Le parole dell'italiano: che si mangia? Niente è più buono della pizza!
Unità 12 - Livello A2
Che si mangia? Niente è più buono della pizza!
"Niente è più bello e affascinante di Napoli", dice Salif. E niente è più buono della pizza napoletana, dico io, che sono d’accordo con Fela. Quando ho messo la parola più davanti a bello, affascinante e buono ho usato questi aggettivi al comparativo di maggioranza. L’espressione è difficile, ma quello che c’è dietro è facile. Finora abbiamo usato gli aggettivi di qualità da soli, per dire che una persona o una cosa hanno una qualità in una misura “normale”. Come in queste frasi: SALIF: Qui sono nati tanti artisti bravi. FELA: Per Dante Virgilio è una guida e un maestro, non solo perché è un grande poeta ma anche perché è un uomo saggio. Sentito? artisti bravi, un grande poeta, un uomo saggio. Bravi, grande e saggio sono tre aggettivi che esprimono una qualità in una misura normale, senza fare confronti. Ma con gli aggettivi possiamo anche fare un confronto, per dire che due persone o due cose hanno una qualità in misura diversa. Sentite: KARIM: Più importante di Dante? SALIF: Pompei era più grande di Ercolano… Sentito? Karim confronta Dante e Virgilio, Salif paragona Pompei e Ercolano. E come fanno? mettono più prima dell’aggettivo, e poi mettono di davanti alla seconda persona o cosa che confrontano: “Pompei era più grande di Ercolano”. In questo modo abbiamo fatto un comparativo di maggioranza. Se invece vogliamo dire il contrario, dobbiamo usare la parola meno davanti all’aggettivo, e di davanti alla seconda persona o cosa che confrontiamo: quindi “Ercolano era meno grande di Pompei”; oppure, come dice Fela: FELA: Visitare la tomba di Virgilio è meno interessante che fare una gita romantica… Con quel meno, abbiamo un comparativo di minoranza. Notate che qui il confronto è fra due verbi: "visitare è meno interessante che fare." Attenti, perché quando il confronto è tra due verbi, prima del secondo verbo dobbiamo mettere che, non di! Infine, quando facciamo un confronto, possiamo anche dire che due persone o due cose hanno una qualità in misura uguale. In questo caso, mettiamo la parola come davanti al secondo elemento del confronto. Sentite Salif: SALIF: Allora anche il castello è magico come tutta la città!… Sentito? Primo elemento del paragone, il castello; secondo elemento del paragone, la città: sono magici ugualmente, e perciò Salif dice “Il castello è magico come tutta la città”. Questo è un comparativo di uguaglianza. Passiamo a un altro argomento. Di solito, quando vogliamo dire che qualcuno fa qualcosa, prima diciamo chiaramente chi è questa persona, e poi usiamo un verbo. Per esempio: “Piero mangia”; “I ragazzi stanno studiando”. Se non vogliamo precisare chi è la persona che fa qualcosa, allora davanti al verbo mettiamo il pronome si. Sentite: OLGA: È proprio vero che a Napoli si vive in allegria… ANNA: In Italia si conoscono ragazzi meravigliosi… “A Napoli si vive in allegria”. Chi vive in allegria? Non lo sappiamo. “In Italia si conoscono ragazzi meravigliosi”. Chi li conosce? Non lo sappiamo. È come se dicessimo: “A Napoli le persone vivono in allegria”; “In Italia le persone conoscono ragazzi meravigliosi”. Quando Olga e Anna dicono “si vive”, “si conoscono”, questo si non indica nessuna persona in particolare: perciò si chiama si impersonale.
"Niente è più bello e affascinante di Napoli", dice Salif. E niente è più buono della pizza napoletana, dico io, che sono d’accordo con Fela. Quando ho messo la parola più davanti a bello, affascinante e buono ho usato questi aggettivi al comparativo di maggioranza. L’espressione è difficile, ma quello che c’è dietro è facile. Finora abbiamo usato gli aggettivi di qualità da soli, per dire che una persona o una cosa hanno una qualità in una misura “normale”. Come in queste frasi: SALIF: Qui sono nati tanti artisti bravi. FELA: Per Dante Virgilio è una guida e un maestro, non solo perché è un grande poeta ma anche perché è un uomo saggio. Sentito? artisti bravi, un grande poeta, un uomo saggio. Bravi, grande e saggio sono tre aggettivi che esprimono una qualità in una misura normale, senza fare confronti. Ma con gli aggettivi possiamo anche fare un confronto, per dire che due persone o due cose hanno una qualità in misura diversa. Sentite: KARIM: Più importante di Dante? SALIF: Pompei era più grande di Ercolano… Sentito? Karim confronta Dante e Virgilio, Salif paragona Pompei e Ercolano. E come fanno? mettono più prima dell’aggettivo, e poi mettono di davanti alla seconda persona o cosa che confrontano: “Pompei era più grande di Ercolano”. In questo modo abbiamo fatto un comparativo di maggioranza. Se invece vogliamo dire il contrario, dobbiamo usare la parola meno davanti all’aggettivo, e di davanti alla seconda persona o cosa che confrontiamo: quindi “Ercolano era meno grande di Pompei”; oppure, come dice Fela: FELA: Visitare la tomba di Virgilio è meno interessante che fare una gita romantica… Con quel meno, abbiamo un comparativo di minoranza. Notate che qui il confronto è fra due verbi: "visitare è meno interessante che fare." Attenti, perché quando il confronto è tra due verbi, prima del secondo verbo dobbiamo mettere che, non di! Infine, quando facciamo un confronto, possiamo anche dire che due persone o due cose hanno una qualità in misura uguale. In questo caso, mettiamo la parola come davanti al secondo elemento del confronto. Sentite Salif: SALIF: Allora anche il castello è magico come tutta la città!… Sentito? Primo elemento del paragone, il castello; secondo elemento del paragone, la città: sono magici ugualmente, e perciò Salif dice “Il castello è magico come tutta la città”. Questo è un comparativo di uguaglianza. Passiamo a un altro argomento. Di solito, quando vogliamo dire che qualcuno fa qualcosa, prima diciamo chiaramente chi è questa persona, e poi usiamo un verbo. Per esempio: “Piero mangia”; “I ragazzi stanno studiando”. Se non vogliamo precisare chi è la persona che fa qualcosa, allora davanti al verbo mettiamo il pronome si. Sentite: OLGA: È proprio vero che a Napoli si vive in allegria… ANNA: In Italia si conoscono ragazzi meravigliosi… “A Napoli si vive in allegria”. Chi vive in allegria? Non lo sappiamo. “In Italia si conoscono ragazzi meravigliosi”. Chi li conosce? Non lo sappiamo. È come se dicessimo: “A Napoli le persone vivono in allegria”; “In Italia le persone conoscono ragazzi meravigliosi”. Quando Olga e Anna dicono “si vive”, “si conoscono”, questo si non indica nessuna persona in particolare: perciò si chiama si impersonale.