Transizione Energetica, Materie prime critiche e Idrogeno
Il video della diretta del 14 dicembre 2023
14 Dic 2023 > 14 Dic 2023
Conferenze Lincee per la scuola: incontro di Scienze del 14 dicembre 2023 dal titolo Transizione Energetica, Materie prime critiche e Idrogeno, relatrice Giulia Monteleone.
L’Europa, con il Green New Deal, si è candidata a diventare nel 2050 il primo continente al mondo ad impatto climatico zero. La transizione verso una società climaticamente neutra coinvolgerà diversi settori della società e dell’economia: energetico, industriale, mobilità e trasporto, civile, finanziario e regolatorio. Per raggiungere gli obiettivi sfidanti, l’UE negli anni ha adottato diverse strategie (a luglio 2020 “Strategia per l’Integrazione dei Sistemi Energetici, o la “Strategia sull’Idrogeno”) ed emanato diverse leggi che tracciano il percorso e definiscono le azioni e le iniziative prioritarie per il raggiungimento dei target (di recente adozione, marzo 2023, la legge sull'industria a zero emissioni “Net-Zero Industry Act” che mira a incrementare la produzione di tecnologie fondamentali per il raggiungimento della neutralità climatica, come ad esempio i pannelli solari, le batterie e gli elettrolizzatori, le pompe di calore; e la legge sulle materie prime critiche “Critical Raw Material Act”, un pacchetto di misure che mira a garantire un approvvigionamento “sicuro, diversificato e sostenibile” delle materie prime fondamentali per le tecnologie della transizione energetica. In ognuna delle strategie o atti citati, le tecnologie dell’idrogeno hanno un ruolo chiave: infatti l’Unione Europea, indica l’idrogeno come uno dei fattori abilitanti per la decarbonizzazione del sistema energetico. Perché proprio l’idrogeno? L’idrogeno è il primo elemento della tavola periodica ed è, quindi, il più leggero; è più facilmente immagazzinabile a lungo termine rispetto all’energia elettrica; è reattivo, possiede un alto contenuto di energia per unità di massa e può essere prodotto su scala industriale e a partire da diverse fonti. Ma soprattutto perché può generare energia “pulita” senza che vi sia associata nessuna emissione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera. Quali sono dunque le sue potenziali applicazioni, quale il suo ruolo rispetto ad altri vettori energetici, come e perché può abilitare la penetrazione diffusa delle fonti rinnovabili e quali le prospettive del sviluppo in Italia ed in Europa?
L’Europa, con il Green New Deal, si è candidata a diventare nel 2050 il primo continente al mondo ad impatto climatico zero. La transizione verso una società climaticamente neutra coinvolgerà diversi settori della società e dell’economia: energetico, industriale, mobilità e trasporto, civile, finanziario e regolatorio. Per raggiungere gli obiettivi sfidanti, l’UE negli anni ha adottato diverse strategie (a luglio 2020 “Strategia per l’Integrazione dei Sistemi Energetici, o la “Strategia sull’Idrogeno”) ed emanato diverse leggi che tracciano il percorso e definiscono le azioni e le iniziative prioritarie per il raggiungimento dei target (di recente adozione, marzo 2023, la legge sull'industria a zero emissioni “Net-Zero Industry Act” che mira a incrementare la produzione di tecnologie fondamentali per il raggiungimento della neutralità climatica, come ad esempio i pannelli solari, le batterie e gli elettrolizzatori, le pompe di calore; e la legge sulle materie prime critiche “Critical Raw Material Act”, un pacchetto di misure che mira a garantire un approvvigionamento “sicuro, diversificato e sostenibile” delle materie prime fondamentali per le tecnologie della transizione energetica. In ognuna delle strategie o atti citati, le tecnologie dell’idrogeno hanno un ruolo chiave: infatti l’Unione Europea, indica l’idrogeno come uno dei fattori abilitanti per la decarbonizzazione del sistema energetico. Perché proprio l’idrogeno? L’idrogeno è il primo elemento della tavola periodica ed è, quindi, il più leggero; è più facilmente immagazzinabile a lungo termine rispetto all’energia elettrica; è reattivo, possiede un alto contenuto di energia per unità di massa e può essere prodotto su scala industriale e a partire da diverse fonti. Ma soprattutto perché può generare energia “pulita” senza che vi sia associata nessuna emissione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera. Quali sono dunque le sue potenziali applicazioni, quale il suo ruolo rispetto ad altri vettori energetici, come e perché può abilitare la penetrazione diffusa delle fonti rinnovabili e quali le prospettive del sviluppo in Italia ed in Europa?