Benvenuti in casa Ba - L'acqua per la vita - I nuovi nati

Unità 11 - Livello A1

Olga e Salif, insieme a Fela, sono all'Aquila, in Abruzzo. Qui il ragazzo riscopre la passione per l'acqua mostrata già a Caserta e lo zio ne approfitta per raccontargli una bella leggenda africana e portarlo a vedere la celebre fontana delle 99 cannelle. In città, davanti alla basilica di santa Maria di Collemaggio, i nostri amici incontreranno anche un ruandese che è emigrato in Italia e si è formato una famiglia qui. I suoi figli, nati in Italia, conquistano Fela con il gioco del calcio.

 

SCENA 0 – FONTANA 99 CANNELLE Olga, Salif, Fela OLGA: Ma, Fela, che fai? SALIF: Mio nipote è proprio matto! FELA: Vi dimostrerò che l’acqua è magica… e leva la tristezza! Uno, due… e tre! Quella mattina…
SCENA 1 – PIAZZA SAN PIETRO
Olga, Salif, Fela OLGA: Quando arrivo in una città nuova sono sempre curiosa di sapere l’origine del nome… proviamo a indovinarla? SALIF: Beh… L’Aquila… mi pare ovvio… l’aquila è il re degli uccelli e delle montagne… come questa città … FELA: Veramente io ho sentito un’altra storia sull’origine del nome… qui il territorio è ricco d’acqua perciò originariamente si chiamava Acculae… OLGA: Sei sempre affascinato dall’acqua… a Caserta le fontane della reggia ti avevano colpito tanto… FELA: Eh, sì! L’acqua è fondamentale per la vita… noi siamo fatti di acqua, l’acqua nutre noi e le piante… sugli altri pianeti non c’è vita perché non c’è acqua! SALIF: A proposito di acqua… che sete! Comincia a far caldo… OLGA: Già. E io ho bisogno di un paio di magliette leggere, vado a comprarle… vi raggiungo dopo… mi chiamate? SALIF: Sì, ti telefoniamo tra un po’… ciao! Ti va di andare a vedere il Castello? FELA: Certo, andiamo! Poco dopo…
SCENA 2 – CASTELLO – FORTE SPAGNOLO
SALIF: Hai visto? Questo castello è un esempio di architettura militare… più che un castello è un Forte, una fortezza! FELA: Ne abbiamo visto uno anche a Napoli… CLAUDIO RIVELLI: Buongiorno! SALIF: Buongiorno! CLAUDIO: Vi piace il nostro castello? SALIF: Sì, molto… CLAUDIO: Sono Claudio Rivelli SALIF: Io Salif. Mio nipote FELA: Fela! CLAUDIO: Claudio! Siete qui in vacanza o siete qui per lavoro? SALIF: Beh… ci siamo trasferiti in Italia e ora stiamo cercando di conoscerla meglio… ne siamo innamorati… CLAUDIO: Io sono stato molti anni anch’io immigrato. Sono andato in Australia e per 15 anni sono rimasto lì. Mio suocero è partito negli anni Cinquanta e gli italiani erano un po’ visti come gli usurpatori del lavoro della gente nativa. FELA: Perché è tornato in Italia? CLAUDIO: Io sono tornato in Italia perché io ho tutta la famiglia qui in Italia: mia madre, mio padre, mio fratello, i genitori di mia moglie, quindi nella nostra ottica c’era ritornare nel paese nativo. SALIF: Sa che è la stessa cosa che succede più o meno nella mia comunità? Ci sono dei senegalesi che partono dal paese con il progetto di ritornare e però si rendono conto, passando il tempo, che la loro vita ormai è qui. CLAUDIO: Quando un figlio nasce in un paese straniero acquisisce tutta la mentalità e tutto il modo di fare e di vivere del paese in cui vive. Anch’io, per esempio, ho due figli: uno di 14 e uno di 10 anni e vedo che quando sono rapportati con bambini italiani, non si trovano a loro agio come se si trovassero con i bambini australiani. SALIF: Quando è tornato in Italia, che paese si aspettava di trovare e che paese ha trovato? CLAUDIO: Ho trovato l’Italia molto molto burocratica. Abituato lì in Australia, che le cose si facevano in cinque minuti, qui ci vogliono cinque giorni. Ho trovato un paese molto molto diverso perché negli anni Novanta, quando sono partito io non c’era molta immigrazione da altri paesi. SALIF: Le auguro buona fortuna, allora! CLAUDIO: Io auguro a voi buona fortuna e divertitevi! FELA: Grazie! SALIF: Grazie! CLAUDIO: Arrivederci! FELA: Arrivederci! SALIF: Ciao! FELA: Zio, ti va di andare alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio? SALIF: Certo, ora avvisiamo anche Olga… Nel frattempo…
SCENA 3 – NEGOZIO DI ABBIGLIAMENTO
Olga, commessa OLGA: Buongiorno! COMMESSA: Buongiorno! OLGA: Vorrei vedere delle magliette a maniche corte! COMMESSA: Che taglia porta? OLGA: Una 42… o una medium… dipende dal modello… ne ha una con la scollatura tonda? COMMESSA: Sì, guardi, c’è questa. E in bianco. OLGA: Sono di puro cotone vero? COMMESSA: Sì, certo. Noi vendiamo solo tessuti naturali. OLGA: Ne ha qualcuna di un colore più acceso? COMMESSA: C’è sul verde, celeste, sul rosa… l’azzurro! OLGA: Scusi! Signora, io devo incontrare mio marito alla Basilica di Collemaggio, come posso arrivarci? COMMESSA: Guardi, come esce dal negozio a sinistra si trova proprio il violone di fronte alla Basilica OLGA: Ma prima voglio provare questa maglietta... posso? COMMESSA: Sì, prego. Più tardi… SCENA 4 – SANTA MARIA DI COLLEMAGGIO Fela, Salif, poi Olga FELA: No, che peccato... ci sono dei lavori... SALIF: E perchè mi hai portato qui? FELA: Volevo tanto parlarti di un papa che è sepolto qui... SALIF: E perchè? FELA: Perchè ne parla Dante, si chiama Celestino V. SALIF: Come mai Dante ne parla? FELA: Beh… in realtà non ne parla benissimo… perché Celestino V rimase papa solo cinque mesi… era un eremita e voleva dedicarsi solo alla preghiera… possiamo dire che “si è dimesso”, ha rinunciato al suo compito... SALIF: Non mi sembra grave… FELA: il problema è che dopo di lui arrivò Bonifacio VIII, un papa che secondo Dante era malvagio ed era la rovina di Firenze… SALIF: Ah! FELA: E così, Dante mette Celestino tra gli ignavi… SALIF: Chi sono? FELA: Quelli troppo deboli o troppo paurosi che non si sono impegnati né per il bene né per il male… insomma, non sono stati né cattivi né buoni, hanno vissuto senza infamia e senza lode… SALIF: Ah sì… mi ricordo… gli ignavi! Ne abbiamo parlato a Trieste… è un modo di dire… FELA: Già. Dante non fa il nome ma definisce Celestino “colui che fece per viltade il gran rifiuto”… perchè ha rinunciato al papato! SALIF: Vediamo se la guida ci dice qualcosa che tu non sai già, saputello! FELA: Sì... sono sicuro che dice qualcosa di positivo su Celestino V... SALIF: Celestino V è famoso anche per l’indulgenza plenaria da lui concessa per l’incoronazione. Tale solennità si celebra ancora ogni anno il 28 e 29 agosto con la ‘perdonanza’, la più grande festa aquilana. L’indulgenza plenaria, per la religione cattolica, vuol dire che la chiesa perdona tutti i peccati, tutte le azioni sbagliate dei peccatori che chiedono perdono per i loro errori. FELA: Ecco Olga! OLGA: Ciao! Come mai mi avete fatto venire qui? SALIF: Siamo venuti per vedere la Basilica di Collemaggio ma è in restauro... l'Italia è così piena di patrimoni artistici e questi cantieri dimostrano che è un paese che tiene molto ai suoi beni! FELA: Guarda, zio! Che dici se chiedo a quei bambini di fare due tiri con loro?
SCENA 4 bis - ESTERNO BASILICA COLLEMAGGIO Olga, Salif, Fela. Ntibitura Eraste e i suoi due figli SALIF: Salve! Scusa ma… mio nipote non ha resistito al pallone… non ne può fare a meno! Io mi chiamo Salif Ba. ERASTE: Io Eraste. OLGA: Io Olga, piacere. ERASTE: Ciao, Eraste, piacere mio. OLGA: E’ da tanto che siete in Italia? ERASTE: Io sono arrivato negli anni Novanta e sono 18 anni che sto qua. SALIF: E vive con sua moglie? ERASTE: Sì, con mia moglie ci siamo conosciuti qua in Italia. Noi venivamo dal Ruanda, ci siamo conosciuti, ci siamo sposati e abbiamo avuto due figli. SALIF: Perciò i vostri figli sono nati qui? ERASTE: Sono nati qui in Italia, studiano in Italia. SALIF: Quindi, a diciottto anni se continueranno a risiedere qui, potranno diventare cittadini italiani! ERASTE: Certo! OLGA: E come vi trovate adesso? ERASTE: Diciamo abbastanza bene. All’inizio è sempre stato difficile come per tutti quanti. Abbiamo avuto modo di avere un po’ di cultura, studiare, adesso io lavoro nel mondo dell’informatica. SALIF: Come immaginate il futuro dei vostri figli? ERASTE: La vita loro la stanno vivendo qua, però possono andare anche giù in Africa a conoscere il nostro paese, la nostra cultura. OLGA. Beh, la famiglia è importante… è alla base della società… e poi un segno di speranza nel futuro! SALIF: E infatti le leggi italiane cercano di sostenerla in ogni modo… anche nella Costituzione la famiglia è considerata il nucleo sociale fondamentale per lo Stato. OLGA: Voi avete una famiglia davvero stupenda! SALIF: E’ vero… ora mi riprendo il mio nipotino e vi lasciamo in pace! ERASTE: Va bene! OLGA: Arrivederci!
SCENA 5 – PARCO COLLEMAGGIO - BASILICA Fela, Salif, Olga SALIF: E allora? Finito di fare il bambinone? FELA: Sì ma che sete… ho bisogno di acqua… OLGA: Ora vado io a prendertela la tua acqua… FELA: Vedete che è indispensabile? SALIF: Beh qui l'acqua non manca. Voglio portarti a vedere una fontana molto famosa qui all'Aquila! La fontana delle 99 cannelle! Ma prima voglio raccontarvi una bella storia africana sull’acqua… FELA: Dai, racconta. SALIF: Un giorno nella foresta scoppia un grande incendio. Il leone, re della foresta, vede un piccolo colibrì che vola proprio in direzione dell’incendio, allora, preoccupato, lo ferma ma il colibrì gli dice: sto andando a spegnere il fuoco! Il leone, meravigliato, gli dice che è impossibile spegnere l’incendio con la gocciolina d’acqua che ha nel becco ma il colibrì gli risponde: “Io faccio la mia parte!” FELA: A volte una goccia d’acqua può cambiare le cose! Il mare è fatto di piccole gocce! SALIF: La favola racconta proprio questo: siamo tutti indispensabili, anche i piccoli e le persone che sembrano poco utili sono indispensabili alla storia dell’umanità! OLGA: Ecco l’acqua! FELA: Grazie, Olga! Vedi zio? Un po’ d’acqua basta a ridare il sorriso a un giovane affaticato! SALIF: Adesso andiamo a vedere la fontana delle 99 cannelle? Lì c’è talmente tanta acqua che ti vedremo felice! FELA: Ciao! OLGA: Ciao! SALIF: Ciao! Poco dopo…
SCENA 6 – FONTANA 99 CANNELLE
Olga, Salif, Fela SALIF: Questa non è una sola fontana! Sono veramente 99 queste fontanelle? OLGA: Eh sì, c’è una storia sull’origine di questa fontana. Me l’ha raccontata la commessa del negozio… FELA: Dai, raccontala! OLGA: Queste 99 “cannelle” da cui esce l’acqua servono per ricordare un’antica leggenda sulla fondazione della città… per formare l’Aquila si sono uniti 99 castelli, e ciascuno dei proprietari fece costuire una piazza con una chiesa e una fontana… che risale al… non mi ricordo… Fela leggi la guida! FELA: Risale al 1272… OLGA: E pensate che queste maschere sono tutte diverse! Rappresentano uomini, donne, animali… FELA: Che spettacolo l’acqua che esce così abbondante! Lo sapete che l’acqua toglie la tristezza? SALIF: Davvero? E come? FELA: Con la magia! OLGA: Ah sì? Vediamola!
SCENA 7 – FONTANA 99 CANNELLE OLGA: Ma, Fela, che fai? SALIF: Mio nipote è proprio matto! FELA: Vi dimostrerò che l’acqua è magica… e leva la tristezza! Uno, due… e tre! FELA: Visto? L’acqua vi ha fatto ridere! OLGA: No, veramente Fela, sei tu che ci hai fatto ridere… sei proprio un bambinone a volte! SALIF: E adesso, sai una cosa, Olga? OLGA: Cosa? No, non me lo dire! SALIF: Sì. Fela ultimamente è un po’ stanco e ha bisogno di un po’ di divertimento! OLGA: Magari con un po’ di magia, no? SALIF: Cosa c’è meglio dell’acqua… ce l’ha spiegato lui… tanta tanta acqua… OLGA: Tanta tanta acqua… FELA: No, zio, Olga, no! Non ne avete il coraggio! Continua…