Sir Anthony Blunt: Napoli nel Settecento
"Civiltà del Settecento a Napoli", 1979
In occasione dell’apertura della grande mostra storica “Civiltà del Settecento a Napoli, 1734-1799”, inaugurata a Capodimonte nel dicembre del 1979, lo storico dell’arte inglese Sir Anthony Blunt (1907–1983) venne intervistato dalle telecamere della Rai (Obbiettivo Sud, 1979).
Blunt aveva lasciato proprio quell’anno il titolo onorifico di Conservatore delle Collezioni Reali della casata inglese, per aver ammesso di essere stato coinvolto, negli anni Trenta, in attività spionistica a favore dei sovietici, mentre studiava a Cambridge.
La mostra, che fu una rivoluzione per la storia dell’arte italiana, era stata fortemente voluta da Raffaello Causa (1923-1984), storico dell’arte, Soprintendente ai Beni Artistici della Campania e fino alla scomparsa, Direttore del Museo di Capodimonte.
FOTO DI COPERTINA
Sir Anthony Blunt e la Regina Elisabetta, 1979
Blunt aveva lasciato proprio quell’anno il titolo onorifico di Conservatore delle Collezioni Reali della casata inglese, per aver ammesso di essere stato coinvolto, negli anni Trenta, in attività spionistica a favore dei sovietici, mentre studiava a Cambridge.
In questa intervista, lo storico dell’arte introduce la cultura napoletana del Settecento, affermando che all’estero è pressoché sconosciuta, malgrado il clima cosmopolita del regno dei Borbone. La copertina del doppio catalogo della mostra, infatti, presentava una bella veduta di Napoli dipinta dal francese Joseph Vernet (1749).Grande esperto di Rinascimento, Barocco e Settecento italiano e francese, Blunt è stato il più autorevole conoscitore e studioso dell'opera di Nicolas Poussin, di cui possedeva anche una collezione di dipinti
La mostra, che fu una rivoluzione per la storia dell’arte italiana, era stata fortemente voluta da Raffaello Causa (1923-1984), storico dell’arte, Soprintendente ai Beni Artistici della Campania e fino alla scomparsa, Direttore del Museo di Capodimonte.
FOTO DI COPERTINA
Sir Anthony Blunt e la Regina Elisabetta, 1979