Due tematiche per la ripresa
Scuola News 25 maggio 2021
Fra le iniziative di finanziamento per le attività delle scuole durante l’estate, il Ministero dell’Istruzione ha pubblicato un avviso che ha messo a disposizione quaranta milioni di euro da destinare a Istituti del primo e del secondo ciclo di istruzione e ai Centri provinciali per l’istruzione degli adulti (CPIA) che si trovano in contesti di maggior svantaggio o fragilità nelle competenze e dove si riscontrano più alti tassi di dispersione.
I progetti dovranno avere come obiettivo il contrasto della povertà e dell’emergenza educativa, la prevenzione della dispersione scolastica, la riduzione dei divari per garantire pari opportunità. L’Avviso, inoltre, specifica che le proposte progettuali potranno riguardare diversi ambiti di intervento, anche in relazione alle tre diverse fasi del Piano Estate: quella del potenziamento degli apprendimenti (a giugno), quella del recupero della socialità (luglio e agosto), quella dell'accoglienza (settembre, fino all’avvio delle lezioni). Una Commissione dedicata valuterà rapidamente i progetti candidati sulla base di criteri specifici definiti nell’Avviso: il tasso di abbandono registrato nella scuola nel corso dell’anno scolastico, il livello di competenze di base, la difficoltà di accesso o di gestione della progettazione comunitaria, la situazione di svantaggio socio-economico-culturale, la collocazione della scuola in aree interne, il coinvolgimento, nell’ambito della realizzazione delle proposte progettuali, di enti del terzo settore o di imprese sociali. Ogni scuola potrà ottenere un massimo di 40.000 euro, nel caso di istituzioni scolastiche con un numero pari o superiore a 600 alunni frequentanti, e di 30.000 euro con un numero di alunni frequentanti inferiore a 600.
Nella sua articolazione, questo avviso dà delle indicazioni proprio rispetto al lavoro sul futuro della scuola. Il bando individua tre fasi: una prima fase per il mese di giugno di rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali. È una fase in cui si cerca di lavorare soprattutto al potenziamento delle competenze, alle attività laboratoriali, all'orientamento, quindi con un ideale prosecuzione di alcune delle attività che sono svolte normalmente nel corso dell'anno scolastico, che sono state in alcuni casi in parte sacrificate o penalizzate appunto dalla maggiore dispersione e dalle difficoltà di questo periodo.
Nella fase prettamente estiva, relativa ai mesi di luglio e agosto, sono previste iniziative legate al rinforzo delle competenze disciplinari ma anche alla socialità, incluse attività ludico creative, attività sportive e motorie, attività di educazione alla cittadinanza, o basate sull'uso delle tecniche digitali e sulle conoscenze computazionali, sulla conoscenza del territorio e delle tradizioni locali, sul supporto alle comunità.
Poi c’è la terza fase di settembre 2021 legata all'introduzione al nuovo anno scolastico, quindi alla ripartenza. Anche per questa fase sono individuati ambiti specifici d'azione: la riqualificazione degli ambienti scolastici, il rinforzo disciplinare, l'accoglienza, l'inclusione e il supporto ai bisogni educativi speciali, il supporto psicologico.
Traendo spunto da queste indicazioni del bando, è interessante soffermarsi proprio sull’ambito della riconfigurazione, del ripensamento degli ambienti e degli spazi scolastici; durante la pandemia abbiamo indubbiamente sacrificato molto dell’organizzazione funzionale degli spazi, cercando di privilegiare la sicurezza e quindi il distanziamento. Alla ripresa avremo ancora dei vincoli, ma è auspicabile che progressivamente, con il completamento delle campagne vaccinali, possano ridursi, e si possa quindi procedere man mano a riconfigurare gli spazi in una maniera meno emergenziale, ma anche in una maniera nuova rispetto alle modalità di configurazione di organizzazione degli spazi e in parte anche dei tempi della scuola prima della pandemia. La scuola in Italia è caratterizzata da una forte, sicuramente una eccessiva rigidità dei gruppi classe e delle suddivisioni disciplinari. Ripensare all'organizzazione degli spazi e dei tempi, vuol dire anche ripensare all'organizzazione della didattica rispetto a queste griglie spesso troppo rigide. Cerchiamo allora di ripensare gli spazi della scuola in forme che possano essere multifunzionali, con un numero progressivamente maggiore di spazi che non siano legati solo alle attività del gruppo classe, ma possano ospitare anche attività trasversali, differenziate.
