Giambattista Bodoni, l'eleganza di un carattere

Un artista tipografo alla corte di Parma

Quanto più un libro è classico tanto più sta bene che la bellezza de’ caratteri vi si mostri sola
Giambattista Bodoni

Nato a Saluzzo (Cuneo) da una famiglia di tipografi, Giambattista Bodoni (1740-1813) è una figura che si contraddistingue nella storia della stampa e non solo in quella italiana. 
Tipografo nel senso più ampio del termine in quanto stampatore, disegnatore, incisore e fonditore di caratteri, Bodoni ha creato un’eccellenza formale esemplare. Da vero artista del libro e in netta contrapposizione alle stampatorie commerciali dell’epoca, con il suo lavoro non mirava al maggior numero di copie, bensì a creare “opere d’arte” a stampa anticipando la scelta della “tiratura limitata” per aumentare il pregio e la rarità dei suoi esemplari.


Giambattista Bodoni, dettaglio di una Lettera stampata in caratteri bodoniani dal tipografo per la sua nomina all'Accademia

La nuda ed epigrafica composizione dei frontespizi e delle dediche, l’arioso giusto rapporto tra testo e immagini, fra riga e riga, fra chiari e scuri fanno della pagina bodoniana un prodigio di armonia e leggibilità.

L’impronta severa di stile già Neoclassico del carattere che prende il suo nome, Bodoni appunto, è riconoscibile dal netto contrasto tra lo spessore delle aste e la sottigliezza di filetti e grazie 

Bodoni compie le prime esperienze lavorative a Torino e successivamente a Roma dove perfeziona la sua arte presso la “Stamperia della Congregazione di Propaganda Fide”. Qui, si interessa agli alfabeti orientali, lingue delle quali apprende i rudimenti frequentando il "Collegio della Sapienza".
Nel 1768, Bodoni è chiamato dal Duca Ferdinando di Borbone (1751-1802) a Parma, per fondare e dirigere la “Stamperia Reale” governativa, compito al quale dedicherà il resto della vita (Le magnificenze dei Borbone a Parma). Nel Palazzo della Pilotta, dove soggiornava in alcuni alloggi privati, curò la costruzione dei torchi e degli utensili e in pochi mesi la Stamperia era pronta per l’avvio ufficiale.


Andrea Appiani, Ritratto di Giambattista Bodoni, Galleria Nazionale, Parma

Bodoni inizia fin da subito la collaborazione con l’architetto del duca Alexandre Petitot (1727–1801) e l’incisore Benigno Bossi (1727–1792) per la stampa di edizioni celebrative dei fasti del Ducato. In particolare, pubblica la “Descrizione delle feste per le nozze del Duca Ferdinando con Maria Amalia d’Austria”, uno splendido libro adorno di tavole fuori testo (1769).
Le pubblicazioni dei primi anni sono realizzate con caratteri provenienti dalla Francia, ma già a partire dal 1771 Bodoni inizia il disegno e la produzione dei propri caratteri. Dello stesso anno, il suo primo saggio tipografico, “Fregi e Majuscole incise e fuse da Giambattista Bodoni”, testo scritto con i suoi collaboratori, tra i quali, il fratello Giuseppe chiamato a Parma per sovrintendere alla fonderia. 
Collaborazione estremamente fruttuosa per le molte pubblicazioni poliglotte fu quella tra Bodoni e l’orientalista Gian Bernardo De Rossi (1742–1831). La passione per il disegno e l’incisione di caratteri orientali accompagnerà Bodoni tutta la vita. 

Le numerose edizioni bodoniane scaturite dai torchi parmensi attirarono l’attenzione di letterati, bibliofili e soprattutto viaggiatori del Grand Tour in visita a Parma per ammirare Correggio e visitare la celebre tipografia 

Mentre Bodoni dirigeva la Tipografia Reale per stampe di ordinaria necessità governativa, nel 1791 otteneva dal Duca il permesso di aprire una stamperia privata dalla quale usciranno tutti i capolavori della sua produzione. Nello stesso anno, sposava Margherita Dall’Aglio che gli sarà accanto nella vita e nel lavoro proseguendo l’attività della tipografia anche dopo la sua morte. 

Nella lunga carriera di Bodoni non mancarono titoli e riconoscimenti da parte di tutti i sovrani che incontrò nella vita

Nel 1782, era nominato Tipografo di camera di Carlo III di Spagna e nel 1793, Carlo IV aggiungeva al titolo una pensione annua di seimila reali. 
Con l’arrivo dei francesi a Parma (1796-97) e l’annessione del ducato alla Francia (1802), il grande tipografo fu insignito di prestigiose protezioni e commissioni anche da parte della nuova aristocrazia napoleonica. 
L’Anzianato gli conferiva la Cittadinanza Onoraria (1803) con il conio di una medaglia e la nomina di “Sommo artista” (1807), lo esentava dal pagamento delle tasse. 
Medaglia d’Oro, all’Esposizione di Parigi del 1806, dove aveva inviato le sue edizioni, nel 1808, riceveva una pensione vitalizia dal maresciallo dell'Impero Gioacchino Murat e nel 1810, un’altra da Napoleone stesso, “in considerazione dei progressi che egli ha fatto fare all’arte tipografica”. Nel 1812, infine, veniva decorato con l'Ordre de la Réunion, primo ordine Imperiale cavalleresco fondato da Napoleone.
Ancora oggi il font “Bodoni” è tra i più utilizzati nella stampa di testi importanti di carattere letterario e scientifico. Con Bodoni si può parlare di una vera e propria rivoluzione nell’arte della stampa, ruolo di cui lui stesso era consapevole, tanto da affermare orgogliosamente che le sue edizioni avevano …

Introdotto una nuova armonia nella semplice e maestosa formazione de’ frontespizi, ed una migliore e più vaga proporzione nelle pagine adattate alle varie qualità delle carte e de’ formati”

Il breve filmato è estratto dalla puntata della serie Storie delle nostre città. Parma (2019, Rai Cultura)

FOTO DI COPERTINA
Andrea Appiani, Ritratto di Giambattista Bodoni, Galleria Nazionale, Parma