Benvenuti in casa Ba - Stranieri in Italia

Unità 3 - Livello B2

Grandi preparativi fervono in casa Ba: Fela sta aspettando l’arrivo di Meryem e prepara la stanza di Anna per accoglierla al meglio.  Anche Olga, finalmente, è pronta ad accogliere il ritorno di Salif e Mansur e intanto aiuta la giovane Maria a informarsi per far prendere la licenza media a sua cugina Irina. Salif ha portato dal Senegal tante immagini e video per far conoscere alla sua famiglia la cultura da cui proviene ma anche una piccola grande sorpresa. L’arrivo di Meryem rende Fela felice ma la ragazza pensa già a una nuova sistemazione. Olga intervista Oliviero Forti, responsabile dell’immigrazione della Caritas Italiana e incolla sull’Italia unita l’inno nazionale italiano scritto da Goffredo Mameli.

Le parole dell’italiano: Davvero gentile, cioè gentilissimo

Piccola storia dell’italiano: Che cos’è la grammatica?

La bussola: L’ingresso degli stranieri in Italia

Ospite: Oliviero Forti, responsabile Immigrazione della Caritas italiana

La mia famiglia africana
SCENA 0
SALIF: Pronti?
FELA: Sì!
MERYEM: Sono molto curiosa…
SALIF: Sicuri?
OLGA: Certo!
SALIF: Allora… et voila!
Alcuni giorni prima…
SCENA 1
FELA: C’è troppa roba… è strapieno…
OLGA: Fela? Che fai?
FELA: Cerco di fare un po’ di spazio nell’armadio di Anna. Stasera arriva Meryem.
OLGA. Infatti ho portato le lenzuola per il letto… ma… ci sono molte cose nell’armadio?
FELA: È stracarico! Ma Anna non ha portato nulla in Svizzera?
OLGA: Veramente è partita con due valigie davvero piene!
FELA: E come facciamo? C’è uno spazio piccolissimo!
OLGA: Adesso ci penso io. Poi vado al negozio perché Karim ha un colloquio di lavoro e voglio fare una sorpresa a zio Salif!
FELA: Puoi portare del tè verde? Quello che vende lo zio è buonissimo… piace molto a Meryem …
OLGA: Hai ragione… è ottimo!
FELA: Grazie! Io vado a comprare dei fiori… voglio farle una bella sorpresa…
Poco dopo…
SCENA 2
MARIA: Ciao, Olga!
OLGA. Ciao, Maria! Che piacere rivederti…
MARIA: Sì. Sono venuta a trovare zia Tania e poi vado a farmi una passeggiata con lei. La primavera è veramente bella in Italia!
OLGA: Hai ragione. Hai bisogno di qualcosa?
MARIA: Volevo chiederti se puoi aiutarmi con il programma di scrittura al computer: tu sei brava!
OLGA: Beh, brava no… però proverò ad aiutarti…
MARIA: Voglio imparare bene a scrivere al computer, voglio diventare traduttrice dal russo!
OLGA: Ti aiuterò volentieri però tra poco devo andare in negozio da Salif, se vuoi nel tardo pomeriggio ci prendiamo un bel tè e mi chiedi quello che vuoi …
MARIA: A proposito… lo sai che è arrivata in Italia mia cugina Irina? Ha 16 anni e le ho consigliato di fare come ho fatto io: di prendere la licenza media in un Centro Territoriale Permanente… così poi potrà iscriversi nella mia stessa scuola…
OLGA: Le hai dato un buon consiglio!
MARIA: Grazie Olga… quando sono arrivata in Italia sei stata tu a consigliarmi bene… Io ti ammiro molto, tu sei brava a scrivere... e anch'io vorrei raccontare la mia storia...
OLGA: E’ un'idea meravigliosa... scopriremo tante cose di te... e del tuo paese!
MARIA: Anche se sono ancora giovane... è come se avessi vissuto due vite, in due paesi molto diversi... In Ucraina vivevo con mia nonna in un villaggio di contadini a cento chilometri da Kiev... i miei genitori venivano a trovarmi solo la domenica, perché durante la settimana lavoravano come operai in una grande fabbrica… io aiutavo mia nonna a lavorare nei campi o ad accudire gli animali.. Se zia Tania, la sorella maggiore di mia madre, non mi avesse dato la possibilità di venire a studiare in Italia... forse ora sarei anch'io in Ucraina un'operaia di una grande fabbrica...
