La Cina a Villa Aldobrandini di Frascati
Una residenza suburbana alla moda
Oltre al Piemonte (Juvarra, "Villa della Regina" e la cineseria), anche Roma sede della corte papale e centro per le missioni di evangelizzazione, non fu indifferente al gusto per la cineseria settecentesca.
La Cina esplose già nel 1667, quando il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680) pubblicò “China illustrata”, opera fondamentale per la conoscenza del Catai, come all’epoca era chiamato il Paese del dragone. Tra i tanti dati, il testo di Kircher conteneva anche una serie di informazioni sulle tecniche artistiche orientali, premesse importantissime per lo sviluppo del gusto orientalista nella settecentesca città dei papi.
In questo breve estratto della serie Passepartout (La Cina è vicinissima, 2006) Philippe Daverio entra a Villa Aldobrandini (1598–1621) di Frascati, residenza suburbana cinquecentesca voluta dal cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del Papa Clemente VIII, che affidò il progetto a illustri architetti: Giacomo Della Porta (1532–1602), succeduto alla morte da Carlo Maderno (1556–1629) e Giovanni Fontana.
Originariamente luogo di rappresentanza, alla morte del Cardinale la villa passò nelle mani della nipote Olimpia Aldobrandini. Nel 1683, venne acquisita da Giovanni Battista Pamphili e nel 1769 divenne proprietà di Francesco Borghese, fino a tornare nuovamente, nell’Ottocento, alla famiglia Aldobrandini che tutt’ora è proprietaria.
È un mondo cinese costruito alla perfezione fin nei minimi dettagli che accompagna sontuosi vasi in porcellana e mobili in stile Barocco.
Il mondo della cineseria romana a quest’epoca è ben rappresentato nella decorazione d’interni, caratterizzate da un uso diffuso di stoffe, soprattutto sete e pannelli laccati, oltre alle più tradizionali decorazioni murali quali lo stucco e l’affresco.
A Roma, tra gli interni delle principali residenze decorate all’epoca con gusto esotico, spiccano il Gabinetto degli Specchi di Palazzo Sciarra, la Sala dell’Aurora di Palazzo Colonna, il Gabinetto Cinese di Villa Albani e diversi ambienti di Palazzo Barberini.
FOTO DI COPERTINA
Dettaglio del Salone cinese di Villa Aldobrandini, Frascati
La Cina esplose già nel 1667, quando il gesuita tedesco Athanasius Kircher (1602-1680) pubblicò “China illustrata”, opera fondamentale per la conoscenza del Catai, come all’epoca era chiamato il Paese del dragone. Tra i tanti dati, il testo di Kircher conteneva anche una serie di informazioni sulle tecniche artistiche orientali, premesse importantissime per lo sviluppo del gusto orientalista nella settecentesca città dei papi.
In questo breve estratto della serie Passepartout (La Cina è vicinissima, 2006) Philippe Daverio entra a Villa Aldobrandini (1598–1621) di Frascati, residenza suburbana cinquecentesca voluta dal cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del Papa Clemente VIII, che affidò il progetto a illustri architetti: Giacomo Della Porta (1532–1602), succeduto alla morte da Carlo Maderno (1556–1629) e Giovanni Fontana.
Originariamente luogo di rappresentanza, alla morte del Cardinale la villa passò nelle mani della nipote Olimpia Aldobrandini. Nel 1683, venne acquisita da Giovanni Battista Pamphili e nel 1769 divenne proprietà di Francesco Borghese, fino a tornare nuovamente, nell’Ottocento, alla famiglia Aldobrandini che tutt’ora è proprietaria.
La carta che riveste il salone di Villa Aldobrandini “racconta” la storia di un alto funzionario che, in veste di nuovo Governatore, andò in una provincia lontana e ribelle per portare pace e prosperità.Daverio ci conduce in uno dei sontuosi saloni della Villa interamente rivestito con carta da parati originale cinese, probabilmente nella prima metà del Settecento
È un mondo cinese costruito alla perfezione fin nei minimi dettagli che accompagna sontuosi vasi in porcellana e mobili in stile Barocco.
Il mondo della cineseria romana a quest’epoca è ben rappresentato nella decorazione d’interni, caratterizzate da un uso diffuso di stoffe, soprattutto sete e pannelli laccati, oltre alle più tradizionali decorazioni murali quali lo stucco e l’affresco.
A Roma, tra gli interni delle principali residenze decorate all’epoca con gusto esotico, spiccano il Gabinetto degli Specchi di Palazzo Sciarra, la Sala dell’Aurora di Palazzo Colonna, il Gabinetto Cinese di Villa Albani e diversi ambienti di Palazzo Barberini.
FOTO DI COPERTINA
Dettaglio del Salone cinese di Villa Aldobrandini, Frascati