Per usare l'italiano: ti piace la pasta? Io preferisco la pizza.

Unità 3 - Livello A2

Ti piace la pasta? Io preferisco la pizza.
 

PER USARE L’ITALIANO

Quali sono i vostri gusti? A Pavel, ad esempio, piace stare al parco, ma non piace parlare al telefono. Sentiamo quello che dice:

PAVEL: Mi piace molto stare al parco.

PAVEL: Non mi piace parlare al telefono.

A Giuseppe, invece, piace stare a casa ma non piace faticare.

GIUSEPPE: dopo una settimana di lavoro, mi piace stare a casa!

GIUSEPPE: non mi piace faticare.

Pavel, invece, preferisce incontrare le persone:

PAVEL: Io preferisco incontrare le persone

Mi piace e mi piacciono, non mi piace e non mi piacciono sono quattro espressioni formate col verbo piacere. Mi piace si usa con un verbo all’infinito o con un nome al singolare:

MARCIA: ..............Mi piace dormire tranquilla.

GIUSEPPE: Ma no, il vestito mi piace molto.......

Mi piacciono invece si usa con un nome al plurale:

KEVIN: mi piacciono i lavori manuali...

KEVIN: .......... Mi piacciono le storie divertenti...

Mi piace: quel mi vuol dire a me, indica la persona che parla e va prima del verbo.

MARCIA: A me piace molto.......

PAVEL: Mi piace molto stare al parco.

Mi piace e a me piace infatti significano la stessa cosa, solo che mi piace si usa molto di più. Abbiamo detto che mi vuol dire a me. Non esiste solo mi. Ti vuol dire a te, gli vuol dire a lui, le vuol dire a lei, ci vuol dire a noi, vi vuol dire a voi, gli vuol dire a loro. Tutte queste piccole parole – mi, ti, gli, ci, vi – stanno prima del verbo:

KEVIN: Mi dispiace per il disturbo

GIUSEPPE: .................. Ti piace questo posto?

GIUSEPPE: ..........Guarda, gli telefono e gli dico che anche tu vuoi venire con noi....

MARCIA: È un tema importante… le interessa, vedo!

KEVIN: Beh, ci piace essere veloci

KEVIN: ...........Ogni giorno vi chiamano per problemi gravi...

KHADIJA: E l'Italia gli offre una nuova vita...

Nelle espressioni non mi piace, non mi piacciono, la parola non è una negazione. È una piccola parola che usiamo davanti a tutti i verbi per negare qualcosa:

JULIA: La camicia azzurra e la cravatta rossa non stanno bene insieme...

Se siamo d’accordo con la persona che dice mi piace, dobbiamo dire anche a me:

GIUSEPPE: ................Ti piace questo posto?

JULIA: Sì mi piace molto...

GIUSEPPE: Anche a me............

Se invece non siamo d’accordo diciamo a me no, oppure a me invece no.

JULIA: E poi questa giacca verde, non è più di moda.

GIUSEPPE: Ma mi piace tanto!

JULIA: A me no...

Possiamo anche rispondere: “Io preferisco un’altra cosa”. Sentiamo un esempio:

PAVEL: Ti piace così tanto la TV?

GIUSEPPE: Sì, perché imparo tante cose............................

PAVEL: Io preferisco due ore in palestra...

Preferisco è il presente di preferire, un verbo che finisce in –ire. Attenzione. Noi conosciamo già i verbi in -ire. Sappiamo il presente di sentire: io sento, tu senti, lui o lei sente, noi sentiamo, voi sentite, loro sentono. Preferire, però, è diverso. La differenza sta alla fine del verbo: è un gruppo di tre lettere che si pronuncia isk oppure isc davanti alle vocali -i ed -e. Sentiamo:

MARCIA: Preferisco una stanza piccola, ma silenziosa

PAVEL: non preferisci respirare l'aria fresca?

KHADIJA: Preferisce sedersi?

KEVIN: Molte persone invece preferiscono chiamare un operaio.

Io preferisco, tu preferisci, lui o lei preferisce; loro preferiscono. Queste sono le forme diverse dagli altri verbi in -ire; invece quando diciamo noi preferiamo e voi preferite non ci sono differenze. Il verbo preferire non è solo: ci sono altri verbi in -ire che funzionano come preferire: i più importanti sono capire (io capisco), costruire (io costruisco), finire (io finisco), pulire (io pulisco), spedire (io spedisco).

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Ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale