilità di comunicare con altre persone tramite, ad esempio, i social network e le chat. E può essere utilizzato anche per accedere ad alcuni servizi online degli uffici pubblici o privati.
Pensiamo alle richieste online dei certificati da inoltrare al proprio Comune. Oppure alla spedizione online di una lettera raccomandata, che si può fare senza dover andare all’Ufficio Postale. O infine pensiamo agli estratti conto previdenziali che un’azienda o un professionista possono richiedere online all’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, così come la domanda di indennità di disoccupazione.
Se si ha Internet, quindi, si possono richiedere servizi utili di vario genere comodamente da casa o dal proprio ufficio.
Anche la stampa ha avuto una evoluzione: oltre ai tradizionali giornali di carta stampata, come quello su cui scrive Olga, ve ne sono molti on line.
La stampa è sempre stata il principale strumento non solo di comunicazione ma anche di espressione e manifestazione del pensiero, libertà queste ultime garantite dall’art. 21 della Costituzione. La stessa cosa vale per la radio e la televisione. E’ attraverso i mass media (appunto stampa, radio e televisione) che tutti noi riceviamo informazione e veniamo a conoscenza dei fatti che accadono intorno a noi, in Italia e nel mondo.
Pensiamo, ad esempio, alle notizie sull’immigrazione.
SCENA 6
GIULIO: Nel prossimo numero parleremo dei problemi legati all’etica dei giornalisti soprattutto quando scrivono testi sull’immigrazione…
L’informazione è a tal punto importante che i giornalisti, come Olga, hanno il dovere di dare informazioni vere e precise e, nel darle, di rispettare la persona e la sua dignità e di non discriminare nessuno per la razza, la religione, il sesso, le condizioni fisiche e mentali e le opinioni politiche.
Con il progresso della tecnologia abbiamo assistito allo sviluppo della diffusione dei mezzi di comunicazione, oltre le frontiere nazionali: insomma una “globalizzazione” dei rapporti interpersonali e degli scambi, anche di informazioni, a livello mondiale.
www.quirinale.it

  1. ORENTARSI NELLA CITTADINANZA

 

Carta di Roma

 

 


Dal 2007 giornalisti e operatori del mondo dell'informazione hanno sentito la necessità di scrivere un elenco di regole e comportamenti che guidi chi si occupa dei temi legati al mondo dell'immigrazione. Anche Olga e Giulio decidono di parlarne sulla rivista “Il pianeta è uno”.
Protocollo deontologico concernente richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti (CNOG) e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana (FNSI), condividendo le preoccupazioni dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) circa l’informazione concernente rifugiati, richiedenti asilo, vittime della tratta e migranti, richiamandosi ai dettati deontologici presenti nella Carta dei doveri del giornalista - con particolare riguardo al dovere fondamentale di rispettare la persona e la sua dignità e di non discriminare nessuno per la razza, la religione, il sesso, le condizioni fisiche e mentali e le opinioni politiche - e ai princìpi contenuti nelle norme nazionali ed internazionali sul tema; riconfermando la particolare tutela nei confronti dei minori così come stabilito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dai dettati deontologici della Carta di Treviso e del Vademecum aggiuntivo, invitano, in base al criterio deontologico fondamentale “del rispetto della verità sostanziale dei fatti osservati” contenuto nell’articolo 2 della Legge istitutiva dell’Ordine, i giornalisti italiani a:
osservare la massima attenzione nel trattamento delle informazioni concernenti i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta e i migranti nel territorio della Repubblica Italiana ed altrove e in particolare a:
- adottare termini giuridicamente appropriati sempre al fine di restituire al lettore e all’utente la massima aderenza alla realtà dei fatti, evitando l’uso di termini impropri;
- evitare la diffusione di informazioni imprecise, sommarie o distorte riguardo a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti. CNOG e FNSI richiamano l’attenzione di tutti i colleghi, e dei responsabili di redazione in particolare, sul danno che può essere arrecato da comportamenti superficiali e non corretti, che possano suscitare allarmi ingiustificati, anche attraverso improprie associazioni di notizie, alle persone oggetto di notizia e servizio; e di riflesso alla credibilità della intera categoria dei giornalisti;
- tutelare i richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime della tratta e i migranti che scelgono di parlare con i giornalisti, adottando quelle accortezze in merito all’identità e all’immagine che non consentano l’identificazione della persona, onde evitare di esporla a ritorsioni contro la stessa e i familiari, tanto da parte di autorità del paese di origine, che di entità non statali o di organizzazioni criminali. Inoltre, va tenuto presente che chi proviene da contesti socioculturali diversi, nei quali il ruolo dei mezzi di informazione è limitato e circoscritto, può non conoscere le dinamiche mediatiche e non essere quindi in grado di valutare tutte le conseguenze dell’esposizione attraverso i media;

 

  • interpellare, quando ciò sia possibile, esperti ed organizzazioni specializzate in materia, per poter fornire al pubblico l’informazione in un contesto chiaro e completo, che guardi anche alle cause dei fenomeni.

