Le parole dell'italiano: sì, no e non; piacere e non piacere; andare e venire
Unità 3 - Livello A2
Sì, no e non; piacere e non piacere; andare e venire.
Ai nostri amici piace Udine ma non piacciono le case piccole. Sentiteli: ANNA: Mi piace Udine! FELA: Anche a me! FELA: Che bella idea! Non mi piacciono le case piccole! OLGA: Neanche a me, Fela! Un’altra cosa che apprezzano molto è la letteratura italiana: FELA: Mi piace tanto la letteratura italiana… ANNA: Anche a me. Mi piace e mi piacciono / non mi piace e non mi piacciono sono quattro espressioni formate col verbo piacere. Mi piace, si usa con un nome al singolare: Anna dice mi piace Udine, e Udine è una; Fela a sua volta dice Mi piace la letteratura italiana, e anche la letteratura italiana è una. Piace si usa anche con un verbo all’infinito: mi piace ballare, mi piace leggere, oppure mi piace dormire. Piacciono invece si usa con un nome al plurale: ad esempio mi piacciono gli spaghetti, mi piacciono le scarpe da ginnastica. Mi piace: quel mi vuol dire a me e indica chi sta parlando. Mi piace e a me piace infatti significano la stessa cosa, solo che mi piace si usa molto di più. Quando però vogliamo rafforzare una differenza fra i nostri gusti e quelli di un’altra persona, allora dobbiamo usare a me piace: per esempio a me piace la pasta, a Marco invece piace la pizza. Parlando, gli italiani dicono spesso a me mi: a me mi piace molto la pasta. Ora questa espressione a me mi in famiglia o con gli amici va benissimo: però, se siamo in una situazione formale oppure se scriviamo, è meglio adoperare la forma mi piace o a me piace e non a me mi piace. Avete poi sentito che Fela dice: non mi piacciono le case piccole, Quel non è una negazione ed è la stessa che usiamo davanti a tutti i verbi per negare qualcosa: parlo / non parlo, dormo / non dormo. Se noi siamo d’accordo con la persona che dice mi piace, dobbiamo dire anche a me. Anna dice Mi piace Udine! e Fela risponde Anche a me. Se invece non siamo d’accordo possiamo rispondere a me no, oppure a me invece no! Ma una persona può anche dire non mi piace. Se siamo d’accordo con lei dobbiamo rispondere neanche a me. Fela per esempio dice Non mi piacciono le case piccole! e Anna risponde Neanche a me. Se invece non siamo d’accordo dobbiamo rispondere a me sì, oppure a me invece sì! Per esempio, se qualcuno dice A me Udine non piace, e noi non siamo d’accordo dobbiamo rispondere: A me invece sì. E adesso, passiamo all’ultimo argomento di questa puntata: il presente di due verbi un po’ difficili, andare e venire. Andare e venire sono due verbi irregolari (che significa il contrario di regolari) perché non seguono la regola di tutti i verbi in -are e in -ire, non funzionano come tutti gli altri. Anna, per esempio, ha usato una volta il presente di andare e una volta il presente di venire. Ascoltiamola: ANNA: A proposito di mercati, io vado in qualche negozio… ANNA: Fela, io invece domani vengo con te a vedere la città! Adesso completo io il lavoro di Anna e vi faccio sentire tutto quanto il presente di andare e tutto quanto il presente di venire. Il presente di andare è io vado, tu vai, lui o lei va; noi andiamo, voi andate, loro vanno. Invece il presente di venire è io vengo, tu vieni, lui o lei viene; noi veniamo, voi venite, loro vengono. Il mio tempo è finito sicuramente e perciò vado via. Arrivederci alla prossima puntata! Nella puntata di oggi abbiamo visto e sentito: Come si usano mi piace / mi piacciono, non mi piace / non mi piacciono e come si risponde: a me piace / non mi piace: anche a me, a me invece no / neanche a me, a me invece sì L’uso della parola non, che nega il verbo: parlo / non parlo; dormo / non dormo. Il presente indicativo del verbo andare: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno Il presente indicativo del verbo venire: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono.
