Parole e musica
Scuola News - 18 maggio 2021
In queste ultime puntate stiamo cercando di dare uno sguardo al futuro in termini di prospettive, di metodologie, di strumenti che potranno essere utilizzati in una situazione in cui, auspicabilmente, la didattica non sarà più emergenziale, ma potrà essere effettivamente una didattica digitale integrata nel lavoro quotidiano di insegnamento e di apprendimento.
Tra gli strumenti che potranno essere più utili per la didattica digitale integrata, ci sono sicuramente i contenuti audio. Si tratta di contenuti che hanno parecchi vantaggi: pesano relativamente poco, quindi non richiedono una banda particolarmente veloce, e possono essere utilizzati tranquillamente in mobilità, non solo dalle studentesse e dagli studenti ma anche dai docenti. Non a caso l'uso di contenuti audio è enormemente aumentato durante l'ultimo anno, ma appunto i contenuti audio si prestano molto bene anche ad un lavoro quotidiano normale, non più emergenziale.
In che forme è utilizzabile l’audio? Per esempio, in forma di podcast, che possono essere composti da a micro lezioni, possono essere realizzati da un singolo docente, da un gruppo di docenti magari dello stesso ambito disciplinare, o ancor meglio in maniera interdisciplinare, o attraverso una piccola redazione in cui coinvolgere le studentesse e gli studenti. Per registrare gli audio vi sono diversi programmi a disposizione, e molti di essi consentono di fare anche quelle minime operazioni di taglio, di aggiustamento che possono servire per realizzare un podcast. Ci sono poi piattaforme specializzate che ospitano contenuti di questo tipo, come le piattaforme podcast di Apple e Google, ma anche siti dedicati come Spreaker, o una piattaforma molto conosciuta per i contenuti musicali come Spotify.
Peraltro, anche tra i contenuti già realizzati e disponibili in rete in forma di podcast, in forma di lezioni audio, ci sono contenuti di grande interesse.
Al riguardo abbiamo intervistato i responsabili di un podcast di ambito storico: “Sei un mito”, che ci hanno fornito una sintesi filmata del lavoro da loro svolto. In questo caso si tratta di una redazione quasi professionale, che comprende studiosi di filologia classica, redattori di manuali scolastici, ma anche persone che hanno esperienze specifiche di montaggio multimediale.
Naturalmente l'uso dell'audio non si limita ai podcast. Molto si può fare anche lavorando con la musica: pensiamo a quanti progetti ci sono per lo studio e l'insegnamento delle lingue straniere attraverso l'uso della musica e delle canzoni, compresi progetti in ambito CLIL; e naturalmente la musica ha un interesse specifico in sé. Ci sono così molti programmi e contenuti – e anche molte iniziative on-line – di educazione e di formazione musicale. Tra le iniziative più belle ricordiamo “Il jazz va a scuola”, di cui abbiamo già parlato a Scuola News e che è stata tra le idee più interessanti realizzate durante il periodo della didattica a distanza, con incursioni jazz nelle lezioni online. Adesso “Il jazz va a scuola” propone nuove formule che sono un po' un ponte verso la possibilità di lavorare nuovamente in presenza: “Il jazz va a scuola… dal palco”. Ce ne parlano Angelo Bardini, che ci illustra le novità di quest’anno e Claudio Angeleri, un musicista che partecipa a questo progetto e che ci spiega come vengono coinvolte le studentesse e gli studenti anche a livello di produzione musicale.
Tra gli strumenti che potranno essere più utili per la didattica digitale integrata, ci sono sicuramente i contenuti audio. Si tratta di contenuti che hanno parecchi vantaggi: pesano relativamente poco, quindi non richiedono una banda particolarmente veloce, e possono essere utilizzati tranquillamente in mobilità, non solo dalle studentesse e dagli studenti ma anche dai docenti. Non a caso l'uso di contenuti audio è enormemente aumentato durante l'ultimo anno, ma appunto i contenuti audio si prestano molto bene anche ad un lavoro quotidiano normale, non più emergenziale.
In che forme è utilizzabile l’audio? Per esempio, in forma di podcast, che possono essere composti da a micro lezioni, possono essere realizzati da un singolo docente, da un gruppo di docenti magari dello stesso ambito disciplinare, o ancor meglio in maniera interdisciplinare, o attraverso una piccola redazione in cui coinvolgere le studentesse e gli studenti. Per registrare gli audio vi sono diversi programmi a disposizione, e molti di essi consentono di fare anche quelle minime operazioni di taglio, di aggiustamento che possono servire per realizzare un podcast. Ci sono poi piattaforme specializzate che ospitano contenuti di questo tipo, come le piattaforme podcast di Apple e Google, ma anche siti dedicati come Spreaker, o una piattaforma molto conosciuta per i contenuti musicali come Spotify.
Peraltro, anche tra i contenuti già realizzati e disponibili in rete in forma di podcast, in forma di lezioni audio, ci sono contenuti di grande interesse.
Al riguardo abbiamo intervistato i responsabili di un podcast di ambito storico: “Sei un mito”, che ci hanno fornito una sintesi filmata del lavoro da loro svolto. In questo caso si tratta di una redazione quasi professionale, che comprende studiosi di filologia classica, redattori di manuali scolastici, ma anche persone che hanno esperienze specifiche di montaggio multimediale.
Naturalmente l'uso dell'audio non si limita ai podcast. Molto si può fare anche lavorando con la musica: pensiamo a quanti progetti ci sono per lo studio e l'insegnamento delle lingue straniere attraverso l'uso della musica e delle canzoni, compresi progetti in ambito CLIL; e naturalmente la musica ha un interesse specifico in sé. Ci sono così molti programmi e contenuti – e anche molte iniziative on-line – di educazione e di formazione musicale. Tra le iniziative più belle ricordiamo “Il jazz va a scuola”, di cui abbiamo già parlato a Scuola News e che è stata tra le idee più interessanti realizzate durante il periodo della didattica a distanza, con incursioni jazz nelle lezioni online. Adesso “Il jazz va a scuola” propone nuove formule che sono un po' un ponte verso la possibilità di lavorare nuovamente in presenza: “Il jazz va a scuola… dal palco”. Ce ne parlano Angelo Bardini, che ci illustra le novità di quest’anno e Claudio Angeleri, un musicista che partecipa a questo progetto e che ci spiega come vengono coinvolte le studentesse e gli studenti anche a livello di produzione musicale.