Una funzione particolare l'ha in questo campo la biblioteca scolastica: e sarà importante lavorare per garantire una biblioteca scolastica funzionante in ogni scuola. Ma non c'è solo la biblioteca scolastica: ci sono anche altri spazi da considerare e che a volte non sono usati in modo efficace: i corridoi, gli ingressi, che potrebbero essere ripensati con dei punti di lettura, di informazione. Coinvolgere gli stessi studenti e studentesse nella formulazione di idee e proposte per la riconfigurazione degli spazi è sicuramente qualcosa che ben si coniuga con il tipo di azioni individuate dall’avviso ministeriale.
Il secondo tema di questa puntata è legato al debate. Si tratta di un tema di cui abbiamo già parlato in altre occasioni: a due squadre viene proposto un tema controverso da discutere; inizialmente le squadre non sanno quale delle due dovrà sostenere una tesi e quale dovrà sostenere la tesi opposta. Questo aiuta anche a evitare quello che è uno dei rischi del debate, cioè l'eccessiva immedesimazione nella tesi che la propria squadra deve difendere, che porta a volte a convincersi che la tesi che ci viene chiesto di difendere sia quella giusta. Anche per evitare ciò, si può organizzare dopo il debate un vero e proprio terzo tempo, in cui le due squadre possono lavorare sul riconoscimento reciproco e negoziare quale potrebbe essere un compromesso possibile tra le due tesi, quali politiche, quali azioni e quali strategie possono aiutare a massimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi di tutte e due le alternative discusse.
Su questo abbiamo sentito Adelino Cattani, docente di Teoria dell'argomentazione all'Università di Padova, dove viene proposto un modello alternativo di debate, quello della palestra di botta e risposta, in cui la fase del dibattito vero proprio è solo una componente all'interno di una disputatio più articolata e con maggiore capacità anche di riconoscimento delle posizioni reciproche.
I progetti dovranno avere come obiettivo il contrasto della povertà e dell’emergenza educativa, la prevenzione della dispersione scolastica, la riduzione dei divari per garantire pari opportunità. L’Avviso, inoltre, specifica che le proposte progettuali potranno riguardare diversi ambiti di intervento, anche in relazione alle tre diverse fasi del Piano Estate: quella del potenziamento degli apprendimenti (a giugno), quella del recupero della socialità (luglio e agosto), quella dell'accoglienza (settembre, fino all’avvio delle lezioni). Una Commissione dedicata valuterà rapidamente i progetti candidati sulla base di criteri specifici definiti nell’Avviso: il tasso di abbandono registrato nella scuola nel corso dell’anno scolastico, il livello di competenze di base, la difficoltà di accesso o di gestione della progettazione comunitaria, la situazione di svantaggio socio-economico-culturale, la collocazione della scuola in aree interne, il coinvolgimento, nell’ambito della realizzazione delle proposte progettuali, di enti del terzo settore o di imprese sociali. Ogni scuola potrà ottenere un massimo di 40.000 euro, nel caso di istituzioni scolastiche con un numero pari o superiore a 600 alunni frequentanti, e di 30.000 euro con un numero di alunni frequentanti inferiore a 600.
Nella sua articolazione, questo avviso dà delle indicazioni proprio rispetto al lavoro sul futuro della scuola. Il bando individua tre fasi: una prima fase per il mese di giugno di rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e relazionali. È una fase in cui si cerca di lavorare soprattutto al potenziamento delle competenze, alle attività laboratoriali, all'orientamento, quindi con un ideale prosecuzione di alcune delle attività che sono svolte normalmente nel corso dell'anno scolastico, che sono state in alcuni casi in parte sacrificate o penalizzate appunto dalla maggiore dispersione e dalle difficoltà di questo periodo.