OLGA: Hai proprio tante cose da raccontare...
MARIA: Penso che provando a scrivere, potrò capire meglio cosa mi ha dato l'Ucraina, il mio paese, e cosa mi sta dando l'Italia...
OLGA: Brava Maria! Allora ci vediamo dopo!
MARIA: A dopo, Olga!
Più tardi…
SCENA 3
OLGA: Ecco qua! Salif troverà una libreria proprio perfetta!
FELA: Ciao, Olga!
OLGA. Ciao, Fela! Allora hai trovato i fiori?
FELA: Sì. Li ho messi in camera di Anna. Sono passato a prendere il tè e se hai alcuni pacchi, così li porto con me…..
OLGA: Grazie Fela. Ecco qui il tè. Salif lo vende a un prezzo extrascontato, ma per noi… è gratis!
FELA: Mi sembra giusto… a che ora arrivano Mansur e Salif domani?
OLGA. La mattina alle 12 e dieci.
FELA: Allora appena arrivano porto Mansur a prendere un gelato con Meryem.
OLGA. Meryem arriva stasera?
FELA: Sì. La vado a prendere io.
OLGA: Allora preparo una buona cena... anzi una cena superbuona! …
FELA: Grazie Olga!
Nel pomeriggio…
SCENA 4
OLGA:… Brava, impari in fretta!… te l’ho detto che è facile!
MARIA: Per ora non so fare nulla… tu invece sei ultrarapida!
OLGA. Ma no… Vedrai che in un tempo minimo imparerai tutto...
MARIA: Questo tè è buonissimo, Olga!
OLGA. Mi fa piacere…
MARIA: Cos’è questa cartina dell’Italia?
OLGA: Beh... io la chiamo La mia Italia unita… ci metto oggetti che mi fanno pensare alla storia d’Italia…
MARIA: Qual è l’ultimo che hai messo?
OLGA: Questo!
MARIA: È grandissimo!
OLGA. Sì. È il massimo che potevo mettere qui. Sai cos’è?
MARIA: No.
OLGA. È l’Inno italiano, Fratelli d’Italia. Lo ha scritto Goffredo Mameli. Aveva 20 anni quando l’ha scritto ed è morto a 22.
MARIA: Cosa faceva?
OLGA: Era un patriota, ha combattuto per l’indipendenza dell’Italia dagli Austriaci.
MARIA: E come mai l’hai messo proprio lì?
OLGA: Questa regione è la Liguria. E qui c’è Genova. Mameli è nato lì.
MARIA: Emozionante! E che bella idea, Olga!
OLGA. Grazie, Maria!
Nel frattempo…
SCENA 5
Fela, Meryem
Fela arriva trafelato all'appuntamento con Meryem che lo sta aspettando con una grande valigia. I due si abbracciano e si avviano insieme.
Poco dopo…
SCENA 6 – INT GIORNO – CUCINA
Olga, poi Meryem e Fela
OLGA. Sono contenta di rivederti!
MERYEM: Grazie, Olga, e grazie dell’ospitalità!
OLGA. Finalmente ti hanno assunta quindi!
MERYEM: Sì. Il proprietario dell'albergo dovo ho già lavorato due volte per la stagione estiva, quest'anno mi ha fatto un contratto di lavoro subordinato per dodici mesi... ha presentato la domanda allo Sportello Unico per l'Immigrazione che mi ha rilasciato il nulla osta... ed eccomi qui di nuovo in Italia, per un anno intero...
OLGA: Bene. Sono strafelice!
MERYEM: Sei davvero gentile… Grazie anche per la camera di Anna!
OLGA: È un piacere… e Fela è tanto contento!
FELA: Va bene va bene… vieni ti faccio vedere dove puoi mettere le tue cose…
Il giorno dopo…
SCENA 7
OLGA. Come sono felice, amore mio!
SALIF: Anch’io, Olga, e ho tante cose da raccontarti!
OLGA: Come sono contenta che sei qui!
