Giuseppe Pistocchi, "Un architetto giacobino a Faenza"

Capolavori nascosti, di Anna Zanoli, 1969

Un uomo di spalle cammina sicuro per le strade di Faenza ed entra a Palazzo Milzetti, oggi Museo Nazionale dell’età Neoclassica

È l’attore Franco Parenti (1921–1989), qui nei panni dell’architetto faentino Giuseppe Pistocchi (1744-1814) protagonista di questo raro cortometraggio prodotto dalla Rai per la rubrica “Capolavori nascosti” curata dalla storica dell’arte e autrice Rai, Anna Zanoli (1934-2020). 
Girato da Luciano Pinelli in stretta collaborazione con lo storico dell’arte Andrea Emiliani, “Un architetto giacobino” (1969) è una mini-fiction che vuole spiegare l’epoca Neoclassica a Faenza tra Sette e Ottocento, nei trent’anni circa che vanno dalla Rivoluzione francese alla fine dell’età napoleonica.
Inoltre, “Un architetto giacobino”, incentrato sulla figura di Pistocchi, indaga una realtà culturale che a fine anni Sessanta del Novecento, è ancora sconosciuta al grande pubblico televisivo.
Tuttavia, Faenza neoclassica era già oggetto di studio da parte di specialisti della materia che, negli anni Settanta la renderanno nota con mostre oggi indimenticabili: quella su Giuseppe Pistocchi curata dallo storico d’architettura Ezio Godoli (Giuseppe Pistocchi, 1744-1814. Architetto giacobino, Palazzo delle Esposizioni, Faenza, 1974) e pochi anni dopo, quella della storica dell’arte Anna Ottani Cavina dedicata al Neoclassicismo a Faenza (L’età Neoclassica a Faenza 1780-1820, Palazzo Milzetti, Faenza, 1979), nella quale, tra l’altro, la studiosa metteva in luce la figura del pittore Felice Giani (Felice Giani a Palazzo Milzetti).
Franco Parenti interpreta magistralmente la tipica figura dell’architetto settecentesco, anche imprenditore, un intellettuale toccato dal divario, tutto rivoluzionario, fra un’utopistica “politicizzazione” dell'arte e la realtà quotidiana fatta dalle sue imprese architettoniche.

Costruimmo molto in quegli anni: palazzi, ville, archi e teatri. Ma costruimmo anche ospedali, case di campagna, fattorie, ponti, fabbriche, argini... Noi pensavamo che, prima o poi, l'architettura che era stata solo dei ricchi e dei potenti, e che durante la rivoluzione era diventata dei borghesi, sarebbe stata anche dei più poveri, del popolo, del progresso”
Franco Parenti nei panni di Giuseppe Pistocchi

Palazzo Milzetti, all’epoca “Capolavoro nascosto” di Faenza, fu progettato intorno al 1792 per il conte Nicola Milzetti, che aveva coinvolto Pistocchi nella ristrutturazione del nucleo delle sue antiche abitazioni danneggiate dal terremoto del 1781. 
Pistocchi, dopo alcuni lavori tra Roma Pesaro e Ravenna, aderiva allo stile Neoclassico portando a compimento anche la costruzione del Teatro Comunale Masini (1780-1787) e la trasformazione del vecchio edificio della Posta (1785), sul corso di Porta Imolese a Faenza. 
Pistocchi racconta i suoi ideali facendo riferimento a figure centrali dell’epoca: 

Io avevo passato la quarantina. Avevo studiato a Roma: e là certi modi, certe convinzioni artistiche, le incoraggiava anche il Papa. Il vecchio Piranesi faceva cose di fuoco e non è difficile immaginare, guardando questo Palazzo, che le sue incisioni mi piacevano molto. Avevo conosciuto anche Mengs, Winckelmann, gli inglesi Adam. Ma mi trovavo più d'accordo con i francesi, con quel matto di Ledoux, per esempio: vedeva l'architettura come un fatto sociale”
Franco Parenti nei panni di Giuseppe Pistocchi

L'architetto si aggira negli interni del Palazzo di cui vediamo alcune sale, gli affreschi di Giani e le eleganti decorazioni a stucco.

Lo stile? Beh, c'era chi diceva che bisognava guardare agli antichi. Si guardavano i greci, i romani e anche gli etruschi nei musei che papa Braschi faceva costruire in Vaticano … “ 
Franco Parenti interpreta Giuseppe Pistocchi

Palazzo Milzetti veniva ristrutturato da Pistocchi negli anni precedenti il 1796, quando l’atteggiamento dichiaratamente filofrancese dell’architetto gli valse la prigione nel Forte di San Leo, decretata dal governo pontificio. 
Nel 1797, Pistocchi ritornava in città ma, con la morte del conte Milzetti e il riscatto da parte del figlio Francesco dell’intera proprietà del Palazzo, subentrava a capo dei lavori il più giovane architetto Giovanni Antonio Antolini (1754-1841), appena rientrato da Roma e appoggiato dal nuovo gruppo egemone dei massoni di casa Laderchi. 
Pistocchi, aveva realizzato una facciata ornata da bugnato a punta di diamante disposto attorno alle finestre. Sua anche la sequenza, altrettanto originale, delle stanze d’abitazione e dei servizi dove l’apporto nuovissimo del funzionalismo settecentesco è il chiaro risultato della moderna attenzione portata alle esigenze quotidiane della vita della nuova società borghese. 

Così, non feci un palazzo suntuoso. C'è poi da dire che, qui da noi, la nobiltà ha sempre avuto un occhio alle spese e non butta i quattrini dalla finestra. Io allora cercai di sistemare bene anche i servizi, che una volta venivano sempre trascurati. Al piano di sotto misi le stanze da letto, i bagni, la biblioteca ... in un palazzo bisognerà pur viverci”
Franco Parenti nei panni di Giuseppe Pistocchi

L’architetto Antolini, che soprintendeva i lavori da Milano, subentrava completando lo scalone e il salone ottagonale al piano nobile, con la grande serliana sul giardino (1800-1801).
Il cortometraggio si chiude con un Pistocchi rassegnato che tira le somme del suo sogno audace finito negli anni dell’Impero tra mille difficoltà.
Ormai emarginato dalla sua città, Pistocchi moriva alle soglie della Restaurazione nel 1814.

Ritornammo a casa molti anni dopo, tutti già invecchiati e con la malinconia di Waterloo nel cuore. In trent'anni neanche, il grande fuoco si era acceso e spento. Però noi artisti avevamo costruito un mondo fatto di azione, di movimento. Dietro la razionalità dei nostri disegni c'era ansietà, c'era dubbio, perfino.
Avevamo cancellato la storia che ci aveva preceduti, per i suoi errori. Le avevamo sostituito il mito di una antichità perfetta, irraggiungibile. Forse fu un sogno, come fermare il tempo"
Franco Parenti nei panni di Giuseppe Pistocchi


"Un architetto giacobino a Faenza", dalla serie Capolavori nascosti a cura di Anna Zanoli, con Franco Parenti, sceneggiatura Andrea Emiliani, regia Luciano Pinelli, 8min., Rai, 1969

FOTO DI COPERTINA
Salone delle Feste, Palazzo Milzetti, Faenza