Strategie contro la dispersione
Scuola News - 9 marzo 2021
Nei media si parla spesso, in questo periodo, di ‘scuole chiuse’. In realtà, come sa benissimo chi vive e lavora all’interno del mondo della scuola, non ci sono scuole chiuse: si lavora con i forti limiti dell’emergenza, sia in presenza sia a distanza, ma il dialogo didattico prosegue. Dei problemi però indubbiamente ci sono, e nella puntata di oggi affrontiamo uno di quelli più gravi, la dispersione.
L'emergenza Covid ha determinato un aumento della dispersione scolastica e non c'è dubbio che una parte di questo aumento sia legato anche a difficoltà e problemi specifici della didattica a distanza di emergenza. È dunque essenziale che il mondo della scuola lavori per recuperare per quanto possibile questa dispersione, con azioni specifiche che dovrebbero essere intraprese a quattro livelli diversi.
A livello del singolo docente, il primo passo per cercare di limitare o di recuperare situazioni di dispersione è averne piena coscienza: non limitandosi mai a guardare chi è presente, in presenza o a distanza, ma cercando sempre di seguire con grande attenzione le assenze, in modo da accorgersi subito di quando le assenze diventano più sistematiche. I docenti possono anche usare strategie di recupero ‘fra pari’, come la creazione di tandem di lavoro, con una studentessa o uno studente che partecipa di più e un'altra o un altro a maggior rischio dispersione.
Naturalmente l'intervento va poi anche portato a livello di consiglio di classe, dove è indispensabile avere un quadro completo delle situazioni di dispersione o di rischio, individuandone le cause specifiche e introducendo strategie di recupero trasversali anche rispetto alla didattica disciplinare, attraverso attività mirate specificamente agli interessi individuali, molto spesso il traino migliore per un recupero di motivazione e di partecipazione.
C’è poi il livello dell’Istituto scolastico, che dovrebbe sempre avere un censimento completo delle situazioni di dispersione, organizzate per tipologie delle cause. Dove la dispersione – in particolare in questo periodo – è causata da problemi di dotazione strutturale o infrastrutturale, da computer che mancano, da collegamenti internet troppo lenti, da situazioni in famiglia in cui troppe persone si devono collegare contemporaneamente, gli istituti possono intervenire con il prestito dei dispositivi, con la distribuzione di schede SIM nominative per la navigazione, o mettendo a disposizione in sicurezza degli spazi all’interno delle scuole per chi ne abbia necessità, cosa possibile anche nel caso in cui la scuola sia in didattica a distanza.
Il quarto e ultimo livello è quello delle politiche di livello nazionale e regionale, dove c’è bisogno di un piano straordinario che copra i prossimi anni con un lavoro molto attento di recupero della partecipazione, della motivazione. Un lavoro che potrebbe partire già nell’estate prossima: più che con un prolungamento delle attività didattiche tradizionali (occorre tener conto che la situazione di emergenza ha determinato certo una perdita di efficacia del lavoro svolto, ma anche e inevitabilmente una fatica maggiore: della pausa di respiro estiva c’è bisogno), avviando una riflessione collettiva sulle modalità migliori sia - appunto - per il recupero della dispersione sia, più in generale, per il recupero di attività, conoscenze, di competenze che l'emergenza della pandemia ha portato a sacrificare.
L’estate scorsa si è lavorato soprattutto sugli aspetti legati alla gestione in sicurezza degli spazi, mentre si è lavorato poco (forse troppo poco) sulla riflessione metodologica e sulle attività didattiche e di apprendimento più efficaci nella situazione di emergenza in cui ci siamo trovati. L’estate prossima, è soprattutto su questo che dovremmo focalizzare l’attenzione.
L'emergenza Covid ha determinato un aumento della dispersione scolastica e non c'è dubbio che una parte di questo aumento sia legato anche a difficoltà e problemi specifici della didattica a distanza di emergenza. È dunque essenziale che il mondo della scuola lavori per recuperare per quanto possibile questa dispersione, con azioni specifiche che dovrebbero essere intraprese a quattro livelli diversi.
A livello del singolo docente, il primo passo per cercare di limitare o di recuperare situazioni di dispersione è averne piena coscienza: non limitandosi mai a guardare chi è presente, in presenza o a distanza, ma cercando sempre di seguire con grande attenzione le assenze, in modo da accorgersi subito di quando le assenze diventano più sistematiche. I docenti possono anche usare strategie di recupero ‘fra pari’, come la creazione di tandem di lavoro, con una studentessa o uno studente che partecipa di più e un'altra o un altro a maggior rischio dispersione.
Naturalmente l'intervento va poi anche portato a livello di consiglio di classe, dove è indispensabile avere un quadro completo delle situazioni di dispersione o di rischio, individuandone le cause specifiche e introducendo strategie di recupero trasversali anche rispetto alla didattica disciplinare, attraverso attività mirate specificamente agli interessi individuali, molto spesso il traino migliore per un recupero di motivazione e di partecipazione.
C’è poi il livello dell’Istituto scolastico, che dovrebbe sempre avere un censimento completo delle situazioni di dispersione, organizzate per tipologie delle cause. Dove la dispersione – in particolare in questo periodo – è causata da problemi di dotazione strutturale o infrastrutturale, da computer che mancano, da collegamenti internet troppo lenti, da situazioni in famiglia in cui troppe persone si devono collegare contemporaneamente, gli istituti possono intervenire con il prestito dei dispositivi, con la distribuzione di schede SIM nominative per la navigazione, o mettendo a disposizione in sicurezza degli spazi all’interno delle scuole per chi ne abbia necessità, cosa possibile anche nel caso in cui la scuola sia in didattica a distanza.
Il quarto e ultimo livello è quello delle politiche di livello nazionale e regionale, dove c’è bisogno di un piano straordinario che copra i prossimi anni con un lavoro molto attento di recupero della partecipazione, della motivazione. Un lavoro che potrebbe partire già nell’estate prossima: più che con un prolungamento delle attività didattiche tradizionali (occorre tener conto che la situazione di emergenza ha determinato certo una perdita di efficacia del lavoro svolto, ma anche e inevitabilmente una fatica maggiore: della pausa di respiro estiva c’è bisogno), avviando una riflessione collettiva sulle modalità migliori sia - appunto - per il recupero della dispersione sia, più in generale, per il recupero di attività, conoscenze, di competenze che l'emergenza della pandemia ha portato a sacrificare.
L’estate scorsa si è lavorato soprattutto sugli aspetti legati alla gestione in sicurezza degli spazi, mentre si è lavorato poco (forse troppo poco) sulla riflessione metodologica e sulle attività didattiche e di apprendimento più efficaci nella situazione di emergenza in cui ci siamo trovati. L’estate prossima, è soprattutto su questo che dovremmo focalizzare l’attenzione.