Quel pomeriggio…
SCENA 8
SALIF: Vedi? Questa è Dakar…. Ci sono più di due milioni di abitanti. E questi invece sono gli artigiani del legno….
OLGA: Che bravi!
SALIF: E di notte in ogni strada senti la musica... il ritmo malak, quello che suona Youssoun Ndour...
OLGA: E quello che piace a Fela...
SALIF: Questo è un baobab, l'albero emblema del Senegal...
OLGA: E' enorme! Ricordo di averlo visto quando siamo stati insieme in Senegal… Ogni cosa era nuova per me! Mi sembrava tutto grandissimo ad esempio… gli alberi, il fiume, la tua famiglia!
SALIF: È vero. Le famiglie africane sono veramente uniche... Puoi trovarci anche cento o duecento persone…
OLGA. Sempre unite comunque.
SALIF: Sì. Anche se non è sempre possibile conoscere tutti i membri della famiglia, c’è un legame eterno!
OLGA: Ed è importante che Mansur lo capisca! Ne sono felice…
SALIF: In realtà era un po’ confuso… troppe zie e zii e cugini…
OLGA. Anche per me è difficile orientarmi!
SALIF: Forse ho un’idea per chiarirti un po’ le idee!
OLGA: Sono curiosa…
SALIF: Vedrai!
OLGA. E il tuo progetto?
SALIF: Ho raccolto molto materiale. Dobbiamo parlarne con calma. Devi darmi qualche consiglio. Anche Karim potrebbe partecipare attivamente. Vorrei che andasse lui in Senegal a valutare le possibilità. Che ne dici?
OLGA: È un’ottima idea. È bravo.
SALIF: Chi devi intervistare qui in questi giorni?
OLGA: Oliviero Forti, il responsabile per l'Immigrazione della Caritas italiana.
SALIF: Sarà sicuramente interessante!
OLGA: Ne sono sicura!
Nel frattempo…
SCENA 9
FELA: Sono veramente contento del tuo arrivo…
MERYEM: Anch’io Fela, ed è bello sapere che tu ci sei sempre…
FELA: Ma ovvio che ci sarò sempre!
MERYEM: Non è ovvio! Sei gentile e disponibile. Anche grazie a te posso lavorare di nuovo in Italia. Finché il proprietario dell'albergo non ha inviato la richiesta di nulla osta non gli hai dato pace!
FELA: Quando hai lavorato la prima volta in albergo tutti ti hanno apprezzato, e ti sei meritata un anno di lavoro!
MERYEM: Sì, ma ora voglio subito cercare casa… o una camera…
FELA: Ma non ne hai bisogno. Anna è in Svizzera per lavoro.
MERYEM: Ma ogni tanto ritorna… e ha bisogno della sua stanza. Non posso trattenermi a lungo, Fela!
FELA: Non ti preoccupare. Quando Anna viene, mettiamo una brandina…
MERYEM: Ma che strane idee Fela!!
Il giorno dopo…
SCENA 10
OLGA: Buongiorno! Posso parlarle un attimo?
MAESTRO: Certo!
OLGA: Mansur è tornato oggi.
MAESTRO: Bene!
OLGA: Volevo dirle che è stato in Africa… è stato un viaggio particolare…
MAESTRO: Teme che abbia difficoltà a ritrovarsi con gli altri bambini?
OLGA. Non so… lì viveva molto all’aria aperta…
MAESTRO: Lo teniamo d’occhio, magari…. Stia tranquilla…
OLGA: Grazie mille! Per qualsiasi cosa mi chiami!
MAESTRO: Va bene!
OLGA; Arrivederci!
MAESTRO: Arrivederci!
Nel frattempo…
SCENA 11
FELA: Sì, Luis… Meryem è sempre gentile… non so… mi sembra che come ragazzo non le interesso.… sono confuso…. Ora? Ora devo mettermi a studiare un po’ di grammatica… prima della tesi mi sembra importante fissare alcune regole dell’italiano su cui ho dei dubbi…
Più tardi…
SCENA 12
SALIF: Lo zio Mombaye dove lo metto? Ecco. Va qui. Poi Mariama qui. E infine Rama, nonno Moussa e nonna Numbè… e…. chi mi scordo? Il cugino Ousmane. Ci siamo tutti. Stavolta Olga e Mansur impareranno tutti nomi della famiglia!
