Il telescopio spaziale Ariel
Atmosfere degli esopianeti senza segreti
Via libera definitivo dell’Esa alla realizzazione del telescopio spaziale per lo studio delle atmosfere esoplanetarie come prossima missione scientifica europea di classe media, che vede una importante partecipazione scientifica e tecnologica dell’Italia. Lancio in calendario per il 2028. Si chiama Ariel (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey), verrà lanciata nel 2028 e nell’arco di quattro anni osserverà oltre 1000 esopianeti, realizzando un vero e proprio censimento della composizione chimica delle loro atmosfere. I dati raccolti permetteranno di rispondere a domande fondamentali sulla formazione ed evoluzione dei sistemi planetari e se possano esistere attorno ad altre stelle sistemi planetari simili al nostro.
La missione Ariel osserverà pianeti con dimensioni simili a quelle di Giove e Nettuno, spingendosi fino alle cosiddette super-terre: pianeti con un diametro di poco superiore al nostro. I pianeti che verranno studiati avranno temperature principalmente comprese tra 300 gradi fino a 2000 gradi, e quindi saranno per la maggior parte non abitabili. Questa condizione consentirà agli strumenti a bordo di Ariel di rilevare tutti gli elementi chimici presenti, compresi quelli più pesanti che altrimenti sarebbero nascosti in atmosfere più fredde e stratificate, come nel caso di Giove e Nettuno.Ariel raccoglierà la luce visibile e infrarossa proveniente dai sistemi extrasolari, grazie ad uno specchio ellittico di circa un metro che sarà realizzato in Italia con una tecnica innovativa e il cui prototipo è stato già realizzato durante la preparazione della missione. La luce raccolta sarà scomposta dal sistema ottico e analizzata dai sensori di bordo, in maniera tale da consentire l’identificazione degli elementi chimici presenti nelle atmosfere degli esopianeti osservati durante il loro transito davanti o dietro la stella madre.