Goya, dalla luce alle tenebre
"La Ribellione della ragione", una mostra a Milano
La mostra “Goya. La ribellione della ragione” (Palazzo Reale, Milano, 2024) è stata curata dal grande conoscitore dell’artista spagnolo, qui intervistato, Victor Nieto Alcaide e realizzata in collaborazione con la “Real Academia de Bellas Artes de San Fernando” di Madrid.
Più di ottanta dipinti, affiancati a stampe e matrici in rame, sono stati allestiti in sette sezioni tematiche che ripercorrono l’intero arco della lunga carriera di Francisco Goya (1746-1828). L’artista visse un periodo storico saturo di cambiamenti politici, sociali e ideologici che diedero inizio alla nuova epoca moderna dopo la caduta dell’Ancien Régime (Goya, una biografia pittorica). Dall’Illuminismo di Carlo III Borbone, fino alla Rivoluzione Francese e alle guerre napoleoniche, seguite dalla Restaurazione e dal definitivo esilio in Francia dell’artista, il linguaggio di Goya muta radicalmente passando dal frivolo Rococò ad esiti decisamente introspettivi, tipici del nuovo sentire Romantico.
La mostra evidenzia queste diverse tappe decisive che portarono l’artista a trasformare la pittura e la grafica in un linguaggio rivoluzionario e moderno, rompendo le regole accademiche fino ad allora stabilite, mutando i procedimenti tecnici ed abbandonando l’imitazione dei modelli.
La mostra, inoltre, è stata un’opportunità per valorizzare il corpus delle incisioni di Goya (Goya, il primo incisore moderno). Nell’occasione, per la prima volta in Italia, sono state esposte le matrici originali di rame, un patrimonio che rischiava l’usura dei secoli e che invece è stato recentemente restaurato dalla “Real Academia de Bellas Artes de San Fernando” e dalla sua “Calcografia Nacional”.
Nel caso delle opere più importanti, infine, i diversi quadri sono stati esposti con a fianco la proiezione di un ingrandimento in dettaglio della tela.
FOTO DI COPERTINA
Francisco Goya, Il manicomio, 1808–‘12, olio su tavola, 45×72cm., Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid
Più di ottanta dipinti, affiancati a stampe e matrici in rame, sono stati allestiti in sette sezioni tematiche che ripercorrono l’intero arco della lunga carriera di Francisco Goya (1746-1828). L’artista visse un periodo storico saturo di cambiamenti politici, sociali e ideologici che diedero inizio alla nuova epoca moderna dopo la caduta dell’Ancien Régime (Goya, una biografia pittorica). Dall’Illuminismo di Carlo III Borbone, fino alla Rivoluzione Francese e alle guerre napoleoniche, seguite dalla Restaurazione e dal definitivo esilio in Francia dell’artista, il linguaggio di Goya muta radicalmente passando dal frivolo Rococò ad esiti decisamente introspettivi, tipici del nuovo sentire Romantico.
La mostra evidenzia queste diverse tappe decisive che portarono l’artista a trasformare la pittura e la grafica in un linguaggio rivoluzionario e moderno, rompendo le regole accademiche fino ad allora stabilite, mutando i procedimenti tecnici ed abbandonando l’imitazione dei modelli.
Le opere di Goya emergono nella loro modernità essendo tutte frutto di esperienze, sentimenti personali, passioni e sofferenze calate nella sua visione del mondo. Per questo, Goya è anche uno dei primi artisti a identificare la sua opera con la vita e da qui, la sua ossessione di spogliarsi dei vincoli della committenza per poter dipingere liberamente.La pittura della maturità di Goya, infatti, è senza modelli perché è l’espressione intima e irripetibile dell’anima dell’artista
La mostra, inoltre, è stata un’opportunità per valorizzare il corpus delle incisioni di Goya (Goya, il primo incisore moderno). Nell’occasione, per la prima volta in Italia, sono state esposte le matrici originali di rame, un patrimonio che rischiava l’usura dei secoli e che invece è stato recentemente restaurato dalla “Real Academia de Bellas Artes de San Fernando” e dalla sua “Calcografia Nacional”.
Ideato da “Novembre Studio”, il percorso espositivo è stato concepito per evidenziare la crescita artistica di Goya attraverso un suggestivo passaggio simbolico dalla luce al buio. Pertanto, la trasformazione stilistica e tematica delle opere dell'artista, dall'inizio della sua formazione accademica, fino alla rappresentazione degli orrori della “Guerra d’indipendenza spagnola”, si presenta al pubblico avvolta in atmosfere consone ai loro significati espressivi più profondi. Un'unica eccezione alla gradualità espositiva del colore è stata voluta per la sezione dedicata alla guerra, tema espresso attraverso un fondo vivido di rosso sangue.Un ultimo accenno va all’allestimento dell’esposizione milanese
Nel caso delle opere più importanti, infine, i diversi quadri sono stati esposti con a fianco la proiezione di un ingrandimento in dettaglio della tela.
FOTO DI COPERTINA
Francisco Goya, Il manicomio, 1808–‘12, olio su tavola, 45×72cm., Real Academia de Bellas Artes de San Fernando, Madrid