Le parole dell'Italiano: puntini di sospensione e parentesi
Unità 13 - Livello B1
Puntini di sospensione e parentesi
Devo ancora parlarvi dei puntini di sospensione e delle parentesi. Ci faremo aiutare, come al solito, da Olga e dal suo caporedattore. Cominciamo dai puntini di sospensione.
Olga e il caporedattore ne hanno discusso nella sedicesima puntata: CAPOREDATTORE: Brava, Olga! Hai portato a casa un’altra bella intervista! OLGA: E non è un modo di dire… stavolta l’intervistato è venuto proprio a casa mia! CAPOREDATTORE: È stato molto gentile… OLGA: Eh sì. CAPOREDATTORE: Ma allora, il telefono? OLGA: Mi ha chiamato ora Salif. Finalmente hanno riattivato la linea. CAPOREDATTORE: Meno male. Sono seccature inevitabili! OLGA: Hai ragione. Senti Giulio, ho sbagliato a chiudere l’intervista così? CAPOREDATTORE: (rileggendo) “Ci fermiamo qui, per ora… e aspettiamo la prossima opera del nostro artista…”. Qual è il tuo dubbio? OLGA. I puntini di sospensione! CAPOREDATTORE: Mi sembra che vadano bene. Creano un’attesa, prolungano la frase… OLGA: Ero in dubbio. Meno male che ci sei tu… CAPOREDATTORE: Ecco, anche per scrivere questa frase devi mettere i puntini alla fine… “Meno male che ci sei tu…”. Siccome poi non spieghi il motivo, servono i puntini! OLGA: Il motivo è che mi hai dato un lavoro e mi dai sempre buoni consigli… CAPOREDATTORE: (scherzando) Esagerata! Ho capito le tue qualità professionali e non voglio sprecarle! Tutto qui!
I tre puntini di sospensione (ricordatevi che devono essere proprio tre) nell’italiano scritto si adoperano per far capire che un discorso si interrompe, non si conclude. Naturalmente, un discorso interrotto è una cosa tipica della lingua parlata più che della lingua scritta: perciò, quando scriviamo, non dobbiamo usare spesso questi puntini di sospensione. Dobbiamo usarli solo per indicare un’interruzione, una sospensione che può dipendere da tante cose, e può esprimere imbarazzo (per esempio: “Veramente, non saprei...”), minaccia (per esempio: “Se ti prendo...”) o emozione (per esempio: “Allora... che cosa mi vuoi dire?”), e così via.
E adesso, passiamo alle parentesi. Vediamo come le usa Olga nella diciannovesima puntata: OLGA: In ogni città che ho visitato ho lasciato il mio cuore e ho portato via un ricordo. Questo viaggio è stata l’esperienza più bella della mia vita (a parte, naturalmente, il mio matrimonio!). Sì... le parentesi ci stanno bene, perché contengono un’indicazione in più, che in fondo non è indispensabile… Olga dice benissimo: quella frase “a parte, naturalmente, il mio matrimonio!” è un’informazione in più, che in fondo non è indispensabile, quindi la mette tra parentesi.
Abbiamo già detto che in grammatica questo tipo di frase si chiama inciso: è una frase che possiamo aggiungere o non aggiungere, e in ogni caso il senso generale del discorso non cambia. Mi raccomando, però: se aprite una parentesi, ricordatevi di chiuderla!
Devo ancora parlarvi dei puntini di sospensione e delle parentesi. Ci faremo aiutare, come al solito, da Olga e dal suo caporedattore. Cominciamo dai puntini di sospensione.
Olga e il caporedattore ne hanno discusso nella sedicesima puntata: CAPOREDATTORE: Brava, Olga! Hai portato a casa un’altra bella intervista! OLGA: E non è un modo di dire… stavolta l’intervistato è venuto proprio a casa mia! CAPOREDATTORE: È stato molto gentile… OLGA: Eh sì. CAPOREDATTORE: Ma allora, il telefono? OLGA: Mi ha chiamato ora Salif. Finalmente hanno riattivato la linea. CAPOREDATTORE: Meno male. Sono seccature inevitabili! OLGA: Hai ragione. Senti Giulio, ho sbagliato a chiudere l’intervista così? CAPOREDATTORE: (rileggendo) “Ci fermiamo qui, per ora… e aspettiamo la prossima opera del nostro artista…”. Qual è il tuo dubbio? OLGA. I puntini di sospensione! CAPOREDATTORE: Mi sembra che vadano bene. Creano un’attesa, prolungano la frase… OLGA: Ero in dubbio. Meno male che ci sei tu… CAPOREDATTORE: Ecco, anche per scrivere questa frase devi mettere i puntini alla fine… “Meno male che ci sei tu…”. Siccome poi non spieghi il motivo, servono i puntini! OLGA: Il motivo è che mi hai dato un lavoro e mi dai sempre buoni consigli… CAPOREDATTORE: (scherzando) Esagerata! Ho capito le tue qualità professionali e non voglio sprecarle! Tutto qui!
I tre puntini di sospensione (ricordatevi che devono essere proprio tre) nell’italiano scritto si adoperano per far capire che un discorso si interrompe, non si conclude. Naturalmente, un discorso interrotto è una cosa tipica della lingua parlata più che della lingua scritta: perciò, quando scriviamo, non dobbiamo usare spesso questi puntini di sospensione. Dobbiamo usarli solo per indicare un’interruzione, una sospensione che può dipendere da tante cose, e può esprimere imbarazzo (per esempio: “Veramente, non saprei...”), minaccia (per esempio: “Se ti prendo...”) o emozione (per esempio: “Allora... che cosa mi vuoi dire?”), e così via.
E adesso, passiamo alle parentesi. Vediamo come le usa Olga nella diciannovesima puntata: OLGA: In ogni città che ho visitato ho lasciato il mio cuore e ho portato via un ricordo. Questo viaggio è stata l’esperienza più bella della mia vita (a parte, naturalmente, il mio matrimonio!). Sì... le parentesi ci stanno bene, perché contengono un’indicazione in più, che in fondo non è indispensabile… Olga dice benissimo: quella frase “a parte, naturalmente, il mio matrimonio!” è un’informazione in più, che in fondo non è indispensabile, quindi la mette tra parentesi.
Abbiamo già detto che in grammatica questo tipo di frase si chiama inciso: è una frase che possiamo aggiungere o non aggiungere, e in ogni caso il senso generale del discorso non cambia. Mi raccomando, però: se aprite una parentesi, ricordatevi di chiuderla!