I Severi e il sogno augusteo di un impero universale

Da "Passato e Presente"

Dal programma di Rai Storia Passato e Presente (edizione 2018/19), un ritratto della dinastia dei Severi che regna sull'Impero romano tra la fine del II e i primi decenni del III secolo (dal 193 al 235) e che ha con Settimio Severo il suo capostipite e con Alessandro Severo il suo ultimo discendente. 

Con Settimio Severo comincia un periodo di transizione dall'istituto del principato romano a quello del dominato (signoria). L'imperatore assume il nuovo titolo di dominus (padrone e signore) in sostituzione del vecchio titolo di princeps (principe). Questa nuova forma di governo si presenta in forma dispotica: l'imperatore, non più contrastato dalle istituzioni della Repubblica romana, poteva agire quale padrone assoluto dell'Impero. Il capostipite appartiene ad una famiglia equestre di Leptis Magna, nell'Africa Proconsolare (odierna Libia), che si era legata ad un'importante famiglia di origine siriana grazie al suo matrimonio con Giulia Domna. Con questo imperatore inizia il cosiddetto periodo del Dominato, di stampo fortemente militare.

L'esercito imperiale, infatti, in questo periodo assume una grande importanza. Innanzitutto viene completamente ristrutturato con la creazione di tre nuove legioni, la legio I, II e III Parthica. Tra l'altro viene stabilito l'aumento della paga del legionario e riformato il cursus honorum nelle alte gerarchie militari a vantaggio degli Equites. Non è un caso che l'appoggio militare che l'imperatore ottiene dagli eserciti provinciali, ne accresca notevolmente il potere e detemini il conseguente scioglimento delle coorti pretorie, sostituite con soldati provenienti in gran parte dall'Illiria a discapito di quelli di origine italica.

Alla morte di Settimio Severo (211) gli subentra il figlio Caracalla che regna fino al 217 quando viene assassinato. Durante il suo regno, l'imperatore affida alla madre, Giulia Domna, le responsabilità per gli affari dell'impero e il controllo del governo. Ma è a lui che va il merito di aver reso ancor più monumentale la città di Roma, con la costruzione delle immense terme a lui dedicate, oltre ad aver rimosso tutte le distinzioni legali e politiche tra italici e provinciali con la celebre Constitutio Antoniniana del 212 che estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero. Caracalla fu anche un abile condottiero: le sue truppe vinsero le armate dei Parti tra il 195 ed il 198, e, poco prima di morire, condusse una fortunata serie di campagne militari nel nord della Britannia (odierna Scozia) contro le truppe barbare dei Caledoni (208-211). 

Dopo il breve regno di Macrino (217 - 218), che non apparteneva alla dinastia dei Severi, sale al trono un nipote acquisito di Settimio Severo, il quattordicenne Eliogabalo, chiamato così in onore del dio omonimo. Il suo regno è caratterizzato dal tentativo di importare il culto solare di Emesa a Roma e dall'opposizione che si scatena contro questa politica religiosa. Sua intenzione è infatti sovvertire le tradizioni religiose romane, sostituendo a Giove, signore del pantheon romano, la nuova divinità solare del Sol Invictus. Per questo viene assassinato dalla guardia pretoriana e sostituito dal cugino Alessandro Severo.

Marco Giulio Alessiano Bassiano, poi Marco Aurelio Severo Alessandro diventa imperatore all' età di soli 13 anni tanto che sua madre, Giulia Mamea, gestisce abilmente il potere al suo posto cercando, come prima cosa, di farlo passare per il "figlio naturale" dello stesso Caracalla con l'obiettivo di rafforzare la legittimità del suo regno, oltre ad aggiungere al suo nome quello di Severo, per accrescere il richiamo alla sua ascendenza.

Il nuovo imperatore non riusce però ad assicurarsi l'appoggio dell'esercito, troppo lontano dalla vita di corte, ma fondamentale - come aveva dimostrato il fondatore della dinastia - per la sua sopravvivenza. E benché conduca con discreti risultati alcune campagne in Oriente contro i Sasanidi e lungo il confine germanico-retico contro la confederazione degli Alemanni, l'esercito non lo ama. Così, nel marzo del 235, mentre si trova in Germania in mezzo alle sue truppe per trattare le condizioni di pace con le popolazioni d'oltre confine, viene ucciso insieme alla madre. 

Dopo l'assassinio di Alessandro Severo, con l'elezione del barbaro Massimino il Trace, si apre per Roma un periodo di forte instabilità: quello dell'anarchia militare.