Nel frattempo…
SCENA 13 – INT GIORNO SEDE CARITAS ITALIANA
OLGA: Con il dossier sull’immigrazione ogni anno Caritas Migrantes ci offre un’analisi aggiornata sul mondo degli stranieri che vivono in Italia, come descriverebbe lei questo fenomeno che ormai interessa ogni settore della società italiana?
OLIVIERO FORTI: Quel dossier ormai sono più di vent’anni che facciamo lo sforzo di leggere la nostra società e oggi possiamo dire a pieno titolo che si tratta di un paese d’immigrazione, abbiamo circa 5 milioni di immigrati con un permesso di soggiorno, abbiamo un numero non definito di irregolari ma questo ci fa dire che l’Italia come tanti altri paesi europei oggi è un paese in grado di accogliere tanti stranieri e di inserirli nella società con tutte le difficoltà che questo comunque comporta.
Non ce lo nascondiamo però, riteniamo di avere le risorse e le forze di poter integrare ulteriormente altre persone come d’altronde la cronaca ci sta raccontando.
OLGA: L’ingresso in Italia di nuovi cittadini stranieri ha risposto a molteplici richieste del mondo del lavoro, ma la globalizzazione e la crisi economica stanno cambiando la realtà dell’immigrazione?
OLIVIERO FORTI: Sì, la crisi economica che sta vivendo il nostro paese ha avuto e sta avendo un impatto anche sui lavoratori immigrati che sono rispetto agli italiani più svantaggiati perché vedono la loro permanenza in Italia legata ad un lavoro e nel momento in cui lo perdono chiaramente non potranno rinnovare il proprio permesso, questo significa però che ci troviamo di fronte ad un’emergenza.
Molti lavoratori ancora trovano spazio nel mercato del lavoro perché vanno a coprire quelle nicchie che gli italiani nonostante la crisi ancora non vogliono ricoprire.
OLGA: La conoscenza della lingua italiana e la maggiore istruzione degli stranieri possono favorire il processo di integrazione?
OLIVIERO FORTI : Io leverei il possono, favoriscono l’integrazione e questo non lo diciamo noi ma la storia ce lo racconta, perché come è stato per gli italiani cento anni fa la stessa cosa
accade oggi per gli stranieri in Italia. Abbiamo bisogno di un percorso d’integrazione che parte da un’inclusione, un’inclusione linguistica, un’inclusione culturale.
Solo con questi presupposti noi potremmo garantire una società che non solo è multiculturale nei fatti perché oggi è così ma diventerà sempre più interculturale.
OLGA: grazie per la sua disponibilità
OLIVIERO FORTI: grazie a voi
Quella sera…
SCENA 14
OLGA: Finalmente la piccola peste si è addormentata!
FELA: Sicura? Fa certi scherzi… fa finta di dormire, si alza e come un fantasma viene in camera mia…
OLGA: Eccolo!
FELA: Facciamo finta di non sentirlo…
OLGA: Allora, Salif? Che volevi farci vedere?
SALIF: Eh… una cosa che servirà a te e Mansur.
OLGA: A cosa ci servirà?
SALIF: Devi pazientare. Chiudi gli occhi.
OLGA: Ma non vale così!
MERYEM: Sì sì, Olga. Le sorprese si ricevono a occhi chiusi!
OLGA. Va bene….
SALIF: Allora forse posso andare a prendere questa cosa…
SALIF: Pronti?
FELA: Sì!
MERYEM: Sono molto curiosa…
SALIF: Sicuri?
OLGA: Certo!
SALIF: Allora… et voila!
SALIF: Ecco qui la famiglia Ba! Tutta!
FELA: Vedere….
MERYEM: Che meraviglia!
OLGA: L’hai fatto tu?
SALIF. Sì. Anche voi dovete conoscere tutti!
FELA: C’è anche il cugino Ousmane… e questi disegni, cosa sono?
SALIF: Sono navi. Sono vicine ai nomi dei parenti che sono emigrati dal Senegal. Per ricordare quante persone, anche se sono lontane dall’Africa, fanno sempre parte della famiglia!
OLGA: È una cosa bellissima.
SALIF. Mansur dovrà impararlo a memoria!
FELA: Zio… lo finirà prima di sposarsi!
OLGA: Però intanto lo imparerò bene io! Questa è la mia famiglia africana, la mia Africa!
Continua….

LE PAROLE DELL’ITALIANO
Quando vogliamo esprimere una qualità normale, adoperiamo l’aggettivo così com’è: alto, grande, allegro, triste. Ma se vogliamo dire: molto alto, molto grande, molto allegro, molto triste, già sappiamo come fare: usiamo il superlativo. Togliamo la vocale finale, e aggiungiamo -issimo per il maschile e -issima per il femminile. E così alto diventa altissimo, alta diventa altissima, grande diventa grandissimo o grandissima, e così via. Ma ci sono anche altri modi per aumentare un aggettivo
MERYEM: Sono molto curiosa…
OLGA: Veramente è partita con due valigie davvero piene!
MARIA: ........ La primavera è veramente bella in Italia!
OLGA: Ecco qua! Salif troverà una libreria proprio perfetta!
MERYEM: Sei davvero gentile…
OLGA: ............. e Fela è tanto contento!
Avete sentito? Meryem ha detto: “molto curiosa”. È come se avesse detto “curiosissima”. Olga, invece, ha detto: “davvero piene”. Vuol dire: pienissime. Abbiamo anche sentito dire: tanto contento, cioè contentissimo, oppure davvero gentile, cioè gentilissimo. Insomma, per formare un superlativo, basta mettere prima dell’aggettivo una di queste parole: molto, davvero, tanto, veramente, proprio, e il gioco è fatto. Dico gioco, e lo penso: perché certe volte fare il superlativo è proprio un gioco. Bisogna costruire delle parole nuove. Sentiamo:

FELA: C’è troppa roba… è strapieno…
OLGA: ...... ma ci sono molte cose nell’armadio?
FELA: È stracarico!
OLGA: Bene. Sono strafelice!
Avete sentito? Strapieno, stracarico, strafelice: è come dire: pienissimo, carichissimo, felicissimo. Con questi aggettivi (pieno, carico, felice e qualcun altro) il superlativo si può fare anche mettendo prima dell’aggettivo un pezzetto di parola che si chiama prefisso: stra-. Altri tre prefissi che si mettono prima dell’aggettivo sono extra, super e ultra. Sentiamo i nostri amici:
OLGA: ............... Salif lo vende a un prezzo extrascontato
OLGA: Allora preparo una buona cena... anzi una cena superbuona! …
Extrascontato vuol dire scontatissimo (cioè a un prezzo molto basso, molto ridotto: lo sconto, come sappiamo, è quello che ci fa il negoziante quando ci vende una cosa a un prezzo più basso di quello scritto sul cartellino o sull’etichetta), superbuono vuol dire buonissimo, ultrarapido vuol dire rapidissimo. Attenzione, però. Questi pezzetti di parole, non si usano con tutti gli aggettivi, e soprattutto non si usano nella lingua di tutti i giorni. Per esempio, extra, ultra e super li sentiamo molto nell’italiano della pubblicità. Solo stra- si adopera nell’italiano normale, ma non con tutti gli aggettivi
Facciamo cosi vi dico io un po di aggettivi con cui possiamo usare stra
Stragrande
Strapieno
straricco
stracarico
strafelice
stramaledetto
stravecchio
Qui mi fermo, perché vi devo parlare di quattro aggettivi molto più importanti: sono buono, cattivo, grande e piccolo. Questi quattro aggettivi, oltre alla forma in –issimo, hanno una forma di superlativo in più.
FELA: Come facciamo? C’è uno spazio piccolissimo!
OLGA: Ma no… Vedrai che in un tempo minimo imparerai tutto...
MARIA: È grandissimo!
OLGA. Sì. È il massimo che potevo mettere qui
FELA: Puoi portare un po’ di tè verde? Quello che vende lo zio è buonissimo e a Meryem piace molto…
OLGA: Hai ragione… è ottimo!