Nella fase prettamente estiva, relativa ai mesi di luglio e agosto, sono previste iniziative legate al rinforzo delle competenze disciplinari ma anche alla socialità, incluse attività ludico creative, attività sportive e motorie, attività di educazione alla cittadinanza, o basate sull'uso delle tecniche digitali e sulle conoscenze computazionali, sulla conoscenza del territorio e delle tradizioni locali, sul supporto alle comunità.
Poi c’è la terza fase di settembre 2021 legata all'introduzione al nuovo anno scolastico, quindi alla ripartenza. Anche per questa fase sono individuati ambiti specifici d'azione: la riqualificazione degli ambienti scolastici, il rinforzo disciplinare, l'accoglienza, l'inclusione e il supporto ai bisogni educativi speciali, il supporto psicologico.
Traendo spunto da queste indicazioni del bando, è interessante soffermarsi proprio sull’ambito della riconfigurazione, del ripensamento degli ambienti e degli spazi scolastici; durante la pandemia abbiamo indubbiamente sacrificato molto dell’organizzazione funzionale degli spazi, cercando di privilegiare la sicurezza e quindi il distanziamento. Alla ripresa avremo ancora dei vincoli, ma è auspicabile che progressivamente, con il completamento delle campagne vaccinali, possano ridursi, e si possa quindi procedere man mano a riconfigurare gli spazi in una maniera meno emergenziale, ma anche in una maniera nuova rispetto alle modalità di configurazione di organizzazione degli spazi e in parte anche dei tempi della scuola prima della pandemia. La scuola in Italia è caratterizzata da una forte, sicuramente una eccessiva rigidità dei gruppi classe e delle suddivisioni disciplinari. Ripensare all'organizzazione degli spazi e dei tempi, vuol dire anche ripensare all'organizzazione della didattica rispetto a queste griglie spesso troppo rigide. Cerchiamo allora di ripensare gli spazi della scuola in forme che possano essere multifunzionali, con un numero progressivamente maggiore di spazi che non siano legati solo alle attività del gruppo classe, ma possano ospitare anche attività trasversali, differenziate.
Una funzione particolare l'ha in questo campo la biblioteca scolastica: e sarà importante lavorare per garantire una biblioteca scolastica funzionante in ogni scuola. Ma non c'è solo la biblioteca scolastica: ci sono anche altri spazi da considerare e che a volte non sono usati in modo efficace: i corridoi, gli ingressi, che potrebbero essere ripensati con dei punti di lettura, di informazione. Coinvolgere gli stessi studenti e studentesse nella formulazione di idee e proposte per la riconfigurazione degli spazi è sicuramente qualcosa che ben si coniuga con il tipo di azioni individuate dall’avviso ministeriale.
Il secondo tema di questa puntata è legato al debate. Si tratta di un tema di cui abbiamo già parlato in altre occasioni: a due squadre viene proposto un tema controverso da discutere; inizialmente le squadre non sanno quale delle due dovrà sostenere una tesi e quale dovrà sostenere la tesi opposta. Questo aiuta anche a evitare quello che è uno dei rischi del debate, cioè l'eccessiva immedesimazione nella tesi che la propria squadra deve difendere, che porta a volte a convincersi che la tesi che ci viene chiesto di difendere sia quella giusta. Anche per evitare ciò, si può organizzare dopo il debate un vero e proprio terzo tempo, in cui le due squadre possono lavorare sul riconoscimento reciproco e negoziare quale potrebbe essere un compromesso possibile tra le due tesi, quali politiche, quali azioni e quali strategie possono aiutare a massimizzare i vantaggi e minimizzare gli svantaggi di tutte e due le alternative discusse.
Su questo abbiamo sentito Adelino Cattani, docente di Teoria dell'argomentazione all'Università di Padova, dove viene proposto un modello alternativo di debate, quello della palestra di botta e risposta, in cui la fase del dibattito vero proprio è solo una componente all'interno di una disputatio più articolata e con maggiore capacità anche di riconoscimento delle posizioni reciproche.