I promessi sposi: Renzo nei guai - cap. XIV
Lo sceneggiato di Salvatore Nocita
L’unità audiovisiva propone una parte del quattordicesimo capitolo de I promessi sposi (1827), nella riduzione televisiva diretta da Salvatore Nocita e prodotta dalla Rai nel 1989. Lo sceneggiato reinterpreta il romanzo di Alessandro Manzoni (Milano, 1785-1873) avvalendosi di un cast di eccezione, di cui fanno parte, tra gli altri, Alberto Sordi, Burt Lancaster, Franco Nero e Dario Fo.
Renzo è ancora in preda all’euforia per essersi trovato coinvolto nella sommossa sollevata dal popolo milanese per ottenere il pane. Durante la rivolta, presa la parola, egli aveva aizzato la folla parlando dell’ingiustizia che affligge i più deboli, lasciando impuniti i potenti sopraffattori: “andate a dire ai dottori, scribi e farisei, che vi facciano far giustizia, secondo che canta la grida: vi dànno retta come il papa ai furfanti: cose da far girare il cervello a qualunque galantuomo”, riferendosi evidentemente ai soprusi subiti personalmente. Terminato il suo discorso, Renzo incontra lo spadaio Ambrogio Fusella che si mostra premuroso nei suoi confronti e lo aiuta a trovare un’osteria. L’uomo è in realtà un “bargello travestito”, una guardia, e dietro la sua generosità nell’offrire vino si cela il tentativo di indurre il malcapitato a rivelare il proprio nome. Renzo si sveglierà il giorno seguente circondato dalle guardie pronte a trarlo in arresto come agitatore.
Renzo è ancora in preda all’euforia per essersi trovato coinvolto nella sommossa sollevata dal popolo milanese per ottenere il pane. Durante la rivolta, presa la parola, egli aveva aizzato la folla parlando dell’ingiustizia che affligge i più deboli, lasciando impuniti i potenti sopraffattori: “andate a dire ai dottori, scribi e farisei, che vi facciano far giustizia, secondo che canta la grida: vi dànno retta come il papa ai furfanti: cose da far girare il cervello a qualunque galantuomo”, riferendosi evidentemente ai soprusi subiti personalmente. Terminato il suo discorso, Renzo incontra lo spadaio Ambrogio Fusella che si mostra premuroso nei suoi confronti e lo aiuta a trovare un’osteria. L’uomo è in realtà un “bargello travestito”, una guardia, e dietro la sua generosità nell’offrire vino si cela il tentativo di indurre il malcapitato a rivelare il proprio nome. Renzo si sveglierà il giorno seguente circondato dalle guardie pronte a trarlo in arresto come agitatore.