Avete sentito? Fela dice piccolissimo, e Olga dice minimo; Maria dice grandissimo e Olga dice massimo; Fela dice buonissimo e Olga dice ottimo: significano la stessa cosa, così come pessimo significa cattivissimo.
Vi ricordate?
All’inizio ho detto: “già sappiamo come fare: usiamo il superlativo”. Eh sì, perché noi il superlativo lo conosciamo già. I nostri amici lo hanno usato nella puntata 8 della II serie, mentre erano a Trieste. Ve ne ricordate?
Riprendere da Le parole dell’italiano II, 8 le seguenti battute:
SALIF: Sì… sembra bellissimo… ma come mai?
OLGA: Signora, lei è stata gentilissima
SALIF: ...Sono famosissimi, sai?
Piccola storia dell’italiano
Che cos’è la grammatica?
Oggi Fela ha nominato la grammatica. Questa parola – grammatica - ha vari significati. I più importanti sono due. Primo significato: la grammatica è la scienza che studia una lingua e le sue regole. Secondo significato: la grammatica è il libro che descrive una lingua e le sue regole. Il primo libro di grammatica italiana l’ha scritto nel 1435 Leon Battista Alberti, un genio che nella sua vita si interessò di tante cose un po’ come Leonardo da Vinci. La grammatica di Leon Battista Alberti, però, non fu mai pubblicata, e rimase nascosta per secoli in una biblioteca. La grammatica italiana più importante e più famosa di tutte l’ha pubblicata nel 1525 Pietro Bembo, un letterato che conosceva benissimo il greco, il latino e anche l’italiano. Pietro Bembo era veneziano, ma era convinto che la lingua migliore d’Italia non fosse il suo dialetto veneziano, né il dialetto di nessun altro, milanese, napoletano o pugliese che fosse. La lingua migliore d’Italia, secondo lui, l’avevano usata Francesco Petrarca per scrivere i versi del suo Canzoniere e Giovanni Boccaccio per scrivere le novelle in prosa del suo Decameron. Tutti gli scrittori italiani avrebbero dovuto fare la stessa cosa: avrebbero dovuto usare il fiorentino in versi di Petrarca se volevano scrivere delle poesie e il fiorentino in prosa di Boccaccio se volevano scrivere novelle, racconti, commedie o romanzi. Arrivederci!
LA BUSSOLA
L’ingresso degli stranieri in Italia

 


L’immigrazione o l’emigrazione è il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di persone in un paese diverso da quello di origine, che può avvenire per vari motivi, economici, religiosi, politici o, comunque, per cercare un lavoro o per avere una migliore istruzione.
Dal 1970 e ancora oggi, l’Italia è uno dei primi Paesi europei ad avere un numero elevato di stranieri residenti.
Ma non dobbiamo dimenticare che gli stessi italiani nel secolo XIX e XX sono emigrati verso Stati del mondo occidentale (come l’America del Nord, il Brasile e l’Argentina) e in minor misura del Nord Africa.
Pensate che tra il 1861 e il 1985 sono state registrate più di 29 milioni di partenze dall'Italia. Nell'arco di poco più di un secolo un numero quasi equivalente all'ammontare della popolazione al momento dell’Unità di Italia (25 milioni nel primo censimento italiano) si trasferì all’estero.
Attualmente, l’ingresso, il soggiorno e il transito degli stranieri in Italia è regolato dal Testo Unico sull’Immigrazione (Decreto Legislativo n. 286 del 1998).
Si può entrare regolarmente in Italia (e comunque nello Spazio Schengen) solo se vengono rispettate determinate condizioni. Ad esempio, l’ingresso deve avvenire attraverso un valico di frontiera. Bisogna avere anche un passaporto o un altro documento di viaggio equivalente, riconosciuto dal Governo Italiano.
Oltre al passaporto, sono considerati documenti validi, ad esempio, il titolo di viaggio per apolidi (cioè il documento rilasciato a chi non ha la cittadinanza di alcun Stato) (Convenzione sullo Statuto degli Apolidi firmata a New York il 28.9.1954 resa esecutiva in Italia con la legge 306\62) o il titolo di viaggio per rifugiati (Convenzione sullo Statuto dei Rifugiati firmata a Ginevra il 28.7.1951), cioè il documento rilasciato a chi è fuggito o è stato espulso dal proprio Paese a causa di discriminazioni politiche, razziali o religiose e trova ospitalità in un Paese straniero.
In alcuni casi è necessario anche il visto (Decreto 12.7.2000), ad esempio per i cittadini dell’Afghanistan,dell’Algeria, di Cuba, dell’Ecuador, del Kenia, della Libia, del Marocco, dell’Ucraina, della Russia, e tanti altri. Si può richiedere il visto presso le rappresentanze Diplomatiche e Consolari Italiane nel Paese di residenza.
Comunque, per tutti i soggiorni di lunga durata (cioè di più di 90 giorni), tutti gli stranieri devono sempre avere il visto, anche se sono cittadini di Paesi non soggetti ad obbligo di visto per transito o per un breve soggiorno.
Infine, per l’ingresso, è necessario che lo straniero non sia segnalato nel Sistema Informativo Schengen e non sia considerato pericoloso per l’ordine pubblico, la sicurezza nazionale o le relazioni internazionali da disposizioni nazionali o di altri Stati Schengen.
Se il motivo dell’ingresso è per affari, cure mediche, una gara sportiva, motivi religiosi, studio, transito, trasporto e turismo, bisogna, anche, comunicare l’indirizzo della propria abitazione dove si abiterà e dimostrare di avere denaro sufficiente per il soggiorno e per comprare il biglietto di trasporto per ritornare nel Paese da cui proveniamo (o per il transito verso un altro Stato).
Vi starete chiedendo in che modo si dimostra di possedere denaro per entrare in Italia regolarmente?
Ecco, lo straniero potrà farlo, mostrando denaro contante, o garanzie di tipo bancario o assicurativo, equivalenti di titoli di credito (come assegni o traveller’s cheque) o documenti che dimostrano di avere in Italia fonti di guadagno.
Per avere la certezza di avere il denaro sufficiente, si può fare riferimento alla Tabella dettagliata contenuta nella Direttiva del Ministero dell’Interno del 1.3.2000 (pubblicata sulla G.U. n. 64 del 17.3.2000).
Queste ultime regole, però, non valgono per chi entra in Italia per motivi di lavoro. In questo caso le regole sono diverse.
Lo straniero sprovvisto anche solo di uno delle cose richieste che abbiamo visto fino ad ora, può essere respinto alla frontiera dalle autorità, anche se ha un visto regolare.
Una volta entrati, se vogliamo vivere in Italia per un periodo superiore a 90 giorni, dobbiamo richiedere il permesso di soggiorno entro 8 giorni dall’ingresso. Per un soggiorno più breve, basta presentare quella che si chiama “dichiarazione di presenza” al questore della provincia dove si risiede, e portare con sé questa dichiarazione. Questa regola vale soltanto per gli stranieri che vengono dagli Stati che applicano l’accordo di Schengen (come l’Austria, il Belgio, la Francia, la Germania, la, Spagna). Invece, agli stranieri che provengono dagli Stati che non applicano l’accordo di Schengen, verrà messo sul documento il timbro Schengen dall’autorità di polizia.
Lo straniero che non osserva queste regole commette un reato e può essere respinto o espulso dal territorio italiano, e condannato a pagare una multa. Questo non vale per i minori di età (quelli che non hanno compiuto 18 anni). Loro verranno ammessi temporaneamente sul territorio italiano.
Avete visto che Meryem finalmente è ritornata in Italia?
L’ha potuto fare perché ha trovato un lavoro in Italia.
In questo caso, le regole per l’ingresso in Italia sono un po’ diverse da quelle che vi ho detto fino ad ora.
Infatti, lo straniero dovrà avere, oltre al passaporto e al visto d’ingresso per motivi di lavoro, anche il nulla osta, cioè l’autorizzazione all’assunzione rilasciata al datore di lavoro italiano dallo Sportello Unico per l’Immigrazione e trasmessa per via telematica all’ufficio consolare del luogo dove vive.
Inoltre, lo straniero, appena entrato in Italia, dovrà subito andare allo Sportello Unico per l’immigrazione e qui firmare il contratto di soggiorno per lavoro, preparato dal datore di lavoro, e richiedere il permesso di soggiorno.
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