Ai nostri amici piace Udine ma non piacciono le case piccole. Sentiteli: ANNA: Mi piace Udine! FELA: Anche a me! FELA: Che bella idea! Non mi piacciono le case piccole! OLGA: Neanche a me, Fela! Un’altra cosa che apprezzano molto è la letteratura italiana: FELA: Mi piace tanto la letteratura italiana… ANNA: Anche a me. Mi piace e mi piacciono / non mi piace e non mi piacciono sono quattro espressioni formate col verbo piacere. Mi piace, si usa con un nome al singolare: Anna dice mi piace Udine, e Udine è una; Fela a sua volta dice Mi piace la letteratura italiana, e anche la letteratura italiana è una. Piace si usa anche con un verbo all’infinito: mi piace ballare, mi piace leggere, oppure mi piace dormire. Piacciono invece si usa con un nome al plurale: ad esempio mi piacciono gli spaghetti, mi piacciono le scarpe da ginnastica. Mi piace: quel mi vuol dire a me e indica chi sta parlando. Mi piace e a me piace infatti significano la stessa cosa, solo che mi piace si usa molto di più. Quando però vogliamo rafforzare una differenza fra i nostri gusti e quelli di un’altra persona, allora dobbiamo usare a me piace: per esempio a me piace la pasta, a Marco invece piace la pizza. Parlando, gli italiani dicono spesso a me mi: a me mi piace molto la pasta. Ora questa espressione a me mi in famiglia o con gli amici va benissimo: però, se siamo in una situazione formale oppure se scriviamo, è meglio adoperare la forma mi piace o a me piace e non a me mi piace. Avete poi sentito che Fela dice: non mi piacciono le case piccole, Quel non è una negazione ed è la stessa che usiamo davanti a tutti i verbi per negare qualcosa: parlo / non parlo, dormo / non dormo. Se noi siamo d’accordo con la persona che dice mi piace, dobbiamo dire anche a me. Anna dice Mi piace Udine! e Fela risponde Anche a me. Se invece non siamo d’accordo possiamo rispondere a me no, oppure a me invece no! Ma una persona può anche dire non mi piace. Se siamo d’accordo con lei dobbiamo rispondere neanche a me. Fela per esempio dice Non mi piacciono le case piccole! e Anna risponde Neanche a me. Se invece non siamo d’accordo dobbiamo rispondere a me sì, oppure a me invece sì! Per esempio, se qualcuno dice A me Udine non piace, e noi non siamo d’accordo dobbiamo rispondere: A me invece sì. E adesso, passiamo all’ultimo argomento di questa puntata: il presente di due verbi un po’ difficili, andare e venire. Andare e venire sono due verbi irregolari (che significa il contrario di regolari) perché non seguono la regola di tutti i verbi in -are e in -ire, non funzionano come tutti gli altri. Anna, per esempio, ha usato una volta il presente di andare e una volta il presente di venire. Ascoltiamola: ANNA: A proposito di mercati, io vado in qualche negozio… ANNA: Fela, io invece domani vengo con te a vedere la città! Adesso completo io il lavoro di Anna e vi faccio sentire tutto quanto il presente di andare e tutto quanto il presente di venire. Il presente di andare è io vado, tu vai, lui o lei va; noi andiamo, voi andate, loro vanno. Invece il presente di venire è io vengo, tu vieni, lui o lei viene; noi veniamo, voi venite, loro vengono. Il mio tempo è finito sicuramente e perciò vado via. Arrivederci alla prossima puntata! Nella puntata di oggi abbiamo visto e sentito: Come si usano mi piace / mi piacciono, non mi piace / non mi piacciono e come si risponde: a me piace / non mi piace: anche a me, a me invece no / neanche a me, a me invece sì L’uso della parola non, che nega il verbo: parlo / non parlo; dormo / non dormo. Il presente indicativo del verbo andare: vado, vai, va, andiamo, andate, vanno Il presente indicativo del verbo venire: vengo, vieni, viene, veniamo, venite, vengono.