Le parole dell'italiano: rivolgersi agli altri, lavorare, contare

Unità 2 - Livello A1

La torre dell’Orologio, lo Sferisterio, il rap di Fela: insomma è proprio un viaggio tutto musica e ritmo quello che questa settimana i nostri amici hanno fatto a Macerata. Seguiamo un po’ il loro esempio e occupiamoci della musica e del ritmo delle parole dell’italiano.
Intanto, avete sentito quante parole diverse Olga, Salif, Anna e Fela usano per rivolgersi agli altri? Quando parlano fra di loro oppure con i loro amici, cioè con persone con cui sono in confidenza, allora adoperano il tu e si chiamano per nome. Sentite cosa dice quella romanticona di Olga a Salif:

OLGA: Salif, amore, tu che dici?

E invece, come si rivolge a Fela Salif?

SALIF: Dai, Fela: io telefono, tu intanto vai a leggere come si chiama questa piazza

Allora, tutti, in famiglia, adoperano il tu, che va bene per rivolgersi agli altri in modo informale, ma se gli altri sono più di uno, allora dobbiamo adoperare il voi, che è una specie di somma: tu + un’altra persona oppure tu + tante altre persone. Ne volete la prova? Ascoltate che cosa dice Olga ai due ragazzi:

OLGA: Insomma, ragazzi: voi due siete troppo agitati.

Invece, quando i nostri amici parlano con persone che non conoscono, che non sono, o magari non sono ancora, loro amici, parlano in modo formale, usano il lei e chiamano quella persona signore se è un uomo e signora se è una donna.

SALIF: Buongiorno! Lei, signore, è il dottor Amanse?
DANIEL: Piacere signor Ba
OLGA: Lei è la signora Santori?

Ma, a proposito… non devo dimenticare di dirvi che queste due parole, signore e signora, hanno un uso un po’ particolare.
Intanto, si trovano prima del cognome: È lei la signora Santori? Poi, il maschile signore davanti al cognome perde sempre la e, e diventa signor: Piacere, signor Ba.
Prima abbiamo visto che, quando parliamo a più amici o a più persone di famiglia, al posto del tu adoperiamo il voi. Il voi è una forma tuttofare perché la adoperiamo anche nelle situazioni formali quando parliamo a più persone a cui diamo il lei:

Quando Anna nella scuola di italiano incontra le studentesse che non conosce e dice:

ANNA: Voi, signore, siete contente di imparare l’italiano?

Devo avvertirvi poi che in alcune situazioni non adoperiamo signore e signora per parlare con persone che non conosciamo, ma usiamo i titoli come avvocato, ingegnere, professoressa, direttrice…. Di solito questi titoli si danno alle persone che sono andate all’università. Il titolo che si usa più di tutti è dottoressa per la donna e dottore per l’uomo, proprio come dice Fela, quando corregge lo zio Salif:

FELA: Zio, è dottore, il dottor Daniel Amanze

Ma passiamo a un altro argomento. Proprio la chiacchierata fra Olga, Salif e Daniel ci dà la possibilità di imparare le forme del presente di un verbo che, sono sicuro, interessa un po’ tutti quanti: il presente del verbo lavorare, uno di quelli che finiscono in –are.
Ascoltiamo che cosa dice uno dei nostri amici:

SALIF: Tu lavori solo qua all’Acsim?

Tu lavori: le tre persone singolari del presente di lavorare sono: lavoro, lavori, lavora. Come lavorare funzionano quasi tutti i verbi italiani che all’infinito finiscono in –are, come per esempio parlare, oppure cantare e ancora imparare:
io parlo, tu parli, lui o lei parla; io canto, canti, canta, imparo, impari, impara. A proposito di imparare, l’ultima cosa che possiamo imparare oggi sono i numeri dell’italiano fino a dieci. Sarà facilissimo impararli col rap di Fela, che ce li ha messi tutti in ordine e tutti insieme. Perciò, oggi posso anche salutarvi a suon di musica:

Uno due tre e quattro
Allo stadio divento matto
Cinque sei sette e otto
Non ci vengo col cappotto
Nove e dieci, sai, mi piaci
Tu e io siamo felici

Nella puntata di oggi abbiamo visto e sentito:

Le parole per rivolgersi agli altri: tu, lei, voi, signore, signora

I titoli: dottore, dottoressa, avvocato, ingegnere, direttrice

Le tre persone singolari del presente dei verbi in -are: lavoro, lavori, lavora

I numeri da uno a 10: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci