Casa Sapiens: "CO2, abbiamo un problema"

Casa Sapiens: "CO2, abbiamo un problema"

Sesta puntata

Casa Sapiens: "CO2, abbiamo un problema"
È possibile rimuovere dalla nostra atmosfera l’anidride carbonica accumulata dalla Rivoluzione industriale? E possiamo smettere di produrla? Quali Paesi inquinano di più?
Questi sono solo alcuni degli interrogativi sui quali si concentrerà la sesta puntata di Casa Sapiens intitolata CO₂ abbiamo un problema.

La natura sa trattare l’anidride carbonica: in era preindustriale quella emessa era sostanzialmente pari a quella assorbita. Oceani, foreste, piante, suoli e rocce sono elementi che assorbono naturalmente la CO₂ dall’atmosfera. Ma questi “pozzi di carbonio” stanno collassando perché sono arrivati al limite della loro capacità di assorbimento. Il sistema Terra è sovraccarico e le temperature salgono.

Ma siamo sicuri che l’anidride carbonica prodotta dall’uomo sia sufficiente a cambiare il clima? Gli esperti di tutto il mondo ne sono convinti: gli effetti inesorabili del cambiamento climatico sono dovuti alle attività dei Sapiens. Perché è vero che il clima è cambiato più volte nella storia della Terra, anche prima che comparissero i Sapiens, ma non c’è più alcun dubbio che l’anidride carbonica sia aumentata con la loro comparsa, in particolare dalla Rivoluzione industriale. Da quando cioè l’uomo ha iniziato a dissotterrare il carbonio, quel carbonio che fino ad allora era stato escluso dai cicli naturali: 40 miliardi di tonnellate emesse ogni anno nell’atmosfera. Con conseguenze allarmanti. 

Nei prossimi decenni la temperatura media dell’atmosfera e dei mari potrebbe salire tra i 1,5 e i 6 gradi centigradi. Secondo l’ipotesi più ottimistica, con temperature che cresceranno di 2 gradi, le conseguenze saranno la fusione della maggior parte dei ghiacciai e l’innalzamento del livello dei mari di 90 centimetri. Aumenteranno la desertificazione, la siccità, le epidemie e gli eventi meteorologici violenti. Con temperature più alte di 6 gradi, rischiamo la fine della civiltà umana come la conosciamo, con un ulteriore aumento nelle disparità fra le popolazioni. 

Nel Mediterraneo le temperature sono già salite del doppio rispetto agli altri oceani. 4500 chilometri di aree costiere della nostra penisola potrebbero presto essere invase dall’acqua mentre nell’entroterra delle regioni meridionali il 40% della superficie è già in via di desertificazione, con effetti negativi sull’agricoltura e rischio di incendi. Secondo il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente, il livello del mare sale di 2,2 millimetri l’anno, un aumento che potrebbe rivelarsi pericoloso sul lungo periodo, favorendo l’arrivo di specie aliene e un impatto negativo sulla biodiversità del Mediterraneo. 

Che cosa stiamo facendo per impedire questa deriva? Ben poco. Nessuna decisione di rilievo che avrebbe potuto arginarla è stata finora adottata nei consessi internazionali. Continuiamo ad affidarci alle foreste e agli oceani e alla loro ormai limitata capacità di assorbire l’anidride carbonica in eccesso senza agire efficacemente sulle cause antropiche del riscaldamento climatico. Ma il tempo è scaduto e non possiamo continuare a chiedere ai Paesi come la Cina e l’India, che si affacciano sul palcoscenico dello sviluppo e che individualmente inquinano di meno, di fare sacrifici. Gli Stati che proporzionalmente inquinano di più dovranno compiere gli sforzi maggiori. Ma intanto, mentre i giovani scendono in piazza per difendere il Pianeta, gli adulti, soprattutto quelli che devono adottare le misure decisive, latitano. 

Mario Tozzi e le sue incursioni nel passato, nel presente e nel futuro della vita dei Sapiens proseguono con la sesta puntata di Casa Sapiens, una produzione Rai Cultura, in onda su Rai Scuola (canale 57 del digitale terrestre), in onda il 19 aprile alle 21.00.

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