Carlo Alberto di Savoia: le riforme e lo Statuto albertino
Emanato il 4 marzo 1848
Carlo Alberto di Savoia Carignano succede al predecessore Carlo Felice di Savoia (ultimo discendente in linea diretta di Casa Savoia) sul trono di Sardegna nel 1831. Consapevole del fatto che il Regno aveva necessità di riforme economiche e sociali in direzione di una maggiore aderenza ai tempi moderni, la sua politica proseguì sulle orme dei suoi predecessori per quanto concerneva i rapporti con l'estero e con il clero ma varò una serie di riforme che posero le basi per una politica che troverà compimento nel decennio di preparazione all'unità d'Italia (1849-1859) ad opera di Camillo Benso di Cavour.
Iniziò con l'eliminare una serie di privilegi: le esenzioni doganali privilegiate per la famiglia reale e per le cariche dello Stato, proibì la tortura e le ingiurie ai cadaveri dei giustiziati e abolì la confisca dei beni dei condannati. Sul fronte economico Carlo Alberto rinnovò il commercio, aprendo la strada a nuovi investimenti in campo agricolo, della viabilità stradale e ferroviaria e delle infrastrutture portuali a Genova e Savona. Ridusse le tasse doganali per il grano, per il carbone, per i tessuti e per i metalli, facilitando l'importazione di macchinari per l'industria e concesse la possibilità di esportare la seta grezza. Questa politica portò a minori entrate nel settore dei dazi ma favorì altre entrate del bilancio dello Stato che, dal 1835, risultò in attivo per diversi anni.
Molto attento allo sviluppo culturale: nel 1832 creò la Pinacoteca Regia e della Galleria Reale a Palazzo Madama (oggi Galleria Sabauda) e la libreria di Palazzo reale che, già nel 1835, arriverà a contare ben 35.000 volumi. Edificò diversi monumenti e palazzi, rifondò l'Accademia d'arte che prese il suo nome, Albertina, e fondò nello stesso anno la Regia Deputazione sopra gli studi di Storia Patria, alla quale seguirono tutte le Deputazioni di storia patria fondate nel corso del XIX secolo. Nel 1840 avviò la riforma il sistema scolastico di base, fondando il ministero della Pubblica istruzione. Sottrasse così il Regno di Sardegna al monopolio educativo del clero, soprattutto dei gesuiti.
Nel febbraio del 1848 il re convoca un Consiglio di Stato straordinario, che aveva all'ordine del giorno un'importante decisione: l'opportunità di promulgare una carta costituzionale. Il ministro dell'Interno Giacinto Borelli (1783-1860) fu incaricato di preparare un progetto. Una prima versione fu approvata e gli fu dato il nome di “Statuto”. Carlo Alberto aveva premesso che non avrebbe firmato se nel testo non fosse stato chiaro il rispetto della religione cattolica e della monarchia. Le ottenne e firmò. La seduta si sciolse all'alba dell'8 febbraio. Lo Statuto, completo di tutti i suoi articoli, fu approvato e firmato il 4 marzo da Carlo Alberto. Il primo governo costituzionale fu presieduto da Cesare Balbo che si insediò il 16 marzo 1848, due giorni prima dell'inizio delle Cinque giornate di Milano.
Il filmato, Carlo Alberto: il sovrano riformatore, è tratto dal programma di Rai Storia Passato e Presente
Iniziò con l'eliminare una serie di privilegi: le esenzioni doganali privilegiate per la famiglia reale e per le cariche dello Stato, proibì la tortura e le ingiurie ai cadaveri dei giustiziati e abolì la confisca dei beni dei condannati. Sul fronte economico Carlo Alberto rinnovò il commercio, aprendo la strada a nuovi investimenti in campo agricolo, della viabilità stradale e ferroviaria e delle infrastrutture portuali a Genova e Savona. Ridusse le tasse doganali per il grano, per il carbone, per i tessuti e per i metalli, facilitando l'importazione di macchinari per l'industria e concesse la possibilità di esportare la seta grezza. Questa politica portò a minori entrate nel settore dei dazi ma favorì altre entrate del bilancio dello Stato che, dal 1835, risultò in attivo per diversi anni.
Molto attento allo sviluppo culturale: nel 1832 creò la Pinacoteca Regia e della Galleria Reale a Palazzo Madama (oggi Galleria Sabauda) e la libreria di Palazzo reale che, già nel 1835, arriverà a contare ben 35.000 volumi. Edificò diversi monumenti e palazzi, rifondò l'Accademia d'arte che prese il suo nome, Albertina, e fondò nello stesso anno la Regia Deputazione sopra gli studi di Storia Patria, alla quale seguirono tutte le Deputazioni di storia patria fondate nel corso del XIX secolo. Nel 1840 avviò la riforma il sistema scolastico di base, fondando il ministero della Pubblica istruzione. Sottrasse così il Regno di Sardegna al monopolio educativo del clero, soprattutto dei gesuiti.
Nel febbraio del 1848 il re convoca un Consiglio di Stato straordinario, che aveva all'ordine del giorno un'importante decisione: l'opportunità di promulgare una carta costituzionale. Il ministro dell'Interno Giacinto Borelli (1783-1860) fu incaricato di preparare un progetto. Una prima versione fu approvata e gli fu dato il nome di “Statuto”. Carlo Alberto aveva premesso che non avrebbe firmato se nel testo non fosse stato chiaro il rispetto della religione cattolica e della monarchia. Le ottenne e firmò. La seduta si sciolse all'alba dell'8 febbraio. Lo Statuto, completo di tutti i suoi articoli, fu approvato e firmato il 4 marzo da Carlo Alberto. Il primo governo costituzionale fu presieduto da Cesare Balbo che si insediò il 16 marzo 1848, due giorni prima dell'inizio delle Cinque giornate di Milano.
Il filmato, Carlo Alberto: il sovrano riformatore, è tratto dal programma di Rai Storia Passato e Presente