Davico Bonino racconta Giuseppe Parini
Un poeta civile e un illuminato italiano
Guido Davico Bonino analizza la vita e l'opera di Giuseppe Parini (1729–1799), oggi ritenuto il "primo poeta civile illuminato" italiano.
Ritratto di Giuseppe Parini
Giuseppe Parini nasceva a Bosisio, figlio di un piccolo negoziante di seta, frequenta a Milano le scuole tenute dai barnabiti. A ventitré anni pubblica un volumetto di versi, che gli consente di entrare nell’Accademia dei Trasformati.
Questi primi successi fan si che il conte di Firmian, ministro plenipotenziario dell'Austria in Lombardia, gli affidi la compilazione de “La Gazzetta di Milano” (1769), e la cattedra di eloquenza nelle Scuole Palatine.
Un ulteriore riconoscimento, arriva in occasione delle nozze dell'arciduca Ferdinando con Maria Beatrice d'Este, quando gli viene commissionato un melodramma (l'Ascanio in Alba, musicato da Mozart) e ottiene la carica di soprintendente alle scuole pubbliche (1791).
Alla venuta dei francesi a Milano (1796) Parini è nominato membro della municipalità. In questo periodo si conclude la sua attività poetica. “Il vespro” e “La Notte” che componevano “La sera”, terza e ultima parte della trilogia degli anni Sessanta verranno pubblicati postumi nel 1801, nel primo dei sei volumi dell'edizione completa delle “Opere di Giuseppe Parini” a cura di Francesco Reina.
Nel 1799, gli austriaci tornano a Milano, ma Parini sfugge alle ritorsioni che colpiscono i cittadini che avevano collaborato coi francesi. Il poeta muore il 15 agosto dello stesso anno.
Nel filmato qui proposto, l'attore Umberto Ceriani legge dalle “Odi”: “La vita rustica”, “La salubrità dell’aria” e “La caduta”.
FOTO DI COPERTINA
Ritratto di Giuseppe Parini
Come nelle sue diciannove “Odi” (1757-1795), Parini tratta problemi reali e d'interesse collettivo, esalta la vita agreste come modello di sanità fisica e morale, esprime con entusiasmo un parere favorevole all'introduzione delle vaccinazioni, segno di progresso igienico e civile; inoltre, il poeta lombardo tuona sdegnato contro la tortura, come il Beccaria nel suo “Dei delitti e delle pene”.Parini deve la sua fama al poema satirico “Il Giorno”, la più vasta radiografia della decadenza della nobiltà settecentesca
Ritratto di Giuseppe Parini
Giuseppe Parini nasceva a Bosisio, figlio di un piccolo negoziante di seta, frequenta a Milano le scuole tenute dai barnabiti. A ventitré anni pubblica un volumetto di versi, che gli consente di entrare nell’Accademia dei Trasformati.
In seguito, diventa precettore in casa della duchessa Vittoria Serbelloni per otto anni. Licenziato nel 1762, passa alcuni mesi di grandi ristrettezze economiche, dalle quali lo affranca la pubblicazione del “Mattino” (1763), che lo renderà famoso. Il progetto iniziale prevedeva una trilogia (Mattino, Mezzogiorno e Sera), ma dell'ultima sezione divisa poi nelle due parti di “Vespro” e “Notte”, sono pervenuti frammenti. Il “Mattino” e il “Mezzogiorno” furono pubblicati a Milano rispettivamente nel 1763 e nel 1765.Nel 1754 sceglie di farsi prete per motivi di sussistenza
Questi primi successi fan si che il conte di Firmian, ministro plenipotenziario dell'Austria in Lombardia, gli affidi la compilazione de “La Gazzetta di Milano” (1769), e la cattedra di eloquenza nelle Scuole Palatine.
Un ulteriore riconoscimento, arriva in occasione delle nozze dell'arciduca Ferdinando con Maria Beatrice d'Este, quando gli viene commissionato un melodramma (l'Ascanio in Alba, musicato da Mozart) e ottiene la carica di soprintendente alle scuole pubbliche (1791).
Alla venuta dei francesi a Milano (1796) Parini è nominato membro della municipalità. In questo periodo si conclude la sua attività poetica. “Il vespro” e “La Notte” che componevano “La sera”, terza e ultima parte della trilogia degli anni Sessanta verranno pubblicati postumi nel 1801, nel primo dei sei volumi dell'edizione completa delle “Opere di Giuseppe Parini” a cura di Francesco Reina.
Nel 1799, gli austriaci tornano a Milano, ma Parini sfugge alle ritorsioni che colpiscono i cittadini che avevano collaborato coi francesi. Il poeta muore il 15 agosto dello stesso anno.
Nel filmato qui proposto, l'attore Umberto Ceriani legge dalle “Odi”: “La vita rustica”, “La salubrità dell’aria” e “La caduta”.
FOTO DI COPERTINA
Ritratto di Giuseppe Parini