Giambattista Tiepolo è stato uno dei grandi artisti del Rococò settecentesco. Tiepolo fu soprattutto frescante, il suo stile fu diffuso atraverso l'affresco, da prima a Venezia e nell'entroterra veneto, poi a Milano e nelle corti europee.
Veneziano, aperto a tutte le suggestioni, dal tenebrismo di Piazzetta, fino alla rilettura delle luminose atmosfere di Veronese, Tiepolo maturò uno stile chiaro e arioso con il quale deformava le conquiste della pittura barocca in nome di una nuova teatralità tutta melodrammatica e settecentesca.
L’illusionismo prospettico, infatti, con Tiepolo, non è più un mezzo per coinvolgere lo spettatore e renderlo partecipe della visione, ma un modo per creare una realtà fittizia e quasi astratta, in una società in piena decadenza qual era all’epoca la sua Venezia a fine Settecento. Quella di Tiepolo è un’arte fortemente teatrale in cui i personaggi descritti con tratti realistici, sembrano attori in una recita.
I pennelli di Tiepolo che affondavano le radici più profonde a Venezia, arrivarono nelle corti di Würzburg e Madrid, dove l'artista visse e operò gli ultimi otto anni.
Il Percorso qui proposto, inquadra l'artista a partire dalla sua fortuna critica; una vita di successi e una fine legata a pesanti contingenze di carattere storico e sociale che sconvolsero l'Europa dei re e dell'aristocrazia. Tiepolo, nell'Ottocento, veniva in parte dimenticato e solo alcuni artisti come Canova e Hayez, ne ricorderanno i pennelli, mentre Goya, stimava la preromantica opera incisoria.
Tiepolo lavorò tantissimo, coninvolgendo negli anni anche i due figli Giandomenico e Lorenzo; nella sua squadra di aiuti non mancava quasi mai il fidato collaboratore Gerolamo Colonna, grande quadraturista che aprì gli spazi di ville, chiese e palazzi.
Il Percorso termina con due mostre, una recente realizzata in occasione dei 250 anni della morte e una storica, del 1971, che ridava vigore agli studi sul Tiepolo..
Per l’occasione, inoltre, Rai Scuola propone, tematizzate in brevi clip video, l’intera serie in quattro puntate, “Gli abissi di Tiepolo”, di Tomaso Montanari e Luca Criscenti (2020).