Ebola
Le epidemie del Ventunesimo secolo
Cosa sono i virus e come infettano
I primi virus sono comparsi sulla terra ben 3 miliardi e mezzo di anni fa e si sono evoluti in parallelo alla vita cellulare, adattandosi ad infettare le specie animali man mano che queste comparivano sul pianeta.
I virus sono definiti parassiti obbligati, entità che non hanno una vita propria ma sopravvivono solo all’interno di una cellula. Una volta lì dentro, iniziano a riprodursi e spesso scatenano reazioni autodistruttive.
Un virus è in media 300 volte più piccolo di una cellula umana. Ogni organismo poi ha la sua gamma di virus, e ogni virus ha forme molto diverse.
Le epidemie provocate dai virus
L’umanità ha conosciuto diverse epidemie provocate da virus: il vaiolo, la poliomelite, l’influenza spagnola.
Ma al giorno d’oggi, i virus viaggiano in aereo insieme a uno dei loro vettori preferiti: l’essere umano. Nel mondo globalizzato, i virus fanno parte del pacchetto di viaggio all-inclusive. Per questo si accompagnano spesso a vere e proprie emergenze internazionali.
L’Hiv
La Sindrome da immunodeficienza Acquisita, l’Aids, è stata battezzata la peste del 20° secolo. Il virus che lo causa, l’Hiv, è stato individuato la prima volta nel 1981, anche se il ceppo virale esiste da almeno 150 anni. In Occidente l’Hiv fino ad oggi ha causato 20 milioni di morti e ha infettato 35 milioni di persone.
La Sars e l’influenza aviaria
Nel 2002 scoppia una crisi mondiale a causa della Sars, la sindrome respiratoria acuta grave, veicolata da un virus che parassita alcune specie animali. In un anno riesce a infettare 8.000 persone in decine di Paesi diversi, uccidendone 774. Mascherine anti-SARS appaiono in tutte le città del pianeta.
Due anni dopo, nel 2004, tocca all’influenza aviaria. E’ una malattia conosciuta da millenni ma un nuovo ceppo particolarmente aggressivo del virus, riesce a contagiare esseri umani nel sudest asiatico. Il rischio in realtà è alto solo per chi maneggia volatili e pollami in scarse condizioni igieniche e per chi ne mangia la carne cruda. Ma la paura si diffonde più rapidamente dei virus, e le vendite di polli precipitano.
L’influenza suina
Nell’aprile 2009 un altro virus individuato in Messico, scatena una pandemia. I sintomi sono quelli di una normale influenza, cosa che rende la diagnosi più complicata. Il suo nome è “influenza suina”, e in tutto il mondo causa milioni di contagi, di cui 300.000 portano alla morte. Anche in quell’occasione, a crollare, è il mercato della carne di maiale.
L’ebola
Nel 2014 una nuova allerta. Stavolta il nemico si chiama Ebola. Il virus, prende il nome dal fiume del Congo dove è rimasto circoscritto per decenni. E’ infatti una vecchia conoscenza dei medici del continente nero: il primo caso diagnosticato risale al 1976 e in 38 anni ha ucciso 1548 morti. Finché i decessi restano confinati in zone remote, però nessuno ne parla.
Il 22 marzo del 2014 improvvisamente la frequenza delle morti aumenta: viene confermata la notizia di una nuova epidemia, stavolta localizzata tra Liberia, Guinea e Sierra Leone. E quando si ammalano i primi operatori sanitari occidentali, si teme che Ebola possa varcare i confini africani.
E alla fine accade. Eric Thomas Duncan, cittadino liberiano residente in Texas, è il primo paziente infetto da ebola giunto negli Stati Uniti, il cosiddetto “paziente zero”. Ricoverato a settembre, Duncan muore circa un mese dopo.
In pochi mesi Ebola sembra uccidere più che nei precedenti 40 anni. Ma siamo davvero di fronte al rischio pandemia?