Dossetti
Le parole del nuovo millennio
Giuseppe Dossetti è un riformatore cattolico italiano. E’ nato nel 1913 a Genova, vissuto nella sua infanzia nella provincia di Reggio Emilia, poi diventato da studioso un membro dell’Università Cattolica di Milano con padre Agostino Gemelli, poi partigiano, costituente,leader politico, fondatore di una impresa intellettuale senza pari nell’Italia degli anni Cinquanta al centro di documentazione. Diventerà anche il fondatore di una comunità monastica, di cui sarà superiore, prete, perito del Vaticano II, e poi dopo eremita nel Medioriente fino al suo ritorno sulla scena pubblica, anche politica, alla metà degli anni Ottanta. E’ un personaggio della cui esperienza biografica ci sono tutte le caratteristiche del cattolicesimo italiano del secolo XX. Da un lato nella sua esperienza di studioso e canonista, questa grande fiducia nella conoscenza intellettuale come strumento per cambiare la realtà. E’ una cosa che Giuseppe Dossetti apprende dalla Cattolica di Agostino Gemelli e che poi porterà con sé anche nella vita politica e poi più tardi fra l’esperienza bolognese e il Vaticano II nel tentativo di mettere al centro della riforma della Chiesa una confessione di fede cristologica più forte. C’è all’interno della sua vita un’esigenza molto forte di coerenza spirituale, di radicalismo di vita cristiana. Sarà un giovane ragazzo consacrato, farà i voti nell’Istituto di padre Agostino Gemelli e poi di nuovo in quello di Lazzate negli anni Cinquanta e poi darà vita ad una sua esperienza monastica con l’idea che la consacrazione sia un modo per vivere più in profondità il battesimo e non un di più la costituzione di una milizia all’interno del cattolicesimo romano. All’interno della vita politica italiana rappresenterà l’aspirazione di una generazione cattolica che aveva sofferto dell’esclusione della chiesa dalla vita politica, dell’autoesclusione della chiesa dalla vita politica, come causa anche del fascismo, e sarà il portatore di una visione dei cattolici come forza riformatrice, non moderata, della scena politica. Sconfitto sì da Alcide De Gasperi e nella costituzione della DC come partito centrista, ma anche capace di seminare un’aspirazione di progresso che non cesserà di germogliare all’interno della vita italiana e che alla fine lo vedrà negli anni Novanta protagonista di una campagna pubblica contro l’idea del primo governo Berlusconi di modificare la Costituzione. Ma soprattutto sarà un grande riformatore della Chiesa. Parteciperà al Concilio Vaticano II in una posizione marginale sul piano istituzionale, ma da protagonista. Lascerà dietro di sé una scia di nostalgia, questa idea del dossettismo come la grande occasione mancata della Chiesa oppure come il grande incubo che non cessa di ripresentarsi davanti all’idea che il cattolicesimo sia reazionario.