 

Impegni dei tre soggetti promotori
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in collaborazione con i Consigli regionali dell’Ordine, le Associazioni regionali di Stampa e tutti gli altri organismi promotori della Carta, si propongono di inserire le problematiche relative a richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti tra gli argomenti trattati nelle attività di formazione dei giornalisti, dalle scuole di giornalismo ai seminari per i praticanti. Il CNOG e la FNSI si impegnano altresì a promuovere periodicamente seminari di studio sulla rappresentazione di richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta e migranti nell’informazione, sia stampata che radiofonica e televisiva.
Il CNOG e la FNSI, d’intesa con l’UNHCR, promuovono l’istituzione di un Osservatorio autonomo ed indipendente che, insieme con istituti universitari e di ricerca e con altri possibili soggetti titolari di responsabilità pubbliche e private in materia, monitorizzi periodicamente l’evoluzione del modo di fare informazione su richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta, migranti e minoranze con lo scopo di:
a) fornire analisi qualitative e quantitative dell’immagine di richiedenti asilo, rifugiati, vittime della tratta e migranti nei mezzi d’informazione italiani ad enti di ricerca ed istituti universitari italiani ed europei nonché alle agenzie dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa che si occupano di discriminazione, xenofobia ed intolleranza;
b) offrire materiale di riflessione e di confronto ai Consigli regionali dell’Ordine dei Giornalisti, ai responsabili ed agli operatori della comunicazione e dell’informazione ed agli esperti del settore sullo stato delle cose e sulle tendenze in atto.
Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa Italiana si adopereranno per l’istituzione di premi speciali dedicati all’informazione sui richiedenti asilo, i rifugiati, le vittime di tratta ed i migranti, sulla scorta della positiva esperienza rappresentata da analoghe iniziative a livello europeo ed internazionale.
Il documento è stato elaborato recependo i suggerimenti dei membri del Comitato scientifico, composto da rappresentanti di: Ministero dell’Interno, Ministero della Solidarietà sociale, UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) / Presidenza del Consiglio – Dipartimento per le Pari Opportunità, Università La Sapienza e Roma III, giornalisti italiani e stranieri.
GLOSSARIO
- Un richiedente asilo è colui che è fuori dal proprio paese e presenta, in un altro stato, domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, o per ottenere altre forme di protezione internazionale. Fino al momento della decisione finale da parte delle autorità competenti, egli è un richiedente asilo ed ha diritto di soggiorno regolare nel paese di destinazione. Il richiedente asilo non è quindi assimilabile al migrante irregolare, anche se può giungere nel paese d’asilo senza documenti d’identità o in maniera irregolare, attraverso i cosiddetti ‘flussi migratori misti’, composti, cioè, sia da migranti irregolari che da potenziali rifugiati.
- Un rifugiato è colui al quale è stato riconosciuto lo status di rifugiato in base alla Convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati, alla quale l’Italia ha aderito insieme ad altri 143 Paesi. Nell’articolo 1 della Convenzione il rifugiato viene definito come una persona che: ‘temendo a ragione di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza a un determinato gruppo sociale od opinioni politiche, si trova fuori del paese di cui ha la cittadinanza, e non può o non vuole, a causa di tale timore, avvalersi della protezione di tale paese’. Lo status di rifugiato viene riconosciuto a chi può dimostrare una persecuzione individuale.
- Un beneficiario di protezione umanitaria è colui che - pur non rientrando nella definizione di ‘rifugiato’ ai sensi della Convenzione del 1951 poiché non sussiste una persecuzione individuale - necessita comunque di una forma di protezione in quanto, in caso di rimpatrio nel paese di origine, sarebbe in serio pericolo a causa di conflitti armati, violenze generalizzate e/o massicce violazioni dei diritti umani. In base alle direttive europee questo tipo di protezione viene definita ‘sussidiaria’. La maggior parte delle persone che sono riconosciute bisognose di protezione in Italia (oltre l’80% nel 2007) riceve un permesso di soggiorno per motivi umanitari anziché lo status di rifugiato.
- Una vittima della tratta è una persona che, a differenza dei migranti irregolari che si affidano di propria volontà ai trafficanti, non ha mai acconsentito ad essere condotta in un altro paese o, se lo ha fatto, l’aver dato il proprio consenso è stato reso nullo dalle azioni coercitive e/o ingannevoli dei trafficanti o dai maltrattamenti praticati o minacciati ai danni della vittima. Scopo della tratta è ottenere il controllo su di un’altra persona ai fini dello sfruttamento. Per ‘sfruttamento’ s’intendono lo sfruttamento della prostituzione o altre forme di sfruttamento sessuale, il lavoro forzato, la schiavitù o pratiche analoghe, l’asservimento o il prelievo degli organi.
- Un migrante/immigrato è colui che sceglie di lasciare volontariamente il proprio paese d’origine per cercare un lavoro e migliori condizioni economiche altrove. Contrariamente al rifugiato può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza.

 

 

  • Un migrante irregolare, comunemente definito come ‘clandestino’, è colui che

 

a) ha fatto ingresso eludendo i controlli di frontiera;

  • b) è entrato regolarmente nel paese di destinazione, ad esempio con un visto turistico, e vi è rimasto dopo la scadenza del visto d’ingresso (diventando un cosiddetto ‘overstayer’);
  • c) o non ha lasciato il territorio del paese di destinazione a seguito di un provvedimento di allontanamento